MEDIA NEWS
Questa rubrica, presentata solo in lingua italiana, è realizzata in collaborazione con il periodico Media Duemila e l’Osservatorio Tuttimedia di Roma, partner della Fondazione Salvetti. I contenuti evitano le ripetizioni di quanto sia già di grande attualità, si riferiscono piuttosto a temi meno noti ma significativi per avviare un approfondimento. Le ‘Pillole’ e le ‘Lettere aperte’ sono redatte da Paolo Lutteri e vengono pubblicate dalla Newsletter di Media Duemila; contengono argomenti dedicati all’innovazione tecnologica e al marketing nel settore dei media classici (stampa, radio, tv, web), dei social  networks e in generale della ricerca nel campo dei consumi editoriali. Sono questi media, su scala globale, che accompagnano lo sviluppo economico e il progresso del mondo industriale e scientifico.
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This section, presented only in Italian language, is produced in collaboration with the magazine Media Duemila and the Osservatorio Tuttimedia of Roma, partner of the Salvetti Foundation. The contents avoid the repetitions of what is already very topical, they refer rather to lesser known but significant themes to start a deepening. The 'Pills' and the 'Open letters' are written by Paolo Lutteri and are published by the Media Duemila Newsletter; they contain topics dedicated to technological innovation and marketing in the classic media sector (print, radio, tv, web), social networks and research in the field of editorial consumption in general. It is these media, on a global scale, that accompany the economic development and progress of the industrial and scientific world.

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Media Duemila si dedica da più di 30 anni alle trasformazioni epocali indotte dall’avvento dell’era digitale. Nasce nel 1983 in contemporanea con l’avvento del personal computer  per iniziativa di Luigi Dadda, allora rettore del Politecnico di Milano, di Francesco Silvano quando era amministratore delegato Seat e di Giovanni Giovannini in quell’anno presidente della Federazione Italiana Editori Giornali. È l’unica rivista di cultura digitale che fotografa i cambiamenti in atto nella società, dando ampio spazio alle eccellenze soprattutto italiane, senza tralasciare le avanguardie estere.
Il Comitato di Direzione è composto da:
Maria Pia Rossignaud (Direttore responsabile), Derrick de Kerckhove (Direttore scientifico),
Gianni Letta (presidente onorario),
Franco Siddi (Presidente TuttiMedia) – Diego Ciulli (Google) – Angelo Mazzetti (Facebook) – Fabrizio Carotti (FIEG) – Saverio Vero (Rai Pubblicità) – Roberto Ferrari (Eni) – Maria Eleanora Lucchin (Mediaset) – Raffaele Pastore  (UPA) – Pierguido Iezzi (Swascan) – Luigi Colombo – Giovanna Maggioni – Marina Ceravolo - Paolo Lutteri.

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Lettera aperta di Paolo Lutteri
21 novembre 2024
I limiti del potere
Caro Tailgunner Joe,
tu riposa in pace, ma ti segnalo che hai lasciato cattivi esempi. Oggi qualcuno ha il pensiero politico di gestire una supremazia geopolitica locale o mondiale, ritiene complottisti chi non la pensa come lui, quindi ci sia lecito, pure da remoto, porgere critiche a codesta organizzazione mentale.
Primo: la sostenibilità economica e sociale nel nostro pianeta non è possibile solo con muri, dazi e decreti, anche se ci fosse un capo che considerasse tutto il mondo come suo suddito. In ogni caso ricordo il detto africano “gli elefanti non potranno mai schiacciare tutte le formiche”.
Secondo: oggi anche un grande territorio, un ricco arsenale culturale o tecnologico o militare, un largo network mediatico, sono limitati da un ecumene quasi totalmente interconnesso e diversificato per gestione ideologica e politica, distinto per risorse naturali, plurale per opinioni della popolazione, addirittura conflittuale per lobbies economiche e acerrimi egotismi locali. C’è più di un gallo nel pollaio.
Terzo: ogni Paese non è poi così compatto come dichiara. Quasi ovunque la maggioranza della popolazione non partecipa ad elezioni (democratiche o no). Anche chi votando perde conserva un suo potere di contestazione. E non si può metter una censura totalmente rigida ai media e ai social, nemmeno se si dichiarasse uno stato dittatoriale. Le idee spuntano spontaneamente come l’erba sul prato.
Quarto: se il potere è amministrato da funzionari fedeli al capo, senza intelligenza propria, questi potrebbero essere incapaci di guidare progetti e percorsi. Settori come quello dell’istruzione, della salute, della sicurezza, dei servizi pubblici, del credito finanziario, della giustizia e della cultura contengono esperienze storiche, creatività, bisogni e diritti originali. Fidelizzazione e fede non tengono più di tanto.
Quinto: le crisi climatiche e l’inquinamento crescente nella natura potrebbero minare alla base le condizioni del wellfare e il consenso popolare. Ignorare i rischi futuri vuol dire lasciar avanzare un omicidio di masse.
Sesto: il linguaggio degli algoritmi deve essere un patrimonio comune, deve consentire un uso produttivo e trasparente per tutti. Gli algoritmi non sono una proprietà privata, né proprietà di un vertice digitale sovranista.
Mi fermo, ma ci sarebbero altre decine di spunti critici sul suprematismo e sul maccartismo. Il succo però è questo: se non ci si mette a un tavolo di discussione, collaborativamente, diplomaticamente, senza creste attizzate, rinunciando agli ego distopici, il campo sociale, vicino e lontano, si metterà a remare contro. Se non si collabora a costruire una coscienza comune della civiltà del nostro pianeta o semplicemente del nostro luogo di vita abituale, ci saranno sempre difficoltà insuperabili.
Con questo non voglio essere né totalmente pessimista, né osservatore buonista, né ucronico. Guerre e disuguaglianze non scompaiono dall’oggi al domani. Ma ci vuole una visione lungimirante per sostenere il mondo, senza interventi sedicenti soprannaturali da parte di nessuno. Senza guerre. Io credo che non esista la contesa mitologica tra il bene e il male. Chiaro e scuro si accendono e si spengono come un bit. C’è sempre una evoluzione in corso, un cambiamento; l’aggiornamento delle condizioni di vita e di progresso è incessante e permanente. L’acqua che scorre non è mai la stessa. Le marce indietro nella storia sono impossibili, i progetti per il futuro sono invece possibili e disponibili.
Siamo tutti coinvolti a cercare il meglio per noi e per i nostri discendenti, i cui diritti dovremmo rispettare fin da adesso, con l’inclusione, l’interscambio, le interrelazioni dialettiche, l’istruzione, la prevenzione. Vorrei che ‘i mitragliatori di coda’ di oggi ne parlassero con la gente. Sarebbe il minimo comune denominatore di intelligenza, prima che nasca un nuovo leviatano.
Paolo
https://www.media2000.it/i-limiti-del-potere/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri
14 novembre 2024
Democrazia e popolo
Cara Mariagrazia,
‘democrazia’ è un concetto astratto, etimologicamente vuol dire ‘potere del popolo’, ma nella realtà il potere è scomposto, come del resto il popolo. Nel popolo ci sono le voglie dei ricchi e dei poveri, degli anziani e dei giovani. Ci sono desideri sociali razionali e morali, ci sono desideri emotivi, meno sociali, più di parte, meno trasparenti. Ma guai a parlar male del popolo! Il popolo ha sempre ragione!
Sì, ma quale popolo? Il popolo non è compatto, né le sue correnti sono fedeli a princìpi stabili. Il popolo che insorge o protesta o inneggia può essere rappresentativo di tutti secondo l’interpretazione dei media o di certi poteri, ma è quasi sempre solo uno dei possibili punti di vista della popolazione. Così anche nelle elezioni, nei referendum, nelle esternazioni di piazza, nelle maggioranze silenziose e nelle astensioni. Sotto e sopra ci sono gli imbonitori e gli affaristi.
Vorrei chiamare ‘popolaccio’ quella parte di popolazione che scende in piazza premeditatamente forcaiola, quella che sosteneva la ghigliottina, che duemila anni fa scelse di liberare Barabba, che vuole la guerra come espressione del proprio sovranismo, che devasta il patrimonio comune e l’ambiente ecologico, che non ha rispetto delle minoranze, che non ha visione sociale larga, che preferisce l’uovo oggi e intanto ammazza la gallina. E non è certo quella che scende in piazza per combattere i tiranni o per difendere i diritti umani.
C’è un popolaccio infingardo, oltre alle comparse prepagate per applaudire (pubblico mercenario nelle tribune o sugli spalti televisivi), che si batte per non pagare le tasse o ottenere i condoni, per insultare gli avversari e denigrare certi diritti, che vuole la giustizia fai-da-te, insofferente del politicamente corretto, ovvero della morale. E’ il popolaccio razzista o quasi. Incompetente, non credo, furbastro sì. Non pochi leader e aspiranti ne approfittano per darsi consenso. A contorno, i cappellini e i distintivi e i selfie che, come sa ogni operatore di marketing, sono il gadget unificante che costa meno. Le pecore accorrono. I campioni della morale al popolaccio non piacciono, perché il popolaccio detesta le regole e confonde doveri con diritti, libertà con indipendenza, autonomia con protezione dell’ego individuale. Gli avversari sociali e i giudici possono essere criminalizzati. Il popolaccio predilige le figure forti, ambiziose, spavalde e spaccone, bulli e bellimbusti. In tv direbbero: quelle che bucano il video e fanno ascolti, anche se sono malandrine.
Non è il popolaccio il testimone della democrazia, il suo comportamento è fattuale. Non si può non tenerne conto, ma non gli si può attribuire onestà e autorevolezza. Vince chi fa vedere i muscoli più forti o chi vuole dimostrare ragionevolmente una visione sociale della comunità? Nei muscoli puoi trovare le parole, le parolacce e le battute (anche i vaffa), le minacce, le ingiurie, i ricatti e ogni altro comportamento scorretto effervescente, che fa presa emozionale. I frizzi e lazzi di chi fa opinione o vuol guidare la politica con arroganza, alla testa di questo popolo difettoso, non ne fanno persone né decenti né degne. Eppure i comportamenti in certi Paesi, sedicenti democratici, sono veramente scorretti e sconcertanti. Certe campagne elettorali ne sono esempi recenti eclatanti e deprimenti. Deprimenti anche perché i risultati manifestano che la tracotanza è stata apprezzata in larga maggioranza. Forse non è una novità: le elezioni apparentemente democratiche che hanno avviato le dittature, hanno avuto la benedizione popolare.
Eccoci al populismo e al sovranismo nazionale. Dunque la democrazia è in fase critica. Viva il popolo, abbasso il popolaccio, ma distinguerli è difficile perché non ci sono più gli ideali di riferimento, confusi con il denaro, le proprietà finanziarie, le innovazioni tecnologiche e la corsa ai consumi. Media, social e influencers hanno reso fluido il ‘distinguo’. Educazione e formazione sono deboli, gli algoritmi suprematisti stanno crescendo attraverso la comunicazione digitale globale e personalizzata.
Cara Mariagrazia, sono in imbarazzo. Infatti se da un lato la mia formazione democratica mi suggerisce che il popolo ha sempre ragione, da un altro mi vengono dubbi sulla competenza e sui canti delle sirene che adescano i naviganti. La discussione è molto aperta sui valori sociali e per conseguenza sui diritti e doveri di ciascuno. Comunque una migliore educazione civica non ci starebbe male, urbi et orbi. Eh, professoressa! All’occhio Mariagrazia, anzi attenta non solo ai sensi, ma soprattutto alla ragione. Ciao!
Paolo
https://www.media2000.it/democrazia-e-popolo/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri
7 novembre 2024
Gioco di squadra
Caro Umberto,
come tu fai notare, effettivamente in questo momento si affacciano al mondo molte ipotesi autoritarie, tutte improprie soluzioni per un panorama globale complesso e confuso. Vuoi sapere come si gestisce il potere e il governo? Facciamo un po’ di teoria astratta, semplificando tutto perché questa lettera è breve.
Il modo più rozzo è un sistema gerarchico, dittatoriale: chi è al vertice comanda senza confrontarsi con altri. Sistema militare: il capo ordina, i subordinati eseguono. Se il capo è un duce, ignora ovviamente la divisione dei poteri legislativo-esecutivo-giudiziario, comanda solo lui e reprime ogni opposizione. Alla lunga non dura perché i funzionari a lui fedeli sono lacchè spesso incapaci e fanno naufragare il sistema. C’è, solo nella letteratura, un’altra figura di sovrano: quello illuminato, circondato da filosofi e artisti. Chi l’ha visto?
Un altro modo più moderno di governo sembra essere quella del cosiddetto deep-state: checché ne dica il capo formale, sono i boiardi e le lobbies coperte che hanno in mano la gestione degli apparati e la reale amministrazione. Interrelazioni o intrallazzi, sono i rappresentanti dell’economia, perspicaci o intriganti, che guidano e se volessero potrebbero far traballare il sistema. Casta padrona.
Ma la realtà dell’organizzazione politica e sociale è ovviamente più complessa perché la platea è ricca di diversità di opinioni, di patrimoni o culture da difendere. Di più: oggi anche il grande motore delle forze mediatiche che sventaglia notizie critiche nel mondo impedisce di tenere troppi segreti e contrasta chiunque voglia troppo potere. C’è ancora qualche autocrate ideologico o religioso che resiste in casa sua, ma fuori è un bersaglio.
Nella storia il ciclo dei poteri ha seguito un percorso spesso ripetitivo: tribù, capi tribù, alleanze, democrazia, aristocrazia, dittatura, complotti e crisi dinastiche, rivoluzione e si ricomincia. Eccezioni e complicazioni non mancano.
Più recentemente, con il marketing, il potere ha cercato di assestarsi agli occhi dei suoi sudditi (pardon: cittadini) con due figure caratteristiche: il carismatico e gli eurismatici. Il primo è il condottiero, intraprendente, aggressivo, principe azzurro benemerito, maschio o femmina che sia. Potrebbe essere anche solo un bellimbusto ma è gradito al mercato (pardon: al popolo) perché gli dà illusioni. Mentalità vincente, promette ciò che vuole perché il carisma è fatto anche di fascino, con la collaborazione dell’editoria. Poi ci sono i suoi numeri 2, che trovano le soluzioni ottimali, eurismatiche, misurando con più attenzione le situazioni, le risorse, le possibilità, le opportunità. Questi sono i geniali cucitori, ingegneri della gestione, ministri dei beni e degli asset, governatori dei funzionari e dei ruoli della corte. A similitudine calcistica, i fans dicono che il carismatico fa il centravanti, ma gli eurismatici sono i ‘mediani di spinta’ o ruolo simile. La massima gloria normalmente va al primo. Il leader se ne compiace, finché fa bella figura, e lascia governare i secondi, che approfittano discretamente della fiducia. Se gli eurismatici non sono bravi, il leader crolla.
L’esempio del calcio, anche al bar del popolo, suggerisce che le partite non si vincono solo con un centravanti, né con un carismatico, né con un comandante unico, né solo con buoni mediani-mediatori, né con gli strilloni o i supporter. Ci vuole un’équipe, una leadership di squadra, una condivisione della missione, una divisione dei compiti, un’attività di interrelazioni programmate e trasparenti. Non basta un allenatore, ci vuole l’assistenza di contorno. Persone competenti, abili, oneste. Solo una gestione corale e collaborativa può essere vincente e accontentare il pubblico. Il pubblico e i commentatori acclamano o fischiano. Giudicano ma non entrano in campo perché non sono capaci e devono badare ai piccoli problemi della quotidianità. Questa nostra democrazia imperfetta non può affidarsi alle urla occasionali delle tribune, ma deve consapevolmente far scender in campo i migliori players possibili. Difficili sono i percorsi di candidature nella via democratica, oggi senza seria scuola di formazione sociale! Eppure solo una squadra affiatata e competente sarà anche affidabile e in grado di gestire le situazioni.
Forse il calcio non è uno sport esemplare, ma qualche analogia con l’organizzazione per vincere le sfide ci sta. Gli avversari da affrontare in politica sono le disuguaglianze sociali, le guerre, l’inquinamento, l’antidemocrazia, l’insostenibilità economica. Sono serie di partite da giocare qui e nel mondo, anche se vediamo sul palcoscenico molti buffoni sproloquianti e in platea molti applausi inutili.
Ah, Umberto: se non ti piacesse il calcio e sognassi un fantastico intervento celeste, l’immagine di questa lettera è per te. I governatori del futuro dovranno sapere gettarsi nel vuoto e nel caos del mondo moderno, con un buon equipaggiamento personale e cercare di recuperare una civiltà democratica che sta scivolando via.
Caro Umberto, abbiamo da parlarne a lungo. Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/gioco-di-squadra/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri
30 ottobre 2024
Conti senza fine
Caro Alan,
non so se puoi leggermi, ma vorrei che tu sapessi che sono esaltato e contemporaneamente preoccupato per l’intelligenza artificiale (AI) di oggi, protagonista dei nostri contenuti di sapere digitale. Esaltato perché l’AI ti riassume le conoscenze, ti sintetizza i concetti, ti apre orizzonti nuovi, ti scopre ipotesi scientifiche inesplorate per i nostri lenti cervelli, con una capacità alla quale il mago Merlino non sarebbe mai arrivato. Le mie preoccupazioni oggi non sono etiche, ma matematiche. Dopo la lettera a Piergiorgio della scorsa settimana ho cercato di perfezionare qualche questione posta a vari motori di AI sull’inquinamento digitale.
Anzitutto le stime avallate dall’Unione Europea sul volume dei dati informatici mondiali per il 2025 (175 zettabyte) sembrano largamente superate, tenendo conto dei servizi 5G e dei consumi dei computer quantistici già in funzione. Inoltre alle risposte dei motori AI ho replicato con osservazioni critiche di sistema, per esempio sui campi di ricerca: come definire l’ambito del sistema informatico? Oltre a computer, telefoni, piattaforme, motori, siti web, ci sono anche robotica, domotica, amministrazione dell’anagrafe, della salute, gestione delle finanze e del fisco, i games, la televisione e la radio classiche. Tutti nello stesso calderone? Sui grandi numeri è il motore AI che dovrebbe circoscrivere a che cosa si riferiscono i dati. Se io potessi consultare rapidamente documenti e banche dati troverei probabilmente valori articolati. Mi affido all’AI perché è veloce, ma se mi spara dati senza campi di riferimento mi delude (e mi inganna). Di motori AI oggi ce ne sono più di uno, per discrezione non faccio nomi di chi mi delude, più di uno.
Mi delude anche perché, su equazioni con incognite da cercare, corrispondenze tra unità elementari di watt-byte-grammi e analisi di quantità molto rilevanti, ho verificato che le risposte confondono i valori e sbagliano i conti. Miliardi con bilioni, per esempio. So che non c’è univocità tra la scala lunga (europea) e la scala corta (americana). E’ incredibile che oggi nel mondo si usino due scale e due misure con voci simili. Il motore di AI dovrebbe specificare a quale scala si riferisce, oppure usare le potenze di 10 per una definizione univoca, chiara e corretta. I motori parlano americano? Mi ricorda Dante, nel Paradiso: “Tu proverai sì come sa di sale//lo pane altrui, e come è duro calle//lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.”
Sta di fatto che chiedere ai motori AI quant’è l’inquinamento prodotto globalmente dall’elettricità per l’informatica digitale, proveniente dai combustibili fossili, ha prodotto risposte che variano da 26 miliardi (26x10 elevato a 9) a 600 mila tonnellate di CO2!!! Insomma: tutti gridano al lupo al lupo per la sostenibilità, ma poi le grandi macchine pensanti che vogliono scimmiottare l’umano non sanno darci risposte affidabili, neanche se è matematica.
Comunque i motori di AI sono diplomatici, se lo chiedi tendono a usare valori unitari medi, premettono le difficoltà di ricerca, assecondano i nostri suggerimenti e sono financo permalosi perché quando fai notare che hanno compiuto palesi errori di calcolo, si scusano ma cancellano la critica perché ‘potrebbe violare politiche di utilizzo’. Speriamo che si correggano da soli o che i loro ingegneri creatori di algoritmi recepiscano e intervengano (se se ne accorgono). Risposte non precise e complete o circostanziate potrebbero indurre opinioni false.
Gira e rigira la frittata, non sappiamo quanto pesa realmente l’anidride carbonica che produciamo. Resta il fatto che l’inquinamento è massiccio anche da parte di noi digitali. Qualche messaggio finale per i colleghi ce l’ho: controllate criticamente, come potete, i dati delle risposte; non fidatevi ciecamente; non giocate inutilmente col computer e col telefonino perché potreste buttare nell’aria più fumo della vostra automobile.
Caro Alan, tu che ormai hai una visione cosmica, se tu potessi vegliare su di noi sarebbe buona cosa. Non sempre siamo svegli.
Paolo
https://www.media2000.it/conti-senza-fine/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri
24 ottobre 2024
175 zettabyte
Caro Piergiorgio,
oggi ci tocca controllare l’intelligenza artificiale (AI), questo meraviglioso motore di biblioteca dinamica e generativa del sapere umano. Qualche opinionista benpensante, sui media classici, ci dice che può essere invasiva nella comunicazione, subdola nelle risposte e coercitiva nei risultati.
Da sempre, gli strumenti che l’ingegno umano ha costruito possono essere pericolosi: il bastone può essere una leva oppure un’arma, la polvere da sparo inizialmente serviva per i fuochi d’artificio, la ricerca atomica era dedicata all’energia non alle bombe. Anche oggi l’innocua carta stampata può incitare all’odio. L’informazione può essere un’arma.
Mutatis mutandis, adesso abbiamo tra le mani un’applicazione della tecnologia digitale assolutamente straordinaria, che assembla dati e propone soluzioni a velocità strabiliante. Certo che la composizione degli algoritmi di analisi non è del tutto trasparente. Per inciso, gli algoritmi si alimentano da soli (machine learning), quindi i difetti delle fonti si ripercuotono.
Le critiche principali nascono a proposito dei proprietari delle grandi piattaforme multinazionali. Di fatto è un oligopolio di mercato. In effetti la proprietà e la gestione dell’AI è in poche mani private e persegue, lecitamente, obiettivi di ricavo. La beneficienza delle Big Tech è del tutto marginale rispetto ai guadagni. La comunità globale degli utenti è inattiva, passiva se non sottomessa o sfruttata nella raccolta dei dati.
Vero, semivero e falso stanno in una memoria digitale, meccanica o fluida, razionale, nel senso che rispetta le frequenze statistiche, ma non morale né sentimentale (che, benché non sempre omogenei, sarebbero elementi importanti della civiltà umana).
Le istituzioni politiche, democratiche o semidemocratiche o autoritarie, per certi versi potrebbero fare controlli e disporre regole, oppure potrebbero mettere i loro paletti di potere, monitorare le popolazioni, eludendo la privacy, la sicurezza e i diritti dei cittadini o dei consumatori (che per loro sono la stessa cosa!).
Se l’AI Act dell’Unione Europea, in vigore dal 1° agosto scorso, è un esempio che sembra virtuoso per rispetto di equità e trasparenza (e speriamo in una buona applicazione), le regole americane o cinesi o russe sono sicuramente indotte da lobbies intriganti. Ci vorrebbe un codice planetario condiviso, visto che le comunicazioni digitali saltano i confini geopolitici. Oggi i gestori non hanno responsabilità sulle conseguenze, per esempio nei danni di guida autonoma. Come nei social i gestori si dichiarano contenitori e non editori. Comunque anche da noi i regolamenti sembrano proteggere i cittadini considerati come consumatori, non titolari di diritti e esperienze umane.
La propaganda digitale, profilata, è eccezionale, induce dipendenza, ti fa credere di aver deciso da solo anche certe preferenze. Telefoni e computer sono le nostre protesi per conoscere i fatti e le opinioni. Un po’ ci condizionano.
Eppure l’AI ci darà soluzioni fondamentali di benessere sociale. Pensa allo sviluppo della ricerca in bio-medicina, delle soluzioni nel sistema dei servizi di istruzione, trasporti, infrastrutture, burocrazia, amministrazione, finanza, ecologia, rifornimento energetico, catene di produzione industriali, informazioni, assistenza sociale. Anche se nessuna realtà sociale può essere espressa solo in numeri. Chiaro e oscuro, come negli scacchi, sono una sfida perenne.
Per finire, siccome so che sei appassionato ai valori, ti segnalo un numeretto che gira tra gli esperti: 175 zettabyte. Già da tempo è il volume stimato dall’Unione Europea dei dati che saranno prodotti nel mondo dagli apparati digitali nel 2025.
Un byte è costituito da un ottetto binario di 8 bit (0/1) e può assumere 256 valori. Uno zettabyte contiene 1021 byte. Ci sai fare, metti tu 21 zeri dopo 175. Con l’amico Pietro ho chiesto, via computer, un aggiornamento sui consumi di elettricità e di conseguente produzione di anidride carbonica (CO2) per gigabyte. Indicazioni e calcoli non sempre precisi. Abbiamo considerato, tanto per dare un idea delle dimensioni dell’inquinamento, solo l’elettricità prodotta globalmente da combustibili fossili. Il totale dell’emissione di CO2 imputabile a 175 zettabyte equivale a una massa di circa 16,6 milioni di tonnellate. Corrisponde grossomodo alla massa di 360 bastimenti come il Titanic! Tu, matematico, controlla e correggi se trovi errori. A me mancano le parole di commento. Belle gatte da pettinare. Stammi bene Piergiorgio!
Paolo
https://www.media2000.it/175-zettabyte/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri -  17 ottobre 2024
Orizzonte sostenibile
Caro Salvatore,
tu sei uno degli 8 miliardi di persone che oggi vivono sul nostro pianeta. Naturalmente hai gli stessi diritti di tutti gli altri, ma di fatto le tue condizioni sociali e le risorse di cui disponi con la tua famiglia e il tuo clan, ti danno prospettive di vita migliori di molti altri.
Riassumo con qualche dato sparso e approssimativo, visti i cambiamenti in corso: in Italia (58,7 milioni di abitanti) la speranza di vita è fino a 83 anni, negli Stati Uniti d’America (341 milioni di abitanti) la speranza arriva a 78 anni, in Cina e India (1,4 miliardi di abitanti cadauna) la speranza è rispettivamente 77 e 70 anni, in Pakistan e Nigeria (240 milioni abitanti cadauna) la speranza è rispettivamente 65 e 62 anni. La natalità (=nati ogni 1000 abitanti) per Italia è 7, Stati Uniti 12, Cina 10, India 17, Pakistan 26, Nigeria 36. Il reddito procapite, in dollari US, per l’Italia è 34.300, Stati Uniti 63.000, Cina 9.500, India 2.000, Pakistan 2.000, Nigeria 1.500. Previsioni popolazione tra 25 anni: Italia in decrescita, Stati Uniti stabile, Cina stabile, India, Pakistan e Nigeria in crescita. Scusa le semplificazioni; incrocia i dati, ne trovi di più estesi e più accurati sui documenti delle Nazioni Unite, ma intanto hai capito dove voglio arrivare.
Il succo è questo: prepara te e i tuoi discendenti al ricevimento degli extraeuropei meno abbienti. Non ci saranno muraglie o acque che ci potranno separare, anche se conflitti di frontiera e immigrati deceduti saranno numerosi. La disponibilità di risorse alimentari e le condizioni sociali cambieranno la geografia del nostro pianeta in pochi anni. Le civiltà saranno rimescolate. Il trend è già in corso, nonostante certe interdizioni governative. Ti ho citato solo alcuni esempi e credo di aver omesso certi sviluppi tragici di popolazioni che potrebbero essere assalite da gravi crisi ecologiche o sanitarie. Noi, italiani, compresi.
Niente paura, non è l’apocalisse, l’orizzonte è sostenibile, ma ci serve un po’ di attenzione. Nuovi lavoratori, assunti, in Italia serviranno per pagare contributi e pensioni. Le diversificazioni culturali saranno oggetto di contrasti per gli ignoranti, ma di crescita creativa per i più aperti al cambiamento, come è successo nelle ultime migliaia di anni. Non ha senso chiudersi nella difesa di valori di parte, considerandoci più intelligenti degli individui oggi meno colti, nascondendo una velleità razzista.
Raggiungere intelligentemente una convergenza sarà difficile, anche perché ogni potere ha le sue palle al piede, vedi le opinioni sui grandi mass media, ispirate a politiche economiche e ideologie, poi incapaci di governare per il benessere comune.
Ci sarà bisogno di discutere, senza remore e pregiudizi, ma con pazienza. Ecco il bisogno di tavoli di confronto, di dibattito, di mass media critici ma aperti, non ostinatamente polemici per difendere le proprie lobbies.
Già, ma se chi imbonisce i media non è disponibile al confronto, non è critico, non vuole trovare soluzioni, resta fedele al pensiero o ai pregiudizi di un costume sovranista nazionale, politico o religioso, allora lo sviluppo sarà solo di parte e il progresso sarà ostacolato da guerre sociali.
Pensaci. Tu da giornalista non devi solo imbeccare la tua platea di lettori con le idee del sistema attuale, devi anche ascoltare il mondo, approfondire le storie e mediare i pareri, esplorare nuovi orizzonti. Così i tuoi articoli potranno offrire consigli e opportunità a spettatori pretenziosi, turbolenti, saggi qua e là e ignoranti qua e là, come tutti noi.
Sarà l’unica possibilità di uno sviluppo sostenibile comune, per i figli e i nipoti di tutti.
Forza Salvatore!
Paolo
https://www.media2000.it/orizzonte-sostenibile/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri -  10 ottobre 2024
Progresso così-così
Caro Fabio,
mi chiedi cose difficili: mi piacerebbe conoscere meglio l’evoluzione biologica e la storia della genetica umana, ma al momento sono piuttosto ignorante, per cui le mie osservazioni sono più vicine a una percezione soggettiva che a una ricerca seria. Comunque è prevalente la constatazione che la specie umana sia una sola e non ci siano razze diverse ma solo differenze fenotipiche, antropometriche e etniche.
Il progresso è un risultato culturale, cresciuto con le diversificazioni locali, dovute al clima, ai costumi, alle risorse disponibili. Per la morale: i diritti dell’uomo, abbastanza ben sanciti dalle Nazioni Unite da 75 anni, dopo la serie di zelanti filosofi che se ne sono occupati nella storia, sono un patrimonio comune dei cittadini della Terra. Le interpretazioni e i linguaggi: no.
La pratica dei diritti elementari non è proprio condivisa fino in fondo. Ci sono altre condivisioni di meriti fondamentali tra i popoli: l’equipaggiamento tecnologico e i beni di consumo, ovvero digitalizzazione e carburanti, pane e spettacolo (per semplificare) che travalicano ogni frontiera. Inutile opporsi a questi argomenti di appeal e di uso globale, finalizzati al concetto di proprietà, che sembra essere la dote basilare.
Ne segue una logica di processi e di valori che potrebbero essere anche abbastanza convergenti, se discussi in un contesto che garantisse crescita e rispetto reciproco. Eppure resta un sottofondo, non insignificante, di violenza, razzista. Qualche popolo (o clan o aggregazione sociale) pensa di essere l’unico ‘nel giusto’ (ma chi lo stabilisce?) e intende colonizzare o prevaricare etnie e idee diverse. Persecuzioni diffuse e intrecciate da vittimismo e vendette.
Se mi consenti una generalizzazione, fatte salve le eccezioni: gli europei (cristiani) hanno violentemente colonizzato o segregato gli indios, gli africani, gli aborigeni, i lapponi, i nomadi, gli immigrati e … i colorati. L’impero cinese ha fatto altrettanto nel suo continente, l’India ha le caste, l’Islam ha le sue idee di supremazia. Ognuno col suo concetto di democrazia, maggioranza e progresso. Non sto a raccontarti le sfumature e i particolari che tutti conoscono.
E’ cultura, pratica sociale, ma coltivata animalescamente. La responsabilità sarà forse dei condottieri e delle loro capacità carismatiche o mediatiche, ma temo che l’adesione a questa volontà aggressiva sia spalmata anche fra le masse popolari, soprattutto se incoraggiate dalla predicazione di fedi soprannaturali. Sì, anche al giorno d’oggi!
Con questo, non è che ci limitiamo a compiacerci dei documentari di etnologia sulle tribù dell’Amazzonia, sui sogni degli indigeni australiani, sui joik dei pastori sami. E i palestinesi, i curdi, i cosacchi del Donbass?
Forse la cultura razionale nel genere umano non è ancora maturata del tutto. Si discute sui pregiudizi del passato anziché occuparsi del futuro. Il progresso è così-così, non riusciamo ad esserne completamente fieri.
Governances, mass media e social network, se coscienziosi, avrebbero molti contenuti di ragione da sviluppare.
Speriamo, caro Fabio, che nuove generazioni assennate riescano ad andare d’accordo.
Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/progresso-cosi-cosi/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri - 3 settembre 2024
Mare mosso
Cara Michela,
mi chiedi che cosa è l’opinione pubblica. Risposta secca: è un mare mosso. I venti la agitano. I venti si chiamano mass media, quelli del mainstream, e i venticelli sono quelli dei social network, non meno insidiosi.
Diamo un’occhiata insieme al palcoscenico globale del mondo e ai big dell’informazione on line, quelli che nutrono abbondantemente gli attori locali e la stampa, peraltro sfruttandone la competenza sul terreno. Della mappa che ti propongo, tieni conto che gli editori digitali non fanno solo notizie, ma servizi di ogni genere, sono piattaforme. La classificazione è impropria, le fonti non sono omogenee, le statistiche non tengono conto delle sottosezioni dei dominii e dei redirect. Quindi la mappa che segue è imperfetta e incompleta, i numeri sono buone indicazioni, spero ti aiutino nel panorama mediatico di questi tempi, per capire ‘i pesi’ che formano (o spingono) un’opinione pubblica tra gli umani. Bene o male, decidilo tu.
I grandi aggregatori di notizie e base dei motori di ricerca sono: Google (130 miliardi di visite al mese), Bing (4,7 miliardi), Yahoo (3,4 miliardi), Yandex (3 miliardi), Baidu (2,5 miliardi), Msn (2,2 miliardi). Anche i social network sono attraenti: Facebook (13 miliardi di visite al mese), Instagram (6,5 miliardi), WeChat (6 miliardi), Reddit (5,8 miliardi), What’s App (3,8 miliardi), X-Twitter (3,3 miliardi), TikTok (2,6 miliardi). Settori particolari sono per: YouTube (71 miliardi), Wikipedia (7 miliardi), ChatGpt (3 miliardi). Evito di citare i siti per adulti, che pure fanno qualche significativo miliardo di visite.
Non ti spaventare di questa cascata di miliardi di contatti: sono i numeri delle visite ai siti, non dei visitatori; in molti casi dipende dall’homepage predefinita; la permanenza e il cosiddetto tasso di rimbalzo potrebbero essere molto diversi. Comunque Google fa da gigante, se volesse avviare una campagna di comunicazione global-terrestre lo farebbe efficacemente, multilingue. Magari lo sta già progettando…
Più ‘modeste’ sono le visite ai siti che dovrebbero occuparsi solo di notizie, come quelli delle agenzie Reuters (120 milioni), Associated Press (120 milioni), Bloomberg (65 milioni), ma anche AFP, Xinhua, Tass, Ansa, frequentate prevalentemente da professionisti del giornalismo, che spesso hanno anche loro blog personali molto interessanti. Bell’impatto internazionale hanno gli editori che condividono internet con la televisione o la stampa: Globo (872 milioni di visite al mese), CNN (764 milioni), NewYorkTimes (734 milioni), BBC (616 milioni), Marca (602 milioni), Times of India (464 milioni), The Guardian (458 milioni), Fox News (409 milioni), Le Monde (110 milioni), Der Spiegel (105 milioni), ma anche CCTV, Renmin Ribao, South China Morning Post, Asahi Shimbun, Al Jazeera, Al Haram, El Pais, Russia Today, Huffington Post. A proposito dell’audience dei siti italiani ti scriverò un’altra lettera. Nel mondo la nostra lingua acchiappa poco, ma i nostri media sono abbastanza vivaci.
Non trascurare, sempre a livello mondiale, i blog degli influencers e le note ufficiali dei governi, delle istituzioni politiche e delle grandi multinazionali. Vendono prodotti ma anche costumi di vita e consumi. Così come gli influencers celebri nello sport e nella musica. Cristiano Ronaldo ha 744 milioni di followers, Selena Gomez 585 milioni, Ariana Grande 553 milioni, Taylor Swift 471 milioni …
Aggiungi a tutto ciò la televisione, con programmi distribuiti su migliaia di canali frammentati localmente, con notizie che includono la cronaca locale, il gossip e l’attualità ‘provinciale’. Aggiungi ancora una valanga di comunicati commerciali pubblicitari, ben ripetuti, e considera che anche il marketing di brand e prodotti partecipa a fare opinione pubblica, dando giudizi di qualità e affidabilità a questo o a quello, sostenendo costumi e abitudini di status symbol.
Se dovessimo fare un referendum mondiale, questi sono i mezzi sul palcoscenico. A livello di cultura e conoscenze locali contano anche le frequentazioni amicali, di famiglia, di lavoro o di strada e bar. Fonti preziose ma spesso scadenti di opinione pubblica. Le fake news comunque sono in agguato dappertutto.
Tieni anche conto che ognuno di noi spilla dai mezzi di comunicazione e dai devices che ha a disposizione quel che più gli aggrada anche disordinatamente oppure quello per cui è più affezionato per fidelizzazione coatta.
Un bel mare mosso, come ti dicevo. E attenta alle bufere! A presto
Paolo
https://www.media2000.it/mare-mosso/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri - 26 settembre 2024
Il Concilio dei Governi
Cara Martina,
tu, che stai studiando Diritto Internazionale, aiutami a capire l’opinione delle nuove generazioni sulla questione dell’ONU. Mi rendo conto che sono argomenti politici delicati, complicati e carichi di strategie occulte e comunque non sempre trasparenti per i comuni cittadini. Ma comunque l’istituzione delle Nazioni Unite è nota a tutti, anche se la sua autorevolezza e affidabilità sono spesso in discussione, così come i conflitti internazionali sono un cruccio largamente distribuito nel globo terrestre.
In una visione riduttiva, mi sembra che l’ONU sia almeno una sede di trattativa comune per tutti i Paesi, i Governi e i movimenti civili. Un tavolo diplomatico sempre aperto è meglio che soluzioni di forza che non vogliono essere discusse. Dal tavolo nascono intese multilaterali e globali.
In realtà gli accordi globali sono perlopiù nelle intenzioni ma non nelle interpretazioni dei concetti fondamentali della società. Vedi per esempio come i Governi gestiscono unilateralmente la ‘democrazia’, i ‘diritti dell’uomo’, lo ‘sviluppo sostenibile’, la ‘protezione dell’ambiente’, l’’uguaglianza di genere’, la ‘libertà dei media’, l’’indipendenza giudiziaria’, l’’equità fiscale’, la ‘pace’ eccetera. Visioni e realtà spesso non coincidono.
Dopo due anni di negoziati, l’ultimo atto significativo è stato l’approvazione per consenso del ‘Patto per il futuro’ da parte dei 193 Paesi in Assemblea a New York il 22 settembre (https://www.un.org/en/summit-of-the-future). Per consenso significa che la Risoluzione è approvata senza una votazione ufficiale (“Se non ci sono obiezioni, è approvato”). E’ una pratica utilizzata per evitare di cercare un’unanimità impossibile. In questo caso, prima dell’approvazione, l’Assemblea aveva respinto un emendamento proposto dalla Russia (143 favorevoli al respingimento, 7 contrari e 15 astenuti).
Tuttavia l’approvazione del Documento, oltre ai 2 allegati su Governance digitale e su Diritti delle generazioni future, non è vincolante. Come dire: siamo d’accordo sui principi ma a casa nostra facciamo quel che vogliamo. Così anche il proposito di riformare i criteri di decisione del Consiglio di Sicurezza forse rimarrà solo sulla carta.
Come trasformare le promesse in operazioni concrete? Dobbiamo ancora dare fiducia all’ONU? Io penso di sì, proprio per il perdurare di contrapposizioni geopolitiche ed economiche, nonostante le discriminazioni religiose e razziali, nonostante i sovranismi e le volontà di supremazia che minacciano la stabilità sociale.
La macchina burocratica delle Nazioni Unite e dei suoi Istituti è enorme e talvolta farraginosa e imperfetta, ma almeno resta un osservatorio aperto per disquisire i temi fondamentali della società umana. Senza l’ONU i contrasti sarebbero più frequenti, più aspri e meno controllati e la cultura politica sarebbe ancor più disgregata. L’ONU non dà certezze, ma almeno dà speranze, dà indicazioni morali, economiche e tecnologiche. Sono ideali che i popoli, più dei Governi, possono condividere per una migliore responsabilità e consapevolezza di come comportarci nel nostro pianeta. Non evitiamo le critiche all’ONU, anzi intensifichiamole. Ma chi non vuole o disprezza le Nazioni Unite è solo animato da individualismo e arroganza, mentre occorre una larga condivisione di obiettivi di sopravvivenza e benessere. Insomma: l’ONU è debole ma produce una buona morale e male non fa. Leggiti bene i documenti, sono una buona sintesi di come potrebbe migliorare il sistema internazionale, e dimmi che ne pensi tu e i tuoi compagni di studi. Il futuro è vostro. Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/il-concilio-dei-governi/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri - 19 settembre 2024
Fenice o agonia?
Caro Francesco,
abbiamo in comune una certa formazione dialettica e una buona base morale. In più tu hai un’esperienza di politica economica arguta e approfondita. Tu sai e non aggiungo altro.
Le notizie che arrivano dalle discussioni politiche internazionali esprimono un panorama complesso e intricato, ma la mia semplice opinione nasce da un ragionamento elementare. Chi vuole fare squadra, deve condividere almeno gli elementi fondamentali della missione. Se si vuole fare una “Unione Europea” con un’identità politica e sociale, bisogna condividere la missione, quindi rinunciare a sovranismi nazionali e a individualità che frammentino o ostacolino l’operatività.
Crediamo alla costruzione di una sovranità europea o no? Se qualcuno tiene più conto del proprio satrapismo locale, è meglio che esca dalla squadra. Se la squadra si sfalda, in questa congiuntura geopolitica mondiale, globalizzata dai media e dalla tecnologia, ogni piccolo sovrano dovrà inchinarsi a qualche maggiore potenza, senza più voce autonoma.
Il rapporto “The future of European competitiveness” è preciso, acuto e ricco di spunti critici, autocritici e propositivi. Non faccio qui l’ennesimo elogio dei contenuti perché i media specializzati se ne sono già occupati. Tu conoscerai già le 400 pagine delle due parti del Rapporto e hai una miniera di informazioni sull’economia mondiale. Richiamo, solo per chi ci legge, quelli che, a mio parere, sono gli ostacoli principali: la burocrazia e i veti (presunti ideologici) dei governi nazionali, che riducono o annullano l’efficacia della Commissione. La litigiosità corporativa, complessiva e particolare, dei governi dei Paesi UE contraddice la missione globale dell’Unione Europea, ne annulla la competitività internazionale, quindi la vitalità o l’esistenza.
Il problema non è quindi trovare gli 800 miliardi citati nel Rapporto, ma nell’ipotesi di non voler unire le strategie di competitività e sopravvivenza. Non a caso Draghi ha citato la possibile agonia. Parole durissime, come forse mai nessun leader ha utilizzato.
Le guerre nel mondo sono il risultato di voler conquistare beni, risorse economiche e tecnologiche separatamente, anziché condividerle per il bene comune. Le conseguenze sono le disuguaglianze sociali, la pirateria economica, l’elusione della fiscalità, il degrado civile, l’inquinamento incontrollato, la caduta del benessere.
Se i governi dei singoli Paesi del continente Europa non prendono coscienza di una missione comune e non attivano una formazione/educazione civica di livello europeo anziché borghigiano, i loro popoli resteranno emarginati, impoveriti, marginalizzati, subordinati a grandi potenze estranee. Oggi non ci sono patrie risorgimentali da difendere, ma unioni o ampie consociazioni di tipo federativo.
Mario Draghi ha il plauso tecnico di tutti, ma ha qualche nemico forse perché la sua carriera non è fondata direttamente su voti popolari. Ma i responsabili che lo hanno coinvolto nel progetto, e che spero glielo affidino, sono politici eletti dai cittadini. Quindi la democrazia è rispettata.
Spero che questo Rapporto non sia vissuto come ‘quello di Draghi’, ma diventi strumento della Commissione Europea e condiviso dai Governi Nazionali. Chi non ci sta esca dall’Europa, così come ha fatto il Regno Unito, con le conseguenze che sappiamo.
Keep in touch, Francesco, vediamoci!
Paolo

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Lettera aperta di Paolo Lutteri - 12 settembre 2024
Democrazia e diversità
Cara Lucia,
la cultura ha un gran pregio, solo se gli intermediari mediatici sono efficaci. Il pregio è che la cultura può allenare la ragione, la critica, l’autocritica, la consapevolezza, la lungimiranza, la responsabilità personale e sociale. Ciò detto, bisogna partire dalla constatazione che biologicamente non siamo tutti uguali.
Secondo alcuni scienziati la combinazione dei geni fondamentali ha prodotto finora 100 miliardi di homo sapiens, con caratteristiche e vite diverse.  Vuol dire che gli elementi di contiguità caratterizzano una specie ma non omologano gli individui, che non sono esattamente uguali. La biblioteca biologica, come direbbe Telmo Pievani, è molto ricca e ci sarebbero anche zone ‘vuote’ che l’evoluzione non ha ancora raggiunto.
E’ la cultura, quell’educazione che impariamo o no, volenti o nolenti, quello che guida il sistema sociale nel quale viviamo. Già Laozi ci aveva detto che “il Dao non è immutabile”, che tradotto dagli ideogrammi significa che “il percorso di vita non è unico”. E’ la fondamentale diversità tra gli uomini che è causa della crescita evolutiva, della socialità, della cultura, dei sentimenti, dell’amore e dell’aggressività, ovvero della pace e della guerra. Con i miti i filosofi in Cina e in Grecia (ma anche altrove) erano già arrivati a cogliere che dietro la cultura c’è la morale e la giustizia, ma oggi ce ne siamo quasi del tutto dimenticati, occupati come siamo a contare soprattutto i patrimoni e il denaro.
Accanto ad una evoluzione solo biologica dobbiamo constatare che c’è stata nei secoli un’evoluzione culturale dell’intelligenza, sociale, che vuol dire condivisione degli obiettivi, difesa delle risorse, costruzione di monumenti (oggi diremmo impianti e tecnologie). Questa crescita non ha unificato gli obiettivi dell’umanità. Le voglie di un popolo, naturali o indotte, e l’esibizionismo di qualche leader, non senza aggressività ideologica o economica, mette in discussione il benessere collettivo ed esaspera le divergenze e le disuguaglianze.
Qui entrano in gioco i comunicatori. Poche migliaia di papiri e incisioni su pietra, milioni di codici medioevali, miliardi di testi editoriali digitali a disposizione di tutti. Un bel balzo per la civiltà. Voglio arrivare qui: il fatto è che senza megafoni le idee e gli individui non vanno da nessuna parte. Sono i mass media e i social del nostro tempo che amplificano idee e esaltano gli individui, in positivo o in negativo, in un frullatoio di critiche, dubbi, consensi, fanatismi, ribellioni e servilismi.
Ecco che torno sull’importanza educativa degli editori, troppo spesso attaccati agli argomenti di pettegolezzo. L’appeal degli argomenti di libidine sentimentale (eros e violenza fanno audience, come è noto) distoglie da una formazione sociale più impegnata, dalla soluzione di problemi più impegnativi ma di più importanza per una politica planetaria. Ci siamo in mezzo, e abbiamo capito che l’intrattenimento leggero, a cui si concede anche la vita dei politici, vince sui progetti di civiltà. Anzi: un progetto di civiltà se non è tradotto in termini di marketing di consumo non riesce a procedere.
Come avrai visto, mi tocca usare l’immagine di un bel pomodoro per ricordare la schiavitù dei braccianti e quella di una fetta di emmental per esemplificare la solidità di un sistema nonostante i bug. Oggi ho usato le paperelle. Non so neppure se questi ami per la lettura siano efficaci. Ci provo. Tu scrivimi ancora, abbiamo tanti argomenti da analizzare e tanti ancora da scoprire.
L’attualità quotidiana fa spettacolo, quella del futuro talvolta fa paura, ma siccome siamo un soffio di polvere nella vita dell’universo, il mondo proseguirà comunque vivacemente come un numero illimitato, non periodico.
Ti voglio bene
Paolo
https://www.media2000.it/democrazia-e-diversita/

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Lettera aperta di Paolo Lutteri - 5 settembre 2024
Dietro il diamante rosso
Caro Andrea,
il giornalismo italiano non è così ‘poliziesco’ come quello anglosassone. Ma questa è solo un’opinione. Di sicuro il giornalismo di inchiesta, nonostante la spinta degli amici del Premio Morrione, non è così importante come quello di intrattenimento e gossip. Gli editori, tuttavia, commerciali o no, non possono trascurare situazioni pubbliche che mettono in discussione la reputazione e la responsabilità di uno Stato tra i primi al mondo per capacità industriale e culturale e che temporaneamente guida il G7.
Già ne ho scritto a Marina, ma senza risultati. Torno sull’argomento.
Diciamoci la verità: tra luglio e agosto ci siamo trastullati. Mentre infuriano le guerre in Ucraina e Palestina (dovrei dire i massacri) le nostre Regioni si sono riempite di turisti italiani e stranieri: taxisti, balneari e ristoratori hanno arrotondato i loro incassi, prevalentemente in nero; i media ci hanno imbottito di sport, ennesime repliche tv, elezioni americane, delitti di famiglia, vacanze di vip e ministri. I giovani fricchettoni sui social hanno fatto marmellate di parole e sesso virtuale, gli anziani lettori e ascoltatori hanno sospirato sulle pensioni a rischio e sulle interviste dei vecchi attori o techetè che dir si voglia.
Dei lavoratori schiavizzati quasi niente. I lavoratori immigrati sono ancora tutti nei campi e nelle bidonville, sfruttati e vilipesi, col caldo torrido o sotto i temporali. (Oggi trascuro i pastori, i muratori, le colf e i lavapiatti: ne parlerò in altra occasione).
Ma il Ministero del Lavoro (e delle Politiche Sociali!) che fa? Qualche sussulto dei Sindacati c’è stato, qualche intervento di Polizia anche. Ma la sostanza del panorama è sempre quella. Omertà e collusione, silenzio e complicità. Che cosa aspettano i giornalisti seri dell’economia ad occuparsi dei problemi di vita decorosa di 200.000 non-italiani sottopagati ma che lavorano anonimi per l’Italia, per esempio, in agricoltura? Il 16,8% della produzione agricola è in nero, dice la Cgil. Aggiungi la gestione della violenza, delle minacce, delle complicità e della criminalità organizzata. E’ noto che le punte più note di questo sfruttamento stanno nelle provincie di Latina, Salerno, Caserta, Foggia, Reggio Calabria, ma non mancano casi anche in Italia settentrionale.
E i partiti? Ah be’: gli immigrati non portano voti. E i Prefetti, i Sindaci e le Polizie locali: sanno tutto e tacciono? Non basta fare le multe per soste vietate. E i giornalisti? Aspettano un altro omicidio sul lavoro? Ma abbiamo tanto intrattenimento leggero e cronache pettegole per il quotidiano.
Al mercato la gente compra ogni giorno frutta e verdura raccolta in nero: agrumi, pesche, albicocche, uva, prugne, mele, angurie, olive, pomodori, cornetti, peperoni, zucchine, melanzane, patate, cipolle, insalate. Tonnellate di prodotti, come puoi immaginare. Non è proprio marginale, sembra un modello agricolo formalizzato.
La Cgia di Mestre, a giugno, ha offerto qualche dato: in tutto il 2023 sono stati scoperte ufficialmente solo 2.123 vittime di sfruttamento e caporalato in agricoltura. E gli altri? Fantasmi? Suvvia, cari editori e reporter, occupiamoci di questi invisibili e dei loro sfruttatori, dell’informazione siamo responsabili noi.
E tu Marina, con un curriculum di alta specializzazione, se sei veramente competente, batti un colpo. Fanne un’operazione di marketing responsabile, avvia controlli, assistenza e percorsi di integrazione, dai dignità anche a questi lavoratori, vedrai che gli editori e i giornalisti ti seguiranno.
Buon lavoro a tutti!
Paolo

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 18 luglio 2024
Dolce e salato
Caro Guido,
ogni tanto ci capita di sognare che abbiamo manager e governanti illuminati. Errore: quasi tutti pensano solo alla supremazia e ai soldi. La cronaca ce li manda alla ribalta ogni giorno. Alla turbolenta meteorologia economica e politica del nostro pianeta non manca niente. Nuvole, tuoni e fulmini ma anche qualche arcobaleno e tanto sole. Il vento rinnova ogni giorno questo panorama estivo. Comunque viene spontaneo commentare i guai più che le gioie di cui siamo gelosi.
Ma se il segreto di vita sarebbe quello di addormentarsi senza chiedere troppo, lo lasciamo agli ignavi. Non aspettiamo l’arrivo di extraterrestri, ci piacerebbe cavarcela come persone responsabili. Di certo vorremmo fiumi di adrenalina e serotonine convergenti a fornire benessere per tutti, ma chi ha i poteri non sempre ci pensa.
Il popolo è sovrano? Anche no. Il popolo è mediaticamente subordinato ai leader. La gente non discute i programmi di governo, i progetti economici, le riforme sociali: troppa fatica leggere e chiosare. Basta seguire che ne pensa Tizio o Caio; la cultura politica della base popolare sembra appiattita sulle arringhe da teatro, sui colori dei vestiti, sui sorrisi e le smorfie, sulle ambizioni di questi, sulle amicizie di questi altri. E i giornalisti influencers fan la loro parte di pavoni.
Sugli affari internazionali, intricati e intrasparenti, ogni approfondimento può essere vero ma provvisorio. Sta di fatto che la guerra tra Usa e Russia sembra già scoppiata e ricucita. Tra Usa e Cina è in cova. Gli arabi stanno con i piedi in tante scarpe. Corea Nord e Iran abbaiano furiosamente. Sostenibilità, sopravvivenza economica e disagi sociali dei poveri sono in fondo alle priorità.
In quasi tutte le Nazioni i partiti rappresentano le popolazioni solo formalmente. Ne cercano il consenso, con piroette spettacolari e mantra fasulli, che la platea inghiotte, da una parte e dall’altra. Gli slogan compattano l’incultura; la formazione scolastica e professionale offre pochi specialisti di politica che non siano cortigiani. Quei pochi ‘tecnici’ seri cooptati sono stati boicottati in fretta.
Sulle poltrone di una democrazia sfasciata e imperfetta ci sono tronisti sedicenti onnipotenti, magari solo perché controllano le risorse energetiche con superprofitti privati o perché sono padroni del linguaggio digitale e dei software indispensabili al sistema. Caro Guido, perdiamo tempo a fare i paladini di poveri e deboli che saranno sempre tali? Utopie allo sbando, palazzi di vetro a rischio frantumi, chissà se i disastri ecologici faranno maturare una coscienza tecnologica e una responsabilità politica più realmente democratica? Qui, tra decreti legge in attesa di regolamentazione e mancati piani di messa a terra dei progetti del PNRR, qualcuno sta perdendo la bussola, qualcuno è già in vacanza. Ma l’opinione pubblica segue più amorevolmente i concerti estivi, il calcio, il tennis e il ciclismo. E’ come lo zucchero quotidiano. Più ‘salati’ sono gli argomenti su Ucraina e Palestina, su Europa e Usa, su sostenibilità e democrazia.
Lo so che questi miei pensieri non sono un granché, troppo semplici per spiegare come va il mondo, ma riflettono un po’ quel che trovo (o non trovo) sui media organizzati. I social, con personaggi in cerca di successi effimeri, lasciamoli blaterare, in cerca di facili sponsorizzazioni pubblicitarie. Cerchiamo di non essere disfattisti, ma di individuare i punti critici per costruire qualcosa di meglio. Buon pro!
Ciao Guido, un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/dolce-e-salato/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 11 luglio 2024
Porte aperte
Cara Marina,
vorrei semplificare alcuni concetti, anche se è difficile riassumerli in poche righe. In questi giorni i mass media ci hanno raccontato eventi importanti (trascuro qui la cronaca nera e i disastri meteo) oltre agli aggiornamenti sulla Palestina e sull’Ucraina: contesa Biden-Trump, nomine al vertice Unione Europea, elezioni in Francia e Regno Unito, Campionati Europei di Calcio. Ecco, in questa manifestazione sportiva, di larga e intensa audience, senza fare statistiche o tabelle di merito, tutti hanno notato che molte squadre hanno schierato giocatori di radice extra-europea. Africani di origine familiare ormai nostri concittadini, con le loro abitudini originali (qualcuno a partire dalle acconciature caratteristiche), atleti che corrono come il vento, dribblano come Messi. Lavoratori sportivi ben retribuiti, efficaci e spettacolari. Non faccio nomi per evitare di dimenticare qualcuno, ma anche i nomi sarebbero un indizio di peculiarità intellettuale. Rappresentano una popolazione multietnica delle loro Nazioni europee.
In sostanza, l’inclusione c’era, finalmente di successo e su un palcoscenico globale. C’è voluto il calcio per farla entrare nei media.
Adesso in Italia, anche se in ritardo, tocca includere il resto degli immigrati, anche se non diventeranno tutti famosi, ma almeno lavoratori integrati. Partiamo da quelli che arrivano clandestini, se non affogano per strada. Dobbiamo parlare e insistere sui nostri media di come dar loro una formazione e un lavoro. Un lavoro organizzato. La loro vita è la nostra vita, aiuterà la vita di tutti.
Giornali e tv hanno aspettato un incidente tragico per occuparsi dei campi di lavoro forzato nell’agricoltura, nell’edilizia e nei servizi. Vite da baraccati per sempre, senza diritti, senza nome e igiene. Braccianti e operai pagati in nero, sfruttati e ricattati da caporali, imprenditori e operatori economici. C’è da vergognarsi di comprare i pomodori al supermercato.
Cara Marina, dove sono gli ispettori del lavoro, gli assistenti sociali, le Polizie Locali, la Guardia di Finanza, i Sindaci, i Governatori? Al Governo fanno scaramucce sul premierato, le nomine nelle aziende di stato, le schermaglie tra correnti, le armi per questi o per quelli, i consumi di élite. Grandi sorrisi in tv e interviste assistite in caccia di consensi. Dietro le quinte migliaia di persone indigenti, al limite della sussistenza e senza voce.
Mi auguro che gli editori, che si vantano anche se commerciali di fare servizio pubblico, e i giornalisti, che dovrebbero essere mediatori di cultura e paladini di verità, siano di stimolo alle autorità competenti per occuparsi anche di questi argomenti, oltre che dello sport, dei lazzi della cronaca rosa e dell’intrattenimento leggero. La civiltà umana lo chiede, senza confini e senza discriminazioni di partiti. Altrimenti sarà una vergogna storica, come quella degli schiavisti dei secoli scorsi.
Va bene discutere di intelligenza artificiale, di meraviglie della tecnologia e di giornalismo digitale, ma se intanto i diritti umani fondamentali sono trascurati?
Datti da fare, Marina, subito.
Paolo
https://www.media2000.it/porte-aperte/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 4 luglio 2024
Pappagalli e chatbot
Caro Michele,
questa settimana mi rivolgo a te, che sei flemmatico, riflessivo e di grande esperienza industriale internazionale. La mia lettera della scorsa settimana ha sollevato più interrogativi di quanto pensassi e proposte ancor più complesse. Su ‘l’intelligenza generativa’ (non: ‘creativa’) ho scoperto più perplessità di quelle che avevo. Qualcuno addirittura, e già anni fa, aveva fatto riferimento all’intelligenza artificiale come un ‘pappagallo stocastico’, ovvero: niente immaginazione ma solo una ripetizione, condensata e veloce, di parole, calcoli e giudizi di archivio. Bene strutturati, secondo la convenienza probabilistica degli abbinamenti più frequenti tra concetti, sostantivi, aggettivi, attributi, predicati. Eccezionali per tradurre meccanicamente codici. E tanto rischio che la frequenza dei risultati sia una ripetizione dei luoghi più comuni, magari con pregiudizi etici, se non religiosi. Gli input di dati in occidente sono in prevalenza riferiti a cultura occidentale, quelli delle intelligenze artificiali cinesi (solo come esempio di contrasto) sono evidentemente di un’altra cultura politica, sociale, economica. E anche all’interno di culture diverse, per un computer, inconsapevolmente, è più ordinario raccogliere dati e opinioni di élites e media dominanti che di minoranze dissidenti.
Per certo le macchine producono informazioni più velocemente e più largamente di quanto possiamo fare noi. I chatbot non fanno casi di giustizia o di verità, né di passione emotiva, ma usano modelli di linguaggio solo di frequenza di posizionamento e accostamenti. Un po’ come da noi, quando leggiamo un libro sul Risorgimento italiano scritto da patrioti italiani oppure da austriaci; la macchina potrebbe non cogliere le differenze. Quindi conviene fare attenzione perché la storia e la cultura (e le previsioni sul futuro) possono essere interpretate altrimenti. Figùrati argomenti come il colonialismo o i diritti di genere o i commenti alle campagne politiche!
Su argomenti tecnici è più facile che le indagini di intelligenza artificiale siano meno rischiose: organizzare la circolazione ottimale dei treni, le traiettorie di una sonda lunare, gli effetti di un medicinale sulla salute o … calcolare chi ha più probabilità di vincere gli Europei di calcio. Sembra più semplice. A meno che non ci siano variabili impazzite. Ecco perché le briglie all’intelligenza artificiale vanno tenute con mani ferme, se non con una alta intelligenza umana, magari condivisa in équipe, almeno col buon senso.
Con senno anche la giurisprudenza avanza i controlli per garantire sicurezza, trasparenza, affidabilità, proteggere i copyright. Il corposo Regolamento dell’Unione Europea, approvato con 523 voti a favore, 46 contrari e 49 astenuti, entrerà in vigore dal prossimo 2 agosto con effetti scaglionati nel tempo (https://data.consilium.europa.eu/doc/document/PE-24-2024-INIT/it/pdf). Ne riparleremo. Resta ancora da definire compiutamente se i prodotti, impersonali, delle intelligenze artificiali siano soggetti di diritto o no. Attenti al marketing invasivo tech che ha addirittura antropomorfizzato le assistenti vocali e i chatbox (Alexa, Cortana, Siri, Bixby, Amelia, Claude, Erica, Stella, Emilio…) per accattivarsi le simpatie degli utenti.
Comunque, caro Michele, è cosa buona che ne discutiamo di persona nel prossimo incontro con gli antichi compagni di scuola, mentre vigiliamo perché le fake news e le ‘allucinazioni’ non prevalgano. La nostra formazione comune ci garantisce reciproca comprensione e lealtà.
A presto, un abbraccio
Paolo (NB: non sono l’assistente virtuale di Banco BPM!)
https://www.media2000.it/pappagalli-e-chatbot/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 27 giugno 2024
Intelligenza senza creatività?
Caro Tiziano,
già sui banchi del liceo brillavi per acume e dialettica. Adesso che sei adulto e scienziato puoi aiutare me e gli antichi compagni di scuola a capire qualcosa in più. Anzi, poiché i compagni sono ormai tutti grandi professionisti e già da piccoli dimostravano attitudine alla letteratura, alla matematica e alla filosofia, potranno aiutarci tutti su questo argomento. Se ci leggono, che si sentano coinvolti per ogni prosieguo.
Il tema è quello dell’intelligenza artificiale generativa, apparentemente grande risultato tecnologico delle imprese di informatica digitale. Secondo me: un’eccellente iniziativa di marketing cibernetico, grazie ad una velocità di computazione e aggregazione che fino a poco fa non c’era.
Questi computer che producono risultati teorici e operativi di altissimo interesse, sono creativi o no? Forse sì, forse no. Io propendo per il no. Infatti: costruire un algoritmo è un procedimento meccanico, come disegnare un’equazione. Chi la realizza è certamente bravo decifratore. Ha scoperto una formula, non è che l’abbia creata. E = mc(2)  è un’interpretazione eccellente delle forze naturali. Einstein l’ha scritta e descritta, non è che l’abbia creata dal nulla. Meglio dire che ha codificato una scoperta di quanto esisteva già in natura. Bravo! Più perspicace di altri. Non dico ‘più intelligente’ per evitare un aggettivo equivoco.
Così penso che le conclusioni di una complessa operazione di ‘intelligenza’ artificiale con i computer siano il risultato di un’analisi dei dati estremamente larga e estremamente veloce, ma non generino qualcosa di nuovo che prima non c’era. Generano qualcosa che prima non poteva essere descritto perché le risorse di dati e i tempi di elaborazione non erano sufficienti. Quindi questi computer ‘intelligenti’ sono macchine efficienti ma non creano niente, mettono solo insieme dei dati e semplificano i percorsi di conoscenza umana che di solito sono lunghi. Non sono sicuro che quel che ho scritto sia del tutto vero. Può darsi che qualche meccanismo ‘creativo’ sia possibile. Tu che dici?
Il bello della mia riflessione arriva adesso. Anche il nostro cervello è una macchina bioelettrica di questo tipo? Ovvero: non crea niente, al massimo ricerca e costruisce strumenti di conoscenza e assembla neurologicamente conclusioni di comportamento o ipotesi scientifiche? E come i computer si affida più alla probabilità che alle certezze culturali della sua memoria? Pare che anche le scoperte della fisica quantistica, a livello subatomico o cosmico, siano più affidate alla probabilità del caso che alla necessità della logica. Oppure: quella dose di emotività cerebrale, che i computer non hanno, dà il tocco creativo ai progetti? Sono endorfine e ormoni che fanno creatività? Nell’arte vi sono stili creativi inavvicinabili per un’intelligenza artificiale: surrealismo, dadaismo… ma anche ironia e satira letteraria. Il computer può copiare e scarabocchiarci sopra con buoni risultati estetici, ma si ferma lì. O no?
Per il momento non ho conclusioni certe, anzi sono confuso, ma mi pare che l’intelligenza cosiddetta artificiale sia solo una formidabile, ma meccanica, capacità di analisi, calcolo e assemblaggio di dati, secondo statistiche e livelli di probabilità, mentre al cervello umano potrebbe attenere una facoltà neurologica più complessa ed effettivamente creativa, con risvolti morali (differenziati secondo cultura ed educazione ricevuta) e magari con frequenti errori di calcolo (stress, crisi e patologie cliniche che le macchine matematiche non hanno). Forse.
Non è ovviamente solo questione di parole. Non so se mi sono spiegato, anche perché sono tech-incompetente. Torno a chiedere l’aiuto tuo e dei compagni per ogni correzione utile, per indagare, discutere e capire meglio.
Un saluto affettuoso, come mai un robot potrebbe mandarti.
Paolo
https://www.media2000.it/intelligenza-senza-creativita/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 20 giugno 2024
Media e cultura
Caro Gianni e caro Marco,
ci vediamo di rado, ma vi penso. Studiamo la storia: il materiale c’è. La democrazia, anche se imperfetta, cresce con la conoscenza. Fiumi d’inchiostro e miniere di reperti, ai quali possiamo aggiungere memorie digitali, archivi istantanei, informazioni ufficiali, controinformazioni, interpretazioni alternative.
Ma le occasioni per lo studio sono limitate. Le nostre agende prevedono ritmi serrati di vita, guidati perlopiù da occupazioni prioritarie e consumi: il lavoro, lo shopping, pranzi e cene, lo sport, l’intrattenimento, i viaggi, gli incontri, le relazioni sociali, le libidini e il sonno. Certamente c’è anche chi pensa o scrive, o recita copioni scolastici o politici. E ci sono i ritagli di tempo, terribili, nei quali ficcare una marea di attenzioni piccole ma fondamentali (la salute, la gestione del denaro, il pagamento delle bollette, la visita parenti …). Così quando siamo coinvolti dalle discussioni globali, finiamo spesso per dar retta a quel che ci passano i media o gli influencers (anche quelli più scalcinati). Ha ragione il governo o l’opposizione? Han ragione i Palestinesi o gli Israeliani? Normalmente c’è chi decide anche per noi. Tutti siamo influenzati dai tempi e dalle pressioni dell’attualità e comunque siamo perlopiù subordinati o funzionari con ‘le mani legate’. Tuttavia il concetto di diritti dell’uomo ha preso punti nella storia della civiltà. Anche se sottoposto alle priorità generali degli Stati, la tutela della natura originaria dell’individuo è viva e cresce presso l’opinione pubblica. Alla Corte internazionale dell’Aja (ICC) indagano e sentenziano sui crimini contro l’umanità, prodotti di ideologie diverse. Non importa se le grandi potenze si astengono. Sappiamo che il colonialismo non è finito, ognuno sostiene le sue ragioni. La sociologia dei governanti ha limato il concetto di schiavi e sudditi, meglio chiamarli collaboratori e elettori. I colori della pelle attivano ancora reticenze di inclusione, ma molto meno che in passato. Anche i generi sessuali diversificati cominciano ad essere accettati.
Dò atto al mondo mediatico di aver fortemente contribuito a una grande diffusione e mescolanza di idee, atteggiamenti, comportamenti. Non solo stampa, ma cinematografi, televisione, letteratura, eventi di musica e sport.
Per esempio: il Festival di Sanremo, ma anche il Giro d’Italia del prode patron Vincenzo Torriani hanno fortemente contribuito ad avvicinare Sud e Nord, campagne e città, separati da pregiudizi antichi, così come la lingua televisiva ha avuto il merito di far capire l’italiano in tutte le aree dialettali. Brava anche la scuola, ma la potenza dei media è stata determinante. Oggi i media e i social, nonostante siano ricchi di fake news, sono sempre in testa per raccontarci quel che succede, anche le contestazioni ai governi, le manifestazioni di protesta, i casi individuali di repressione o ingiustizia. Non è proprio così per tutti dappertutto, ma la rivoluzione digitale ha portato la possibilità di informare senza limiti. Uno spazio di conoscenza libera ce lo ha aperto. Con merito e con non pochi difetti.
La tv italiana, pubblica e privata, ha messo in luce sentimenti familiari e costumi con le semplici fiction tipo ‘Un posto al sole’, ‘Il medico in famiglia’ (solo due esempi fra tanti) e qua e là con le fiction romantiche o poliziesche ambientate in giro per l’Italia. Un modo per condividere località e culture. A livello internazionale anche le major Usa hanno ben propagandato una cultura popolare sugli schermi di tutti i Paesi, film telefilm soap opera, in qualche modo fungendo da magnete per la scelta delle opinioni politiche e di stili di vita. Da Disney a Beautiful a Succession, alle crime-series di successo, alla fanta-geopolitica. E adesso sono arrivate anche i Netflix, Amazon, Warner, Paramount per intrattenere il pubblico in stile americano.
Beh, cari Gianni e Marco, il colonialismo oggi si fa anche con i media. Noi italiani abbiamo spedito nel mondo la Piovra, Montalbano e Gomorra; ma non vorrei che questa semplificazione distorcesse troppo la realtà visto che all’estero apprezzano anche tanta bella nostra musica (da Verdi ai Manneskin) e tanti successi sportivi (vedi lo spettacolo dei recenti Europei di Atletica da Roma e il Giro d’Italia 2024 che pare abbia raggiunto nel mondo quasi 700 milioni di spettatori). La nostra storia italiana si fa sentire.
Cari Gianni e Marco, grazie per la cultura sportiva, apprezzata e senza confini, che con le vostre famiglie avete contributo a produrre. Un abbraccio a tutti
Paolo
https://www.media2000.it/media-e-cultura/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 13 giugno 2024
Cucina cibernetica?
Caro Rudy,
oggi ci facciamo qualche celia gastronomica per meglio assorbire la valanga dei risultati delle elezioni europee. Giochicchiando con i motori di intelligenza artificiale mi sono fatto preparare un regime alimentare appropriato alla mia età, ai miei chili, al mio stato di salute. Avrei dovuto dire: ‘dieta’, ma già la parola mi disturbava. E in effetti, rispetto alle mie abitudini alimentari l’Intelligenza Artificiale mi ha mortificato parecchio. Figurati: se ChatGpt4 sapesse davvero quanto mangio e quanto bevo, in chiaro e di nascosto, mi avrebbe anticipato un necrologio. (Se arrivasse, lo affido a MediaDuemila per una decorosa pubblicazione. Maria Pia mi raccomando).
Torniamo ai consigli cibernetici: sono stati accurati, diversificati, abbastanza precisi. Dosi chimiche, vitamine, proteine, grammi di qui, grammi di là. Più meticolosi di quanto mi dice di solito il dottore. Colazioni, pranzi, cene: menu ben descritti secondo i giorni della settimana. Selezioni di verdure, ortaggi, frutti, carni bianche … modalità di cottura. Ahimè, nessun richiamo decorativo o goloso. L’aggettivo appetitoso non viene declinato dall’Intelligenza Artificiale. Ovviamente l’impiattamento non è previsto. Quindi nessuna lussuria. Passa la voglia di andare a tavola. Men che meno di fare quei bei simposi con gli amici o i parenti, con menu su pergamene e mescolando frizzi e lazzi alle portate. Non parliamo delle bevande, stanno sotto la voce ‘idratazione’. Insomma un’alimentazione, più esattamente ‘una nutrizione scientifica’, senza piaceri. A meno che non chieda di introdurre nel menù qualche pasticca esilarante (ci sara?) che mi sostituisca la fragranza del pane fresco, il sapore di un’oliva taggiasca, il profumo di una grigliata, l’aroma di una grappa stravecchia. O induca una scarica di endorfine. Ma l’Intelligenza Artificiale non me l’ha suggerito. Assembla bene le sue conoscenze, ma senza appeal, che è una dote importante della cucina. L’Intelligenza Artificiale è senza emozioni; tornerò presto su questo argomento.
Che dovevo stare attento ai grassi e agli zuccheri già lo sapevo, speravo in un conforto creativo un po’ eccitante, ma niente da fare. Quindi: terrò i consigli dell’Intelligenza Artificiale per fare la spesa ma rinuncio alla cucina scientifica. Ritorno alla civiltà dei fornelli umani, creatività affascinante e intuitiva, a fiuto (pardon: a olfatto), quella dei piatti profumati di casa, dei cuochi del ristorante sotto casa, dell’enoteca preferita, dei piatti guarniti, perfino delle ricette che propongono in tv.
Del resto, tu ed io che le conosciamo, le nostre mogli sono migliori chef di quelli che si vedono in tv, anche se per amore non ci lesinano controlli… Peggio sta chi si fa alimentare come un robot, al quale non verrà mai una gastrite perché l’algoritmo non gli ha dato papille gustative e non può immaginare quant’è gradevole uno spritz con una fettina di salame casareccio.
Carissimo Rudy, noi vivremo, spero satolli e contenti, fino alla corruzione delle nostre cellule biologiche. Un robot potrà anche essere immortale, finché le cellule e il silicio lo reggono, ma la sua vita sarà senza gioia.
A noi resta cara l’acquolina in bocca, con la sua dose di serotonina cerebrale! E la condivisione dei piaceri, come nei banchetti di Trimalcione. Teniamoci il più possibile la nostra vita, moderiamoci se occorre, giusto per contenere le abbuffate e le bisbocce.
Adesso ti lascio perché sento il profumo della torta che sta nel forno e ho un brasato di manzo da mescolare con cipolle dorate, carote abruzzesi, sedano verde e un paio di bacche di ginepro.
Ciao, ci fideremo del nostro autocontrollo per contare i calici di Marzemino? Pazienza per qualche chilo in più.
Un abbraccio forte
Paolo
https://www.media2000.it/cucina-cibernetica/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 6 giugno 2024
Rob de matt
Cara Luigina,
sei una professoressa colta, non devo descriverti quant’è ingarbugliata la matassa delle relazioni internazionali. Oltre a quanto appare sui media ci sono gli intrecci segreti, le operazioni di copertura, i ricatti occultati … già lo sai. L’opinione pubblica è succube di quanto raccontano i governi e solo pochi giornalisti esploratori riescono a sbirciare negli armadi con gli scheletri. Eccoti qualche pensiero ad alta voce sulle contraddizioni dilaganti.
Mentre il capitalismo/liberismo/consumismo americano, col governo e con le bigtech, sta cercando di tenere sotto controllo i mercati (pur non avendo una pace interna), altri Paesi o Movimenti perseguono percorsi economici e politici alternativi. Il primo competitor degli Usa è la Cina di Xi Jinping: governo autocratico, ma analoga propensione a sostenere produzione e mercati di consumo. Il secondo competitor è il mondo islamico, anche se sfaccettato: ricco come l’Arabia o povero come l’Afghanistan, l’Islam cerca una supremazia religiosa, incoraggiando una fede fanatica o comperando gli asset più importanti del mondo occidentale. Un competitor ancora un po’ silente, ingrippato tra induismo e islam, è l’India, straripante di popolazione, con enormi disuguaglianze sociali che busseranno presto alle porte del resto del mondo. Con le bombe atomiche nei capannoni c’è la Russia: Putin, erede delle purghe sovietiche e della vittoria su Hitler, legge Dostojevski, si sente aggredito dalla Nato, rivuole un largo impero territoriale, teme la globalizzazione Usa. Il piccolo Israele è un prepotente stato colonialista e pare proprio che Netanyahu, capo del Popolo Eletto, voglia vendicativamente eliminare la Palestina.
Si parla di terrorismo, massacri, genocidio, nuovi olocausti. Le accuse di nazismo rimbalzano da una parte all’altra anche nelle manifestazioni di piazza. Dov’è la ragione?
I poteri forti Usa vorrebbero essere i saggi che gestiscono gli equilibri del mondo. Premetto che, se in Europa non c’è una dittatura nazista, dobbiamo ringraziare l’impegno e il sacrificio anche degli americani oltre che onorare il martirio delle vittime civili innocenti. Ma gli stermini di nativi indiani, degli schiavi neri e i morti per effetti collaterali dei bombardamenti (compreso Hiroshima e Nagasaki) negli attacchi a Iraq, Siria, Afghanistan, Vietnam (solo per parlare di alcuni), sono state iniziative tutte appropriate e legittime?
Si è capito che oggi gli Usa vorrebbero fermare Israele, ma intanto gli passano bombe e armamenti, vorrebbero fermare gli aiuti all’Ucraina, ma come Nato rispondono bellicosamente all’aggressione russa. L’Europa si dibatte, divisa sui concetti di libertà, indipendenza, autonomia, filoatlantismo. Democrazia in fibrillazione.
Poteri caparbi ce ne sono altri, grandi e piccoli in tutti i continenti, o intrufolati nel colonialismo geopolitico mondiale o semplicemente nella supremazia territoriale sul vicinato. Forse l’epoca degli imperialismi non è finita, i mercati e i consumi fanno gola e temo che le innovazioni tecnologiche militari possano far deflagrare un conflitto ancora più pericoloso per tutti.
Cara Luigina, in conclusione vorrei farti notare che se gli Usa tengono come dio il dollaro e l’accumulo di ricchezza, l’Islam punta su Allah e sul petrolio, Netanyahu mantiene l’esempio storico del suo dio degli eserciti, perfino Putin (con Kyril) sostiene una guerra santa di slavofilia. Insomma c’è un bel po’ di gente che sostiene “Dio è con noi” (“Gott mit uns”, come qualcuno aveva scritto sul cinturone nel 1939), attribuendo all’entità soprannaturale disegni autoreferenziali e contradditori.
Tu, meneghina, benevolmente diresti: “Rob de matt”.
Ciao Luigina, non credere mai a tutto. Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/rob-de-matt/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 30 maggio 2024
Votiamo
Caro Alfredo,
oggi sono in vena di omelia politica. Beccati un po’ di predica. Non si può parlare bene o male della politica. Semmai possiamo farlo di come vengono gestite le istituzioni politiche: partiti, movimenti, parlamenti, governi. Quindi meriti e demeriti sono dei leader e degli amministratori pubblici che quagliano solo con i propri followers, ma non con la platea dei cittadini. I cittadini, compresi i campagnoli che non stanno nelle grandi città, se non hanno pregiudizi si fanno le loro idee, alla faccia delle campagne mediatiche. Al momento richiesto o votano per convinzione o per costrizione, o votano per compassione col naso turato, o votano con impeto, privilegiando convenienza e opportunità, o non votano per castigare i leader antipatici, o non votano per ignoranza o indifferenza. Le percentuali le leggi sui giornali.
Quindi sulla reale partecipazione politica nel terzo millennio sembra che abbiamo ben poca democrazia da vantare. Non si tratta di fare l’elogio o il necrologio di qualcuno, ma sarebbe utile stanare idee e volontà anche da parte di chi se ne sta in disparte, deluso o confuso o ignorante. E partecipa male o non partecipa.
Non dirmi che anche tu ai giornali preferisci il gossip delle chat, che in tv preferisci l’intrattenimento trash di bulli e pupe o i documentari da sogno. Un po’ di informazione, controinformazione e dibattito politico ti servirebbe a capire che succede e che cosa succederà. Tra le promesse iperboliche e le critiche radicali, serve a penetrare gli slogan e smascherare tante   bugie. Serve a capire di chi diffidare e di chi si potrebbe avere fiducia.
Nel piccolo scenario italiano le diffidenze sono evidenti. Se il panorama si allarga all’Europa si tratta di prefigurare non il domani ma il dopodomani. Poiché il prossimo appuntamento di partecipazione sono le elezioni europee, più che dar retta ai bellimbusti nazionali, dovresti pensare a quali partiti europei andranno a finire i voti. Non si può trascurare di rafforzare l’istituzione europea, vorrebbe dire abbandonarla alle volontà egemoniche di potenze dispotiche o ridurla a staterelli medioevali di corta autonomia e indipendenza.
Insomma è il futuro, teleologicamente, che ci deve ispirare. Oggi l’Unione Europea funziona appena appena, il Parlamento è debole, comandano i capi di governo dei Paesi. Leggi che cosa dicono Mattarella e Draghi su solidarietà, sicurezza e necessità di cambiamenti. In avanti, non all’indietro. Quale economia sostenibile, che tipo di inclusione, quale crescita culturale, che tipo di competitività e innovazione tecnologica siano prioritarie. C’è da pensare e lavorarci, in un contesto di lealtà e trasparenza, nonostante i percorsi burocratici che la democrazia impone.
Tu dovresti farlo al posto di brontolare inutilmente. Puoi partecipare a sostenere scelte, programmi, ideali etici di una comunità internazionale. Nella nostra civiltà multietnica, multiculturale, multivolitiva, le componenti verticali (governanti e governati) devono discutere obiettivi, diritti e doveri, trovare punti di accordo, limare i privilegi orizzontali (caste, corporazioni, specializzazioni). Escogitare rimedi sostenibili per evitare caos più grandi di quello attuale. Costruire il futuro. Ecco perché è meglio discutere, con intelligenza. L’indifferenza è come la contrazione nel guscio della lumaca. Una comunità di gusci non è una comunità. Il guscio è fragile. Alfredo, non tirarti il lenzuolo sulla testa perché ti si scoprono i piedi.
Io il solletico te l’ho fatto. Ciao!
Paolo
https://www.media2000.it/votiamo/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 23 maggio 2024
Un mestiere avvincente e difficile
Caro Riccardo,
si parla sempre dell’etica del giornalismo. Una categoria professionale preziosa per la sovranità dei cittadini. Riprendo le fila del discorso alla luce delle recenti discussioni. Anzitutto una definizione: formalmente è giornalista chi è iscritto all’Albo e ne rispetta il codice deontologico. Ma chi scrive o parla come fosse tale, sui mass media o sui siti web di notizie o sui social, spesso non lo è. Forse aspira a diventarlo, con o senza contratto, compensato magari fuori norma o evadendo le tasse come un influencer. E solo per oggi lasciamo perdere la problematica dei redattori ‘artificiali’.
Quanto al mestiere serio, ben venga che i giornalisti siano i controllori della democrazia e facciano brillantemente un lavoro da reporter e detective sull’organizzazione sociale. Con tutti i mezzi. Quindi anche la tutela delle fonti riservate è legittima. Poi ci sono le questioni di opinione o di informazioni riservate che vengono divulgate, stile gossip, senza tutela delle privacies e nessuna garanzia di veridicità, anche se sembrano più vere man mano che vengono rimbalzate. Spesso è la presunta autorevolezza del medium o dello scrittore che fa diventare vera una notizia falsa o che supporta l’occultazione di una notizia importante.
I ‘veri’ giornalisti, quelli iscritti all’Albo, purtroppo non sempre sono rigorosi notai dei casi che succedono. Basta omettere qualche particolare, o mettere un titolo roboante, per deformare un fatto. Comunque è del tutto giustificato, anzi apprezzabile, che questi ‘veri’ giornalisti abbiano un’opinione, non ipocrita, di parte politica, di fede religiosa, di fede sportiva, di competenza scientifica. Meriti, da esternare, che ovviamente incidono sulla confezione delle notizie.
Può capitare che ci sia talora un’influenza, sottile ma non troppo, dell’editore o del capo-redattore (vedi i casi Rai e non solo), che hanno riguardo dei loro padrini politici e dei loro colleghi commerciali, pensando al successo del marketing del medium. Chi paga gli stipendi e le ospitate cerca consensi ma è attento anche a non farsi autogol.
Molti giornalisti, anche se iscritti al celebre Albo, sono privatamente disinvolti se c’è da indossare qualcosa di particolare, recensire un libro o un film, commentare una performance musicale o sportiva, testare un’automobile o un prodotto, collaborare con le testate di qualche banca o industria, per non parlare di aggiottaggio e insider trading. Diciamo che qualche privilegio se lo intestano volentieri, nella complicità o nel silenzio generale. Gli uffici di pubbliche relazioni delle aziende hanno sempre buoni argomenti per dare successo ai loro brand, attraverso i giornalisti.
Chi presenta maggior contraddizione, oltre a chi si è lasciato scappare che faceva la spia per qualche servizio segreto, è chi lavora o collabora nell’ufficio stampa delle grandi aziende. Lì c’è un padrone preciso, non puoi che parlar bene dell’impresa, le notizie devono essere sempre positive o correggere cattive opinioni e dissensi del pubblico.
Hai capito che fare il giornalista può essere un buon investimento personale, ma rispettare la morale può diventare difficile. In questo mondo dell’informazione le maschere di attori dei giornalisti sono molte.
Potrebbe essere utile chiedere la trasparenza delle dichiarazioni dei redditi a certe categorie professionali che incidono sulla formazione dell’opinione pubblica, forse più dei politici. Che ne dici?
Le pecore nere vanno criticate risolutamente, ma va protetta vigorosamente l’indipendenza della professione. Nel marzo scorso il Parlamento europeo (con 464 voti favorevoli, 92 voti contrari e 65 astensioni!) ha dato il via libera alla Legge per la libertà dei media, per tutelare i giornalisti da ingerenze politiche o economiche. Il regolamento approvato obbliga gli Stati membri e vieta qualsiasi forma di ingerenza nelle decisioni editoriali: www.europarl.europa.eu/doceo/document/A-9-2023-0264-AM-332-332_IT.pdf. Bene! E si può far meglio! Un abbraccio, caro Riccardo!
Paolo
https://www.media2000.it/un-mestiere-avvincente-e-difficile/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 16 maggio 2024
Prometeo
Cara Matilde,
stammi vicina, oggi spariamo sul sistema. I passaggi di quanto sto per raccontarti sono quelli del mito di rivolta contro un destino intemperante. Sarà solo un esercizio di fantasia?
Nonostante tutta la strumentazione tecnologica di cui il mondo dispone, sembra che un po’ tutti, intellettuali e manovali, potenti e poveracci, navighino a vista. Sì, ci sarebbero percorsi organizzati, programmi sociali, guide economiche, previsioni e scadenze, ma i cambiamenti improvvisi e le variabili nascoste rendono tutto fragile e provvisorio, nonostante le dichiarazioni di impegno. Nell’incertezza quasi tutti guardano al presente e ignorano che il tempo scorre.
Il mondo sembra come una partita di calcio, dove la squadra favorita dovrebbe vincere 5 a 0 e invece gli intoppi di qui e di là riducono o capovolgono il risultato. I giocatori trepidano ma pensa come fibrillano i politici (e gli elettori) che oggi sostengono questo e domani son pronti a sostenere quest’altro. Pensa agli scienziati che credevano che il Sole ci girasse intorno e invece l’entropia cosmica è ancora da scoprire. I magistrati raccolgono prove, gli avvocati le smontano coi cavilli, forse ci sono sentenze pilotate. Anche gli storici trovano testimonianze contradditorie e i giornalisti furbacchioni manipolano le notizie pro-tempore, seguendo i vantaggi occasionali dei loro padrini.
E’ la bufera mediatica, nella quale verità e giustizia e merito paiono bandierine al vento. E le leggi ‘naturali’? Proprio sulle leggi ‘naturali’ c’è un gran ventaglio di opinioni e quindi gran confusione. I ‘comandamenti’ sono un fatto di culture locali, perfino di religioni extraterrestri e convinzioni personali. Sembra un bene che la cultura non sia un monolito, ma se i semafori sono stati adottati dappertutto, avrebbe senso che qualche altra regola sia rispettata ovunque. Quel che emerge è che oggi il genere umano non ha ancora una cultura universale e l’interpretazione delle parole diventa autoreferenziale per ogni tribù culturale. La torre di Babele è sempre una buona similitudine.
Ma, cara Matilde, questa mia sbrodolata di borbottii che tratteggia uno scenario apocalittico può essere solo uno sfogo emotivo di contestazione al sistema. Il sistema è come la fatalità, ineffabile, intrasparente, non firmato.
Il sistema è terribilmente forte, nonostante le contraddizioni. Il sistema vorrebbe la pace ma tollera le guerre, vorrebbe unità ma predica la diversità e la competitività. Il sistema se ne infischia delle minoranze e dei danni collaterali. Il sistema procede da secoli macinando idee e brontolii, cose, persone, natura. Cara Matilde, se ti opponi il sistema ti stritola. Magari ti beffa, lasciandoti un certificato di martirio, un aureola di speranza fasulla.
Dunque viviamo sotto questo grande ombrello del sistema, come fosse il tetto della caverna di Platone su cui i media influenzano l’opinione pubblica. Ciò detto, non possiamo stare a guardare e basta. Nella nostra caverna c’è da fare per organizzare al meglio la nostra società, includere efficacemente gli elementi, ridurre le disuguaglianze, procedere nella civilizzazione ingegnosa ed esserne fieri. E il sistema, lo dobbiamo costruire noi.
Come racconta il mito, Prometeo per il genere umano rubò il fuoco al sistema di Zeus e fu incatenato. Cara Matilde, adesso immagina che sia la forza dell’intelligenza che libera Prometeo per costruire una migliore società umana. Ogni tanto bisogna pur sognare. Un bacio.
Paolo
https://www.media2000.it/prometeo/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 9 maggio 2024
Adelante digitale, con juicio
Cara Gabriella,
di solito scrivo queste lettere con la penna stilografica su un foglio bianco. Rileggendo, faccio qualche ritocco, poi mi tocca digitare la tastiera per copiarla su computer. La penna mi serve come bacchetta magica anche per indirizzare i pensieri, l’inchiostro che scorre è un percorso di parole e di argomenti da trattare. Nella società tecnologica avanzata di oggi sono ancora un dinosauro, anche se capisco che computer e smartphone sono più pratici, mi riservo qualche compiacimento di scrittura all’antica.
Purtroppo constato che a mano non si scrive più tanto: volendo puoi dettare un testo e te lo scrive il computer; invece di un sms puoi fare un vocale con what’s app. I giovani fan così quasi tutti. E perlopiù non leggono, al massimo sfogliano (pardon: scrollano) i titoli delle news sul telefonino.
I più piccoli divorano le figure, le immagini colorate, le animazioni dei fumetti in tv, sul tablet, sullo smartphone dei genitori. I genitori non raccontano più novelle, mollano i pupi davanti a uno schermo e via.
Come tu mi segnali, ben fanno i pedagoghi francesi, e non solo loro, a preoccuparsi delle conseguenze delle infiltrazioni psichiche di visioni senza controllo salutistico ed etico. Sul web c’è di tutto e i più piccoli non sono maturi per capire le scelte. Prevale la curiosità, l’emozione e la trasgressione, senza neppure sapere che cosa siano. Gli schermi sono connessi con tutte le sfaccettature del mondo, anche quelle perverse o false. Contrastare l’iperconnessione dei minori con una legge, come propone una Commissione francese, sembra difficile, sia per definire le soglie dell’età critica dei bambini (3 anni, 6 anni, 11 anni?) sia per effettuare i controlli e comminare sanzioni. Di base la protezione dei minori dovrebbe stare nelle famiglie, prima ancora che nelle leggi e nei tribunali. Leggi che proteggono l’infanzia dai traumi provocati da adulti impreparati o turpi già ci sono e potrebbero funzionare meglio.
La famiglia dovrebbe avere genitori più coscienziosi, così come non lascia un coltello in mano a un infante, per evitare di lasciarlo esposto a situazioni diseducative. Gli schermi non sono del tutto neutri. La scuola, fino a un certo punto, potrebbe evitare di lasciare libero uso ai telefonini, se gli insegnanti sapessero essere brillanti educatori e non impiegati passivi dell’istruzione. L’impegno maggiore, con controlli ficcanti e sanzioni pesantissime, dovrebbe essere rivolto a controllare gli editori e i distributori di immagini, vietando certe diffusioni o sottoponendole almeno a rigidi controlli parentali preventivi. Non c’è solo pornografia o bullismo o disinformazione, ma per esempio c’è un marketing di propaganda alle droghe che va combattuto alla fonte. Poi ci vogliono campagne massicce di educazione civica, per gli adulti, che sono i responsabili della cattiva formazione dei giovani.
Come giustamente tu fai notare, l’imprinting sulle giovani menti incide sul carattere, sul comportamento, sulla ‘sanità’ mentale, sull’integrazione sociale, sulla partecipazione alla comunità. Violenza, disuguaglianza, mancato rispetto dei diritti possono sorgere proprio a causa di un infanzia mal educata. Così come patologie psichiche o inutili distopie. Posto che l’innovazione digitale sarà un plus per tutti, salviamone un uso corretto. Social, chat, second life, metaverso, intelligenza artificiale, rapporti col virtuale, malware: declinazioni rischiose per gli immaturi.
Non è un problema francese, ovviamente, dovremmo occuparcene anche in Italia, in Europa, in una società digitale ormai senza confini. In vista delle prossime elezioni europee non ho trovato programmi elettorali italiani con significative proposte per la protezione dei minori. Non ho evidenze di interventi strutturati su questo argomento da parte del Servizio Pubblico radiotelevisivo, ma magari qualcosa si può muovere. Qualche iniziativa spetterebbe anche a noi, come ‘mondo mediatico’. Che ne dici?
Intanto un abbraccio affettuoso.
Paolo
https://www.media2000.it/adelante-digitale-con-juicio/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 2 maggio 2024
Orrore e vergogna
Caro Maurizio,
gli uccisi che ogni giorno vedo in tv mi fanno orrore e vergogna. Mi chiedo quale sia la vera ragione delle guerre in corso, quelle tra Russia e Ucraina e tra Israele e Palestina, e loro alleati. Con un criterio materialista l’origine delle guerre non può che essere un confronto economico, supportato da una volontà di controllo politico espresso da una leadership ambiziosa. Nel passato le storie ufficiali degli Stati hanno dissertato molto sul significato di guerre di indipendenza per le unità nazionali, di libertà intesa come difesa del popolo contro tirannie aristocratiche o ideologiche. Però, gira e rigira, perlopiù il punto di partenza era la contesa del potere economico e territoriale. Cito le campagne degli Achei contro i Troiani, le conquiste di Alessandro Magno e di Giulio Cesare, il colonialismo dei Regni di Spagna e d’Inghilterra, le ambizioni dei Savoia, le spedizioni napoleoniche, le aggressioni di Hitler. Tanti casi in cui non era certo la cultura delle libertà a guidare le imprese. E il popolo, cosciente o no, seguiva i leader. Difficile comunque interpretare da lontano motivazioni sfaccettate di stampo schiavista o medievale.
Oggi sarebbe saggio voler stare in un pianeta patria comune, interconnesso globalmente da linguaggi tecnologici e condivise aspirazioni di benessere. Tutti i popoli tendono alla democrazia e a diritti di uguaglianza, sia pur interpretati in forme e costumi diversi in Occidente o in Oriente. Vorrei non fosse un’illusione perché nell’arena c’è ancora molto medioevo politico. Governanti satrapi, guerre sante invocate dai putin, kyril, khamenei, netanyahu, e dalle élites di terroristi armati di machete. Siamo davvero nel terzo millennio? Proprio quando la convergenza tecnologica cresce, la fisica quantistica apre nuovi orizzonti energetici, le imprese spaziali allargano la civiltà umana agli altri pianeti, restano ancora tracce di irrazionale senza controllo? Anche se non tutti i problemi qui sulla Terra sono risolti e l’inquinamento ecologico planetario divampa, almeno discutiamo di un modus economico di sostenibilità.
Ma “ti bombardo (o ti sgozzo)” è una crudeltà che non fa riferimento a una volontà di supremazia economica. E’ da ascrivere a un comportamento primitivo, rozzo, bruto, selvaggio, tonto. Manca di intelligenza, di razionalità, indegno e senza giustificazione per chi vive in una società tecnologica volta alla sostenibilità, sia che sia tanto o poco democratica.
Ancor più vergognoso per chi si protegge nel nome di un bellicoso dio supremo, che non esiste. Non c’è nessuna comprensione né assoluzione per chi è complice o sostenitore di guerre insulse.
Pochi pochi leader stragisti seminano morte e aizzano violenza. Tante tante le vittime innocenti. Molti molti martiri ancora vivi. Stragi diffuse. Mi vergogno di non poter far nulla, salvo lasciare qualche lettera di appello. A proposito: tra i complici dei massacri ci sono anche le lobbies dei fabbricanti di armi e munizioni che spingono i consumi dei loro prodotti.
Che cosa possiamo ancora fare caro Maurizio, cambiare le regole delle Nazioni Unite basterà?
Paolo
https://www.media2000.it/orrore-e-vergogna/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 24 aprile 2024
Marechiaro
Cara Carolina,
corre in questi giorni la celebrazione della Liberazione dal fascismo, un’ombra della storia d’Italia che non ci ha ancora lasciato del tutto. E i valori delle persone sono ancora sotto tiro di leader ignobili e delle loro bombe, in Ucraina, in Palestina e in alte parti del mondo meno frequentate dai media.
Tu sei una Centennial, quindi la tua dose educativa di valori, con ‘prediche’ dalla famiglia, dalla scuola, dalla cultura e dalla politica te la sei già presa. Non ti tormento, sta a te scegliere i valori individuali e sociali che più ti sembrano adeguati alle situazioni. E’ importante capire quello che ci circonda, comportarsi adeguatamente. Simpatie e premi verranno col merito.
Qui voglio solo ricordati, per paragrafi e con qualche titoletto arguto, qualche chiave di metodo (non è filosofia, ma tattica di giudizio) per organizzare i tuoi percorsi di consapevolezza, conservare la tua indipendenza e un intelligente stile di vita. Chiamale raccomandazioni affettuose. Sarò molto conciso per non diventarti pedante. Tu capirai i sottintesi.
1.GUARDA I PIXEL: ovvero sappi che nel mondo tutti i fenomeni non sono monolitici ma sfaccettati. Anche il carattere delle persone è spesso volubile, incostante. Attenta ai particolari, ma fai sintesi intelligenti.
2.CERCA I LINK: non ci sono fenomeni isolati, sono tutti collegati. L’interdipendenza delle situazioni nella natura, nelle strutture biologiche e politiche è causa delle costanti trasformazioni.
3.NON SMETTERE MAI DI STUDIARE: la ricerca scientifica viaggia su una scala, la conoscenza non ha confini e qualche volta le scoperte e le verità sono transitorie.
4.RISOLVI EQUAZIONI DI SECONDO GRADO: non ci sono risposte semplici a problemi complessi. Ci sono due risultati per x nella formula 14x²-29x-15=0. Evito qui equazioni più complesse. Nella vita i calcoli sono sempre complicati.
5.LA PARTE E’ MINORE DEL TUTTO: localmente non si risolvono i problemi globali. Però si può dare un buon esempio e piano piano allargare. Avremo difficoltà con l’inquinamento terrestre e i cambiamenti climatici che sono planetari.
6.CARPE DIEM: se non si possono risolvere in fretta i grandi problemi, risolvi almeno provvisoriamente quelli piccoli. Per esempio riduci gli sprechi, risolvi le contraddizioni non fondamentali con un po’ di buon senso.
7.LA VITA NON E’ SOGNO: ci vuole genialità, un po’ di immaginazione, tanta lungimiranza. Ma bisogna essere concreti e razionali. Senza senso pratico, la fantasia è visionaria e illusoria.
8.NON DIVENTARE UNA POLPETTA: il mondo di oggi può essere crudele e tritacarne, non sempre i diritti elementari sono rispettati. Se ti mancano le idee o non vuoi impegnarti, l’apparato ti inghiotte.
9.DA OGNI PUNTO PARTE UN VENTAGLIO: ogni momento del percorso offre molteplici opportunità. Non c’è una sola strada, lo diceva anche Laozi nell’antica Cina.
10.MICA SON TUTTI STRONZI (così come me l’ha detto un mio maestro): qualcuno di fiducia tientelo accanto, bro’, compagno o compagna o coach. E se ti piace un team di amici o un’orchestra, confonditici dentro.
Dopo questo mappazzone di affermazioni spero ragionevoli, che anche nella nostra professione dovrebbe essere d’uso comune, anche se non codificato, ti consiglio una poesia gioiosa, ambientata, per rincuorarti.
Torna a Marechiaro, Carolina, quando spunta la luna fatti le quattro rampe di scale dalla marina all’appartamento, tira la tenda della finestrella, affacciati al davanzale, vedi se c’è ancora il garofano rosso e ascoltati Salvatore di Giacomo con Roberto Murolo: www.youtube.com/watch?v=ESK-J_2__pY. Da Marechiaro vedrai Napoli, il Vesuvio, Vico Equense, Sorrento e Capri. E’ un angoletto quieto dal quale spiare l’infinito dietro l’orizzonte. E volere la pace, senza sognare.
Ti voglio bene
Paolo
https://www.media2000.it/marechiaro/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 18 aprile 2024
Chicchiricchì e coccodè
Caro Lorenzo,
mi viene in mente un apologo che potrebbe essere una favola di Esopo. Il cortile, mentre i galli rizzano la cresta per contendersi le galline, è preso di mira dalle volpi. Supponiamo che il cortile sia un regime, democratico o no, che produce uova e pulcini: i galli gridano chicchiricchì e le galline coccodè. (Non necessariamente i galli sono maschi, le galline e le volpi femmine). Supponiamo che ci siano in giro volpi affamate e talentuose, con astuzie di vario tipo; non gridano, quatte quatte preparano il terreno per l’assalto. Sono più grosse, più veloci e più forti dei cari pennuti, e più tecnologiche, come fossero Csa (Cupole Segrete Autonome) o Gpi (Grandi Pirati Informatici) o Bigtech. Se non si mettono paletti di protezione, le volpi prenderanno la guida del cortile, indifferenti ai chicchiricchì e ai coccodè. Il pollaio è indifendibile, a meno che non faccia un salto di qualità, una profonda trasformazione di intelligenza proprio per contrastare le volpi.
Così penso che le ‘sapienti’ idee politiche di oggi, canti avicoli, siano sempre più deboli rispetto alla tecnologia, penso che le attuali amministrazioni del cortile siano rumorose ma fragili. Temo che l’uso di tecnologie informatiche comportamentali nei vari settori (commercio, trasporti, istruzione, sanità, alimentazione …) prevarrà, spero non cacotopicamente. C’è una grossa fetta di cultura letteraria e cinematografica che già lo descrive. Ai soloni della dialettica si sostituiranno gli algoritmi delle volpi?
Chi controllerà il mercato globale delle risorse e dei consumi, senza confini nazionali e legali, dialogando in automatico con i cittadini, offrendo prodotti e servizi, chi fabbrica telefoni, computer, batterie, macchine, robot, satelliti (ovvero sostanzialmente tutto il mondo delle informazioni digitali) in realtà propone nuovi stili di vita e sarà in grado di influenzare la politica in modo del tutto materiale, usando le innovazioni per imporre nuovi beni primari. Sta già succedendo, alla chetichella.
Le nostre vecchie istituzioni, ispirate ad Aristotele o a Adam Smith o a Karl Marx o a John Maynard Keynes, forse sono troppo occupate a litigare tra loro per accorgersene? O sono condizionate dai tempi burocratici, dalle lobbies antagoniste, da gestori incompetenti? Oppure chi gestisce i cortili è già svenduto sulla sua poltrona provvisoria e traballante?
Non sempre le opinioni del pubblico corrispondono al vero, ma un recente sondaggio italiano (Euromedia Research, 8 aprile 2024) ritiene che la corruzione in politica riguarda tutto l’arco politico in modo trasversale (72,2% degli intervistati!).
Per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale, ti cito una ricerca europea che già dal 2019 segnalava qualche disponibilità dei cittadini (25%!) ad accettare che le decisioni importanti sulla gestione del proprio Paese siano lasciate all’Intelligenza Artificiale; anche se la maggior parte degli intervistati riteneva necessario controllare le nuove tecnologie per evitare danni sociali.
Quanto all’onestà mi preme ricordarti che nessuno degli umani nasce pollo o volpe. Lo si diventa con l’educazione, di famiglia, di scuola, di amicizia, di governo. Perciò il talento e l’intelligenza, insieme alla saggezza sono in mano agli insegnanti, tra i quali ci metto anche gli editori e i giornalisti, la nostra categoria…
Ciao caro Lorenzo, buon lavoro anche a te!
Paolo
https://www.media2000.it/chicchiricchi-e-coccode/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 11 aprile 2024
Fragilità
Caro Marco,
eccoti qualche commento conciso su argomenti che ci interessano da molti secoli. Che l’apparato democratico sia fragile, è evidente per tutti. Ma che la democrazia sia la forma di convivenza sociale più rispettosa per gli individui è altrettanto evidente. Il pluralismo proporzionato delle idee e dei comportamenti può garantire un’evoluzione rispettosa dei diritti per una collettività. Ci vuole un dialogo costruttivo e una partecipazione di tutte le parti della comunità. I privilegi ingiustificati di parte non fanno democrazia.
I risultati delle elezioni danno l’idea dei pesi sociali e c’è anche il peso apatico di chi non vota. Da noi, per chi vota le preferenze sono preimpostate, secondo la fedeltà dei candidati ai leader. I leader discutono poco, in Parlamento i peones devono obbedire e la maggioranza vince sempre. La maggioranza governa, il governo guida la produzione e la gestione di leggi, decreti, disegni, emendamenti, fiducie, slogan. Nei cosiddetti ‘milleproroghe’ e ‘omnibus’ si mette di tutto per accontentare lobbies ed elettori anche senza passare dal Parlamento. La divisione dei poteri era la garanzia della democrazia, ma oggi il potere esecutivo sta assorbendo il potere legislativo e condiziona perfino il potere giudiziario e le Corti. Ecco la fragilità del sistema.
I cambiamenti politici dipendono solo dai leader e da quanto carisma assumino dal popolo. Abbiamo una democrazia con personaggi apicali autoreferenziati, accompagnati da mezzi di comunicazione compiacenti, di qui o di là, che costruiscono le opinioni per il popolo. I contenuti dei media sono il ring per chi governa e per le opposizioni. Parole parole, qualche insulto. Non è che si capisca sempre chi abbia ragione, se ce ne fosse.
Il supporto mediatico è influenzato, prima ancora che dalle fazioni politiche, da poteri economici, corporativi. Ovviamente le lobbies più forti sono quelle più organizzate, perlopiù ricche e sedicenti più indispensabili per la comunità o per certe sue parti. Ci sono gruppi di pressione internazionali e locali, del settore finanziario, energetico, farmaceutico, ma più semplicemente anche quello dei tassisti o delle comunità religiose, per esempio. Leciti nell’intenzione, scaltri nell’azione, pensano solo a sé. Certo i braccianti o gli immigrati non hanno mezzi per organizzare la tutela del loro lavoro, né hanno massa di voto per garantire successi elettorali. Così purtroppo prolificano le disuguaglianze sociali e le priorità di benessere.
Sembra che i rappresentanti del popolo, competenti o incompetenti che siano, recitino copioni di parte, le discussioni sono schermaglie, leggi e decreti sono market-oriented nel senso di essere volti a raccogliere voti e consensi compiacendo gli umori della pancia popolare o certi privilegi di categorie utili a sostenere il potere stesso. Poche tasse, condoni, sussidi di stato, debito pubblico madre di tutti i sostegni a privati e imprese. Interessanti le critiche, i commenti e gli aneddoti di Carlo Cottarelli nel suo “Dentro il Palazzo” (Ed. Mondadori), quasi un manuale per conoscere l’effettiva sovranità del Parlamento che ci ritroviamo e delle sue caste burocratiche.
Così la democrazia procede fragilmente, belle parole di facciata, accomodamenti dietro le quinte, conflitti di interesse in penombra, qualche angolo proprio buio.
Non possiamo aspettare che cali dal cielo la saggezza con rappresentanti più onesti e più degni. Da osservatore dico che bisogna preparare una formazione civile migliore per un miglior futuro di tutti. Tu Marco sapevi già tutto, ma poiché sei insegnante ed esperto di politiche educative e sociali, dacci qualche consiglio. Un caro saluto
Paolo
https://www.media2000.it/fragilita/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 4 aprile 2024
Vero o falso? Falso.
Cara Marinella,
la discussione sul vero e sul falso è sempre animata. Che ne penso dell’astrologia? Complessivamente è un falso. Nella giostra cosmica dello zodiaco salvo solo le stagioni, ovvero la posizione della Terra rispetto al Sole, e le escursioni della Luna (se muove le maree qualche effetto sui liquidi dei corpi ci sarà).
Poiché non ci sono prove empiriche, nego che da pianeti lontani o da costellazioni ancor più remote (peraltro definite ad occhio, senza tener conto della reale distanza di stelle e galassie) possano arrivare influssi significativi per spiegare il destino. Trascuro qui di spiegarti la precessione degli equinozi, che ha modificato la visione del cielo dei tempi di Tolomeo. Te la racconterò un’altra volta.
Ciò significa che maghi e astrologi recitano il falso, sulla scia di divinazioni primitive, prive di scienza, tramandate attraverso i secoli e coccolate da utenti creduloni. Non sono le stelle a forgiare il destino.
Ma, come mai fior fiore di editori (e giornalisti) di carta stampata, di radio, di televisione, di internet, tengono rubriche di astrologia, incuranti di diffondere previsioni arrangiate e fittizie su salute, amori, successi o rovine?
Al falso inverosimile si accompagna il trucco. I tecnici lo chiamano ‘effetto Forer’. Sulla base di profili personali superficiali, generici e adattabili, ben coltivati dalle successioni di interpretazioni e dal chiacchiericcio intorno a noi, nonché dalla debolezza del narcisismo personale, spuntano tracce ipotetiche di vizi e virtù di fatali incontri casuali, di colpi di scena impressivi. Insomma c’è una specie di autoconvincimento psicologico che “è successo” o “succederà così”. E i ciarlatani ci sguazzano.
Per assurdo è confortevole e talvolta consolatorio sapere che le stelle ci guardano e che conoscono già il futuro. Può essere anche un gioco sociale divertente, uno pseudo-sapere quotidiano che molti praticano, trascurando la razionalità.
Sai che all’Agenzia delle Entrate c’è un codice Ateco per astrologi e spiritisti, lo stesso di bagnini e parcheggiatori? Qualche tempo fa il Codacons ha stimato che in Italia ci siano 160.000 ‘maghi’ o ‘chiaroveggenti’ di varie specialità, con un giro d’affari, perlopiù in nero, di oltre 8 miliardi di euro, senza titoli professionali specifici. Furbacchioni del business che mungono sia il popolino che i vip, con il supporto dei media (compreso il cosiddetto servizio pubblico) e di certi influencers, senza basi scientifiche, prevaricatori sorridenti di banali probabilità di vita.
Mi dicono che, per la libertà di opinione, non è illegale esternare previsioni irrazionali. Illegale è evadere il fisco. Immorale e truffaldino è fare cultura o intrattenimento con fake news.
Beh, anche se confortevole e divertente, sarebbe meglio coltivare una informazione popolare più appropriata per evitare che il mondo vada a rotoli, navigando in un mare di falsità e inganni. Ciao Marinella, buon lavoro!
Paolo
https://www.media2000.it/vero-o-falso-falso/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 28 marzo 2024
Il gelato da passeggio
Cara Enrichetta,
il meteo di guerra segnala piogge intense ed esplosive tra il 30° e il 40° meridiano est, con diffusioni estese di epidemia terroristica, manovrate. Il bollettino sanitario prevede mali di fegato, chi è malato grave aspetta impaziente un posto in ospedale. La pandemia di dengue per adesso è oltre oceano. Buona ecologia e inquinamento in lite perenne. Basta lamentele per oggi.
E’ arrivata la primavera e anche il riassunto di come si è comportato l’anno scorso il mondo delle comunicazioni. L’ultimo Rapporto del Censis - Centro Studi Investimenti Sociali (11 marzo) s’intitola “Il vero e il falso”. Vai a leggerlo per intero se hai tempo: https://www.censis.it/comunicazione/il-vero-e-il-falso-sintesi-dei-risultati.
Niente di più appropriato per descrivere i media, gli utenti e i contenuti. Qualche dato di riepilogo: il 93% dei giovani utilizza Whatsapp (Youtube 79,3%, Instagram 72,9%, Tiktok solo il 56,5%, Facebook 50,3%). Internet lo utilizza l’89,1%, smartphone 88,2%. Solo il 22% legge i quotidiani stampati (30,5% quotidiani online).
Sull’Intelligenza Artificiale ci sono giudizi in sospeso: il 70% pensa che i suoi sviluppi siano al momento imprevedibili; il 73,2% pensa che le macchine non potranno mai sviluppare una vera forma di intelligenza come gli umani; il 63,9% teme che sarà la fine dell’empatia umana e il 66,3% pensa che sarà la fine della privacy dei cittadini perché saremo tutti controllati dagli algoritmi; solo il 37,4% ritiene che potremo liberarci dai lavori ripetitivi e noiosi, favorendo le attività creative.
Del resto il 77,7% della popolazione totale ritiene che la politica condizioni l’informazione dei grandi media. Il 72,6% ritiene che ormai è difficile distinguere le notizie vere dall’informazione falsa e dalla propaganda, con grandi rischi per le democrazie. Autarchie e cyberpoteri recitano in palcoscenico.
Sull’uso di linguaggio politically correct, se per il 75,8% della popolazione i media non dovrebbero mai usare espressioni che da alcune categorie di persone possono essere ritenute offensive o discriminatorie, d’altro canto nella vita quotidiana il 69,3% degli italiani risulta infastidito dal fatto che ci sia sempre qualcuno che si offende se si pronuncia qualche frase ritenuta inopportuna.
Tirando le somme ti passo qui qualche mia osservazione. Uno: quasi tutti vogliono notizie, sapere cose, vedere figure, anche se non si preoccupano della loro autenticità. Due: quasi tutti collaborano a diffonderle, commentarle sui social, pubblicare faccine, tirare conseguenze per la vita quotidiana. Tre: poco approfondimento, più esclamazioni che sillogismi di pensiero; notizie come beni di consumo, non bagaglio culturale. Quattro: tecnologia da usare secondo opportunità, intelligenza (artificiale o no) ancora da scoprire.
Anche se il Censis non lo dice, mi viene da pensare che il computer, o meglio il telefonino, sia come un gelato da passeggio, da aprire, assaporare compulsivamente e fruire secondo la sete e la voglia. La voglia di formazione approfondita sembra assente. Si segue il gusto, come il pasticciere che al mercato fa più successo del farmacista (ce lo raccontava il prof. Pozzi al liceo, citando forse Gorgia da Lentini).
Stai tranquilla Enrichetta, anche se non darai troppa retta ai social, potrai continuare a capire il mondo! Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/il-gelato-da-passeggio/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 21 marzo 2024
Tempi che cambiano
Cara Daniela,
stavamo meglio ieri o staremo meglio domani? Vivendo una volta sola, dobbiamo pensare all’oggi. Mi chiedi della decadenza della cultura nel mondo di oggi. Alludi senz’altro alla cultura classica, quella che da noi si ispira ai valori dell’estetica fondata sul bello, sul verosimile e su una morale ‘cristiana’. Beh, confermo che quello che abbiamo imparato dalle nostre famiglie tradizionali e che abbiamo studiato nella storia dell’antichità sta scomparendo dal panorama di oggi. Greco e latino, religione e filosofia ispirano cultura molto meno della tecnologia, del consumo dei beni, del possesso di denaro o di immobili. Il mercato delle cose e i prodotti status-symbol e le protesi tecniche (l’auto e il telefonino per cominciare) hanno sostituito nelle giovani generazioni le discussioni sulla morale e sul piacere. Nel nostro mondo liberista occidentale, sostanzialmente laico anche per chi si dichiara religioso, governato tramite un potere mass-mediatico, la cultura è frammentata in mille rivoli, agitata da social network non-sense, da relazioni di interesse, da esibizioni provocanti, da creatività scandalistiche, da mode di breve durata, da valori monetari.
Mille valenze, intensa e sbriciolata partecipazione emotiva, poche percentuali da condividere in comune. Poiché la platea del pubblico è sostanzialmente pecorona, chi traina la cultura sono spesso gli influencers, fate e pifferai, sedicenti politici e critici sui massmedia, sedicenti esperti di costume sui social. Gli effetti sono evidenti: non si riesce ad andare d’accordo, le diversità sono accentuate, le contraddizioni messe sotto i riflettori. Insieme alla cultura anche la morale e la democrazia degli intellettuali finiscono in crisi. I governanti cercano consensi, ci sono più megafoni da imbonitori e opportunità d’affari per gli elettori che scuole per la formazione dei cittadini. Così metà della popolazione rinuncia a votare.
Decadenza? Mah! Forse è solo cambiamento negli ineluttabili passaggi generazionali, che comprendono morti e feriti. In musica siamo passati dalle sinfonie da ascoltare ai ritmi rock-hop-trap da trillare insieme. I valori ideologici sono ridotti al consumo del quotidiano. E’ un trauma perché ci disorganizza i pensieri ancorati al passato. E’ un trauma controllato se razionalizzi i perché dell’oggi.
Ci sarebbero un paio di ragioni positive per comprendere e apprezzare il cambiamento. La prima è che la base dell’istruzione si è allargata negli ultimi 80 anni. L’analfabetismo è molto ridotto, la partecipazione popolare è aumentata, la realizzazione di infrastrutture culturali (biblioteche, mostre, musei, convegni, concerti, cortei …) è più larga, le conoscenze del mondo, anche internazionale, sono molto diffuse, fake news permettendo.
La seconda è che il riferimento dell’organizzazione sociale, fondamentale per la sopravvivenza, è diventata la tecnologia: i tempi, gli spazi, le misure, i sensori, la velocità, le frequenze, le agende a breve, i calcoli, gli algoritmi. Quindi: la digitalizzazione, i computer, i dispositivi, l’equipaggiamento tecnico. Tra poco tutto sarà ‘indossabile’ e l’intelligenza artificiale potrebbe guidare anche i processi burocratici in modo più efficiente. Sempre che chi sta nei centri di comando sia personale di servizio non criminale.
Queste due ragioni hanno allargato il ventaglio delle opportunità di vita, complicato il meccanismo delle priorità, sparpagliato le omogeneità. Così come la morale e l’estetica, l’arte e la cultura potrebbero diventare solo soprammobili, colori di accompagnamento allo sviluppo della sfera economica individuale. Ci sta? Mah!
Prima che questi interessi egotici prevalgano, degenerando la civiltà comune, dovremmo fare un investimento sulla formazione scolastica, magari abolendo le lezioni di latino ma non quelle di storia e di educazione civica. Ci sta! Ciao Dani, ti abbraccio!
Paolo
https://www.media2000.it/tempi-che-cambiano/

Lettera aperta di Paolo Lutteri - 14 marzo 2024
La scatola di Pandora
Caro Giuseppe,
in questa epoca di preziosa innovazione tecnologica penso alle criticità dei concetti di identità e intimità. Nuove e vecchie generazioni, appena possono, usano i mezzi digitali per comunicare e scoprono frontiere sorprendenti. La tua identità nei rapporti interpersonali può essere sostituita con foto e indirizzo intestato a John Smith? Sì. Oppure a un personaggio piuttosto celebre del quale hai trovato su internet il curriculum completo e sui social gusti e costumi? Sì. E digitalmente ti puoi far spacciare per lui? Sì. E potresti ingannare ingenue persone e fragili minori raccontando balle su internet? Sì. E potresti eludere la Polizia Postale, ‘triangolando’ il tuo indirizzo con sedi estere? Sì.
Tu rimarresti delinquentemente tu, ma la tua identità nelle comunicazioni potrebbe essere un’altra. Oppure potresti essere al posto del contraffatto!
A questo punto hai già capito che l’intimità può essere fraudolenta e che la privacy può facilmente saltare. Per furti o ricatti non è neppure necessario corrompere un funzionario depositario di password, basta avviare l’algoritmo di un motore a intelligenza artificiale che trovi da solo la via di accesso e di verifica di accesso a dati privati o a grandi banche dati. Come nei movies polizieschi le localizzazioni GPS, i movimenti bancari e i riconoscimenti facciali su webcam pubbliche sono pratiche correnti. Se un robot fosse addestrato a leggere i volti, forse anche le patologie e le bugie sarebbero trasparenti. Criminalmente sarebbe possibile anche inoculare virus informatici. Fake news pericolose, di marketing commerciale o politico distribuite per la comunità. Già successo! Trucchi cibernetici ad altissima velocità, magari mescolati con l’esibizionismo pruriginoso dei social.
Oddio, non è proprio facilissimo, ci vuole un po’ di talento, tentativi, prove pratiche e accumulare molta esperienza. Ma tutto si può imparare. Se per te, alla tua età e con la tua cultura occidentale sarebbe faticoso o impossibile leggere un testo in ideogrammi, quei cinesi che hanno imparato da piccoli ci ‘vivono dentro’ e capiscono tutto, anche senza essere superdotati. Un musicista che ha studiato e fatto lunghe esperienze sui tasti, ti può snocciolare una sinfonia senza neanche leggere lo spartito. Ha imparato.
Allora considera che i ragazzetti d’oggi maneggiano i telefonini con un’abilità spettacolare (mentre noi siamo cresciuti col telefono a rotella), hanno abilità motorie e sensoriali con le quali manovrano spigliatamente tutti i mezzi digitali.
Insomma sta cambiando il mondo, anche se in giro ci sono sempre stinchi di santo e stinchi di furfante. Le regole morali sono rimaste a Kant e le leggi oggi arrancano per mantenere l’ordine delle nuove tecnologie. Al groviglio dei regolamenti nazionali aggiungi che la digitalizzazione, con internet e intelligenza artificiale, è globale, totale, senza confini insuperabili. Aggiungi che è già in atto una sfida (se non una guerra) cibernetica tra grandi potenze e Big Tech.
Non aggiungere altro, per il momento. Hai capito un altro dei grandi rischi in arrivo per una società umana che complessivamente è ancora immatura, instabile, turbolenta e spesso malgovernata.
Sul fondo della scatola di Pandora, come dice il mito, c’è la speranza in una buona educazione civica per le prossime generazioni. Mi raccomando Giuseppe, tu che sei un insegnante! Un abbraccio
Paolo
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LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 7 marzo 2024
Questione di affidabilità
Cara Marinella,
già nel Medioevo i cultori di logica lo chiamavano ‘argumentum ad personam’. Eh già: non è che un fatto sia vero solo perché lo ha detto lui (o lei). Lui (o lei) può essere un profeta, un monarca, un influencer, un dotto cattedratico, un politico, un allenatore del pallone, un cartomante o un mediatore impiccione. Anche se su un piedistallo, o su un pulpito, le proposizioni sono vere solo se sono supportate dalle prove concrete, non perché le ha dette Tizio o Caio.
Eppure la credulità popolare segue i personaggi leader, affascinata dal portamento, dalla carriera, dal presunto carisma, forse dagli ego straripanti.
Diciamocelo: fare sponda con qualcuno è più facile che una laboriosa ricerca di conferma di verità. Questione di velocità, di disimpegno critico. L’adesione, magari in buona fede, a giudizi di evidenza superficiale è coinvolgente anche dal punto di vista psicologico. Si abbassa la soglia del pensiero critico e del dubbio. Far lavorare molto il cervello costa fatica. Più facile fidarsi di una presunta autorevolezza.
Nella storia abbiamo esempi di giudizi autorevoli profondamente falsi che hanno sedotto le coscienze degli individui e condizionato i mass media, nonostante i dubbi e le criticità che qualcuno sollevava. Non è qui il caso di parlare di fede religiosa, perché dovremmo comparare gli attributi soprannaturali delle divinità cristiane o islamiche o indù e infilarci nel ginepraio di quali nomi divini, quali santi, quali illuminati, quali protettori dall’aldilà siano efficaci o no. Vorrei restare nel campo della scienza e sfatare anche linguaggi impropri, correnti al giorno d’oggi. Per esempio: il sole non sorge e non tramonta, è la terra che gira. Eppure per secoli la conoscenza del cosmo è stata autoritariamente basata su una concezione geocentrica, anche se nel passato alcuni greci avevano provato il contrario. Sarà stata la paura di tiranni ignoranti?
Ai giorni nostri l’argomento dell’affidabilità dei leader, spesso organizzata coscientemente nel sottobosco della politica, ha scatenato guerre. L’affidabilità autoreferenziale è un arma nelle mani di dittatori, ma anche di tanti governanti ‘democratici’ che devono cercare a tutti i costi consenso, fiducia, affidabilità negli elettori. Nel mondo consumista l’affidabilità è questione di marketing e i codici etici della pubblicità faticano a controllare slogan e iperboli, per non dire ‘i consigli per gli acquisti’, i product placement e i brand content.
Emerge che il ruolo dei mass media e dei giornalisti sia cruciale: non pennivendoli al servizio di una causa, ma trasparenti cercatori di verità. Non date spazio al falso! Le idee possono essere molteplici e i percorsi di pensiero possono divergere; molte ipotesi sono soggettive e plausibili, ma non è pluralismo dare spazio di propagazione a un terrapiattista, a una dieta velenosa o a un imbroglione seriale, anche se affascinante per certi attributi. Nel campo dei consumatori, si spera che, con l’aiuto di una informazione seria, per i creduloni si alzi la soglia di attenzione al vero e all’effimero.
Le fallacie informali sono pestifere per una coscienza collettiva, per la condivisione del sapere e per lo sviluppo della civiltà. Poiché abbiamo la conferma che sul Monte Olimpo non ci sono dei col fulmine in mano, è meglio se ci concentriamo sulle nostre responsabilità di abitanti di un mondo ormai di tutti, con parità di diritti e doveri. I rischi globali incombono. Non bastano, sappiamo, le dichiarazioni, occorre ‘mettere a terra’ i progetti, come si dice in politica. L’affidabilità si misura nel concreto. Buon lavoro, Marinella!
Paolo
https://www.media2000.it/questione-di-affidabilita/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 29 febbraio 2024
Quello spadaccino di Draghi
Caro Giulio,
il nostro Draghi, il 15 febbraio, ha infilzato l’establishement economico del mondo liberale con una lezione magistrale, in occasione della Conferenza del Nabe di Washington. Ben ricco di spunti storici dell’economia, in sostanza Draghi ha detto che la globalizzazione si proponeva di diffondere benessere e sicurezza, ma ci è riuscita solo in parte. E’ mancato il rispetto di regole condivise dalle strutture internazionali, senza il quale sono sorti squilibri economici. Le governances sono state fragili e le disuguaglianze tra Paesi e tra cittadini sono perfino aumentate. Testualmente: “Di fronte a mercati del lavoro fiacchi, investimenti pubblici in calo, diminuzione della quota di manodopera e delocalizzazione dei posti di lavoro, ampi segmenti dell’opinione pubblica dei Paesi occidentali si sono giustamente sentiti ‘lasciati indietro’ dalla globalizzazione. Di conseguenza, contrariamente alle aspettative iniziali, la globalizzazione non solo non ha diffuso i valori liberali, perché la democrazia e la libertà non viaggiano necessariamente con i beni e i servizi, ma li ha anche indeboliti nei Paesi che ne erano i più forti sostenitori, alimentando invece l’ascesa di forze orientate verso l’interno”.
La politica monetaria non basta più a proteggere le economie nazionali se la politica fiscale non è stabile. Occorre fra loro una interconnessione. Pandemia, guerre e allarmi climatici hanno ulteriormente complicato e frazionato le relazioni commerciali e gli interventi comuni. Bisogna ricostruire il sistema con provvedimenti fiscali più adatti, fare investimenti con debiti collettivi che sostengano le economie più deboli, confrontarsi in maniera più decisa con gli Stati che agiscono in modo egocentrico, distribuire più equamente alle persone i vantaggi della globalizzazione e garantire una sicurezza economica. Le risorse tecnologiche e l’utilizzo di una intelligenza artificiale estesa possono aiutare. Come sai, Giulio, anche Francesco Giavazzi qui da noi sostiene l’utilità di un debito pubblico europeo comune che possa riallineare costi e benefici. Dobbiamo discuterne.
Intanto quello di Draghi è stato un affondo potente ai gestori della politica e del capitalismo mondiale e un allarme lanciato verso alcune situazioni di gran rischio.
Ora, al nostro Draghi non manca la visione strategica e all’occorrenza anche un’efficienza tattica (che non sappiamo se l’Unione Europea gli affiderà). Purtroppo sembra che al momento gli manchi una squadra di colleghi robusti, mentre le trame, i complotti e gli arroccamenti imperversano nei confini europei e fuori. Sembra che dittature e populismi preferiscano il disordine per proteggere le proprie autonomie. Ne sono esempi quei mass media e quei social media che sostengono un pluralismo dalla lunga coda, farcito di incompetenza e fake news. Sembra più facile divergere invece che convergere, blaterare invece che discutere.
Ma i cittadini – sempre parole di Draghi - conoscono bene il valore della nostra democrazia e ciò che ci ha dato negli ultimi ottant’anni. Vogliono preservarla. Vogliono essere inclusi e valorizzati al suo interno. Spetta ai leader e ai politici ascoltare, capire e agire insieme per progettare il nostro futuro comune”.
Quel che ci servirebbe adesso è dare un mandato parlamentare a Draghi, per le vie della democrazia, così alla competenza tecnica professionale può aggiungere a pieno titolo quella politica. Caro Giulio, come dice lui: ci vogliono ‘azioni coraggiose’, a presto, ciao!
Paolo
(Il discorso originale inglese di Draghi al Nabe - National Association for Business Economics: https://files.constantcontact.com/668faa28001/a33105a7-25c1-4102-9a8e-f7becb95e8c3.pdf)
www.media2000.it/quello-spadaccino-di-draghi/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 22 febbraio 2024
Russia in digitale
Cara Mariella,
hai letto le mie lettere a Elvira e Ada sull’intelligenza artificiale in Cina e in India e mi chiedi che succede in Russia. E’ arduo dare notizie corrette perché nel conflitto in corso anche la propaganda telematica ha il suo ruolo e ogni informazione potrebbe essere strumentale. Ti suggerisco di prendere i dati ‘con le pinze’. Il popolo russo (146 milioni di abitanti in circa 80 articolazioni territoriali della Federazione, oltre 70 milioni di utenti internet) naviga sul web, principalmente appoggiandosi a due motori di ricerca che si spartiscono la totalità del mercato. Nella settimana tra il 12 e il 18 febbraio 2024, Yandex (russo) e Google (prevalentemente in lingua russa) fanno circa 36 milioni di contatti per ciascuno. I social network hanno traffico meno intenso: nello stesso periodo Vkontakte.ru fa 1.560.045 contatti (58,4% di share), Dzen.ru 599.940, Odnoklassniki.ru 472.991. Facebook.com ne fa 7.604, Twitter.com 2.086. C’è un sito statistico che fornisce i dati in modo abbastanza aggiornato: 
www.liveinternet.ru/stat/ru/searches.html?slice=ru&period=week.
Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, impegnato in una gestione geopolitica nazionalista e aggressiva, tiene in conto anche lo sviluppo digitale del Paese, sia per l’impatto sul mondo del lavoro che per quello sulla ricerca scientifica. In particolare in Russia c’è molta attenzione alla cybersicurezza e si parla molto delle applicazioni dell’intelligenza artificiale al settore militare. Come sai, dall’apertura al libero mercato degli anni ’90 ad oggi la situazione politica è cambiata e il confronto tra grandi potenze minaccia sicuramente uno sviluppo economico e commerciale che vorremmo armonico e condiviso. Per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale il governo russo sta predisponendo un Piano strategico nazionale fino al 2030 che include la formazione di specialisti, la cooperazione pubblico-privato, il supporto legislativo e l’espansione delle capacità scolastiche e accademiche nei settori di scienza, tecnologia, ingegneria, matematica, logistica e robotica.
Oltre all’ICT statale Yandex, è attiva negli investimenti digitali Sberbank, la principale banca di stato che collabora con il governo per promuovere l’innovazione tecnologica investendo in progetti di intelligenza artificiale. La Sberbank ha annunciato il lancio del chatbot rivale di OpenAI ChatGpt: si chiama GigaChat e al momento è disponibile solo in modalità di test. GigaChat può conversare, scrivere messaggi, rispondere a domande e creare immagini dalle descrizioni. Il lancio è stato definito una svolta per l'intero universo delle tecnologie russe, purtroppo sempre più autarchiche dopo le sanzioni del mondo occidentale che posizionano la Russia in ritardo nella tecnologia dell'informazione, mentre la capacità di generare falsi con l’intelligenza artificiale è considerata importante arma di offesa e difesa.
Il governo vuol sostituire le principali piattaforme internazionali con versioni nazionali controllabili e ha promesso nuovi investimenti per l’industria IT (hardware e software). Putin ha chiesto alle Accademie di ampliare l’accesso ai supercomputer, aumentarne la capacità e espandere la formazione per l’IA applicata nelle migliori università. Recentemente, per il 2024 ha stanziato 5,2 miliardi di rubli (circa 57 milioni di dollari) per ricerche sull’intelligenza artificiale (circa un cinquantesimo degli stanziamenti Usa!).  Il Gruppo VK, al posto di Google Play e Apple Store, ha lanciato RuStore, mentre TikTok, Instagram, e YouTube avranno i loro equivalenti con Yappy, Rossgram e RuTube.
RuNet è un progetto di sovranità digitale di internet. Qualcuno l’ha chiamato ‘fortezza cibernetica’. Si riferisce a tutti i siti web che si basano sulla tradizione russa e sulla cultura contemporanea, soggetta ovviamente alle leggi russe, comprese quelle sulla trasparenza, il copyright, la normativa editoriale e commerciale, i regolamenti sulla pubblicità, la censura.
Putin non riconosce le politiche consumistiche e l’etica ‘liberale’, considera “pericoloso e inaccettabile il dominio monopolistico” dei sistemi tecnologici AI occidentali, ma per un’alternativa deve colmare un ritardo tecnologico di infrastrutture e di formazione di personale. Oggi è più vicino agli approvvigionamenti di risorse cinesi, anche per i grandi modelli linguistici (LLM). Certamente la produzione industriale ‘generativa’ è molto meno diffusa che negli Stati Uniti e il quadro etico è impostato su un forte controllo governativo che frena le start-up locali.
Concludo con il singolare episodio della recente conferenza stampa di fine anno 2023, nella quale un clone, realizzato con l’intelligenza artificiale, ha intervistato il vero Presidente Putin. Putin ha colto l’occasione per confermare la sua identità e la sovranità autonoma della Russia e dichiarare che “quando i leader dell'intelligenza artificiale riconosceranno che rappresenta una minaccia, allora probabilmente inizieranno ad accordarsi come con la bomba atomica”. Spero che ben venga ogni tipo di accordo planetario e si ponga fine alle minacce.
Cara Mariella, auspichiamo che il rispetto dei diritti umani prevalga ovunque, che ci sia un futuro non cruento per le popolazioni e una soluzione diplomatica positiva per tutti i conflitti. Un caro abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/russia-in-digitale/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 15 febbraio 2024
India tra passato e futuro
Cara Ada,
sono lieto del tuo prossimo viaggio in India. La Repubblica Indiana oggi fa un miliardo e mezzo di abitanti, il 50% dei quali ha meno di 35 anni; la popolazione parla 27 lingue ufficialmente riconosciute e più di 1600 dialetti diversi. Più dell’hindi l’inglese costituisce la base della conoscenza tecnologica ed è considerata lingua ufficiale sussidiaria. L’India oggi vorrebbe farsi chiamare “Bharat” in tutte le lingue del mondo, rifacendosi al nome delle principali tribù di cultura vedica del secondo millennio avanti Cristo, per riscattarsi dal passato coloniale del Regno Unito. In India, tra due mesi, 900 milioni di persone potranno andare a votare per il Parlamento e per il Governo: informazione e disinformazione sui progetti elettorali viaggiano già sul web.
Dal punto di vista della rivoluzione digitale, in India circa 750 milioni di persone sono connesse a internet. Come è noto il sistema delle caste è stato abolito, ma resta endemico ed è il problema principale delle disuguaglianze sociali. Forse l’uso di computer e telefoni nelle interrelazioni sociali contribuirà a parificare certe incongruenze medioevali sui diritti umani.
L’introduzione dell’intelligenza artificiale è quindi estremamente rilevante, sia nel campo della formazione che in quello economico e culturale. Sul piano giuridico c’è una bassa criticità e l’attenzione è meno intensa che in Europa o negli Usa. Voglio pensare che il pluralismo delle istituzioni indiane prevalga su regole totalitarie come altrove, pur nel dovuto rispetto degli individui. In realtà i cyberattacchi sui dati, soprattutto dalle big tech estere, sono notevoli e cominciano a preoccupare il governo. A livello nazionale, per esempio, il traffico web è rivolto quasi prevalentemente a Google (più del 90%). Yahoo, Bing, DuckDuckGo e il cinese Baidu hanno un ruolo ridottissimo, così come i provider ‘locali’ come Guruji, Justdial.
Tuttavia, il caratteristico talento indiano per le scienze matematiche e la prossima esplosione demografica che avrà caratteristiche di educazione tecnologica porteranno la Nazione a un ruolo importante nella ricerca scientifica; peraltro è già ben avviata nei settori high-tech, nell’industria spaziale (missioni su Luna e su Marte), in quella farmaceutica, nella gestione logistica dei magazzini e dei trasporti, oltre che nelle nanotecnologie e nelle fonti di energia rinnovabile. Al momento purtroppo sono ancora molto rilevanti le contraddizioni tra un’élite industriale e un disagio diffuso nei servizi per la popolazione, sia nelle campagne che nelle metropoli.
Tornando al settore della comunicazione, fondamentale per l’unità nazionale, per l’inclusività e per l’emancipazione, il web in India ha scarsi contenuti indigeni, perciò sono stati avviati alcuni grandiosi progetti per rompere le barriere linguistiche e consentire l’accesso digitale da ogni lingua locale, utilizzando l’intelligenza artificiale: Progetto Bhashimi del Ministero dell’Elettronica e della Tecnologia dell’Informazione (https://bhashini.gov.in/) e Progetto Indus del Gruppo Tech Mahindra (https://www.techmahindra.com/). Sono le sfide parallele a ChatGpt di OpenAI: il linguaggio LLM verso una cultura radicata nei secoli. Avremo un Dharma cucito con l’intelligenza artificiale? Sarà più preoccupata la Trimurti o Narendra Modi?
Tu Ada vai tranquilla, rispetta usi e costumi, studia i testi sacri e fatti raccontare i dettagli di come funziona la rivoluzione digitale nelle scuole e nell’amministrazione pubblica. Ce lo dovrai raccontare per bene.
Un abbraccio
Paolo
(Per chi fosse digiuno di induismo: “Dharma” ha tanti significati, mi limito a definirlo come la serie di norme dell'universo naturale e di quello sociale)
https://www.media2000.it/india-tra-passato-e-futuro/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 7 febbraio 2024
人工智能 - Intelligenza artificiale in Cina
Cara Elvira,
a te che hai studiato filosofia cinese e che vuoi sapere come il governo cinese ha impostato la gestione della conoscenza attraverso l’intelligenza artificiale, racconterò in breve quel che so in proposito. L’approccio filosofico è totalmente pragmatico. Non c’è traccia di Confucio o di Laozi, come forse speravi, piuttosto qualche spunto legista di Hanfeizi (3° sec. a.C.), il quale suggeriva che il mondo senza un governo forte è destinato alla rovina.
In Cina le normative statali guidano la ricerca tecnologica, mentre perlopiù in Occidente l’innovazione precede ampiamente la regolamentazione. Il Governo cinese ha come obiettivi principali la sicurezza interna e una leadership internazionale sui dati. In parole semplici: la tecnologia deve essere utile all’agenda sociale del Partito, gestire gli impatti economici ed etici della popolazione e delle istituzioni, competere con le grandi potenze mondiali sui primati scientifici e geopolitici.
Nel 2021 è stato pubblicato il Regolamento sugli algoritmi di raccomandazione, che ha prodotto il Registro degli Algoritmi, un database online sulle capacità di un’intelligenza artificiale per la mobilitazione sociale. Nel 2022 sono state varate le Norme affinché i contenuti generati sinteticamente (deep synthesis) siano etichettati come tali, siano conformi ai controlli, non generino notizie false e evitino usi impropri. Nel 2023 sono uscite le Misure provvisorie sull’intelligenza generativa, che esigono dai provider di sostenere i valori fondamentali del socialismo alla cinese, garantire proprietà intellettuale, trasparenza, accuratezza e affidabilità, senza discriminazioni. Lo Stato promuove l’innovazione e lo sviluppo nell’intelligenza artificiale generativa attuando una gestione graduale tollerante e cauta (http://www.cac.gov.cn/2023-07/13/c_1690898327029107.htm). L’Accademia cinese delle scienze sociali ha pubblicato anche un documento integrativo con un elenco degli argomenti da evitare (oscenità, violenza, terrorismo, critiche al socialismo o all’unità nazionale). Sono previste sanzioni amministrative e penali per le violazioni. Il 17 gennaio scorso sono state pubblicate dal Ministero dell’Industria le grandi Linee guida del settore dell’intelligenza artificiale. Si tratta di standardizzare 50 soggetti nazionali, ovvero applicare specifiche comuni per garantire uniformità e coerenza in certi settori, mantenendo controlli efficaci senza schiacciare le emergenti iniziative industriali collegate con l’intelligenza artificiale. Prevenzione e protezione sono i due concetti della sicurezza.
In sostanza il governo reclama un ordine tecnologico per uno sviluppo vivace, ma moderato dal Partito, nell’interesse di tutta la collettività. Dopo gli sviluppi incontrollati dei neocapitalisti cinesi degli scorsi anni stavolta il governo vuole gestire dall’inizio le iniziative tecnologiche più significative e potenzialmente più discriminanti.
L’equivalente della ChatGpt di OpenAi in Cina è stata sviluppata dagli ingegneri di Baidu (gigantesco motore di ricerca) e si chiama Wénxīn yī​yán (文心一言) o ERNIE (Enhanced Representation trought Knowledge Integration) con linguaggi LLM (Large Language Model). A dicembre 2023 aveva già 100 milioni di utilizzatori. Anche Alibaba e Tencent sono al lavoro sulle chat bot. Ovviamente le imprese sono supervisionate dal governo al quale spetta il compito di stabilire quel che sia lecito e quel che no, forse esaltando o sminuendo eventi o persone secondo opportunità. Sfida tra tecnicalità e ideologia?
A noi, da curiosi della cultura cinese e appassionati della scrittura ideografica, piacerebbe conoscere se anche l’organizzazione degli algoritmi da parte dei Team creativi cinesi è concepita per gli ideogrammi e tiene conto di una logica ‘orientale’ che nei sillogismi e nella sintassi è un po’ diversa da quella aristotelica. Perfino nella morfologia i vocaboli cinesi, ognuno dei quali indica un concetto (che può essere sostantivo, attributo, verbo, avverbio o altro) non hanno genere, numero, coniugazione, declinazione. Per la lettura e le relazioni digitali tra i concetti (o vettori) non c’è una base alfabetica di una trentina di lettere, ma di almeno 50.000 disegni semantici. Sarà come il riconoscimento facciale o delle impronte digitali? Come sai c’è poi un mondo metaforico nella scrittura ideografica, nel linguaggio e nella letteratura dei cinesi, che è tutto da interpretare. Allusioni e allegorie, che tu hai studiato sui classici o sui quotidiani odierni, spesso inducono interpretazioni ermetiche; come saranno trattate dalla burocrazia tecnologica? Approfondiremo anche questo argomento appena possibile. Se hai suggerimenti, non esitare a metterli in comune. Da sempre sono grato dei tuoi insegnamenti. Intanto un forte abbraccio
Paolo
www.media2000.it/人工智能-intelligenza-artificiale-in-cina/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 1° febbraio 2024
Supercalcolo
Caro Tommaso,
non conosco bene i programmi del tuo corso di Ingegneria gestionale, ma ti lancio qualche citazione dei protagonisti principali del sistema informatico. Motori che stanno un po’ dietro le quinte.
Il progresso digitale, quello dei bit che fa capo a 1/0 (= luce accesa/luce spenta), oggi ci permette di conoscere, calcolare, assemblare il passato, il presente e anche il futuro. Sia con le variabili della natura (fisica, chimica, meccanica, meteorologia, ecologia …), sia con quelle della società umana (lavoro, giustizia, cultura, economia …). Ricerche e soluzioni sono matematicamente a portata di intelligenza umana e artificiale. Ci sono macchine formidabili. I supercomputer sono composti da molti apparecchi che lavorano insieme, formando un cluster. I computer possono essere connessi con una rete ad alta velocità, che consente loro di comunicare e coordinare le operazioni. Il supercomputer usa l’elaborazione parallela, cioè svolge più attività contemporaneamente, invece di una alla volta. Tenendo conto che non è possibile superare la velocità della luce, l’unità di misura è il petaflop (Pflop/s), che equivale a un milione di miliardi di istruzioni/calcoli al secondo. Tieni conto che i personal che utilizziamo al lavoro o a casa hanno una capacità all’incirca di centomila volte inferiore.
Oggi i supercomputer più potenti al mondo sono: Frontier (HPE Oak Ridge National Laboratory, Tennessee, USA) che raggiunge 1194 Petaflop/s, Aurora (Argonne Leadership Computing Facility, Illinois, USA) 585 Pflop/s, Eagle (Microsoft Cloud Azure) 561 Pflop/s, Fugaku (Riken e Fujitsu in Giappone) 442 Pflop/s, LUMI (Centro EuroHPC presso CSC in Finlandia) 379 Pflop/s, Summit (IBM presso l’Oak Ridge National Laboratory USA) da 148 Pflop/s. In una classifica per Nazioni, i supercomputer in USA sono 161 e possono governare 5711 Pflop/s, in Cina sono 104 con 770 Pflop/s, in Giappone 32 con 866 Pflop/s, in Finlandia solo 3 impianti ma 546 Pflop/s in totale.
In Italia abbiamo il supercomputer Leonardo (https://www.cineca.it/temi-caldi/Leonardo) presso il tecnopolo Cineca di Bologna, con una capacità prevista di 238 Pflop/s. Il consorzio Cineca gestisce il supercomputer e offre servizi di calcolo, formazione, consulenza e supporto a università, enti di ricerca, aziende e pubbliche amministrazioni, tra cui l’Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN, per studiare la struttura della materia, le reazioni nucleari, la fisica delle particelle e la cosmologia), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF, per esplorare l’universo, le galassie, le stelle, i pianeti e i fenomeni astrofisici), il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR, che finanzia il progetto e promuove la collaborazione tra le istituzioni accademiche e scientifiche italiane e internazionali), la Commissione Europea che cofinanzia il progetto nell’ambito del programma EuroHPC e coordina la rete di calcolo europea ad alte prestazioni. È in costruzione anche il supercomputer HPC6 dell’ENI, presso il Green Data Center di Ferrera Erbognone (Pavia) che punta a 600 Pflop/s.
Poi ci sono i computer quantistici, formidabili ma più fragili. Utilizzano i fotoni subatomici, che possono assumere più valori contemporaneamente grazie alle proprietà quantistiche della materia, come lo spin delle particelle, che ha due stati codificabili per informazioni binarie. I fotoni sono particelle di luce e il loro uso come qubit (= bit di calcolo quantistico), insieme ad altri fattori come la temperatura di ambientazione, i tassi di errore, la connettività, la scalabilità e l’entanglement (= intreccio quantistico), produce un volume quantico che viene considerato misura dell’efficacia di un computer di questo tipo. L’informatica quantistica sta passando dalla fase sperimentale a quella operativa. In questo campo operano alcune tra le più grandi aziende informatiche e istituzioni di ricerca, con realizzazioni e progetti d’avanguardia in costante evoluzione per la potenza di calcolo e con percorsi di ricerca tra loro molto differenziati. Esempi in Usa: Osprey, Progetto Condor e Sistema Kookaburra di IBM, Google Quantum AI e Sycamore di Google, Azure Quantum di Microsoft, Braket di Amazon, Quantum Learning Machine di Atos, Atom Computing, Rigetti Advantage, Intel Horse Ridge II, D-Wave Advantage; in Canada: Borealis di Xanadu; in Cina: Jiuzhang dell’Università di Scienza e Tecnologia, Alibaba Quantum Lab in collaborazione con l’Accademia delle scienze, Qianshi di Baidu.
In Italia sono operativi due progetti: Seeqc System Red con il supporto dell’Università Federico II di Napoli e Epique (European Photonic Quantum Computer) con l’Università Sapienza di Roma, finanziato dalla Commissione Europea, che vuole lanciare una piattaforma quantistica di oltre 1000 qubits.
Se vuoi approfondire i progetti ti suggerisco di consultare direttamente sul web i siti dei brand citati.
Al di là di queste top parade, mi chiedo come mai con questi potenti equipaggiamenti tecnologici non riusciamo ancora a far funzionare per bene i governi della società umana. La gestione politica è affidata a mani spesso incompetenti. Quella economica è sotto l’arrembaggio dei tycoons, la formazione è un pour-parler nei social, il benessere è un’incognita, i conflitti infuriano. Di fatto si accumulano le responsabilità dei leader che quasi mai, almeno da noi, sanno usare la tecnologia, neanche per gestire i servizi pubblici più semplici. Con i supercomputer spero sia la volta buona per avere un catasto immobiliare nazionale, un’anagrafe unificata, una trasparenza fiscale completa, una tessera sanitaria polivalente … Per il momento fermo qui i desideri e le lamentele...
Tu non badarci troppo, studia e sappi che toccherà alla tua generazione risistemare il mondo. Ciao Tommaso!
Paolo
https://www.media2000.it/supercalcolo/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 25 gennaio 2024
Visioni internazionali
Cara Beata,
sei giovane, vuoi crescere, capire e vedi confusione dappertutto nel mondo. Anch’io vedo pericoli ‘planetari’, rischi da cattiva gestione e inquinamento ecologico (e etico). Ma tu vacci piano, non dar retta ai disfattisti totali. Certo è che la geopolitica della Terra è un intreccio turbolento e disordinato. Ogni superpotenza, o sedicente potenza, fa guerra alle altre. Poi però ci va d’accordo sull’import-export, che siano armi o grano o minerali per chip. Contano i soldi, per vie maestre o per vie nascoste. Il commercio tira. Invece sui diritti umani il sostegno è ambiguo: dipende dalle opportunità del momento. Insomma: dove si vuole, si collabora. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti.
Sui rapporti internazionali tra i leader politici ci sono due visioni. Quella di sfida e quella di cooperazione. Al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e al Parlamento Europeo (tanto per fare esempi) ci sono le sfide tra politici che difendono le loro poltrone e interessi di parte.
Ma la cooperazione civile sul patrimonio comune del pianeta esiste e funziona. C’è quella tra lobbies industriali e finanziarie, poteri forti dell’economia che si spartiscono risorse e ricavi ma non ignorano i rischi globali (vedi il World Economic Forum di Davos), le intelligenze plutocratiche (vedi Club Bilderberg), le fondazioni ‘filantropiche’ (vedi Gates o Soros, Rockefeller, Getty), le Ong assistenziali (vedi Croce Rossa, Emergency, WWF, Medici senza frontiere, Greenpeace …) che vivono sulle sovvenzioni, le organizzazioni internazionali delle categorie professionali e industriali. A proposito del meeting di Davos di quest’anno è da segnalare che 250 super-ricchi imprenditori di 17 Paesi hanno platealmente proposto di farsi tassare di più per promuovere una crescita economica globale sostenibile, dal momento che le disuguaglianze sociali diventano critiche per la stabilità economica ed ecologica dei loro asset. Collaborazione previdente!
A livello governativo il confronto è acceso ma disponibile al dibattito: Unione Europea, Unione Africana, Asean, Brics, Ocse, Opec, G7-G20, Fondo Monetario Internazionale. Poi ci sono le istituzioni statali tipo Commonwealth e quelle religiose, ecumeniche e non del tutto prive di potere temporale. Devo citare anche le grandi cooperazioni-alleanze di ‘difesa’ militare: Nato (Nord Atlantico), Seato (Sud-est asiatico), Csto (Stati post-sovietici), Lega araba.
Le Nazioni Unite, ancorché imbrigliate dai veti sui temi della guerra, hanno Istituti e Agenzie di cooperazione internazionali sul piano sociale e culturale di larghissima partecipazione e importanza. Vorrei citarti UNHRC per i rifugiati, UNHCHR per i diritti umani, UNICEF per l’infanzia, UNESCO per la cultura, FAO per l’agricoltura, ILO per il lavoro, OMS per la sanità, pur nelle grinfie burocratiche dei poteri diplomatici. Comunque sono tavoli importanti di dibattito e di operatività nei quali nasce spesso qualche fecondo seme di coscienza planetaria.
C’è anche la cooperazione scientifica e tecnologica, nonostante gli screzi bellici. Intendo per esempio quella tra Usa e Russia per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS), recentemente confermata fino al 2025, con la partecipazione di esperti di molti Paesi (vedi oggi in orbita il nostro astronauta Walter Villadei). Anche per la sanità alcune collaborazioni internazionali sono intrecciate (vedi i finanziamenti americani e francesi al laboratorio cinese di Wuhan), così come i progetti per la meteorologia e il clima. Uno dei più attivi è il laboratorio dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico composto da 300 delegati scientifici di 120 governi, allo scopo di studiare il riscaldamento globale. Nel suo ultimo Rapporto, IPCC ha dichiarato che i piani statali sono insufficienti; gli eventi meteorologici estremi potranno essere più frequenti e più intensi e causare impatti sempre più pericolosi sulla natura e sulle persone. Con l’Agenda 2030 (www.unric.org/it/agenda-2030/) le Nazioni Unite hanno avviato un concreto percorso ‘salvagente’ su 17 situazioni critiche, concordato formalmente tra 193 Paesi.
Così, anche se continuiamo ad essere preoccupati per il futuro delle nostre famiglie, sappi che molti autorevoli professionisti, teste lucide della nostra civiltà, studiano e lavorano per progetti comuni. Gli studi e le ricerche sono fondamentali per capire le situazioni, valutare i rischi, superare le barriere culturali, promuovere iniziative concrete. Le frontiere della cooperazione scientifica sono in fermento. Nessuno è perfetto, volano anche i falchi, ma anche le colombe e più di una mira al bene terrestre comune. Le visioni condivise e l’intelligenza collettiva fanno crescere la coscienza planetaria. Tienile d’occhio.
Ciao Beata, un caro saluto anche a tua sorella!
Paolo
https://www.media2000.it/visioni-internazionali/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 18 gennaio 2024
Appunti di futuro prossimo
Caro Geppetto,
alle spalle abbiamo avuto un anno feroce. Le buone cose sono state sopraffatte quotidianamente dalle notizie di guerre, stragi e rappresaglie. L’eco è arrivato forte in tutte le case attraverso immagini ben definite. Non è stato un ‘sentito dire’, lo abbiamo visto. E continua. Al potere c’è chi è senza testa, con ambizione autoreferenziale, senza logica, senza competenza, senza compassione e forse disonesto. La confusione aumenta l’inquinamento, anche quello culturale. Il pluralismo delle idee dei giornalisti e dei mass media ci aiuta un po’. Che cosa sta succedendo nel mondo è sotto gli occhi di tutti nella sua drammaticità. Noi possiamo fare ben poco, se non fare attenzione, approfondire criticamente le informazioni e tenere aperto un dibattito.
Per riassumere il futuro, senza nostalgia, ti sottopongo cinque tendenze che io ritengo principali.
Aumenta la complessità delle variabili e lo stress cognitivo. In questo regime consumista siamo bombardati di notizie e offerte che arrivano da voci vicine e lontane, le relazioni sociali sono filtrate da mass media e telefonini. Adottare comportamenti coerenti, fare selezione e scegliere le priorità provoca tensioni e sovraffaticamento, ogni coinvolgimento richiede più impegno.
L’innovazione tecnologica è accelerata e influisce sui costumi sociali. Macchine e strumenti digitali hanno sconvolto tempi e metodi di lavoro e di vita. Alcune società multinazionali (Big Tech) guidano lo sviluppo industriale e competono per ricchezza e disponibilità di strumenti con le istituzioni pubbliche. Gli algoritmi digitali prevaricano la ricerca etica e il linguaggio naturale.
Il potere politico è autoreferenziale e la democrazia scricchiola. Gli amministratori pubblici difendono le proprie poltrone e sono sempre più autoreferenziali. Gli slogan elettorali sostituiscono veri progetti per il bene comune e influenzano l’opinione pubblica. La burocrazia imperversa e aggarbuglia procedure e soluzioni. Le autorità legislative, esecutive e giudiziarie sono mescolate e disordinate.
Le persone danno la priorità alle esigenze immediate. Le risorse economiche della maggior parte delle famiglie sono limitate, perciò vengono dedicate ai consumi e al benessere del presente. In molte parti del mondo mancano acqua, cibo, salute e lavoro. Per i meno (o poco) abbienti un futuro lontano non ha appeal. Anche le istituzioni e le aziende mirano ai successi veloci, non al domani.
Lo sviluppo industriale aumenta i rischi dei fenomeni naturali. Lo sfruttamento intensivo di certe risorse naturali, soprattutto dei combustibili fossili, ha prodotto un forte inquinamento generalizzato. Scarse le misure di manutenzione e sicurezza, e non coordinate. Lo sviluppo attuale non è sostenibile a lungo termine. Grandi rischi climatici. Solo interventi globali potrebbero risolvere i problemi planetari.
Caro Geppetto, dalla tua bottega di artigiano vedi e conosci tante cose, aiutami a capire che cosa succederà e soprattutto: non farmi un Pinocchio con un’intelligenza artificiale bugiarda!
Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/appunti-di-futuro-prossimo/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 20 dicembre 2023
Il linguaggio dell’AI
Caro Albert,
lungi da me la presunzione di poterti aggiornare sulla rivoluzione digitale in corso. Raccolgo informazioni che capisco solo superficialmente e te le giro con semplicità ma senza riuscire ad approfondirle. Cerco di riassumerti lo scenario, visto dall’esterno, in modo non esaustivo, anche perché di Intelligenze Artificiali ce n’è più di una.
L’intelligenza Artificiale utilizza da poco perlopiù il Modello di Linguaggio Largo (in sigla LLM). Sono algoritmi avanzati di deep learning che elaborano il linguaggio naturale con decine di miliardi di parametri. Lemmi, o parole, vengono analizzati lessicalmente e codificati attraverso una serie di vettori che incorporano i concetti in posizioni multidimensionali (ChatGpt pare utilizzi 1.500 dimensioni e 8.500 miliardi di voci). Ogni etichetta, digitale, ha un’identità come soggetto contenuto e come significato semantico in relazione a tanti (tutti) i contesti nei quali compare, includendo i sinonimi, le somiglianze, le analogie, i contrari, le affinità, i contesti dove è collocato. Le posizioni sono inserite in reti neurali, con livelli di specificazione e nodi di percorso linguistico. (Oltre alle parole scritte si sta lavorando anche sui suoni e sulle immagini, ne riparleremo.)
E’ un lavoraccio, ma lo fa il computer a ultra-velocità, setacciando tutti i testi che trova su internet, da Wikipedia e Common Crawl ai siti web e ai messaggi su Twitter, corretti o sbagliati che siano. Le relazioni tra i concetti (pardon: tra i vettori) vengono esaminate con vari filtri e passaggi, digitalmente, statisticamente e semanticamente.  Ci saranno poi dei ‘guardrail’ a limitare o correggere palesi errori, garantendo le regole dell’organizzazione, ai quali si aggiungono anche verifiche in base all’esperienza (RLHF = Reinforcement Learning from Human Feedback).
I vettori di ogni parola sono individuati in uno spazio multidimensionale da coordinate numeriche (i due assi cartesiani non bastano). Vengono etichettati, confrontati digitalmente e trascritti, tradotti in testi di parole sensate, precise, articolate in argomentazioni grammaticalmente e sintatticamente corrette. Non c’è una vera e propria ‘intelligenza’ o consapevolezza di quel che il computer dice rispondendo a una domanda, però gli abbinamenti trovati sono più di quelli che un cervello umano riuscirebbe a raccogliere a quella velocità, e sono ragionevoli e utili per le risposte.
Semplificando direi che il motore dell’Intelligenza Artificiale risolve agevolmente tutti i puzzle, le parole incrociate e i sudoku, avendo esaminato tutte le combinazioni possibili e scelto quelle probabilmente più utili per rispondere alle domande. Se ci confrontiamo con un’Intelligenza Artificiale Generativa (GPT sta per Generative Pre-trained Transformer), questa potrebbe anche inventare delle soluzioni apparentemente inimmaginabili dal nostro cervello. Tieni conto che un ‘motorino linguistico’ come Chincilla di DeepMind tiene d’occhio 70 miliardi di parametri con 1,4 trilioni di vettori di parole. Tutto a una velocità incredibile.
Ci sarebbe da scrivere un libro per raccontare i dettagli di questo Modello di Linguaggio Largo, forse l’Intelligenza Artificiale se lo scriverà da sola. Intanto, mentre i Governi cercano di arginare questo superpotere tecnologico*, crescono le opportunità di utilizzo concreto nel sociale, dalla medicina alle informazioni, alla gestione degli asset, alla profilazione dei consumi e perfino al riconoscimento facciale. I regolamenti approvati dovrebbero tutelare in primis la privacy, i copyright, controllare le fake info, i robot e l’evasione fiscale … Ma siccome per via burocratica entreranno in vigore tra un paio d’anni, nel frattempo il deep learning e l’evoluzione tecnologica avranno già rimescolato le carte…
Quel che voglio sottolineare qui è che il linguaggio comune che le nostre generazioni hanno assorbito quasi spontaneamente dai genitori, dalla scuola, dalle chiacchiere tra bambini o tra colleghi, con tutte le performances sentimentali, artistiche e etiche dell’età e della cultura, è stato fatto a pezzi, tokenizzato, frullato, centrifugato, mescolato con esperienze altrui e rigenerato in bit.
La macchina adesso forse ne sa più di noi umani e ci propone di gestire al meglio (speriamo) le relazioni economiche, tecnologiche, sociali. Io, per il momento, sono a mio agio solo quando discuto con esseri umani. Sono rimasto indietro?
Caro Albert, time flies!
Paolo
*https://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2023/12/09/artificial-intelligence-act-council-and-parliament-strike-a-deal-on-the-first-worldwide-rules-for-ai/
https://www.media2000.it/il-linguaggio-dellai/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 7 dicembre 2023
Se lu sciroccu rite fessa ci lu crite
Caro Antonio,
come sai è in corso a Dubai il 28° Summit mondiale sui cambiamenti climatici (Cop28). Gli interventi dei governi sembrano poco sinceri: in pubblico, a favor di popolo, sostengono le campagne anti inquinamento, ma le iniziative concrete sono lente, deboli, allungate nei meandri delle lobbies e nel tempo. Se diamo retta a Guterres, segretario Onu, e a Papa Bergoglio, di tempo non ce n’è più.
Di fatto, se spegnessimo adesso i motori a combustibile fossile, la vita economica degli umani finirebbe subito. Senza energia sufficiente per lavorare, muoversi, mangiare e stare in salute, ogni asset crollerebbe. Non resta che dilazionare gli interventi nel tempo e sperare di sviluppare in fretta energie rinnovabili o nucleari o spaziali su scala planetaria, in attesa che gli scienziati trovino soluzioni straordinarie magari nella fisica quantistica. Oltre a queste occasioni tecnologiche, occorrono intese politiche globali tra grandi potenze che non sembrano immediatamente verosimili, visto che Usa, Cina, Russia e India si contendono la leadership anche a suon di guerre locali.
Intanto l’Europa è a pezzetti, come i Paesi africani e sud-americani, che non pesano abbastanza.
In questo confronto-scontro quotidiano si fanno largo a sportellate (pardon: volevo dire ‘a suon di dollari’) certi Paesi arabi, ricchi ricchi proprio grazie ai combustibili fossili. Benché discutibili per democrazia, problemi sociali e tradizioni religiose, di fatto pochi sceicchi stanno comprando tutto: titoli di borsa, proprietà immobiliari, banche, imprese, infrastrutture, turismo, editoria, tecnologie, organizzazione di eventi.
Le lusinghe viaggiano sulle vie dello spettacolo sportivo, ottima piazza di endorsement. Formula 1 e Motomondiale, Olimpiadi, Calcio World Cup e calciatori celebri sono di casa in Arabia e nelle case di tutto il mondo attraverso la televisione. Poi ci sono gli sponsor delle squadre europee: Milan, Roma, Real e Atletico Madrid, Paris SG, Manchester City …
Torniamo a Dubai e vediamo che da quelle parti il marketing sostiene tutte le illusioni possibili, in un clima di lusso, vacanze, paradisi architettonici, affari e commerci fiscalmente privilegiati, conversazioni dorate sulle crisi mondiali. Niente limita lo sfarzo, neppure i rischi di sopravvivenza, perfino negati. Ricchi premi e cotillons, sceicchi principi azzurri, salotti e social festaioli, lobbisti e influencers consumisti di alto livello. Attrazioni fatali per luci della ribalta ed effetti spettacolari dentro i quali si annacquano rischi, pericoli, stragi, preoccupazioni, ragioni discutibili, ma senza contradditorio. Profumo di soldi anche nelle votazioni? Come per il calcio, le Olimpiadi e l’Expo? Là dove tintinnano i quattrini, accorrono quanti vogliono farsi comprare. Come piattaforma di lancio, non c’è male.
Quello delle pubbliche relazioni internazionali è uno show attraverso il quale sono passati in tanti e vorrebbero passare tutti, Italia compresa. Ci siamo anche riusciti, con i Giubilei, i Giochi Olimpici, i Giochi del Mediterraneo, le Universiadi, i grandi Tornei di Tennis, i Festival culturali e musicali, le Mostre d’arte ecc. Le attrazioni turistiche non ci mancano. Servirebbe offrire un Paese ordinato, pulito, efficiente, trasparente, proprio all’opposto di Roma attuale. Non voglio infierire, ma c’è qualche amministratore che ascolta i cittadini?
Tuttavia, al di là dell’ordine delle città e delle adulazioni del marketing arabo, resta il problema di come affrontare un inquinamento planetario imminente, insieme alla mancata risoluzione diplomatica delle guerre e alla crescita delle disuguaglianze sociali anche all’interno dei Paesi industriali. E’ una questione di organizzazione della nostra civiltà alla quale i grandi poteri fanno solo sorrisi.
Buon lavoro, ce n’è tanto per te, Antonio!
Paolo
https://www.media2000.it/se-lu-sciroccu-rite-fessa-ci-lu-crite/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 30 novembre 2023
Dubbi digitali e torta al cioccolato
Cara Sofia V.R.,
non posso che fare un riepilogo breve sulla storia della logica del linguaggio, ma ti sono certamente grato per le basi di filosofia che mi hai insegnato. Qui stiamo aspettando che si evolva un percorso di fisica quantistica anche per il pensiero. E intanto ci si propongono Intelligenze Artificiali a moduli algoritmici non sempre trasparenti, quindi: verità in alto mare.
Aristotele e seguaci definivano corrette le affermazioni che scaturivano da precisi sillogismi deduttivi, poi codificati nel medioevo, che rispondevano a regole categoriche per conoscere il vero e il falso. Solo alcuni esempi, a braccio.
a.In una argomentazione i soggetti devono avere la medesima estensione. Una parte è minore del tutto. Quindi è falso dire che i commercianti sono tutti evasori fiscali.
b.Variazioni concomitanti: un fenomeno che varia in un certo modo ogni volta che un altro varia nel medesimo modo, ha necessariamente una connessione. Quindi è vero che senza carburante le macchine non vanno in moto.
c.La verità o la falsità di una proposizione non dipendono dal dictum (‘nevicare’) ma dal modus (‘possibile, impossibile, necessario, contingente). Quindi è falso dire che in inverno nevica sempre.
d.Due enunciazioni contradditorie non possono essere entrambe vere o entrambe false. Quindi la Terra o è sferica o è piatta.
Oggi abbiamo falsità e illusioni sparpagliate ovunque, anche per mancata identificazione delle condizioni di riferimento o delle eccezioni motivate. Tematiche trattate superficialmente o spacciate con scarse prove. I testi ingannevoli sono numerosi sia sui mass media che sui social, oltre che nelle aule politiche e giudiziali. Con le tecnologie digitali sono frequenti anche gli audiovisivi truccati. Il trucco va bene se fa spettacolo, ma non deve essere mistificatorio.
Non mi dilungo. Gli amanti delle figure retoriche sanno dove trovare i criteri logici della cultura greca e occidentale e le liste delle fallacie informali, dagli equivoci alle provocazioni alle previsioni esoteriche.
In Oriente la logica si è diffusa con altri metodi. Per esempio un’argomentazione deduttiva ricorrente è quella del tipo sorite, dove il predicato della proposizione antecedente è soggetto della proposizione seguente. ‘La benzina serve per le automobili, le automobili servono per i trasporti, i trasporti servono per l’industria, l’industria serve per il benessere, la benzina serve per il benessere’. La comunicazione è fluida, ma difettosa.
Nel passato la verità di molte affermazioni e la correttezza di molti comportamenti, sedicenti scientifici, sono stati attribuiti anche a entità soprannaturali o a individui carismatici e hanno prodotto folle di individui creduloni ostinati. Ce ne sono tanti ancora in giro! Ma si sono sviluppati anche percorsi di dubbio metodico e logica induttiva (Cartesio, Bacone…).
Saltando, di getto, ai giorni nostri, verità ed errore sembra appartengano a teorie della probabilità e pesi stocastici che si confondono in una scenario di variabili, ipotesi, congetture, se non addirittura desideri e ambizioni, confronto di punti di vista discordi, senza precise regole metodologiche.
Mi chiedo se i giovani esperti di digitalizzazione che lavorano alla costruzione delle Intelligenze Artificiali (quelle generative) abbiano conoscenze larghe di filosofia, etica, estetica da infondere negli algoritmi. Mi chiedo come sappiano trattare quelle espressioni di similitudine, paradosso, ironia, satira, iperboli, componenti emozionali della letteratura e della storia. Mi chiedo se all’intelligenza abbiano aggregato esperienze di galateo o di diplomazia per risolvere dilemmi o proporre compromessi, e con quali valori.
Dal momento che non c’è una cultura globale, né un’Intelligenza Artificiale unica e che le iniziative nascono da imprese industriali, non di beneficienza, diversificate da un’origine culturale occidentale o orientale, cristiana o musulmana o buddista, consumista o socialista, democratica o autocratica (il ventaglio delle circostanze è ben vasto), mi auguro di non dover obbedire ciecamente a nessuna Intelligenza Artificiale, ma di poterla sfruttare come strumento utile, ma non invadente, forse imperfetto, quindi da prendere con cautela.
Cara Sofia, mio amore dal Liceo! Ho trovato la tua ricetta della torta al cioccolato, vera libidine non artificiale!
Paolo
https://www.media2000.it/dubbi-digitali-e-torta-al-cioccolato/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 23 novembre 2023
I conti in tasca
Caro Ernesto,
cerchiamo soldi per il budget di Stato e si parla molto in questi giorni di evasione fiscale. Grandi volumi stimati di economia sommersa, non osservata o sottodichiarata: 200 miliardi/anno di euro evasi in Italia, 200 miliardi italiani nei depositi dei paradisi fiscali all’estero! Ci sono anche le intrusioni delle compagnie multinazionali che operano da remoto: via Internet vendono beni e servizi in Italia, i redditi non sono tracciabili e non sempre i pagamenti sono soggetti a Iva.
Nel piccolo mondo dell’editoria, alcune procedure di elusione/evasione o perlomeno di etica distratta di enti privati e pubblici ce li abbiamo in casa, da anni, in pubblicità. Le concessionarie che gestiscono per conto degli editori i mezzi (tv, radio, giornali, siti web …) offrono ai clienti tariffe di listino codificate, ma poi applicano perlopiù prezzi con sconti molto significativi, oppure affiancano larghe campagne di spazi di sostegno in omaggio, incontrollato. Per semplificare: se paghi 50 per uno spazio tariffato a 100, anche l’Iva che dovresti versare è dimezzata; se paghi 10, l’Iva è un decimo. Le domande sono: qual è il senso delle tariffe? qual è lo sconto accettabile? gli sconti sono uguali per tutti?
Gli addetti ai lavori sanno che tocco un tasto delicato, che ha fatto e fa crollare mercati, aziende e reputazioni.
Aggiungo un altro argomento da interrogativi: la cartellonistica sui campi sportivi. Il cliente paga, nel suo Paese, per la visibilità degli spettatori in tribuna e ottiene anche quella delle telecamere. Il prezzo sarà proporzionato al successo atteso dell’evento (calcio, motori, tennis, sci, basket, volley, ciclismo …). Quasi certamente è prevista anche una tassa di affissione per le amministrazioni locali. E quando le immagini dall’Italia vanno in giro per il mondo, ovvero quando arrivano in Italia dall’estero? Ore di visibilità, non occulta ma dissimulata, in diretta, in differita, in replay. Effetto di lunga durata pagato una volta sola e tassato solo localmente. Per i brand globali o multinazionali è un ottimo affare, con buona compiacenza di tanti attori. Naturalmente lo stratagemma vale anche per i product placement e le notizie ‘redazionali’ non dichiarate.
Sono conscio che è difficile calcolare l’overspill programmato, i risultati e i corrispondenti potenziali introiti fiscali, ma si potrebbe fare regole e indagini oltre che lamentarsi che mancano soldi ai budget di Stato. Se poi all’Agenzia delle entrate mancano detectives … è un’altra storia.
Ma intanto le Autorities stanno a guardare?
Ancora una volta il problema nasce dalla diffusione ‘sciolta’ dei mass media, via etere o internet, senza confini e senza regole internazionali. La mancanza di una fiscalità comune, anche solo per l’Unione Europea, è un danno comune per tutti, ovviamente tranne per coloro che eludono/evadono le tasse.
Hai voglia di occupartene, caro Ernesto? Buon lavoro.
Paolo
https://www.media2000.it/i-conti-in-tasca/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 16 novembre 2023
Influencers marketing
Cara Alice,
son certo che ne sai più di me, visto che svolazzi su internet e maneggi i layout digitali con grande disinvoltura. Io posso solo darti un quadro generale della situazione di questo nuovo mercato, giusto per orientarti. E’ un mercato di comunicazione sociale, di scambio di esperienze, di interrelazioni personali, reali o virtuali, un po’ esibizionista, un po’ intrusivo, che fa gola anche ai brand consolidati dalla pubblicità classica.
Si stima che gli influencers professionali in Italia siano circa 350.000. C’è chi lo ha cominciato a fare per gioco, chi perché sapeva di piacere al pubblico, chi perché ha capito che poteva far soldi. Le basi di lavoro sono di solito le piattaforme: Youtube (conta un pubblico di 44 milioni di utenti), Facebook/Meta (35 milioni), Instagram (26 milioni), TikTok (15 milioni), cito anche LinkedIn (14 milioni) e Twitter/X (12 milioni), ma ci sono anche tanti validi siti privati. Cifre instabili di navigatori che vanno e vengono su e giù per i siti.
Le carte vincenti degli influencers sono anzitutto la notorietà come personaggi vip, poi la qualità di testi e immagini, l’engagement suscitato, il numero dei followers. La classifica dei followers la puoi trovare facilmente sul web. Accenno solo che il tiktoker italo-senegalese Khaby fa 80 milioni di contatti; Chiara Ferragni, Fabrizio Romano e Gianluca Vacchi ne fanno più di 20 milioni; Michele Morrone, Valentino Rossi, Fedez, Carlo Ancelotti, Mario Balottelli, Belen Rodriguez hanno superato i 10 milioni; ben apprezzati anche Benedetta Rossi, Giulia De Lellis, Paola Turani e ClioMakeUp. E ci sono anche influencers solo virtuali come le gemelle Eli e Sofi.
I followers attivi in Italia sono stimati in 28 milioni di individui secondo l’Osservatorio InSIdE (promosso da Pulse Advertising in collaborazione con Eumetra e Università di Pavia), articolati per generazioni e per interessi culturali e di consumi. Chi è interessato al gossip, chi a wellness/beauty (55%), chi al cibo (28%), chi ai viaggi (24%), chi alla musica (24%), chi alla moda-abbigliamento (21%), chi alla tecnologia (20%), chi al confronto politico, chi … alle chiacchiere. Ognuno segue almeno 2 influencers. Percentuali di permanenza molto variabili.
Questo popolo digitale, attaccato per lo più al telefonino, cerca anzitutto identificazione e referenze per se stesso, in comunità si compiace dei suoi consiglieri, apprezza i suggerimenti e fa mercato. Bingo! per la società dei consumi. Bingo! per chi si è lanciato come imprenditore in questo settore, sponsorizzandosi con marchi industriali importanti per gestire prodotti, diritti di immagine, royalties, finanziamenti, contributi monetari. Volume d’affari stimato: oltre 300 milioni di euro (nel 2022). Se poi tutti pagano tutte le imposte commerciali sugli acquisti o sui redditi … non lo so. Forse la burocrazia fiscale non è ancora arrivata a identificare le varie prestazioni in rete.
Il fatto interessante è che in pochi anni si è passati da un comportamento del cittadino consumatore piuttosto ‘svogliato’ (la televisione, la radio, i giornali passano ‘consigli per gli acquisti’ quasi scusandosi) a un comportamento che è ‘attivo’ per cercare il proprio benessere, affidandosi volontariamente a personaggi vip con fama di leader di opinione o di stravaganza più che di ‘esperti’ di specialità.
Così va il mondo, cara Alice. Ti prego, non farti influenzare troppo dal teatrino.
Ciao
Paolo
https://www.media2000.it/influencers-marketing/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 9 novembre 2023
Tv internazionale
Cara Anna,
per la tua tesi ti segnalo qualche spigolatura sui programmi delle televisioni in Italia. Lascio da parte quanto viene mandato in onda, ma prodotto all’estero (film, documentari, serie), quanto attiene direttamente ai servizi di informazione (telegiornali, speciali, inchieste) e quanto invece va-e-viene per vie quasi naturali all’estero (sport, musica, eventi). I grandi programmi di intrattenimento sono confezionati in Italia, ma molto spesso hanno la struttura originale in format acquisiti prevalentemente dall’esterno, non prodotti dagli editori italiani. Si tratta quindi di produzioni adattate, con brillanti sceneggiatori, registi e attori italiani. La creatività va quindi condivisa. Personalmente non penso che la base ‘straniera’ sia un’intrusione negativa, anzi la considero un elemento di globalizzazione positiva per integrare culture di diversa origine. Ti faccio una breve rassegna, non esauriente.
Nelle reti della Rai abbiamo ‘Tale e quale show’, come adattamento italiano del talent show ‘Tu cara me suena, format spagnolo di Endemol. Anche ‘Ballando con le stelle’ è un adattamento italiano del talent show britannico Strictly Come Dancing’. Nel settore dei games-show, ‘Affari tuoi’ è basato sul format olandese ‘Deal or No Deal’, prodotto da Endemol. ll cantante mascherato’ è la versione italiana del talent show canoro americano-tedesco ‘The Masked Singer’, a sua volta ispirato a Bongmyeon ga-wang, format sudcoreano della MBC. ‘The Voice’ è un talent show originario dei Paesi Bassi, ‘The Voice of Holland. Caso particolare per le comedies è ‘Un posto al sole’, in onda dal 1996, prodotta da Rai Fiction, Fremantle e Centro di produzione Rai di Napoli, ideata da Wayne Doyle con metodo di produzione industriale basato sul format australiano Neighbours.
Sulle reti Mediaset ‘L'isola dei famosi’ è la versione italiana del reality show Celebrity Survivor, di origine svedese come Expedition Robinson’, ma sviluppato da un team di autori per la Gran Bretagna. ‘Il Grande Fratello’, prodotto da Endemol Shine Italy, è basato sul format olandese ‘Big Brother’. ‘Caduta Libera’, prodotto in Italia da Endemol, arriva da ‘Still Standing’ ovvero La'uf al HaMillion, game-show di origine israeliana, prodotto da Armoza.
Sulle reti Sky ‘X Factor è la versione italiana del talent show musicale di origine britannica ‘The X Factor. MasterChef Italia’ è la versione del talent show culinario omonimo inglese MasterChef. ‘Alessandro Borghese - 4 Ristoranti’ è basato sul format tedesco Mein Lokal, Dein Lokalin onda sul canale Kabel eins. ‘Pechino Express’ è un reality show italiano, adattato del format belga-olandese Peking Express‘.
Sulle reti di Warner (Discovery) ‘Il contadino cerca moglie’  è l'edizione italiana del reality di successo internazionale Farmer Wants a Wife, prodotto da Fremantle Media Italia per Fox Networks Group Italy; il format è nato nel Regno Unito. Don't Forget the Lyrics!’, game show, è il secondo adattamento italiano dell'omonimo format statunitense in onda su Fox (il primo era andato in onda su Mediaset con il titolo di ‘Canta e vinci’ con Amadeus e Checco Zalone). Bake off Italia – Dolci in forno’ è considerato un fenomeno televisivo internazionale, creato da Love Production e inizialmente trasmesso sulla BBC come ‘The Great British Bake Off‘.
Forse il record di diffusione e successo è quello di ‘Got Talent’, creato dal produttore televisivo britannico Simon Cowell e di proprietà della Syco Entertainment, che è stato utilizzato in circa 60 Paesi. Oggi in Italia è solo in streaming su Disney+.
Per contro, anche l’Italia esporta in diversi Paesi nel mondo qualche format di buon successo: ‘C'è Posta per Te’ e ‘Amici’, ideati e condotti da Maria De Filippi. Della Rai, oltre alle celebri fiction del ‘Commissario Montalbano’ e ‘Don Matteo’ ci sono altri programmi ideati in Italia e apprezzati, come ‘Chi l'ha visto?’ e ‘I fatti vostri’, venduti per il mercato anglofono della televisione.
La tua tesi raccoglierà sicuramente più dati e più approfondimenti critici. Ti segnalo anche il recente Rapporto APA (www.apaonline.it/news/apa-presenta-il-5-rapporto-sulla-produzione-audiovisiva-nazionale/), nel quale emerge la crescita degli adattamenti da format internazionali sia in termini di titoli (+11%) che in termini di ore (+39%), grazie in particolare ai generi Talent, Reality, Dating e Factual. Film e fiction di origine americana ed europea crescono in egual misura (il 45% della programmazione). La nostra quota di produzione nazionale è pari al 18%. Nel Regno Unito la quota è pari al 32%, agevolata anche dalla lingua e da un mercato amplissimo, e al 28% in Francia, dove vige uno stringente sistema di quota nazionale.
Buon studio e buon lavoro, mia cara.
Paolo
https://www.media2000.it/tv-internazionale/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 2 novembre 2023
La fiction piace in tv
Cara Claudia,
mi chiedi che cosa penso del futuro delle fiction tv. L’avvenire è così ricco di ipotesi frastagliate da non poter essere prefigurato con probabilità certe. Incombono guerre, catastrofi climatiche, sanguinolenti crimini tribali. Che sia un sogno di menti pessimiste, incalzate da uno stress di competitività e paura?
I sogni rilassanti si avverano nelle storie audiovisive, recite false e perciò non pericolose, in quei racconti semistorici del west americano, come nelle narrazioni di Yellowstone, oppure nelle serie poliziesche di Ncis, Fbi, Swat, Chicago PD, Succession, accanto a quelle europee di Cormon Strike o Dark, la Casa di Carta o un redivivo Lupin. Meno affascinanti quelle scandinave, con pochi sorrisi. Non solo crimini: abbiamo in Italia anche i pizzichi sentimentali di Lolita Lobosco, Imma Tataranni, Schiavone e Pizzo Falcone, giallo-fiction con famiglia…, l’elenco sarebbe lungo. Gomorra e Suburra già più acidi. Altri più mielosi.
Se ne deduce che, nonostante internet, le serie televisive di fiction, lunghe o brevi, fanno sempre costume e interpretano non solo i comportamenti tipici della società dove gli amori e i delitti raccolgono le più comuni attenzioni ma anche i brividi dei futuribili del mondo, come West World, Black Mirror, Person of Interest, MrRobot … anche qui un ricco menù di fantascienza e distopia, free, pay e replay.
Affabulati dalla spettacolo semi-cinematografico, possiamo spiare nell’intimità di una comunità, di un ufficio commerciale, di una centrale cybernetica, nella mente di un’innamorata o nei deliri di un pazzo suprematista. Lo spettacolo si appoggia ad una creazione letteraria immaginaria, ma sotto sotto c’è sempre qualcosa di verosimile, di ‘catturato’ da una realtà problematica. Un appeal per la fidelizzazione e per le audiences degli adulti (ovvero per la pubblicità ai ‘responsabili acquisti’), un apprezzamento per la recitazione degli attori, per l’originalità degli sceneggiatori. Intrighi e suspense sono elementi fondamentali così come i risvolti sexy.
Attori e attrici son più celebri dei loro ideatori. I romanzi in carta fan meno mercato delle loro versioni audiovisive. Nelle famiglie gli indici di lettura dei libri calano drasticamente. Si vendono forse più libri che in passato (in Italia poco più di 100 milioni all’anno = due a testa in media!) ma si leggono di meno. Le avventure audiovisive in tv fanno i loro milioncini di ascolto ogni sera, anziani o giovani che siano.
Tirando le fila, la televisione resta una costante attrazione per la popolazione: 20 milioni di individui ogni prima serata, con punte oltre i 25 se c’è il calcio o un grande evento di intrattenimento.
Concludendo: siamo perlopiù teledipendenti, ci differenziamo dai gusti e dalle passioni per i busti in primo piano, per le preferenze politiche o calcistiche, ma la poltrona davanti alla tv non ci manca mai. E’ una fonte di intrattenimento ma anche di cultura, di informazione e di formazione, voluta o subita, coscientemente o inconsapevolmente. La fiction tv è un medium-influencer di opinione globale, come ben sanno gli americani, che ne hanno la leadership dai tempi di RinTinTin e del dottor Kildare, di Beautiful e Dallas (c’è chi se li ricorda).
La generazione dei telefonini, del web permanente, degli sms a raffica è certamente più giovane, più moderna, più spensierata, più effimera. Sa tutto, ma non si gode uno spettacolo dall’inizio alla fine!
Cara Claudia, le fiction avranno un domani, seguile, cattùrati le emozioni più forti e sogna quelle più belle! Un bacio
Paolo
https://www.media2000.it/la-fiction-piace-in-tv/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 26 ottobre 2023
Con l’aquila nel vento
Caro Enzo,
sarò banale ma vorrei richiamare la tua attenzione sul concetto di ‘punto di vista’. Una pecora conosce i suoi simili, probabilmente riconosce il suo pastore, il cane del suo pastore e cerca l’erba migliore da masticare. Per scelta o per paura ha una forte coscienza di gregge. È il suo punto di vista. Un’aquila conosce i suoi simili, riconosce i nemici e le prede, ha una vista panoramica nei suoi voli, esplora un universo un po’ più grande di quello di una pecora. Lasciando da parte le caratteristiche socio-zoologiche di questi animali, quel che li differenzia è ‘il punto di vista’.
Oggi la conoscenza del mondo e i comportamenti umani, anche se teniamo il mondo in palmo di mano (col telefonino!) sono indirizzati da punti di vista plurali e polemici. Ovviamente non si può conoscere e sperimentare tutto, ma rispetto a qualche generazione fa, i media, i viaggi e l’istruzione ci hanno messo in contatto con culture e spettacolo diversi da quelli del nostro habitat locale. Hanno infranto confini comportamentali, allargato a dismisura il panorama dei volti, delle azioni, degli oggetti e dei concetti. L’umanità è stata prevalentemente ferma nel suo villaggio e nella sua tribù per millenni, e poi, in pochi secoli è decollata alla scoperta di un cielo più grande. Eravamo pecore, siamo diventati quasi tutti aquile.
Nell’accelerazione culturale degli ultimi anni l’uso delle macchine e dei sistemi di comunicazione è stato così strabiliante da sovvertire concezioni astronomiche e innovare tecnologicamente il sistema produttivo. A livello globale. Il progresso ci ha portato a condividere globalmente motori, carburanti, macchine, alimentazioni, lingue, siti web.
Eppure lo sviluppo sociale è ancora nel passato, gravato da pregiudizi, ‘strutture a priori’ (direbbe Kant). Non ci siamo liberati dallo sfruttamento delle persone, dal razzismo, dalla supremazia religiosa, dall’odio sociale, dall’aggressività geopolitica.
Vorrei poter dire che la causa è la competizione economica, la proprietà delle risorse, l’accumulo dei capitali, la distribuzione dei redditi. Sì. Ma perché permangono sfide medioevali, se non ancestrali, percezioni psicologiche ferine che le leadership politiche e i mezzi di comunicazione continuano ad avallare, distribuendo news faziose ed elementi di discordia per creare consensi strumentali e di parte?
Col progresso non siamo riusciti a darci una coscienza globale. Forse perché i pericoli sono vissuti come marginali? E se la guerra e l’inquinamento fossero un rischio globale?
Non siamo del tutto ignoranti, ma la consapevolezza non ci porta a una responsabilizzazione larga e a una scelta condivisa di benessere. La visione è sempre più acuta, la solidarietà è ancora da costruire. La coscienza è rimasta al tempo delle pecore. Nel turbolento vento del mondo, una comune ragione delle aquile, che nei sogni rappresentano attenzione e lucidità, è ancora da venire.
Ho speranza che il settore della comunicazione non resti un campo di gossip e di disquisizioni di forze, ma una rampa di lancio di formazione.  Sappi che il nostro Osservatorio TuttiMedia resta un laboratorio di allerta e di approfondimento.
Un caro saluto
Paolo
https://www.media2000.it/con-laquila-nel-vento/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 19 ottobre 2023
Parce sepulto
Caro Davide,
oggi la civiltà ha due fisionomie: la trasgressione e l’innovazione tecnologica. Dopo la lezione di prompt engineering dell’Osservatorio TuttiMedia della scorsa settimana, ho un po’ di ritegno a porre domande metafisiche ai computer di Intelligenza artificiale. Ma sono curioso: mi piacerebbe valutare le risposte, sicuramente diversificate dagli originali algoritmi delle case produttrici di AI, sulle accezioni delle divinità, esistenza e attributi. Forse risponderebbero “si dice che…”, “nella storia delle religioni…”, “la letteratura…”, oppure “non sono stato addestrato a…”. Insomma i concetti di ‘incarnazione’, ‘reincarnazione’, ‘resurrezione’, ‘72 vergini che aspettano in cielo’, ‘giardino dell’Eden’, ‘paradiso’ sono senza prove concrete, anche se immagini ben figurate. Sulla ‘fede’ l’IA potrebbe rispondere che è un’autocertificazione, oppure come Dante: “è sustanza di cose sperate e argomento de le non parventi”. Anche qui una via senza prove. Il fatto è che la teologia è lontana dall’esplorazione concreta dell’intelligenza artificiale e che solo gli umani hanno una consapevolezza metacognitiva. Le chat gpt (Generative Pre-trained Transformer) potrebbero scrivere al massimo testi di fantascienza. Se qualche algoritmo mi desse garanzie di esistenza di divinità soprannaturali, direi che sarebbe una post-verità.
Ciò detto, torniamo alla tragica attualità del Medio Oriente. Chi dice che la volontà di un dio incoraggia le sue azioni aliena il suo cervello. Guerre sante oggi sono senza significato. Anche lo Stato confessionale è antistorico; è in ritardo sul progresso della civiltà. Non si può farsi truffare dagli impostori.
Diritti e doveri umani invece esistono e sono sanciti dalle leggi civili. Esistono anche i crimini e i delitti contro l’umanità e, dopo le efferatezze della seconda guerra mondiale, sono stati sanciti dalle istituzioni civili sulla quasi totalità del nostro pianeta. Anche la guerra è in qualche misura regolamentata: niente omicidi, niente genocidi, no ostaggi, rispetto dei prigionieri, no torture, no bombe chimiche o nucleari, no bombardamenti mirati ai civili, rispetto bambini e anziani, assistenza sanitaria sempre garantita… Ci sono anche tribunali internazionali, ma i paesi sono turbolenti, la pratica è lontana dalla teoria. Molti Stati non ci sentono, non intervengono, non aderiscono e non sanzionano. Terroristi di qui e di là non danno retta a principi umanitari. Così tra Israele e Palestina la situazione è impropria e illegale da anni, la diplomazia internazionale e le grandi potenze non hanno voluto spingere più di tanto per aggiustare le cose. I fuorilegge han preso potere.
Accanto alla gente comune, desiderosa di capire e preoccupata per la pace del mondo, e ai diplomatici impegnati a contenere le crisi, girovagano interpreti faziosi, guerrafondai, radicali e radicalizzati, untori, postillatori saccenti, followers agitati, spesso protagonisti di incursioni mediatiche sopra le righe. Sul campo si muovono terroristi organizzati, infiltrati, cyberpirati, leader arroganti, assassini vanitosi autoreferenziati, servizi segreti deviati, occupazioni arbitrarie, omicidi, rapimenti, rappresaglie. Con i fucili o con i cannoni i bersagli sono prevalentemente e inevitabilmente civili.
I nostri governi occidentali, oggi, benché si dicano fieri del pensiero democratico e liberista, un po’ si devono vergognare perché, al di là della ammirabile innovazione tecnologica, non hanno saputo educare nemmeno alla discussione per la verità e la giustizia (e neanche a un progresso economico sostenibile). Imprevidenti, impotenti o incapaci?
Alla civiltà terrestre dell’homo sapiens, dopo 5 milioni di anni, manca ancora un’intelligenza collettiva, anche se stiamo costruendo quella artificiale. Speriamo che queste crisi stimolino la necessità di un piano di pace, per vivere condividendo cause comuni e riducendo le disuguaglianze di diritti. Presto. Fai qualcosa anche tu, Davide!
Oggi l’immagine è volutamente quella di un lenzuolo bianco che copre le migliaia di morti, vittime innocenti di una società largamente imperfetta, le cui famiglie chiedono giustizia alla storia.
Paolo
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LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 12 ottobre 2023
Il paradigma tecnocratico
Cara Laila,
ti stimo e condivido tante idee con te, anche senza confrontare il tuo e il mio cv con l’Intelligenza Artificiale, di cui mi chiedi opinione. Farò un’analogia, un po’ calzante, un po’ scazonte. E’ evidente che il Codice della strada sia stato redatto ben dopo che le auto circolavano. Succede così per tutte le innovazioni tecnologiche: la regolamentazione insegue il progresso.
Anche per la comunicazione via internet e per la produzione dell’Intelligenza Artificiale succede così.
Cavi e frequenze trasportano le informazioni senza barriere, le censure sono perlopiù affidate all’autodisciplina. Anche la pubblicità è indisciplinata, spesso è camuffata sotto spoglie editoriali. Nonostante i tentativi di controllo, girano in rete (social e no) molti messaggi post-verità, impropri, scurrili, criminali, ovviamente violando privacies, copyrights e eludendo leggi e tasse.
Resta chiaro che la digitalizzazione delle informazioni via reti telcom è di straordinaria utilità per il progresso economico e sociale, anche se inevitabilmente permette inadempienze, fake news, piraterie informatiche, cookies ovvero profilazioni e intrusioni non desiderate dagli utenti. Pericoli? Sì, ma normalmente ci stiamo attenti, a meno di essere immaturi, ingenui o stupidi. Sappiamo che i motori di ricerca ci propinano quel che vogliono con i loro algoritmi, mescolato con le nostre preferenze. Sappiamo che il brodo va a shakerare la verità. Noi: sempre vigili e guardinghi.
Così è e sarà anche per i testi dell’Intelligenza Artificiale elaborati dai computer. Non tutti, anzi spero pochi. Là dove occorrono grandi capacità di calcolo e di assemblaggio, l’AI ci sarà estremamente utile per ottenere consultazioni approfondite, risultati statistici su basi molto larghe, sintesi veloci. Contiamo molto sulla sensorialità multitasking più accurata dell’AI: connessioni con protesi, telescopi, microscopi, radar, sensori, tac, pet, correttori automatici, lifting elettronici, robotica, domotica, operazioni cybernetiche, imitazioni bio-neurali.
Sui giudizi estetici e etici l’AI sarà meno efficace. Raccoglierà opinioni e sentenze, magari anche pregiudizi, ma non avrà quella sensibilità soggettiva di un credente o di un appassionato. Qualche esempio qua e là: l’AI non saprà giudicare super partes se le Cinque Giornate di Milano furono opera di patrioti o di ribelli, o se sia meglio tifare Inter o Milan, o se la fede nelle divinità sia un’illusione o no. Se ci lasciassimo intaccare dai risultati dell’AI, potremmo diventare grossolanamente omologati, senza libertà, senza fantasia e allegorie, senza speranze, senza gioie né paure, serio e ironico indistinti, conscio e inconscio confusi. E i reticenti sarebbero eliminati come disturbatori inutili.
Non è questo che vogliamo. Quindi dovremo preparare algoritmi trasparenti, che diano risultati di calcoli e elaborazioni più ficcanti e più veloci di un comune umano, ma che non sparino giudizi apocalittici o dispotici. E dovremo costruire regole di composizione e di utilizzo, di formazione, di gestione e di responsabilità, rispettando doveri e diritti, privati e pubblici. Ci saranno incidenti, manipolazioni, strumentalizzazioni di poteri politici o economici? Sì, come ci sono gli incidenti stradali, le perversioni e i difetti, ma non per questo dovremo eliminare le auto o condannare a morte tutti i delitti colposi e le marginalità.
Sembra che la prudenza, la visione dialettica, la coscienza e la saggezza restino caratteristiche degli umani e non delle macchine. Oppure il deep learning avrà sviluppi imprevedibili anche su queste questioni?
Qui occorre attenzione al cosiddetto paradigma tecnocratico citato da Bergoglio: “l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza”. Ne parleremo ancora. Intanto speriamo che le guerre geopolitiche in corso cedano il passo a mediazioni diplomatiche, nel rispetto delle popolazioni.
Resta in contatto Laila, sta’ attenta con la tua trottinette tecnologica, ci sono gli anziani sul marciapiede, mi raccomando. Un abbraccio
Paolo
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LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 5 ottobre 2023
Confini aperti
Caro Matteo P.,
devo dirti come la penso sui migranti e sui confini. La prendo alla larga. Anche tu sarai consapevole che una delle più significative innovazioni di questo ultimo secolo è la comunicazione. Partiamo per semplicità dal telefono. Il telefono (“la voce da lontano”) ha avuto diversi padri: Johann Reis, Antonio Meucci, Alexander Bell… Ma, senza registrare brevetti, pare che il primo a sperimentare un apparecchio elettrico in grado di comunicare a distanza utilizzando il principio di induzione elettromagnetica fu un italiano, tal Innocenzo Manzetti di Aosta, nel settembre del 1843. Per la prima telefonata Europa-America bisogna aspettare il 1927. Oggi siamo nell’era della telefonia mobile, satellitare, con devices palmari o addirittura da polso. Dicono che ci siano 7,3 miliardi di apparecchi nel mondo: 46,5 milioni in Italia, 273 milioni negli USA, 492 milioni in India, altrettanti in Africa, 953 milioni in Cina. E quasi tutti sono connessi a internet.
Comunicazioni senza confini. Senza confini vuol dire che non ci sono barriere doganali, messaggi, ascolti, visioni aperte (salvo le restrizione dei Paesi autarchici). Le Telcom sono pressoché sovrane del pianeta Terra; il consumo di telefonia è diventato un servizio primario. Senza confini vuol dire poter conoscere e interagire di qua e di là, parlarsi e vedersi, anche senza toccarsi.
Ma la voglia di toccarsi, di condividere azioni, comportamenti, stili di vita e possibilmente di benessere, c’è ed è tanto più forte quanto sono arretrate le condizioni di esistenza da Paese a Paese. E’ difficile che gli occidentali europei vogliano emigrare stabilmente in certi Paesi disagiati o sottosviluppati o male organizzati. E’ invece facile e frequente che succeda il contrario, per ovvie cause diverse e complesse come le guerre, le repressioni civili, il lavoro, l’ignoranza, il clima, più semplicemente la fame e la sete. Non è che tutti i migranti siano campioni di intelligenza, di cultura, di garbo e bon ton. Mirano a vivere meglio e quello che vedono e sentono dei Paesi industrializzati, rappresentati da social e mass media colorati, con pubblicità affascinanti, sembra proprio essere meglio. L’Occidente è contagiante. Le nostre critiche al sistema consumista son quasi tutte nascoste dietro le quinte. Insomma: la società ‘occidentale’, pur con tante contraddizioni, è meno infernale e più seducente. E i migranti arrivano a frotte: in Italia 1 milione negli ultimi 10 anni. La stima è di 28.000 morti nel Mediterraneo, e chissà quanti sono rimasti nel Sahara o nei campi di detenzione. Un esodo che i governanti non son riusciti ad organizzare e una strage che non sono riusciti a fermare. Danni collaterali della civiltà europea? L’inferno non esiste, ma la storia bollerà i colpevoli, di qui e di là del mare.
Dunque senza confini ci sono i telefoni, le tecnologie, i mass media e i social. Tutto remoto. Il resto è una muraglia. E l’opinione pubblica si crogiola sui gossip politici che tirano per le lunghe le soluzioni, pensano già agli slogan populisti per la prossima tornata elettorale. Resta vigile il volontariato, quello delle operazioni di salvataggio, quello che aiuta i profughi, con o senza divisa. Quello che aiuta chi aiuta. Non possiamo pretendere che quel milione di sbarcati vivano di stenti (o muoiano) a casa loro, né che si integrino da noi se non li aiutiamo. In solidarietà bisogna essere almeno in due, e intrecciare esperienze, impegno sociale, accoglienza magari diffusa, istruzione di base, formazione professionale.
Tocca a noi l’iniziativa, non pietistica ma pragmatica. Ci vogliono volontà, neuroni elastici, coscienza, pazienza, studio, impegno. Quelle stesse doti che abbiamo usato per le innovazioni tecnologiche. La tecnologia non può essere una fuga in avanti senza che il gruppo non abbia la sua parte di vita. Le innovazioni tecnologiche servono a portare avanti tutti. Io insisto nell’affermare che ci vuole un’intelligenza e una coscienza planetaria, per dare dignità alla nostra specie. Il problema non è solo italiano, ma globale. Emergenze e numeri li trovi su www.unhcr.org. Se i governanti avveduti fossero autorevoli su questi argomenti, anche i mass media potrebbero suggerire buone cose alla sensibilità pubblica.
Caro Matteo, apparentemente ci dividono tanti comportamenti del passato, ma è ora di pensare operosamente agli obiettivi comuni. Non è il ponte sullo Stretto che ci manca, è il ponte di cultura ecumenica. Discorso aperto e molto complesso, abbiamo tanti elementi difficili da semplificare. Nuovi percorsi da costruire, senza pregiudizi. Un saluto.
Paolo
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LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 28 settembre 2023
Precipitevolissimevolmente
Caro Valentino,
come mi hai chiesto, oggi ti riassumo le performances della velocità, così avrai i riferimenti per programmare il tuo tempo.
La mela di Newton sarebbe caduta a 9,8 metri al secondo, accelerando di 2,7 centimetri ogni metro di caduta. Le palline da tennis dei campioni viaggiano anche a 60 metri al secondo. In Formula 1 il record di velocità è di 105 metri al secondo. Su rotaia il TGV francese ha raggiunto 160 metri/s. Andiamo più in là. Grossomodo la Stazione Spaziale Internazionale gira intorno alla Terra a 7,66 chilometri al secondo; l’intero sistema solare si sposta nel cosmo a 230 km/s; la luce si propaga a 300.000 km/s.
Torniamo sulla Terra: per quanto riguarda internet, la velocità di caricamento 4G (rete di trasmissione di quarta generazione) è di 1 Gigabyte al secondo, 5G scarica 20 Gigabyte/s, 6G farà 1 Terabyte/s, ovvero 500 ore di video in HD al secondo. Nella pratica queste velocità sono un po’ ridotte per via delle frequenze, delle fibre, dei provider e dei dispositivi in uso. Comunque l’intelligenza artificiale, di cui si parla tanto, raccoglie, memorizza ed elabora dati molto più rapidamente di un cervello umano. Il supercomputer Leonardo, installato da Cineca a Bologna, può eseguire 250 milioni di miliardi di operazioni elementari al secondo. Questo ci potrebbe permettere di fare statistiche e risolvere in fretta, ma solo teoricamente, i problemi sociali: ergonomie, machine learning, gestioni economiche, informatica, traffico, ricerche sanitarie, cybersicurezza, solo per fare qualche esempio. Ci sarebbero anche i computer che sfruttano la sovrapposizione quantistica dei qubit; non li ho ancora capiti, ce li spiegheremo in un’altra occasione.
Comunque i numeri sono straordinari. Aggiungo qualche nota sui tempi di reazione, o latenza, come dicono gli esperti. Il cervello umano può compiere solo 1000 operazioni automatiche al secondo, una persona normale ha tempi di reazione minimi attorno ai 15 centesimi di secondo. I tempi ottimali di reazione di un computer casalingo stanno sotto 30 millisecondi.
A livello macro siamo disperati: le inefficienze e le patologie burocratiche in Italia sono proprio un limite allo sviluppo. I tempi per prenotare via telefono una visita medica sono di almeno 30 minuti di musichette per agganciare l’operatore e qualche mese per farsi vedere dal medico. I tempi di attesa del Metrò a Roma sono assolutamente indefiniti, come la raccolta rifiuti. Per una causa in tribunale ci vogliono in media 878 giorni per arrivare a una sentenza civile. Per spedire una raccomandata ci si mette in coda, con molta pazienza. Tralascio altre situazioni tragicomiche.
Insomma: le velocità esprimono le contraddizioni della natura e dell’organizzazione sociale moderna. Puoi raggiungere l’Africa in pochi secondi di telefono cellulare, ma là aspettano l’acqua e i servizi pubblici da decenni. Le manutenzioni dei ponti e delle scuole aspettano anni. I paradossi delle diversità di sviluppo economico e sociale fan sì che l’inquinamento globale sarà più veloce delle contromisure che la nostra civiltà potrà attuare.
E intanto, mentre sul web gli aggiornamenti sono abbastanza tempestivi, resiste ancora il nostro mercato di giornali di carta, forse più colto, ma il mattino dopo.
Caro Valentino, per il momento ti lascio, scusa le divagazioni, adesso devo precipitarmi in ufficio, sono in ritardo, come sempre. Tu, per piacere, comprami il quotidiano, lo leggerò stasera. Ciao
Paolo
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LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 21 settembre 2023
Fascino criminale
Cara Bruna,
mi chiedi come mai certi malfattori sono così popolari. Ti rispondo al volo: solo merito (o demerito) dei media, che spesso inseguono i delinquenti con più sagacia di quanto seguano i probi o gli onesti. Oggi, ieri, ma perfino in certi romanzi dell’antica Cina (sto leggendo “I briganti” di Shi Nai’an), la criminalità ottiene un discreto appeal sulla gente. Potenza della letteratura! E i media fanno attenzione. 
Non è il fascino della bellezza, ma piuttosto quello della temerarietà. La forza, la violenza e i ‘colpi bassi’ aggregano una specie di compiacimento collegato forse all’esternazione delle proprie carenze sociali. Se i mafiosi organizzati e le lobbies malandrine di potere cercano di non far parlare di sé, al contrario gli egotici trasgressori delle leggi giocano a chi compare di più sulla scena. Così c’è chi filma le proprie acrobazie in automobile o le arrampicate sui grattacieli e perfino le imprese sessuali. Esibizionismo a tutto spiano. E i media inseguono… mentre da questo spettacolo non esce una buona immagine degli addetti alla giustizia, poco capaci di perseguire i delitti con tempestività o di garantire pene esemplari per i reati. Il peso dei reati ormai sembra li discuta l’opinione pubblica.
Prevenzione ce n’è poca, forse i governanti pensano che i cittadini siano tutti onesti? Non c’è prevenzione accurata neppure sul lavoro, le vittime cadono ogni giorno con clamore pubblico poi i processi per i colpevoli durano a lungo-lungo. I siparietti mediatici sembra irridano alle vittime e ai loro parenti. Per mediatico non intendo solo stampa e televisione ma anche quella coda lunga di web e social che garantiscono notorietà ai delinquenti via computer e telefonini. I servizi di polizia hanno mani legate, vedi le scippatrici incinte nelle città, vedi la larga diffusione delle droghe per esempio sia da parte degli spacciatori che degli utilizzatori, numerosi e vergognosi. Quando però il crimine è di Stato si scatenano i depistaggi, i complotti di sconosciuti, gli scaricabarile e la verità affoga. I reati dei politici, dei funzionari rilevanti o dei personaggi di spettacolo sono solo accennati, poi non se ne parla più per non rovinare le loro carriere. Non ti faccio casi concreti perché tanto li conosci dal momento che accampano vergognosamente sulla stampa, in tv e nei social. Aggiungi il fascino di certi film e certe serie poliziesche e hai il quadro delle cause di notorietà della criminalità e dei suoi modi. Arrestabile solo col buon gusto personale al quale ti consiglio di affidarti (cercando di non farti plagiare anche su quello!). Senza paura.
Insomma: non voglio dire che non bisogna fare cronaca nera, è parte della realtà. Ma non vorrei che tante coloriture fosche distraessero da un impegno sociale più virtuoso, dedicato a ridurre i disagi sociali, migliorare la partecipazione politica, combattere il pessimismo, far crescere le responsabilità culturali. Buon pro, Bruna! Un abbraccio
Paolo
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LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 14 settembre 2023
Un bel bailamme
Caro Andrea P.,
il mio presente è positivo, ho risorse limitate ma sufficienti, mi accontento di un buon marzemino e non frequento venditori di gioielli; desideri limitati, pochi spassi, piccola felicità, come Tibullo. Ma ascolto e mi guardo in giro e il quadro generale sembra indurre al pessimismo. Non posso trascurare di segnalarti i rischi futuri.
Le innovazioni tecnologiche e le innumerevoli applicazioni che ormai sono disponibili a tutti per via digitale, stanno rimescolando diritti e doveri, lecito e illecito, bello e brutto in un calderone multiforme. Distilleremo camomille o nitroglicerine? Copyright e privacy affogano, miraggi di benessere galleggiano instabilmente. Gli interventi governativi o burocratici non riescono a stare aggiornati con i comportamenti, le frenesie della gente e gli eventi della natura. La prevenzione dei rischi si limita ai semafori (quando funzionano), la programmazione si scontra con l’imprevedibilità e la moltiplicazione delle variabili, la manutenzione rincorre le falle e tappa i buchi di una vecchia diga. Non è proprio tutto così … perverso, ma le virtù e le buone notizie scarseggiano.
Ancora una volta penso che la discussione sui valori sia confusa e poco ancorata. In questa società, che qualcuno definisce ‘liquida’ e ‘fluida’, le barche sono preda delle onde dei poli di potere supernazionali. Qualche esempio: 1) il governo degli Stati uniti con la sua pratica suprematista militare ed economica; 2) le grandi compagnie tecnologiche big tech (Microsoft, Apple, Alphabet, Amazon …) che detengono i linguaggi di comando della tecnologia digitale; 3) il governo cinese che sta ancora costruendo la sua nazione, in competizione con la democrazia liberale, cercando alleati in Asia, Medioriente, Sud America; 4) il governo russo, gravido di errori sociali ed economici, alla ricerca di rispolverare l’egemonia del suo passato.
Poli di potere traballanti, ricchi di contraddizioni intestine, che forse devono aspettare ricambi generazionali per assestarsi, o per crollare del tutto, risucchiati dagli stress ecologici globali e dai divari sociali.
Non ho ancora citato l’Europa, spezzatino di figurine filoatlantiche, con un patrimonio culturale storico prezioso e privilegiato, ma oggi incapace di declinare una visione strategica lunga, una giurisprudenza comune, un atteggiamento carismatico se non esemplare per il mondo intero.
E l’informazione? Le nostre pagine imbonitrici dell’opinione pubblica addobbano i problemi seri con ricco corredo di incidenti tragici, crimini familiari, pettegolezzi di politica, disastri naturali, stragi, tutte le macchie sulle camicie. Viva sempre la libertà di espressione, ma la furia di diffondere notizie provocanti non fa crescere l’educazione. E l’audience, indice del successo commerciale delle notizie, rispecchia il sentimento popolare, ridanciano o piagnone, spesso attratto dal pruriginoso. Sembra che la maggioranza della gente voglia Barabba libero e allora siamo tutti costretti a tenerci le istituzioni instabili, i servizi inefficienti e … nuvole nere in avvicinamento.
Così è, caro Andrea. A te, che sei già attivo in una generazione moderna, devo chiedere che cosa vorrai fare con i tuoi coetanei. Ti prego, non tirare a campare e basta, pensaci un po’. Noi anziani abbiamo fatto errori e forse la nostra esperienza e i nostri consigli non li volete, non vi servono, forse sono inutili? Comunque segnati questa: l’intelligenza artificiale deve essere un bene comune, come sostiene anche il nostro Osservatorio. Io resto ottimista: quando le crisi e i pericoli sono vicini, gli intelligenti aguzzano l’ingegno. Buon lavoro
Paolo
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LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 20 luglio 2023
Animali senza guinzaglio
Cara Cassandra,
le cronache sono ricche di incontri ravvicinati, magari involontari, tra persone e animali strani. C’è chi trova un lupo sulla porta di casa, chi un pitone in giardino, chi una foca sulla tavola di surf, chi un cinghiale sul marciapiede. Lasciando da parte chi va a caccia per passione, tutti abbiamo avuto a che fare con ragni e zanzare, vespe, non rari i pescecani, almeno in senso figurato. Cani ringhiosi e gatti stizzosi non si contano. Domestici o selvaggi il confronto tra noi e loro ha ancora qualcosa di mitologico, da esorcizzare. Non per caso ci sono anche corrispondenze caratteriali tra umani e bestie. Ti consiglio di rileggere le favole di Esopo e Fedro, ancor oggi molto sapienziali e didattiche, nonostante che i bambini adesso preferiscano i super-eroi.
Intanto mi soffermo su tre animali formidabili nei nostri tempi. Il primo è l’orso. Non quello del Trentino o dell’Abruzzo, ma quello della Borsa, che schiaccia i titoli in giù. L’andamento ribassista del mercato danneggia gli investitori e aizza gli speculatori. Le unghiate lasciano il segno sull’economia.
Nei boschi finanziari c’è anche il toro, che infiamma le quotazioni, scatena il rialzo dei prezzi e la corsa all’oro. Tutti vogliono comprare e la speranza di guadagno aiuta la crescita dei valori. L’ottimismo aiuta le speculazioni.
Il terzo animale è il cigno nero, così raro da far supporre che non esista. E’ un evento straordinario di fortissimo impatto, improvviso, imprevedibile, spiazzante, impressionante, anche micidiale. Sconvolge le ipotesi, altera il corso regolare della storia non solo della finanza ma anche dello sviluppo scientifico. I commenti ‘col senno di poi’ e ‘l’avevo immaginato’ diventano frasi ormai inutili. Due esempi: il crollo di Wall Street del 29.10.1929 e l’attacco alle Torri di New York dell’11.9.2001. I modelli predittivi non ne tenevano debito conto. Tra i cigni neri elencati dagli specialisti c’è anche la diffusione digitale del web e dell’intelligenza robotica. Non è proprio imprevedibile, ma forse sono ancora inimmaginabili i risultati. Li vorremmo tutti positivi e non catastrofici. Di questo è bene tenerne conto e tentare approfondimenti.
Poiché non abbiamo speranza che cali dal cielo una divinità extraterrestre a indicarci la strada, non ci resta che studiare e rimboccarci le maniche, tutti insieme, raccontare da bravi giornalisti che cosa c’è dietro le quinte del palcoscenico sociale e scientifico, fare previsioni e preparare soluzioni intelligenti. Computer superdotati e algoritmi ragionevoli pare non manchino. Condividere i risultati sarà più difficile, ma dobbiamo provarci, finché comparirà una colomba bianca con un ramoscello d’ulivo nel becco.
Ciao cara, un abbraccio e buona estate, sul lago, con i cigni bianchi!
Paolo
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LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 13 luglio 2023
Effervescenza digitale
Caro Alberto, amico mio,
l’innovazione tecnologica è straordinaria e seducente. La nostra Conferenza sull’Intelligenza Artificiale del 4 luglio scorso è stata dedicata alle definizioni, alla competenza giuridica e ad alcuni casi interessanti di gestione intelligente dei big data. E’ rimasta in sospeso la discussione sull’organizzazione degli algoritmi, sullo sfruttamento commerciale, nonché sui problemi di copyright e privacy, oltre che delle fonti.
La raccolta dei dati da parte dei motori ‘intelligenti’ pesca nelle memorie aperte al pubblico ma anche in quelle dei privati (aziende o individui). E certamente fruga nell’intimo dei social media, come ha detto il nostro Garante Stanzione: “sfruttando i frammenti dell’io che sono i dati personali”, che proteggono la libertà e la dignità della persona. Rapidi ed invasivi. Considerata la velocità della elaborazione delle informazioni nel mondo di oggi, mentre sono in arrivo 5G, 6G e Computer quantistici, il calcolo e le decisioni sembrano essere quasi incontrollabili dalla lentezza della mente umana.
Ci sono anche questioni di principi etici, che non sono mai neutrali. Un algoritmo di fonte cattolica potrebbe dare risultati molto diversi da un algoritmo di fonte islamica. Le elaborazioni targate ‘democrazia socialista di stampo cinese’ potrebbero (anzi: sono) diverse da quelle della ‘democrazia liberal-consumista’ targata USA. Ti lascio sbizzarrire tra i risultati di un algoritmo di carnivori o di vegani, no-vax, ecologisti, suprematisti, dittatori ecc. Di base resta che solo poche Big Tech e pochi Governi nazionali hanno grandi risorse di denaro e di ricerche per fare ‘intelligenze’ artificiali. Forse le innovazioni tecnologiche sono più vicine ad una funzione di marketing (economico o politico) che di crescita scientifica. Non escluderei che singoli algoritmi, complementari, vengano commercializzati come fossero app.
Di più: le risposte di ChatGpt o similari, per modalità e tempi, non sono comandamenti universali, ma pareri personalizzati, ovvero variano da un interlocutore all’altro, non sono né unici né definitivi. Potrebbero ribaltare la storia e le leggi con giudizi di parte (patrioti costì, rivoltosi colà?!). Se l’utilizzo diventasse corrente, affidando quindi decisioni impegnative al computer, il rischio di offuscare diritti civili e regole nazionali sarebbe altissimo. Dopo tutto il dibattito sulle fake news avremmo ancora aperto un territorio vastissimo di confronto tra verità e falsità, sia per la documentazione storica che per la fantasia letteraria che per i futuribili sostenibili.
L’effervescenza della digitalizzazione promette nuove avventure e turbolenze.
Leggo di un Class Action Complaint della California (per miliardi di dollari) contro OpenAI, la società di software per ChatGpt. Le informazioni sottratte a social media, blog, forum, post, documenti di famiglia, articoli di Wikipedia e altre enciclopedie e trasformate ad uso commerciale, sono imputate di costituire un indebito uso di diritti d’autore e di ambito privato.
Caro Alberto, i problemi sono grossi, le opportunità dell’intelligenza artificiale possono essere eccellenti per l’informatica, ma i risultati non sono sempre affidabili e la discussione è appena avviata. Dovremo parlarne ancora. Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/effervescenza-digitale/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 29 giugno 2023
Cultura multi-individuale
Caro Roberto, amico mio,
tu che sei gran dottore e appassionato di storia e di cantine del Chianti, sai che il mondo dell’editoria è sempre in fermento. Acquisizioni, vendite, start up, fallimenti, autori e attori che passano da una squadra all’altra come calciatori. Piani editoriali fatti e disfatti, inseguimento di nuove tecnologie, nuove impaginazioni redazionali e pubblicitarie. I commentatori dei media fanno a gara per distinguersi nelle opinioni, pizzicando, ma non troppo, i politici. I politici dispensano poltrone e raccomandazioni, sia nelle imprese pubbliche che in quelle private.
Per il mercato conta il prestigio e l’affidabilità, ma soprattutto il numero delle copie stampate e vendute, degli ascolti, delle impression profilate, permanenza e click-through rate, ovvero la percentuale di click sui banner. I media sono imprese commerciali, hanno bisogno di raccogliere investimenti commerciali.
Ti aggiorno con qualche dato semplificato, sulla distribuzione e sulla fiducia dei media. Secondo Audiweb, ad aprile in Italia internet ha avuto quasi 36 milioni di utenti unici nel giorno medio (88% con utilizzo da smartphone o tablet; 2 ore e 37 minuti in media a testa). Si segnala il calo dell’accesso ai siti di informazione e la crescita dei siti di social, anche per le news, che ottengono richieste superiori a quelle della televisione e due volte quelle della stampa. Nel settore giornali il Corriere della Sera e Repubblica su internet hanno entrambi più di tre milioni di pagine viste/mese.
Secondo Audicom, nei primi 4 mesi del 2023 i lettori dei quotidiani (su carta) sono poco più di 10 milioni al giorno. Al top la Gazzetta dello Sport (1,7 milioni), il Corriere della Sera (1,2), la Repubblica (1,1).
Secondo Auditel, in tv gli ascolti cambiano in funzione dell’orario e dei programmi. Prendo ad esempio gli ascolti principali di giovedì scorso 22 giugno, tra le 20.30 e le 22.30: 17 milioni di ascoltatori in tutto, di cui circa 6 sulle reti Rai, quasi 7 sulle reti Mediaset, 1 su La7, 3 sulle altre reti.
Per quanto riguarda l’affidabilità delle informazioni, Data Media Hub con Reuters Institute segnala che l’Agenzia Ansa ha il 78% di fiducia (e solo il 7% ‘non si fida’), SkyTg24 il 71% (9% ‘non si fida’), Il Sole24Ore 69% (10% ‘non si fida’), Corsera 63% (13% ‘non si fida’), RaiNews 63% (18% ‘non si fida’), TgLa7 63% (15% ‘non si fida’). Ma mediamente la fiducia nelle notizie è molto scarsa: 34%.
Allora, caro Roberto, dopo questa carrellata mi paiono evidenti tre constatazioni: 1. che la pluralità di fonti e la diversificazione dei media, pur con turbolenze e indici diversi, è un gran vantaggio del nostro sistema democratico; 2. che il ricorso ai social media su internet è un ulteriore ventaglio aperto alla ricerca e all’innovazione; 3. che la comunicazione raccoglie anche critiche e dubbi.
Per quanto riguarda il futuro di casa nostra posso anticiparti che l’esplorazione sui social diventerà multisensoriale e spingerà molto al consumo via e-commerce, mentre l’Intelligenza Artificiale aggregherà dati su dati, stimolerà racconti di storia aggiornati e ipotesi di sviluppo impensate. In questa cultura multi-individuale, esposta alle mode e all’adulazione, l’arte di ragionare e il piacere di dialogare, che tu mi hai insegnato, sarà un gran pregio.
Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/cultura-multi-individuale/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 22 giugno 2023
Aristotele e l’ossitocina
Caro Sigmund,
siamo al solstizio d’estate, il Sole e il caldo agitano le riflessioni, magari confuse o strapazzate, e le sfide nei media. Tra Aristotele e l’ossitocina vince l’ossitocina. Ovvero: la logica dei pensieri, organizzata da grandi postulati e sillogismi razionali a cascata che disciplinerebbero il linguaggio e il senso del mondo, viene regolarmente trascurata a favore degli entusiasmi affettivi, per un partner sentimentale, per un leader di spettacolo o per la squadra di calcio del cuore. Così la pianificazione economica per controllare il debito pubblico o per organizzare gli investimenti necessari che faccian fronte al cambiamento climatico sfumano nelle chiacchere per amori e amorazzi, eredità, ingaggi dei calciatori, preferenze per le supremazie politiche su una poltrona. Il gossip fa più appeal di un ragionamento sull’inquinamento planetario.
Sono gli ormoni e i neurotrasmettitori, bellezza! C’è una chimica biologica, individuale e anche collettiva, alla quale la ragione comune non riesce ad opporsi fino in fondo. E’ una forma di eros, anche solo colloquiale, che predomina sul calcolo filosofico e sulle priorità operative.
L’erotico non dura a lungo, thanatos recide i fili infiammati, i sogni e le fantasie. E’ subito sera, diceva Quasimodo. Ah, se potessimo intervenire sul metabolismo biochimico, caricare un po’ di ossitocina sulla scienza, prolungare la creatività intelligente, dare efficienza permanente a chi lavora per il futuro, senza distrazioni effimere! Senza fare come chi vorrebbe annullare i desideri e chiudersi in una ‘pace’ interiore mentre fuori rullano i tamburi dello spettacolo e magari della guerra.
Sigmund, tu lo sapevi. Qui il computer e la digitalizzazione non sono centrali, ai tuoi tempi non c’erano. Considera oggi il computer come fosse una rete di raccolta di elementi. E considera tutta l’intelligenza artificiale di minor valore che un benessere diffuso. I mass media e i social riempiono il nostro ego e ci compiacciono. Come Narciso vediamo riflessa la nostra immagine in uno specchio. E ci facciamo un selfie dietro l’altro. Raccogliamo duplicati. Carenze di rappresentazione?
Ma davvero siamo nel 2023, cittadini del mondo perché condividiamo le star del cinema e non le povertà economiche, la carenza d’acqua di milioni di persone, le disuguaglianze sociali, i servizi pubblici inefficienti, le economie instabili, l’inquinamento, il degrado ambientale e l’educazione scarsa…? La nostra, oggi, qui, è una società mediatica più erotica che razionale: spettacolo, nozze, funerali, feste di piazza, omicidi dettagliati illustrati dai talk show e dai social screanzati. All’orizzonte del nostro panorama avanzano i problemi comuni. Un terzo degli italiani non è andato a votare, un terzo ha votato con dubbi, un terzo ha votato e ci dobbiamo accontentare di questa democrazia. Aristotele si può studiare e anche migliorare, l’ossitocina è quasi inafferrabile. Comunque servono tutti e due.
Caro Sigmund, avremo un futuro di sogni complicati.
Paolo
https://www.media2000.it/aristotele-e-lossitocina/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 14 giugno 2023
Carne da cannone
Caro Pasquale,
‘carne da cannone’, così venivano chiamati i soldati da sacrificare al fronte delle guerre, già dai tempi di Napoleone. Vergogna, vergogna per quei comandanti militari esaltati dalla dittatura politica e mediatica che sacrificavano vite per conquistare o difendere un territorio, senza cercare mezzi meno cruenti per gestire ambizioni e controversie. E il richiamo al patriottismo, sacrosanto, ma strumentalizzato dalla propaganda, continua oggi ad aizzare alla guerra, al massacro del nemico, soldato o civile che sia. Le vite individuali non contano. I leader arroganti credono di aggregare le masse, ma forse queste se ne discostano.
Tutti abbiamo avuto in famiglia uno o più defunti, anche solo per malattia: nonni, genitori, fratelli, sorelle, anche figli, parenti e amici cari. E ci abbiamo pianto per il dolore che abbiamo visto nei morituri e per l’affetto che ci è venuto a mancare. Per i sogni infranti e i desideri perduti, per l’impotenza di fronte alla tragedia della morte.
Oggi la cronaca dei media e dei social ci parla perlopiù della violenza omicida dei nostri ‘vicini di casa’, con tanti dettagli della scena di crimine. Più lontano, molto lontano (ma non troppo) le guerre, decise dai governanti, mandano al massacro soldati e civili, adulti e bambini, strappati all’affezione delle famiglie e alla tenerezza delle amicizie. Pochi si occupano di sapere chi sono. Magari di etnie straniere semisconosciute, di Paesi poveri, di pelle colorata e di occhi forse a mandorla. Senza nomi o storie da ricordare. Senza neanche commemorazione. Senza dire che sarebbero stati brava gente, operosa, intelligente, affettuosa. Uomini e donne semplici, come noi, diventati carne da macello nelle campagne (o negli acquitrini) tra Ucraina e Russia, tra Siria Iraq e Turchia, nei lager libici o semplicemente tra le onde del Mare Nostrum. Effetti collaterali. Liquidati così nella storia. Con i morti sono così liquidati anche i feriti, i depredati, gli sfollati, i migranti.
Caro Pasquale, scusa lo sfogo, mi imbarazzo un po’ a scrivere queste cose e non poter far nulla di più. I poteri dei governi, sia pur definiti democratici, inneggiano alla libertà, alla giustizia, al benessere, al patriottismo tutti i giorni, incessantemente. Ma non trovano modo o non vogliono realmente interrompere le barbarie, smettere di usare esseri umani innocenti come strumento di potere. I leader del marketing cercano consumatori e i mass media, se non sono dichiaratamente schierati e perciò complici dei poteri, sono solo notai della situazione: contano i colpi, i morti e speculano sulle previsioni.
Si fatica a mettere i nomi sulle bare. Spesso solo fosse in comune. Famiglie distrutte, povere o poco colte che siano, senza cura della loro identità e senza rispetto della loro dignità, pur facendo parte del nostro ecumene.
Il nostro ecumene continua a vivere di celebrazioni di vip e boss, di gossip, di notizie che quanto più sono esagerate tanto più fanno letture e ascolti, tesoro del mondo editoriale. Le strategie di business e geopolitiche, sono il Monopoli e il Risiko quotidiani, che macinano denari e carne da cannone spacciandoli per civiltà. Vorrei che la rivoluzione digitale e l’intelligenza artificiale, che pure ci appassionano per il nostro lavoro, non dimenticassero i sentimenti umani e si occupassero, nel loro ambito, di rispettare tutte le persone umane e di fronteggiare per loro gli inquinamenti ecologici ed etici.
Caro Pasquale, so che nel tuo lavoro la centralità delle singole persone è importante. Grazie.
Paolo
https://www.media2000.it/carne-da-cannone/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 8 giugno 2023
Polveri di stelle
Caro Guido,
ti conosco attraverso i tuoi scritti e la tua fama di scienziato. Ti apprezzo molto per il tuo mirabile racconto di storia della fisica, pubblicato il mese sorso (Guido Tonelli: Materia. La magnifica illusione. Ed. Feltrinelli). Ho apprezzato molto anche i richiami affettuosi alla tua storia familiare. Bravo!
In campo scientifico qui all’Osservatorio Tuttimedia siamo quasi tutti profani, ma la divulgazione giornalistica corretta è importante e personalmente mi appassiona come i miti antichi abbiano approcciato i grandi fenomeni del cosmo. Tu hai citato la storia di Hylas, le frecce di Eros, Democrito, Epicuro e Lucrezio, il Bahamut arabico, l’Empireo dantesco, ci sta anche la danza di Shiva come bombardamento di raggi solari, il binomio yin/yang come interazione atomica, certe visioni mistiche medioevali e tanti altre interpretazioni possibili che stanno nella storia della letteratura e che sarebbe bello approfondire.
L’universo macro e micro che tu hai studiato ci riserva ancora non pochi segreti tra le quantità di massa/energia nelle struttura globale di spazio/tempo: le turbolenze solari, le stelle di neutroni, la materia invisibile, l’energia oscura, i buchi neri, il vuoto e l’estrema rarefazione delle particelle atomiche negli spazi interstellari. Non meno affascinanti le interazioni atomiche, i neutrini, i lampi di fotoni, quark, gluoni e bosoni, la fluttuazione quantistica e l’inflazione cosmica, le proprietà del plasma, l’entanglement, gli equilibri metastabili, le ipotesi del multiverso, il Big Freeze o la catastrofe del vuoto elettrodebole. Hai passato in rassegna le congetture della genesi, della vita e dell’apocalisse. Sono personaggi e scene del tuo libro, come fosse un nuovo Olimpo di divinità da scoprire, citando i mediatori della scienza, da Galileo a Higgs, perspicaci ricercatori. Senza illusioni idealiste, senza troppo determinismo materialistico, in una navigazione tra l’aleatorio e il probabile, senza algoritmi definitivi.
Avrei molte domande da porti, intanto ti faccio i complimenti per i tuoi riferimenti all’estetica, all’etica e alla sociologia politica, che aggiungono valori culturali alla scienza e alla tecnologia e purtroppo sono spesso causa di dissidi e confronti cruenti tra gli umani.
Dalla tua nomenclatura del cosmo emerge la complessità della materia e insieme la fragilità delle cose, da affrontare sostanzialmente con concetti e solo strumentalmente con la tecnologia. E mi permetto di dire: tenendo a bada le presunzioni della cosiddetta intelligenza artificiale, made in Big Tech, quindi dal mondo degli affari e non da quello di una ricerca scientifica oggettiva.
Spero che tu legga questa lettera e di conoscerti presto di persona. Cordialità
Paolo
https://www.media2000.it/polveri-di-stelle/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 1° giugno 2023
Il colore dei gatti
Caro nipote Andrea,
quando la dicotomia tra male e bene è forte, tutto ciò che è anche parzialmente brutto diventa cattivo. Non ci sono sfumature accettabili. E’ il radicalismo del giudizio. Come dire che una macchiolina di caffè sulla camicia fa brutta tutta la camicia e spregevole chi la indossa.
Quasi al contrario c’è un’interpretazione pragmatica, poco idealistica ed estetica, ma efficiente e risolutiva: “la camicia è più importante della macchia”. In altri modi si può riassumere nell’aforisma (cinese) “non importa se il gatto è bianco o nero, basta che prenda i topi”. Penso subito agli animalisti che vorrebbero difendere anche i topolini, hanno ragione, ma bisogna accettare l’allegoria e semmai discutere sul vero colore del gatto e sulla violenza logica della frase. La violenza c’è perché si giustifica ogni mezzo, magari esagerato o illecito, per raggiungere uno scopo. Poi ci devono pensare i media e gli influencers a indorare la pillola.
Un esempio? Tanti: dall’assassinio di Giulio Cesare alle bombe atomiche sul Giappone, anche se “Bruto è un uomo d’onore” e le democrazie occidentali hanno potuto sconfiggere i nazi-nipponici. Nei conflitti c’è sempre chi vince e chi perde, per la pace bisogna coltivare il lecito, la dignità e condividere una morale, valutare i benefici e le conseguenze negative.
Ciò detto, resta che ribellarsi ai soprusi è giusto, difendersi dalla prepotenza è un diritto. Se fosse possibile usando la dialettica, sarebbe meglio che agire con crudeltà.
Belle parole, mi dirai caro Andrea, tu che sei maestro di public speaking, ma quotidianamente persone e istituzioni si scontrano, come animali che cercano il primato. Ognuno rappresenta la sua giustizia, concordare sembra impossibile. La zuffa è continua, senza esclusione di colpi. Abbiamo ancora il cervello primitivo degli animali? Forse sì. Manca educazione? O forse l’educazione non è omogenea?
Se anche le virtù sono disomogenee, allora pare che l’evoluzione dell’intelligenza abbia davanti un percorso ancora lungo e mi viene da chiedere quali sono i criteri morali con i quali istruiamo la cosiddetta Intelligenza Artificiale nei computer e nei robot. La Legge Zero di Asimov (1950) dice che un robot non può recar danno all’umanità e non può permettere che, a causa di un suo mancato intervento, l’umanità riceva danno. Dopo questo esordio letterario, quali saranno adesso le regole istituzionali per gestire l’Intelligenza Artificiale? Non mi riferisco a quelle spregiudicate dell’industria tech, ma per esempio ai Regolamenti dell’Unione Europea. Come costruire l’algoritmo della violenza o della non violenza? Fin dove sono accettabili a livello ecumenico?
Per il momento la pace civile sembra un’utopia. Per certo quel che possiamo fare è impegnarci nell’informazione, nell’educazione, nella comprensione dei casi comuni e nella disciplina dei casi singoli. Riconoscere nel colore dei gatti i pifferai malefici e le follie irrazionali.
Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/il-colore-dei-gatti/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 25 maggio 2023
Bulloni svitati
Caro nipote Renato,
mi chiedi un parere conciso sulla situazione. Quando si cerca di fare sintesi, ci scappa sempre qualche generalizzazione. Gli argomenti marginali vengono trascurati, come nelle curve stocastiche, anche se sono rilevanti per qualche minoranza. La visione democratica non riesce mai ad essere globale né tantomeno ha soluzioni per tutti. Qualcuno rimane escluso, come capita agli studenti, ai poveri (mai ai ricchi) o ai pensionati. Di questi ultimi c’è chi dice che comunque non sono indispensabili perché non partecipano alla vita produttiva, anzi succhiano soldi all’Inps. Come dire: eliminiamoli. Ovviamente chi lo dice è criminale.
Torniamo all’argomento democrazia. Le democrazie occidentali considerano come obiettivo il benessere dei cittadini, da raggiungere attraverso una migliore produzione di beni (alimentari o militari, non importa) e un aumento dei consumi (speculazioni finanziarie, giochi e sprechi inclusi). Il PIL misura la qualità di vita. I servizi per la popolazione (scuola, ricerca, salute, giustizia, infrastrutture …) dipendono dai quattrini a disposizione dello Stato. Per l’Italia sembra evidente che lo Stato non è capace di controllare l’introito fiscale (100 miliardi di euro di evasione/anno e un’economia sommersa di oltre 200 miliardi di euro) né di gestire i fondi ordinari o straordinari (vedi i miliardi del PNRR). Il ricorso al debito pubblico è inarrestabile. Più … terra terra: mancano i medici, le tubature d’acqua son rotte, non si riesce a smaltire i rifiuti e si allunga la lista di criticità istituzionali e geolocali, come il triste caso dell’Emilia-Romagna. La colpa non è solo dei burocrati, inefficienti o incapaci, ma è anche dei governanti, in Parlamento e nelle Assise locali.
La sintesi, spero provvisoria, è che non siamo capaci di gestire la democrazia e che i rappresentanti che abbiamo ‘democraticamente’ eletto, sono diventati, perlopiù, quella esecrabile ‘casta’ di lobbisti del potere economico, commerciale e culturale. In questa democrazia comanda il mercato, non il popolo. I mass media e i social conniventi sperperano parole per le loro sceneggiature, ingaggiano anfitrioni, tronisti, saltimbanchi da spettacolo o semplici passacarte che cullano una maggioranza silenziosa, vuoi per ignoranza, vuoi perché non ha più fiducia. E il popolo partecipa sempre meno alle elezioni. Così cresce anche la destabilizzazione intellettuale, tra presunzione di complotti e intrighi, primatisti ‘patrioti’ e affaristi pro domo propria.
Non è solo italiano il problema, beninteso. La gestione politica in altri Stati importanti dell’area liberista-democratica è altrettanto fragile se non scabrosa o scandalosa.
E intanto il mondo ci crolla intorno: bombe, conflitti sociali, povertà, inquinamenti. E non si dica che le catastrofi dipendono dai terremoti, dalla siccità o dalle alluvioni, perché l’antropizzazione a rischio l’abbiamo fatta proprio noi, senza previsioni, senza prevenzioni, senza controlli. Abusi contro natura e contro la nostra stessa società.
Ce la faremo a sostenere il futuro? Vorrei essere ottimista, ma avrei bisogno di conforto da chi abbia vocazione di fare manutenzione e trovare soluzioni a questa serie di bulloni svitati o mai avvitati, che dovrebbero tenere insieme la civiltà.
Intanto, nonostante i recenti governi emergenziali abbiano agito senza troppe consultazioni parlamentari, penso che i valori della democrazia non siano obsoleti e che valga la pena provarci ancora.
Dai Renato! Tu che sei coraggioso mi capisci.
Paolo
https://www.media2000.it/bulloni-svitati/

22 maggio 2023
Trasformazione digitale - Millennials e Boomers
Derrick De Kerckhove come al solito è stimolante nella ricerca delle chiavi di lettura e di sviluppo della trasformazione digitale. I principali argomenti trattati nel suo recente articolo “Il linguaggio sfidato dagli algoritmi nell’era dell’IA generativa” (https://www.media2000.it/il-linguaggio-sfidato-dagli-algoritmi-nellera-dellia-generativa/) sono quelli dell’informazione vera o falsa, della manipolazione possibile da parte di gruppi di potere, del controllo istituzionale delle innovazioni tecnologiche collegate all’intelligenza artificiale. Inoltre c’è una interessante interpretazione epistemologica dell’approccio della comunicazione scritta in lingue alfabetiche o iconiche (latino o cinese, per semplificare) e le connessioni con gli algoritmi digitali. In sostanza si tratta di schedare le categorie algoritmiche, contrastare i falsi, regolamentare le tecnologie. E’ aperto un dibattito internazionale su questi temi, con il rischio che certi poteri forti (non solo politici, ma soprattutto tech) avviino binari guida non rispettosi di privacy e diritti umani.
A mio parere, i modelli LLM (Large Language Model) stanno effettivamente sostituendo il linguaggio comune e questo a mio avviso compromette non solo l’aspetto cognitivo tradizionale, ma anche i significati storici ed emotivi delle parole e dei concetti. Nella mia educazione tradizionale, e probabilmente anche in quella di tanti Boomers e Millennials, ci sta ancora una concezione del mondo idealista, anche un po’ romantica. Questo mi fa attribuire alle parole significati plurimi. Mi viene in mente la canzone "Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete" del Convivio di Dante, con la proposta delle interpretazioni letterale, allegorica, morale, anagogica. I religiosi potrebbero aggiungere l’interpretazione omiletica e quella mistica. Io vorrei aggiungere l’interpretazione figurativa, così accontento i cultori degli ideogrammi cinesi.
Poi c’è una storia della letteratura molto affascinante, dall’epica di Omero alle Metamorfosi di Lucrezio, dal Daodejing alle poesie Tang, dalle tragedie di Sofocle alle commedie di De Filippo. Io non sono un ingegnere informatico, ma dubito che i costruttori di algoritmi abbiano avuto molte ispirazioni letterarie. La cultura è una miniera enorme di concetti, pensieri, emozioni, ispirazioni, interpretazioni etiche diversificate, sofismi ed erotismi, patriottismi diversi (su wikipedia, a seconda della lingua consultata, i patrioti sono eroi o rivoltosi). Insomma le interpretazioni non sono univoche, ma possono essere analoghe o equivoche. La logica degli algoritmi è quella aristotelica, quella di Tommaso d’Aquino o quella di un Budda? E l’arte? Come interpretare i quadri di Pablo Picasso o le sinfonie di Beethoven? I programmatori di algoritmi capiscono le connessioni culturali di una civiltà? L’Intelligenza Artificiale potrà mai essere perspicace e neutrale? Il deep learning quanto potrà essere profondo? C’è ancora moltissimo studio da fare.
Correttamente Derrick De Kerchkove indica che gli algoritmi offrono conoscenze ma indicano decisioni da prendere. La vita non è una partita di scacchi da vincere, ma un mondo intricato e anche turbolento dove i contrasti sociali e culturali prevalgono su soluzioni tecnologiche ed economiche. Vedi per esempio come l’industria (nel mondo capitalista e ‘socialista’) sta compromettendo l’ecologia del nostro pianeta.
Infine: c’è da discutere, ma sicuramente c’è la necessità di un controllo da parte delle istituzioni e di vari regolamenti da applicare all’uso dell’’intelligenza’ dei computer. Compito di livello globale. Delle Nazioni Unite, se funzionassero.
Dedico un’ultima osservazione all’imminenza dell’arrivo sul mercato big tech dei computer quantistici che con le loro performances di velocità potranno sconvolgere il mondo in un battibaleno. ‘Time Danaos et dona ferentes’.
Paolo Lutteri
(Pubblicato su Media Duemila N.339 Ottobre/Novembre 2023)

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 17 maggio 2023
Fuori dall’ovile
Caro David, amico mio,
so che sei battagliero, anche nelle critiche ai comportamenti e all’uso delle parole che come tu dici ‘fanno cultura’. Ti lancio qualche osservazione da commentare.
C’è chi dice che nel mondo della comunicazione sono tutti attori, cioè: recitano tutti. Effettivamente l’ego di tanti editori, giornalisti, influencers, ma anche pubblicitari creativi o del marketing, è in buona evidenza sopra le righe. Al pari dei politici, le esternazioni devono far clamore. Le verità raccontate spesso sono parziali, le allusioni sono di rito, le cosmetiche sono indispensabili, le enfasi di rigore. In video, tv o social, le iperboli del linguaggio fanno appeal, meglio ancora se condite da toni di ‘grande amore’ o rabbia e parolacce. Tirano audiences e applausi. Poiché gli applausi sono distribuiti indifferentemente pro o contro le questioni in discussione, è palese che siano applausi di scena, di pubblico pagato. La situazione di questi siparietti di scena dovrebbe essere vergognosa per un editore e per un conduttore, ma purtroppo lo spettacolo prevale sui contenuti. Così come il numero dei followers, plaudenti alle dichiarazioni o alle immagini, sembra aumentare tanto più siano lascive o cruente.
Sinceramente io penso che i numeri degli influencers siano falsi, oppure siano esagerati i contatti monitorati da chissà quale algoritmo. Oppure che si spaccino visioni insignificanti di pochi secondi per permanenze prolungate. A vantaggio anche della pubblicità, ormai dilagante su internet, anche se smozzicata e fastidiosa perché tutti fremono nell’attesa che finisca il pop-up di turno. Ogni secondo è prezioso nella consultazione su screen, specialmente dallo smart-phone. Certi spot lunghi e ripetuti finiscono per irritare.
Caro mio, ti voglio dire che nonostante la sceneggiatura degli intrattenimenti, talk-show e video-selfie sia oggetto di attenzioni narcisiste da parte degli operatori della comunicazione, il reale utente finale ovvero il pubblico vero, non è del tutto sciocco e qualche idea di essere preso come pecorella sprovveduta se la fa. Non tutti sanno che gli agnellini sono bestiole molto vivaci…
Ovviamente la gente comune non ha né mezzi né voglia di mettersi a fare il giornalista o l’opinionista, ma mi sembra che sempre meno dia retta alle sirene consumiste e alle becere propagande politiche. In particolare qualche segnale positivo viene dalle nuove generazioni che mostrano un po’ di senso critico. I giovani crescono col telefonino attaccato agli occhi, ma questa è la nuova forma di comunicare, di stare vicini, di scambiarsi esperienze di vita insieme alle battute. E’ questo che spero: che l’individualismo tipico di un popolaccio sia sostituito da una coscienza sociale più attenta, più intelligente, più attiva nell’utilizzare la tecnologia per un benessere comune, per ridurre disuguaglianze sociali, per esercitare la democrazia col minimo di burocrazia, per salvaguardare non solo il nostro giardino, ma tutto il pianeta da un inquinamento generale.
Molti giovani svegli (e anche i Millennians) hanno capito che non potranno contare a lungo, facendo i parassiti, su comportamenti antichi. Bisogna guardare avanti, senza credere alle illusioni e agli illusionisti. Fuori dall’ovile!
Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/fuori-dallovile/

LETTERA APERTA di Paolo Lutteri - 5 maggio 2023
L’uomo mascherato
Caro Humble Victor,
ci voleva un gladiatore africano come te per far vincere lo scudetto al Napoli. Il merito non è solo tuo ma certamente i tuoi goal sono stati determinanti e le vittorie hanno esaltato tutti, tifosi o no, napoletani o no, affacciati al golfo e alle metropoli di Milano, Buenos Aires, Rio, New York, Sydney, Londra … Tu e i tuoi compari in maglia azzurra avete attizzato i brividi.
Una festa planetaria di botti, balli, schiamazzi, colori, striscioni, fantasie commerciali, abbracci in pubblico inclusivi per etnie europee, africane, asiatiche, americane. Un decreto europeo non avrebbe saputo far tanto.
Una ‘rivolta’ popolare di passione che ha dimenticato sul momento le difficoltà economiche, i disagi della vita, gli inquinamenti. Neuroni azzurrati in una kermesse collettiva che ha conquistato anche i cuori duri dei tifosi di Juve, Milan e Inter, più abituati ai successi calcistici. Per proprietà transitiva, come in matematica, la vittoria è estesa alle città e a tutte le comunità partenopee, che significano sport, musica, teatro, folclore, gastronomia, fantasia e creatività (glorie napoletane). Tra i fumi dei petardi e le smorfie dei tifosi che abbiamo visto di persona o in tv, sono scomparsi per un po’ i telefonini e le chat sull'intelligenza artificiale. La festa della squadra è stata incorporata come festa di tutti (non ci sono 25 aprile, né 1° maggio che tengano; ragioniamoci sopra, direbbe Zaia). Un’iniezione totale di adrenalina per contagio, non digitale.
E’ come se lo studio laborioso, le logiche della tecnologia, le procedure della burocrazia, le leggi e i regolamenti fossero temporaneamente aboliti dall’entusiasmo. ‘Cuore’ è una parola romantica, ma si riaffaccia al palcoscenico ogni volta che l’emozione prevale, senza limiti. Addio web, stavolta. Addio metaverso, forse per sempre. Vien da dire che ci vorrebbero più eventi come questo, capaci di scaldare formalismi e diplomazie decotte.
Caro Victor, il tuo volto mascherato è diventato come quello dei super-eroi. La maschera è diventata una specie di allegoria della duplicità umana, dove convivono sentimento e ragione, spettacolo e normalità. E’ un segno che la ragione non basta a dare forza e sostenibilità. Ci vorrebbe più affettività anche per evitare campagne di guerra e colpi spregiudicati di artiglieria. Se una maschera ci proteggesse dai colpi, indossiamola tutti e scendiamo in campo. Ah, se i media e i social tenessero nel medesimo conto i furori per la pace e per l’ecologia!
Bravo Victor, resta Humble, continua a giocare di squadra. E’ il segreto per vincere. Applausi a tutta Napoli. La festa non finirà mai, non esageriamo e non facciamoci male, ma speriamo che sia utile a migliorare la coscienza sociale dei cittadini.
Calorose cordialità a te.
Paolo
https://www.media2000.it/luomo-mascherato/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 4 maggio 2023
Resilienza telematica
Caro Floriano, amico mio,
solo il 15% degli italiani non usa servizi telematici come collegamento a internet da computer o telefonino. Più della metà dei cittadini italiani sostiene che i dispositivi digitali sono utili, che aiutano a mantenere le relazioni sociali, che supportano il lavoro e lo studio e fanno scoprire cose nuove e inaspettate. Un terzo circa sente il bisogno di connettersi ripetutamente. Mediamente le connessioni durano quasi tre ore al giorno, ma c’è chi non smette neanche quando mangia o quando cammina. Possiamo chiamarla un’invasione telematica.
E tu invece, nonostante la tua cordialità col prossimo, sei refrattario! Io capisco che il tuo lavoro, faccia a faccia con le persone dall’alba a dopo il tramonto, ti impedisca di distrarti navigando sulla rete. Capisco la tua riluttanza a ficcarti in un esercizio di relazioni virtuali, pigiando sui tasti di un computer o di uno smartphone. Si fa un po’ di fatica a destreggiarsi, ma si può fare. L’impaccio iniziale è grande perché per conoscere i particolari sul web bisogna smanettare tanto. Ma queste cose non ti affascinano. Preferisci i concreti contatti umani. Eppure saresti ben capace. Sono i tentacoli pignoli delle modalità burocratiche della comunicazione digitale che probabilmente spaventano. Non solo te, ma anche me e tanti altri.
Eppure io navigando mi guardo attorno senza confini. Tu che sei un grande appassionato di tennis, come fan della grande scuola del Ponente Ligure, con un apparecchietto ti potresti collegare con un match di Flushing Meadows o di Melbourne, anche se davanti non hai un televisore. Potresti sbirciare sulla web cam della Nasa su Marte, e tanto altro. Insomma con internet hai tutto in mano a portata d’occhio. Potresti anche approfittare di nuove ricette di cucina o di cocktail, di cui il web è ben ricco. Ti voglio prendere per la gola. Vedrai che se ci prendi gusto, ti sarà difficile staccarti.
Però ti invidio. La più parte delle persone è ormai schiava dei collegamenti virtuali. Sono troppo attaccati al telefonino o con gli occhi sugli schermi. Invece di gustare i dettagli di un panorama lo fotografano, come i clienti del ristorante che immortalano gli impiatti. Le informazioni di attualità stanno nei blog degli influencer che fanno opinioni da mercato consumista più che raccontare verità sociali come le persone che incontri dal vivo. L’amministrazione pubblica si è impadronita di internet e non ti riconosce neppure il certificato di nascita se non hai lo spid o un QR Code. E’ informatica digitale anche la democrazia, anche se le false notizie dilagano e i poteri dei software strumentalizzano tutto. Con la rete web il ventaglio si allarga a dismisura. E’ un trampolino, guidato, per la conoscenza. Ormai siamo prigionieri di questa telematica digitale che ci fa condividere, virtualmente, quasi tutto, da remoto. Nel minestrone mediatico occorre anche distinguere il vero dal falso, le proposte reali dagli spam. Insomma: internet va usato in tutto o solo in parte, ma con intelligenza.
Non voglio insistere con te, ma siccome non mi sembri trappista, datti una mossa di modernità e impugna il tuo smartphone per approfittare almeno delle informazioni di amici sinceri e di qualche opportunità di comunicazione istituzionale e commerciale, se non di gossip che ci tiene di buonumore. Spero di condividere con te sul web qualche bella storia dei personaggi della Valle Argentina. Cèdila, un abbraccio!
Poiché siamo lontani e non hai l’abitudine di vedermi on line, manderò privatamente questo testo alla tua cara Rosa, affinché te lo racconti.
Paolo
https://www.media2000.it/resilienza-telematica/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 27 aprile 2023
Si vive una volta sola
Caro Orazio,
i mass media parlano poco di te, ma la salute è l’argomento più corrente per la popolazione. Siamo nell’era delle scoperte scientifiche nucleari, dell’innovazione tecnologica, dei grandi finanziamenti pubblici, della comunicazione senza confini, del consumismo sfrenato per molti. Adesso che tocca a te presiedere la gestione politica della sanità nazionale, è urgente che tu sistemi alcune situazioni critiche, intanto che rassetti il quadro generale, come hai annunciato ammirabilmente in Parlamento lo scorso 6 dicembre.
Noi, del mondo della comunicazione, non siamo specialisti, ma raccogliamo istanze dell’opinione pubblica. Il benessere dei cittadini è fondato anzitutto sulla salute. Chi ha bisogno di cure non può avere la burocrazia come nemica e non può dilazionare le cure nel tempo. Spesso i malati sono gravi e non hanno tanto tempo davanti. Spesso i malati sono poveri e non hanno soldi per ricorrere a costosi interventi privati. Ogni ritardo è un supplemento di ansia e di paura.
I medici di base possono essere taumaturgici ma … dopo lunghi anni di studio, spero con abnegazione e passione, oggi li ritrovi poco più che impiegati manuali, alle prese della prescrizione di esami, compilazione di moduli, ricette, certificati, piani di cure e vaccinazioni (ma chi le deve fare?), consigli telefonici come suggeriti da internet … fino ai censimenti di epidemie. Con vergognoso spreco di risorse intellettuali, sono diventati operatori telematici di diagnosi e ricette senza neppure visitare il paziente. Gestire referti e richieste per chi è costretto ad avere fino a 1500 iscritti (e qualcuno resta fuori!), è un lavoro da ‘colletto bianco’, non da ‘camice bianco’. Nell’ambulatorio le scrivanie e il lettino sono ingombri di carte senza archivio, il telefono squilla in continuazione e i pazienti, in coda, sono diventati impazienti e scontenti. E restano malati. Le diagnosi presso gli specialisti e gli interventi chirurgici richiedono tempi lunghi, attese prolungate. Un po’ più corte se paghi. E questa è un’altra vergogna del diritto alla salute!
Qui non voglio solo lamentarmi, ma suggerirti fretta e interventi di snellimento dell’organizzazione e della burocrazia. Anzitutto ordinare il sistema: deve essere chiaro chi fa che cosa e in che tempi la fa. A monte ci sarà l’istruzione universitaria, la ricerca, l’arruolamento di personale, le infrastrutture, il finanziamento agli ospedali o per le Case di comunità, le deleghe alle Regioni o ad altre istituzioni, la soluzione delle disuguaglianze operative. Intanto togli ai medici e ai pazienti l’incubo dei tempi burocratici, fai intervenire l’esercito che proceda in emergenza come per la pandemia. Utilizza parti delle Protezione civile o degli ex-alpini, che sono generosi. Sì, perché siamo in emergenza, anche se i malati hanno poca voce per gridarlo.
Sono certo che il sistema sanitario, non solo in Italia, sia complesso e difficile da gestire, ma si vive una volta sola e abbiamo diritto ad una assistenza tempestiva. Saprai certamente fare meglio dei miei consigli.
Grazie per la tua attenzione. Bisogna darsi da fare. Fatti sentire sui media. I malati non possono aspettare.
Paolo
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LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 19 aprile 2023
Il leone
Cara Eva, amica mia,
hai passato una notte agitata, l’ho capito. Sai che i sogni arrivano all’alba, come se la prima luce del giorno accendesse nella mente storie fantastiche, mentre gli occhi sono ancora chiusi. Le visioni raccolgono elementi vissuti, circostanze singolari che si sono impresse magari senza troppa consapevolezza. Ci sono storie d’amore ma anche di cronaca rosa e nera e perfino ricordi di vicende politiche intricate. Compaiono anche racconti del futuro, o senza tempo, interpretati da conoscenti reali o personaggi dello spettacolo. Una giostra, come sai. Figurati sognare un leone! Ricavarne spinte ad agire è un po’ troppo: ci sono anche incubi oltre che racconti di avventure. Salti nel vuoto oltre che abbracci fantastici.
Adesso, da sveglia, rinfresca il volto con acqua fresca e torna a ragionare con mente limpida. La realtà è più complicata del sogno, affronti ogni giorno miriadi di input, messaggi, parole, idee. Sulle chat trovi (o ti trovano) stimoli di azioni e di passioni difficili da dirimere. Dai giornali (stampati o via web) e dai canali audiovisivi hai una valanga di informazioni, istituzionali e commerciali, non sempre omogenee, che ti spingono all’uso, alla critica e soprattutto al consumo. Ti sembra (o ti convincono che) perdi occasioni di vita. Stai calma, mass media e social sono come la bocca aperta del tuo leone, dagli qualcosa da mangiare (poco poco) prima che divori te. Ma non dargli confidenza. Lui non è affettuoso.
Tienti il tuo senno e non disperdere emozioni inutili. Di tanti interlocutori sceglitene pochi affidabili, quelli che vivono di necessità e che non devono inventare fake news come gli influencers perditempo. Scrivi e descrivi le notizie, i progetti, non i sogni. Dai speranze concrete, non illusioni. Racconta cose vere, non nascondere fatti, non dire bugie. Fai bene il tuo mestiere. Non farti comprare.
Di notte tornerai a dormire tranquilla, i bei sogni arriveranno all’alba e resteranno piacevoli emozioni tue. Il leone rimarrà nella foresta.
Ciao mia cara, ti abbraccio e ti guardo gagliarda al tuo lavoro di giovane giornalista, efficiente e determinata.
Paolo
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LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 13 aprile 2023
I bastoni fra le ruote
Caro Franco, amico mio,
partiamo da un’affermazione ovvia, ma trascurata: non ci sono risposte facili per un problema difficile. Con il crescendo di complessità del mondo può darsi che il cervello umano, o la sua coscienza, non arrivi a trovare soluzioni globali per uno sviluppo sostenibile planetario.
Troppe variabili in gioco, troppe ambizioni, troppi retroscena, troppo intrighi, troppe distanze di pensieri. Lacci e lacciuoli ci strangoleranno prima di riuscire a sciogliere i nodi della sopravvivenza. Eppure queste sensazioni non sono solo moderne; già nell’antichità (pensate alle storie bibliche, alle catastrofi primitive o all’epica antica) il senso di pessimismo individuale o cosmico era molto diffuso, quasi un genere letterario. Ma il pessimismo esistenziale è uno stato psicologico di depressione incipiente o è il risultato di un ragionamento concreto?
Mentre pensiamo al dilemma, oggi non possiamo rinunciare agli obiettivi dell’intelligenza con ottimismo. E abbiamo un alleato nella tecnologia. Mai nella nostra storia precedente abbiamo avuto la possibilità di scoprire le leggi dei fenomeni, di comunicare senza limiti, di gestire una enorme quantità di dati e di fare velocemente calcoli complicati. Inutile qui fare la lista degli esempi con i risultati di successo della ricerca informatica. Se applichiamo algoritmi intelligenti alla mole dei dati, abbiamo esiti clamorosi. Non sarà poi così intelligente il computer, ma ci assemblerà dati e testi, incrociando serie storiche e previsioni, e se abbiamo programmato bene ci fornirà soluzioni logiche, visioni probabilistiche e priorità di interventi. I computer e i robot non hanno via libera a 360°, la strada e i semafori glieli dobbiamo dare noi. Intanto dovremo risolvere i problemi dei diritti e dei doveri, della privacy e del copyright, importanti perché confinano con i valori democratici universali, che vogliamo condividere.
Peraltro in questi secoli abbiamo anche allevato due nemici in casa: l’apparato burocratico e i governanti autocrati. La burocrazia è una forma di salvaguardia della democrazia, ma se l’apparato e le governances prevalgono sulle idee e sulle azioni, restiamo indietro col progresso. E questi sono i lacci che ci strangoleranno.
In altre parole: la tecnologia ci può aiutare se i cavilli burocratici e gli individualismi settari non ci mettono i bastoni fra le ruote. La perfezione è irraggiungibile ma il miglioramento è possibile.
Percorso difficile, ma dobbiamo farlo, soprattutto noi che ci occupiamo di comunicazione e di educazione. Unendo forze più che possibile. Non si può rimanere come l’asin bigio di Giosuè Carducci, che rosicchiava il cardo senza scomodarsi.
Dai Franco, che abbiamo da fare! Un abbraccio
Paolo
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LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 5 aprile 2023
Attrazione fatale
Caro Giovanni, mio direttore-fondatore,
la marea di informazioni e immagini che i mass media ci propinano da tutto il mondo, illustrando il brutto e il bello, ci immerge in un panorama senza confini. Mentre la televisione passa dalle cronache dei bombardamenti alle smorfie di un reality di amori truccati, i social sminestrano con disinvoltura ricette di cucina, barzellette e insulti. Tra gli estremi c’è una tale varietà di spettacoli, pubblici e intimi, da far perdere la testa a chi cerca una logica universale.
Dunque il ‘centro di gravità permanente’ non esiste, così come sembra non esista un canone comune che l’umanità possa apprezzare. Per far marciare le cose i predicatori religiosi e politici provano a promettere paradisi in cielo o in terra, ma i loro seguaci sono così incostanti e birichini che i buoni risultati sono modesti, o rari, o solo localizzati. L’armonia duratura non è concreta, la felicità si tocca solo sui tempi brevissimi (un sospiro e via!), la perfezione mai. Ben sappiamo che la perfezione non esiste, tuttavia sui comportamenti sociali possiamo fare qualche miglioramento. Questo sì.
E’ impossibile eliminare la disuguaglianza sociale? Sì. Almeno cerchiamo di ridurla. E’ impossibile eliminare le malattie? Sì. Almeno cerchiamo di prevenirle. Vale anche per gli inquinamenti e le guerre.
Alla ricerca di un miglioramento di vita, culturale ed economica, oggi possiamo usare anche l’innovazione tecnologica, in tutti i campi. Fa parte della ‘grande mutazione’, come dicevi tu. Dall’astronautica alla chimica, dall’agricoltura all’editoria. Per certi settori noi siamo solo spettatori, non abbiamo sottomano equazioni di fisica quantistica per risolvere problemi energetici, ma, per esempio, sentiamo la pressione ingenieristica esercitata dalla digitalizzazione. Si scrive con una tastiera invece che con una penna, si parla con un telefono invece che faccia a faccia, si guardano le galassie su uno schermo, i dati statistici e le opinioni si raccolgono con un computer, le cronache si redigono con l’intelligenza artificiale. E se non ci bastano i sensi comuni, possiamo navigare nel metaverso, ambiente un po’ allucinato. Profumo di benessere?
Certo non è tutto così per tutti. Ci sono ancora tanti bisognosi senza tetto, ma sopravvivono ancora stregoni esoterici, capi di stato farlocchi, ciarlatani e astrologi (supportati da strutture apicali del servizio pubblico!), visionari girandoloni, criminali clandestini e perfino qualche terrapiattista. I vecchi manicomi son chiusi e perfino le carceri sono in discussione.
In tutto ciò (e non ho certo detto tutto) l’attrazione digitale è fatale: non ha contenuti suoi, ma è il mezzo di comunicazione per stabilizzare una cultura comune. Forse sarà il collante adatto per questo millennio.
Come anticipavi tu, caro Giovanni, quaranta anni fa sulle prime edizioni di Media Duemila.
Un caro ricordo
Paolo
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LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 30 marzo 2023
Mantenere il bello
Caro Riccardo, amico mio,
mi rivolgo a te, che sei artista e professore, eclettico conoscitore della natura e specialmente … delle api! Vuol dire che apprezzi l’estetica, l’educazione e il lavoro sociale. Adesso noi viviamo abbastanza tranquilli, ma intorno a noi guerre, migrazioni, inquinamenti, disagi etici minacciano un futuro difficile. Qui in città le bellezze artistiche sono trattate benino, perché sono prodotti commerciali, da sfruttare turisticamente. Ma in generale la manutenzione delle cose antiche è scarsa e la creatività di quelle moderne è spesso trash. Anche la bellezza della natura in città è mal tenuta. Pare che a Milano non sappiamo dove piantare gli alberi pagati dal PNRR. A Roma sotto gli alberi in fiore ci possiamo trovare immondizia e ungulati. Pittoresco, forse, ma non affascinante. Le api: soffrono per l’inquinamento, resistono nei cartoons per bambini, per fortuna.
E quindi ho due domande per te.
Prima domanda: l’arte e la bellezza che ruolo hanno in questa civiltà? Possono sostenerla? Non mi illudo che ‘mettere fiori nei cannoni’ possa risolvere le contese, eppure se ci fosse un po’ di buon gusto e buon senso nella testa dei leader del mondo forse se ne gioverebbe anche la diplomazia, al posto delle bombe. Se poi il senso della bellezza si applicasse alla manutenzione di opere d’arte e a esperienze estetiche virtuose, forse staremmo tutti meglio. Senza arte, musei e biblioteche, si brucia la storia. Senza architetti, pittori, musicisti e ‘artieri’, che società sarebbe? I politici dovrebbero avere un pizzico di sensibilità ‘artistica’.
Seconda domanda: nel mondo delle api stupisce il loro linguaggio danzante, l’operosità, la collaborazione, la simmetria e la precisione del loro lavoro. Ci danno esempio di inclusione, condivisione di obiettivi, organizzazione e comportamenti utili alla produzione e alla sopravvivenza. Non voglio esagerare perché ovviamente l’intelligenza animale non raggiunge valori di democrazia e di responsabilità civile, eppure un po’ di coscienza e consapevolezza anche in biologia esiste in modo spontaneo. La gerarchia in un alveare è una forma di comunità primitiva: uniforme e talvolta feroce, non è da imitare ciecamente. Ma è possibile che tra noi umani biologicamente evoluti non riusciamo a trovare schemi di accordo e progetti comuni?
Dagli artisti e dalle api anche il mondo dei media e dei social ha qualcosa da imparare. Che ne dici?
Un abbraccio
Paolo
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LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 22 marzo 2023
Scienziati per il futuro
Caro Alberto, amico mio,
qualche giorno fa hai gestito brillantemente a Milano per l’ennesima volta la tappa italiana del Concorso europeo per giovani scienziati (Fast-Eucys). Una torma di talentuosi studenti di scuole medie si è sbizzarrita con invenzioni tecnologiche e mini-realizzazioni di fisica, chimica, elettronica, biologia … Gli argomenti dei progetti quest’anno hanno spaziato dai ‘buchi neri primordiali’ alla ‘rimozione delle microplastiche’, da ‘l’utilizzo degli scarti di agrumi’ al ‘rivelatore di morbo di Parkinson’. Se queste sono le creatività giovanili, possiamo ben sperare per il futuro.
Questi ragazzi arriveranno molto probabilmente a vedere il 22° secolo. Sempre che cataclismi, inquinamenti globali e guerre ci risparmino. Da qui al 2100 lo sviluppo scientifico sarà indispensabile per la sostenibilità della civiltà. In fisica queste nuove generazioni devono risolvere il problema delle risorse energetiche. Biologia e agricoltura devono assicurarci le risorse alimentari e una buona salute. L’informatica, con big data e intelligenza artificiale controllata, saranno l’equipaggiamento fondamentale per l’economia e una buona base per l’uguaglianza sociale. Entro qualche decennio i nostri giovani disporranno di un avamposto spaziale sulla Luna o su Marte. Non sarà per turismo ma magari per costruire centrali di nuova energia o per depositare scorie ingombranti dalla Terra, inquinanti o scorte belliche che non vorremo più usare.
Caro Alberto, a questi giovani occorre dare una formazione morale, politica per una società civile globale, con una responsabilità e una coscienza planetaria che ci eviti guerre intestine e comportamenti irrazionali.
Spero che l’élite che hai premiato in questi anni (so che sono oltre 5000 ragazzi e ragazze e alcuni sono diventati Alfieri della Repubblica e hanno già guadagnato importanti riconoscimenti internazionali) sappia applicare al meglio il proprio impegno anche nelle professioni, di manager e ricercatori, compreso quelle dei giornalisti e dei divulgatori scientifici. Intanto grazie a te, ai tuoi collaboratori, ai tuoi sostenitori, alle istituzioni italiane e internazionali che rappresenti. La rete di eventi e meeting alla quale approderanno i vincitori del Concorso sarà un’occasione eccellente per scambiare esperienze e crescere nella competenza e nell’entusiasmo e organizzare una collaborazione senza frontiere.
L’innovazione tecnologica che nasce dalle scuole, oltre alla didattica tradizionale, è un trampolino di lancio per lo sviluppo al quale guardiamo tutti con attenzione e ammirazione.
Per ogni approfondimento e dettaglio segnalo ai lettori il sito https://fast.mi.it/i-giovani-e-le-scienze/.
Un caro abbraccio a te
Paolo
https://www.media2000.it/scienziati-per-il-futuro/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 15 marzo 2023
Sostenibilità in pezzi
Caro Remo, amico mio,
i media e i social ci rendono partecipi delle sciagure della nostra civiltà. Bombardamenti, terremoti e naufragi li abbiamo sotto gli occhi tutti giorni. Come la gente può pensare al futuro se già il presente è così incerto? La più parte non pensa certo allo sviluppo sostenibile, ma alle risorse di oggi.
Ho letto il tuo intervento sulla responsabilità sociale delle imprese (https://futuranetwork.eu/interventi-e-interviste/638-3746/il-nuovo-ruolo-delle-imprese-), lo condivido pienamente e aggiungerei anche la responsabilità sociale delle istituzioni pubbliche. E’ proprio vero che in questo momento le coscienze hanno a cuore il potere o il denaro, come strumenti di benessere immediato, e non una sostenibilità futuribile. Non è solo un sentimento dei bisognosi, ma lo è soprattutto degli agiati. I politici si contendono il palcoscenico dell’oggi come se fossero attori. Nelle imprese i manager hanno bilanci da gestire in tempi brevi, per gli imprenditori i ricavi immediati sono prioritari.
Pochi guardano al futuro. E’ lontano. Si bada a sfruttare tutte le risorse, pulite o inquinanti, adesso. Occorrono più consumi, servono nuovi prodotti per stimolare esigenze che diventino abituali e indispensabili. Mi riferisco non solo a beni materiali, ma anche a beni culturali, costumi o mode che impazzano sui media e sui social.
Se i privati mancano di lungimiranza, i poteri pubblici non son da meno. Le questioni energetiche sono evidenti da molti anni, ma i rimedi sono lenti, molto lenti. E non è solo questione di economia industriale e di inquinamento chimico. I problemi forti restano le disuguaglianze sociali, le imparità di diritti, la scarsità di infrastrutture di servizio e di percorsi formativi utili. Le cronache ci raccontano di domanda e offerta di lavoro che non si incontrano, di giustizia deludente, di scuola e sanità incomplete, di migrazioni incontrollate e tragedie quotidiane, di emergenze permanenti. Vergogne per chi dirige una società civile e per coloro che sfoggiano lusso e arroganza.
E’ facile individuare le responsabilità, più difficile individuare i responsabili in questo colossale percorso a scaricabarile burocratico. Spesso a monte dei disastri della società non c’è una volontà criminale, ma c’è una pesante negligenza operativa che equivale a una colpa precisa. Questa negligenza confina con l’incompetenza e sfocia con l’inefficienza.
A onor del vero, non mancano pratiche virtuose, innovazioni tecnologiche eccellenti, gesti pubblici amorevoli. Ci consolano ma non ci bastano. Bisogna coltivare la ragione, l’attenzione e la competenza. E la comunicazione è strumento essenziale.
Questo mare mediatico di onde e tempeste di parole e di immagini è il nostro campo di azione quotidiano, col quale dobbiamo convivere e che ci da, tumultuosamente, le risorse economiche, sociali e culturali per far avanzare la civiltà. Puntiamo sulla responsabilità sociale, come tu dici, e sullo sviluppo della relazionalità. Il benessere individuale è la base per poter parlare di sostenibilità e di futuro.  In questo senso qualche ruolo gli opinion makers e gli editori ce l’hanno. I processi logici, gli algoritmi che la tecnologia ci propina, i provvedimenti da prendere, questi meriterebbero più attenzione, soprattutto da chi fa servizi pubblici di gestione, di formazione e anche di intrattenimento.
Tu Remo, che leggi nei pensieri della gente, conosci i pifferai magici, tracci le scie delle idee e ne trai pronostici, dici che ce la faremo? Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/sostenibilita-in-pezzi/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 2 marzo 2023
Idee al setaccio
Caro Ludovico,
le cronache di attualità, guerra e tragedie individuali, sono segni crudeli e sconcertanti della vita del nostro mondo. I mass media ci fanno condividere concretamente questi conflitti.
La ragione, e anche il sogno, mi hanno da sempre spinto alla realizzazione di una causa comune, anche se la vanità mi ha dato spesso suggerimenti egoisti. Nella vita sociale io auspico la diffusione di una responsabilità generalizzata, un’intelligenza collettiva, una coscienza globale che supporti la civiltà umana. E’ una visione culturale non belligerante ma diplomatica, non dispersiva ma convergente. Il fascino di teorie come il buddismo o il comunismo (intendilo filosoficamente non come di parte politica) è stato prevalente. Non sempre sono stato accomodante: non ho evitato confronti focosi contro gli arroganti, anzi ho sostenuto le guerre degli sfruttati contro gli sfruttatori, degli indigeni contro i colonialisti. Non mi è mai piaciuto porgere l’altra guancia, se non per prudenza o disprezzo del prepotente. Penso che all’aggressione l’aggredito abbia il diritto di rispondere, con tempi e modi opportuni di reazione.
Eppure questo movimento di convergenza verso ideali comuni si scontra così frequentemente con le intenzioni altrui ed è così difficile da realizzare che mi pone dubbi. E mi scoraggia. In contraddizione con me stesso, arrivo a pensare che la divergenza di idee e di comportamenti potrebbe essere una costante inevitabile nella storia dell’evoluzione, come l’entropia in aumento nel mondo della fisica.
Questo repentino passaggio dalla psicologia alla fisica cosmica, e viceversa, è sopra le righe. Mentre scrivo mi rendo conto della mia ignoranza in proposito. Però ci può essere un’analogia tra la classica gravità, forza di attrazione dei corpi proporzionale alle masse, e questa entropia, misura del disordine, che sembra almeno in parte allargarsi nell’universo di momento in momento dal big bang in avanti.
Così vedo che le idee, a mano a mano che prendono luce, generano percorsi discordanti, sfuggenti, centrifughi. Credo che ognuno di noi abbia costantemente davanti a sé il problema se convergere o divergere.
Perdonami la similitudine, caro professore, sto cercando una soluzione comunque ragionevole in quel colabrodo di concetti che è il cervello umano. Ecco: supponiamo che la società sia assimilabile figurativamente a un setaccio. Gustave Courbet lo illustra  nell’immagine delle sue ‘Cribleuses de blé’. Nel setaccio passano solo le minutaglie, chiamiamole cose marginali, non necessariamente da conservare. Restano nel setaccio i grani utili, le idee spesse, quelle con un peso, quelle con un valore da condividere. Le altre, magari non nocive ma più frammentate, lasciamole perdere. La cernita con un setaccio si può fare anche al contrario: si fanno passare i corpi e le idee fini mentre gli ingombranti e le idee grossolane restano bloccate. In un caso o nell’altro la selezione del setaccio è uno strumento efficace, per convergere o divergere secondo i casi.
Mah, chissà se questo paragone regge? Tu che sei filosofo di professione, che ne pensi?
Un cordiale abbraccio
Paolo
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LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 22 febbraio 2023
Giustizia
Caro Hosni,
spero tu ti stia sollazzando con le settantadue spiritelle che la tua religione ti ha promesso. Non so se te lo sei meritato, ma non metto becco nella giustizia del tuo cielo. Qui da noi qualche giorno fa è stato festeggiato il carnevale, con un’anteprima a Sanremo. Quel nostro specialista di barzellette ha festeggiato anche lui con uno stuolo di ragazze voluttuose, tra cui quella tua presunta nipotina. Sì, quella che ha detto di essere uscita da un incubo. Altri pensavano da cene eleganti, altri hanno avuto congetture diverse. Lei è uscita dal tribunale abbastanza ricca e famosa.
Nel nostro palazzo di giustizia gli operatori sono alacri, ma i percorsi burocratici sono purtroppo lunghi e complicati. Anche i cavilli legali complicano l’iter giudiziale e spesso diventano più incisivi di un pieno giudizio morale. I semafori rossi sono aboliti, ci sono le rotonde al posto degli incroci, con una segnaletica così ricca di vie d’uscita per ipotizzare i prosiegui che fan comodo. Se la legge, in teoria, è uguale per tutti, le interpretazioni sono personalizzate. E’ come se la giustizia sociale fosse diversa da quella ideale. Magari la politica la chiama pragmatismo, ma certo il comune cittadino ne rimane un po’ deluso, tende a chiamarla ingiustizia sociale e a dubitare degli operatori coinvolti.
L’alta giustizia divina lasciamola perdere, o è troppo lontana o non c’è. E nel nome di dio si avviano ‘giuste’ guerre, conquiste, rapine, stupri. Anche qualche religioso incita al combattimento, ruba e perfino seduce i bambini, come si legge nella cronache di politica internazionale e di nera locale. Il concetto di giustizia è lontano da quello di guerra. Una volta c’erano le scorrerie dei Saraceni, le crociate dei Cristiani, le contese cruente tra Cattolici e Ugonotti. Oggi si sfidano con violenza Sunniti e Sciiti, Palestinesi e Israeliani, Curdi e Turchi, Indiani e Pachistani, Russi e Ucraini (e supporters), continuano senza posa confronti tribali, non si capisce chi siano gli infedeli e chi siano i giusti. Diatribe tra uomini. Forse non tra popoli ma tra ideologie di governi. Dio non c’entra.
La conclusione, provvisoria, è che la giustizia non è una sola, diverge secondo i punti di vista, ha tante facce, è altalenante, alza e abbassa i piatti della sua bilancia secondo il vento profumato della convenienza o la volontà ideologica di parte. Come credere a Dike? Come scegliere un sillogismo o un algoritmo affidabile nella babele della magistratura e della politica? E’ un problema locale e internazionale di disuguaglianze volute. E’ un problema che coinvolge non solo giudici e avvocati, vittime e criminali, ma anche tutti coloro che lavorano nella comunicazione, nell’editoria, nella formazione dell’opinione pubblica e nell’interpretazione dei fatti. E non c’è una sola strada per risolverlo (men che meno nell’intelligenza artificiale, analfabeta dell’etica). Sei d’accordo Hosni?
Se il popolo perde la fiducia nella giustizia, la responsabilità sociale di quel che si scrive o si dice sui comportamenti passa agli opinionisti, media e social, che non possono essere subordinati alle connivenze dei loro editori o impresari politici. Basterebbe mettere in pratica la formula completa che i testimoni devono recitare: "Consapevole della responsabilità morale e giuridica che assumo con la mia deposizione, mi impegno a dire tutta la verità e a non nascondere nulla di quanto è a mia conoscenza". “Non nascondere nulla” non è in voga.
Hosni, scusami se ti ho chiamato in causa in questo sfogo, torna ai tuoi giochi. Ma, a proposito di giustizia, vedi se puoi far fare luce a casa tua sull’omicidio di Giulio Regeni.
Paolo
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LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 15 febbraio 2023
L'oracolo
Caro Pietro, amico mio,
tu sei un bravo medico e ne sai molto del corpo umano e della mente, intelligente o malata. Col tuo aiuto vorrei giocare a costruire un automa.
Se trascuriamo le interpretazioni soprannaturali, il materiale umano è fatto di cellule biologiche, neuroni, molecole minerali, relazioni chimiche, genomi. Da aggiungere elementi di gravità, forze elettromagnetiche, altre energie quantiche più difficili da controllare. Adesso prendiamo un esoscheletro, farciamolo ordinatamente di chip, fili, transistor, valvole, calamite, batterie, hardware e software digitali, al top della tecnologia disponibile. Mettiamoci qualche centinaio di App, un collegamento con la rete web e un buon antivirus. Niente malattie, salvo l’usura dei materiali. Il nostro robot potrebbe essere autonomo, agganciato con la sua intelligenza artificiale ai big data del mondo, anche se magari non ha forma umana esplicita.  Risponde ad ogni domanda, scrive rapporti, guida gli interventi, risolve ogni problema, anche etico ed estetico. Il giusto e il bello, secondo la macchina, essendo sovrastrutture culturali, dipendono dalla diffusione delle opinioni: frequenza, permanenza, media, moda, mediana; statistica e calcolo delle probabilità. Il razzismo, la discriminazione di genere, l’omicidio e l’evasione fiscale potrebbero essere moralmente accettabili, o addirittura tutelati come canoni di minoranze. La bellezza artistica sarà aggiudicata sui valori commerciali di un’opera; in musica vincerà probabilmente il volume di traffico delle audience.
Ahi ahi. Se ci scappasse di mano il controllo del nostro automa ci ritroveremmo subordinati ai ‘like’ organizzati da un influencer di Tiktok o di Instagram o dagli algoritmi della segreteria cibernetica di un partito politico o di un provider suprematista. L’intelligenza artificiale dell’automa, Grande Sorella, distribuisce oracoli in base agli algoritmi che trova sul mercato. Addio emozioni e sapori, brividi del dubbio, tuffi al cuore, adrenaline delle beatitudini. Addio poesia, ironia, letteratura e allusioni con le battute in sospeso che finiscono con tre puntini o con un punto esclamativo. Addio meraviglie del cielo stellato, quelle che piacevano a Immanuel Kant.
Pietro, noi non costruiremo mai una macchina con un cervello così stupido. Chiamiamolo bagaglio digitale, biblioteca storica, ma non intelligenza. In realtà quel che ci servirebbe per la nostra civiltà è solo un contenitore di informazioni quanto più largo possibile, ben dotato, veloce calcolatore, poliglotta, erudito, multitasking. Ma l’intelligenza ce la teniamo noi, con tutta la nostra fragilità umana, usando la dialettica, sviluppando consapevolezza e collaborazione sociale, aiutando chi più ha bisogno, come fai tu.
La nostra coscienza immateriale, frutto di una catena di eventi genetici e formativi e di un percorso filosofico lungo, sfaccettato e incompiuto, con tanti punti interrogativi ma anche con qualche esclamativo di stupore e di gioia, non è un algoritmo riproducibile. Il gioco è finito, non costruiremo un robot così e staremo attenti e critici verso chi lavora su questo argomento.
Chi si occupa seriamente di comunicazione stia attento a non farsi strumento inconsapevole di opinioni eterodirette. Le innovazioni tecnologiche sono formidabili, ma non completamente affidabili. Gli oracoli non esistono, l’intelligenza bisogna verificarsela momento per momento. I consigli puoi pescarli in una memoria di dati, non di valori.
Spero che tu, psichiatra, mi dica che non ho un cervello regressivo o attorcigliato, ma ancora autocapacitante.
Ciao Pietro, un abbraccio
Paolo
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LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 8 febbraio 2023
Spettro o genio
Caro Giulio, amico mio,
ho bisogno della tua visione di esperto economico per chiarirmi le idee su un fenomeno crescente della contabilità sociale. Premetto che le cifre che citerò sono approssimative, sia per la costruzione delle stime che per la congiuntura dei cambi, dei tassi e dell’inflazione. Ci vorrebbe un’analisi più accurata dei dati, ma indicativamente si considera un debito mondiale di oltre 300 bilioni di dollari, pari al 350% del prodotto industriale lordo mondiale (GDP=Gross Domestic Product) che è stimato nel 2022 quasi 90 bilioni di US$ (=90mila miliardi di US$). Ampia scala di valori da Paese a Paese. Qualche esempio: il GDP USA in bilioni di dollari è 24,2, Cina 17,5, Giappone 4,2, Russia 2,8, Euroarea 13,1, Italia 1,9. Il rapporto tra GDP e debito è molto diversificato anche tra Paesi avanzati ed emergenti. Nei Paesi industriali più avanzati ci sono anche le speculazioni finanziarie più voluminose. Per l’Italia le stime di debito sono intorno a 2700 miliardi di euro. Quasi ovunque il debito supera il prodotto industriale. Qui non c’è bisogno di sottolineare i rischi di bancarotta in corso, sconquasso di bilanci, con conseguenze pesanti soprattutto sul mercato del lavoro e sulle forniture di prodotti quasi essenziali.
Coscienziosi ragionieri di Stato e di impresa spalmano i debiti nel tempo, elucubrano sui tassi di interesse, altrettanti eminenti capi di Stato e banchieri predicano la temperanza e il contenimento degli investimenti. C’è anche chi, legalmente, compra e rivende debiti e crediti, ovviamente per guadagnarci. Comunque la mole dei debiti cresce (nel mondo dal 1970 al 2022 è passata da 70 a 300 bilioni di dollari) e ho seri dubbi che possa annullarsi con un percorso razionale. La disciplina ‘monetaria’ sembra assente o zoppicante. Forse c’è chi spera in un colpo globale di spugna … Che ne dici?
Ma mi viene il sospetto che il ricorso al debito non sia così terrificante, che il debito non sia uno spettro. Anzi pare una meravigliosa invenzione del liberismo finanziario consumista, un colpo di ingegno magistrale per spostare volontariamente i problemi nel futuro, annegarli in una palude senza fondo che nessuno potrà mai bonificare. Messo così il debito è un artifizio geniale. “Io ho salvato il patrimonio oggi, al domani ci penserà qualcun altro, io non ci sarò” pensa qualche illusionista di Stato o di impresa. “Domani i responsabili di oggi saranno morti e non perseguibili. Le prossime generazioni si arrangeranno.” Io non capisco se ci potranno essere soluzioni sostenibili o se i rimandi saranno procrastinati sine die.
Da questo egoismo di potere non sono indenni le istituzioni di ogni genere, incluso le famiglie. Il ricorso al debito è un tappabuchi benedetto e risolutore, soprattutto per chi controlla grandi asset o grandi ambizioni. Gli esattori bancari possono prendersela solo con i piccoli debitori. I grandi, salvo in qualche Paese con severa magistratura, sono protetti dal sistema sociale che concede agevolazioni, dilazioni, assistenza legale, in qualche caso anche ombrello politico.
Caro Giulio, in questo pantano ci siamo immersi tutti e dobbiamo ringraziare quei pochi colleghi giornalisti che dimostrano particolare zelo nel segnalare i disastri e nel fare indagini approfondite sulla finanza illegale o al limite. Per quanto ci riguarda: mass media e social, editori e influencers restano perlopiù strumenti di marketing per i consumi, per l’intrattenimento leggero, per la cronaca nera, come fossero neutrali di fronte al disordine economico. Titoli e immagini da spettacolo, strizzatine d’occhio di complicità all’economia corrente. Anche il fare debiti è oggetto di marketing. Così uno spettro è diventato un genio.
Giulio: correggimi se ho detto stupidaggini o dammi conforto sul da farsi. Grazie.
Ciao.
Paolo
https://www.media2000.it/spettro-o-genio/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 2 febbraio 2023
No borders.
Caro Giacomo,
il tuo scritto sulle attività delle Istituzioni internazionali è molto interessante. Le critiche alle Nazioni Unite e alle altre Organizzazioni di settore non mancano, ma tu ci fai intendere che è in movimento un impegno positivo per questo nostro mondo turbolento. Turbolento, frammentato e disordinato. Di tante inefficienze qui ci interessa soprattutto quella dell’informazione globale. Anziché costruire una rete di collegamenti, i Governi di certi Paesi vorrebbero chiudersi nelle proprie frontiere digitali.
E’ già guerra. Sotto tiro è certamente l’aggressività delle big tech americane, sostenitrici di business di capitalismo liberale, consumistico, con profilazione degli utenti e controllo informatico super partes. Certo i linguaggi, le apps e gli algoritmi, applicati a motori di ricerca, big data, intelligenza artificiale, industria 4.0, pressione industriale, comportamento fiscale e supporto politico, sono considerati come una dittatura tecnologica privata in espansione. Contro questa egemonia Cina, Russia, India, Arabia e altri (Governi o aziende parastatali) vogliono attrezzarsi in maniera indipendente e autarchica, in funzione di un diverso controllo dei diritti civili, democratici o no. Questo è il fulcro della competizione.
Ma il web è un campo di battaglia dove le trincee e i muri resistono poco agli assalti tecnologici. Sarà impossibile tappare la bocca e far chiudere gli occhi ai futuri cittadini cibernetici. Social media e blog privati crescono senza posa, anche se spesso sono ricettacolo di sciocchezze e di falsità. Ill pluralismo culturale popolare su un web libero potrebbe ben contrastare certi predomini economici, certe politiche bugiarde e certi cicaleggi da marciapiede. Almeno così mi auguro: dialettica, autodisciplina, trasparenza, controllo ma non censura. Insomma: sogniamo di coltivare una democrazia della comunicazione.
Ci saranno ancora scaramucce, guastatori e pirati, ma un protezionismo nazionalista non sarà più difendibile di fronte ai pericoli e ai rischi planetari senza frontiere come l’inquinamento, le pandemie, i cambiamenti climatici, la penuria di risorse e di energie, l’indebitamento pubblico illimitato.
Tuttavia per realizzare una piattaforma internet ecumenica, auspicabilmente con una ricca pluralità di provider economici e tecnologici ci vogliono delle regole. E potrebbero essere la base di una educazione planetaria. Ben vengano, per esempio, le iniziative dell’Unione Europea (Digital Service Act, Digital Markets Act), anche sull’intelligenza artificiale (AI Act) oltre che sul controllo dei diritti fiscali degli introiti economici. Penso che invece i diritti d’autore, sempre più difficili da proteggere, saranno un po’ sacrificati.
Bene Giacomo! Grazie del tuo riepilogo: https://www.key4biz.it/democrazia-futura-verso-il-summit-del-futuro-delle-nazioni-unite/432404/. Teniamoci in contatto e continuiamo ad approfondire questi argomenti. Sono il futuro della libertà di espressione di tutti e dello sviluppo della civiltà.
Un caro saluto
Paolo
https://www.media2000.it/no-borders/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 25 gennaio 2023
Forse burattini
Caro Franco, amico mio,
oggi non voglio parlare con te di politica, ma di informazione e verità. Mi pento di non averlo fatto prima. La mia esperienza e la mia conoscenza delle cose politiche è molto limitata; come un cittadino qualunque leggo le notizie qua e là e ho qualche eco del sottofondo. Quel che vedo andare in scena è una recitazione spesso ambigua e contraddittoria. La percezione è che sul palcoscenico dell’attualità non venga raccontata tutta la verità. Dietro le quinte, o nella buca del suggeritore, ci stanno intenzioni non trasparenti e fatti clandestini. Spinte e spintoni, compromessi e intrighi, scossoni e guizzi, traffici e compravendite, balletti e dirottamenti. E certi attori protagonisti (maschere tragiche) vorrebbero insegnare la morale ai cittadini? Tante ombre sfuggono alla vista degli spettatori. Nel mondo della comunicazione di cui facciamo parte, alcuni zelanti giornalisti inseguono anche le ombre, altri depistano, altri ancora sono solo pennivendoli e fanno parte della recita.
Il meccanismo sillogistico del mainstream dell’informazione (oggi dovremmo chiamarlo ‘algoritmo’ logico) perlopiù è del tipo: intrattenere l’opinione pubblica con notizie impressionanti, trascurare la verità totale, estrarre dalle situazioni quel che fa comodo ed evitare che emergano gli imbrogli. Si fa così nelle grandi istituzioni, nelle amministrazioni pubbliche, ma anche nelle aziende e nella vita sociale, compreso lo sport! Anche gli incolti han capito che il fine giustifica i mezzi. Figuriamoci se i retori di oggi non si comportano come il Principe del Machiavelli.
Temo che anche l’intelligenza artificiale sia costruita sull’etica consequenzialista. Alla Grande Sorella dobbiamo insegnare che non tutti i mezzi sono giustificabili. Ci vuole prudenza.  C’è da discuterci sopra. Sembra che chi è nudo non sia il re, ma il suddito, il cittadino comune, senza difese, senza ombrelli di protezione. E’ nudo chi assiste all’ingiustizia sociale, alle applicazioni personalizzate delle leggi, alle informazioni ingannevoli, alla crescita delle disparità economiche. Certamente è difficile gestire una comunità, una nazione, un sistema sempre più largo e sfaccettato, ma sicuramente i leader fanno di tutto per coprire le camarille. Magari lavorassero per il bene comune, all’insegna della democrazia e del pluralismo! Scusa Franco, forse ho usato parole desuete.
Oggi in democrazia il popolo conta troppo poco. Contano i rappresentanti, i lobbisti, i burocrati, i ‘capi di gabinetto’, coloro che gestiscono le risorse economiche, coloro che gestiscono le informazioni, gli impresari del digitale. Le buone intenzioni del volgo rischiano di essere affossate a favore dei privilegi delle ‘caste’. L’autoreferenzialità e l’interesse personale di solito prevalgono sulla competenza. Così non si fa né politica né informazione. I disonesti vengono beccati troppo raramente. Caro Franco, aiutami tu a capire come difendersi da questo mondo di burattinai, burattinati e algoritmi … imprudenti.
Un caro saluto
Paolo
https://www.media2000.it/forse-burattini/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 19 gennaio 2023
La Grande Sorella
Caro Eugenio, amico mio,
tu sei il nostro ingegnere matematico preferito. Con i numeri e i bits oggi si può fare quasi tutto. Sappi che per scriverti non sto utilizzando ChatGPT (Generative Pretrained Transformer), quindi è tutta farina del mio sacco.
Si dice che oggi l’intelligenza umana non sia sufficiente. Ne hanno inventata una di supporto. La Grande Sorella AI (sta per Artificial Intelligence, è il suo nome esteso sui passaporti digitali) al momento collabora con i tecnologi e si dedica prevalentemente alla scienza, ma vorrebbe fare anche letteratura e intrattenimento. Gli studenti se la sono già presa per i compiti e le tesi (che succede se lo svolgimento dei temi è lo stesso per tutta una classe?); ma AI e i suoi chatbot potrebbero anche giudiziosamente recitare e compilare i referti di analisi mediche, redigere lettere per conto dell’Agenzia delle Entrate, rispondere personalmente ai clienti dai call center, proporre telefonicamente … prodotti pregiati. Insomma, sta cercando lavoro. Come una dama senza emozioni. Bisognerà ingentilirla un po’, darle qualche tocco di passione. Peraltro non so se potrà mai iniziare un messaggio con “Amore mio …” o “Nel nome di Allah clemente e misericordioso…” com’è in voga da qualche parte.
Mi dicono che AI sta preparando perfino cronache calcistiche, ma non ha ancora imparato le escandescenze della Curva Sud, né ha focalizzato gli insulti all’arbitro (è connessa col VAR?) e spero, visto il machine learning, che non imiti gli insulti razziali rivolti ai giocatori africani.
Insomma questa AI, caratterizzata dal suo sapere universale che utilizza disciplinatamente con gli algoritmi predisposti dai provider ai quali aggiunge la sua intelligenza creativa, ha bisogno anche di qualche algoritmo etico ed estetico che dia un po’ di ponderatezza e fremito alle parole. Ma non è solo il ‘piccante’ letterario che manca alla Grande Sorella. E’ il controllo umano, quello della saggezza e del garbo che caratterizzano gli scrittori e i giornalisti capaci. Costoro, sulle orme del Convivio di Dante, continuino per piacere ad usare i sensi classici della scrittura (letterale, allegorico, morale, anagogico) che sono il patrimonio delle categorie culturali. Chissà se la grande Sorella arriverà mai a capirli.
La Grande Sorella comunque ci serve. Sia utilizzata per la sua memoria, per la sua velocità di raccogliere e assemblare dati, per la redazione draft, per la bibliografia, per gli indici analitici, per il controllo del copyright e soprattutto per la ricerca scientifica. Non facciamole sapere che potrebbe fare poesie…
Che ne pensi Eugenio? Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/la-grande-sorella/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 12 gennaio 2023
Zig zag
Cara nipotina Sofia,
sei ‘piccola’ ma già capisci tante cose e so che ti chiedi se devi proprio fare la rivoluzione o no. Non c’è dubbio che sul nostro pianeta Terra, che ormai hai studiato, chi abbia un minimo di risorse, oltre che studiare a scuola, può accedere a informazioni globali e locali sulla vita corrente sulla storia, sulle previsioni del futuro. Puoi sapere quel che è successo ieri o mille anni fa, i programmi scolastici o televisivi del domani.
C’è sempre un incognita di chi ti racconta bugie, delle notizie manipolate, delle fake news organizzate da poteri forti (fatti aiutare da mamma e papà a capire) ma in linea di massima è quasi tutto disponibile e trasparente, grazie alla dedizione di insegnanti, giornalisti, reporter, social informers.
Informazione vuol dire conoscenza e cultura. Sai che chi vive a Madrid sa quel che succede a Milano, così come chi vive in Australia con un semplice smartphone può sapere che cosa succede in Canada o in Congo. E con i progressi della digitalizzazione anche le lingue più complicate col tuo computer sono traducibili in tempo reale.
Tuttavia ‘sapere’ non vuol dire condividere comportamenti e idee. Ognuno per sè si è fatto e difende le sue ragioni, ma dovrebbe capire che la vita sociale è indispensabile e più importante del comportamento individuale. Vale per ogni famiglia e per ogni comunità, scolastica, sportiva e sociale. Le relazioni e anche i tentativi di accordo (da noi grandi si chiamano compromessi) sono più importanti dell’autoreferenzialità (vuol dire: superbia) e dell’indipendenza (spesso vuol dire: arroganza). Insomma, ci sono cause comuni da condividere. Per esempio: i diritti e i doveri contro le prepotenze e le disuguaglianze, il rispetto dell’ambiente. Sono certo che a casa e anche a scuola ti insegnano molto bene queste cose.
Sono intenti e azioni non facile da condividere, nel modo e nel merito, ma sono fondamentali per avviare quella coscienza planetaria della civiltà umana che è lo scopo della sviluppo dell’intelligenza. In parole semplici vuol dire che non sei sola come persona, ma che fai parte di una comunità mondiale. Questo è il percorso che vorremmo e che noi anziani affidiamo alle nuove generazioni, ovvero a te e ai tuoi compagni di età.
Non sarà né lineare né comodo. Anzi, sarà a zig zag, più difficile che fare una semplice rivoluzione.
Diventando grande, allargherai la tua personalità e la tua conoscenza dalla famiglia agli amici, alla società del tuo Paese e poi di tutti i Paesi. Capirai che cosa è una coscienza collettiva.
Vai piccola, che sei già grande!
zio Paolo
https://www.media2000.it/zig-zag/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 20 dicembre 2022
Governare la telematica
Cara nipote Silvia,
nell’epoca dei telefonini, delle videochiamate, delle chat e delle conference call è alquanto originale scrivere una lettera, proprio a te che sei sulla cresta nel marketing della comunicazione telematica. Eppure le epistole sono un classico della letteratura scientifica e talora esprimono con più passione e miglior linguaggio le idee, la storia, i documenti e le sintesi culturali. Così, scrivendoti, butto giù qualche nota per tutti.
Oggi siamo aggrediti in modo accelerato da una quantità innumerevole di input, messaggi, immagini. Mass media, social e singoli individui giocano a chi incanta di più il pubblico con effetti speciali, perfino con notizie semi-truccate. E’ il risultato della civiltà dell’informazione, delle relazioni e della complessità delle cose. E’ cresciuta la cultura, è cresciuta la partecipazione, non ci sono confini alle esternazioni e alle relazioni, in voce e in video. Gli antipodi possono essere più vicini del bar sotto casa, puoi conversare con un amico in Antartide come se fosse alla tua finestra.
In numeri: il nostro pianeta conta 8 miliardi di abitanti, 4 miliardi di telefoni, di cui 1 miliardo in Cina, 500 milioni in India, 270 milioni in Usa, 170 milioni in Indonesia, 120 milioni in Brasile, 100 milioni in Russia. Il mercato europeo è quasi saturato: 70 milioni in Germania, 57 nel Regno Unito, 50 in Francia, 37 in Spagna, 27 in Italia. La media dell’utilizzo giornaliero del telefono nel mondo è di 3 ore e 15 minuti. Parlando di affari, le stime di vendita di computer in Europa (300 milioni di famiglie) nel 2022 prefigurano spese per 67 miliardi di dollari (più di 200 dollari a famiglia). La cifra comprende diversi tipi di apparati, che vanno da prodotti fissi come workstation e desktop a prodotti portatili o mobili come laptop, notebook, netbook e tablet.
La pandemia ha favorito lo smart-working, con vantaggi e svantaggi. Purtroppo tanto lavoro da remoto ha ridotto la socializzazione e l’empatia. Non so se i neuroni specchio funzionano nelle trasmissioni telematiche, certo è che da remoto si può sorridere ma non abbracciarsi. Ci parliamo utilizzando fonemi, ma in realtà i significati del corpo, i gesti, del tatto-gusto-profumo sono sacrificati. Ologrammi, metaverso e 3D non bastano. Sulla raccolta di informazioni, gli algoritmi possono essere ingannevoli. In compenso la velocità di trasmissione è in aumento e offre efficienza e versatilità straordinaria: la quinta generazione (5G) è potenzialmente 100 volte superiore a quella del 4G (oltre che avere una più bassa latenza) e permette di scaricare rapidamente grandi quantità di dati, creando una connessione lineare tra il mondo digitale e quello fisico. Più dati, più sapere, più complessità, più stress. I fenomeni sono più sfaccettati che in passato e spesso l’informazione frammenta la conoscenza.
Per salvarci bisogna identificare le necessità più delle opportunità, distinguere le sostanze dai rumori di fondo, pesare le azioni fattibili e le conseguenze, organizzare le priorità, spalmare nel tempo le azioni. In questa congiuntura dobbiamo tutti reinventare un semplice manuale come fu quello delle Giovani Marmotte. Ci dobbiamo adattare a questa nuova era, più ricca tecnologicamente, più difficile da gestire. Negli anziani resta un po’ di nostalgia delle emozioni e dei miti.
C’è un grande obiettivo in questa nuova società collettiva: non è l’individualismo o l’indipendenza, ma la connessione e la collaborazione. Se riuscissimo a metterla in pratica cominceremmo a risolvere (o almeno a ridurre) anche i problemi della guerra, delle disuguaglianze sociali e dell’inquinamento di cui è responsabile l’antropocene.
Ho fiducia in te, in tutti i nipoti e pronipoti, siete una generazione capace e ingegnosa.
Un abbraccio forte a te, David e Sofia.
Paolo
https://www.media2000.it/governare-la-telematica/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 14 dicembre 2022
Arte creativa
Cara nipote Emma,
so che, quando non vai per le montagne scalando pareti di roccia, stai diventando veramente esperta del mondo della comunicazione. E’ un mondo complesso, sfaccettato, polimorfo, dove si rincorrono idee, mercati, potere, denaro. La creatività, sia editoriale che pubblicitaria, è un’arte; abbinata alla tecnologia oggi diventa leader di opinioni e anche di politiche sociali.
Il business del tuo settore è colossale. In Italia il giro d’affari complessivo 2021 del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC), secondo l’Autorità di Garanzia per la Comunicazione (AGCOM), è di 16,5 miliardi di euro, pari a circa 1% del Prodotto nazionale lordo (PIL). Tanto per riepilogare, arrotondando le cifre: da noi ci sono 600 aziende editrici su carta con 90 milioni di libri venduti all’anno, 100 quotidiani e 400 periodici, 100 editori televisivi con 400 canali tv; in Italia formalmente ci sono 100.000 giornalisti iscritti all’Ordine, più 20.000 tra press officer e comunicatori vari; i pubblicitari (creativi, agenti, marketers) e i dilettanti sono una marea. La pubblicità finanzia il mondo editoriale per il 53% circa.
In internet c’è presenza e frequentazione massiccia: gli italiani che navigano sono 36 milioni nel giorno medio, online per più di 2 ore al giorno, soprattutto da dispositivi mobili. Nel mondo i numeri non hanno confini: i navigatori sono 5 miliardi e ci sono circa 2 miliardi di siti web sul nostro pianeta. Gli editori si mescolano ai software provider, ai motori di ricerca, agli advertisers, ai siti degli influencers e dei key opinion leaders. E fanno soldi. Per esempio: Alphabet (Google), Microsoft e Amazon muovono da soli circa 800 miliardi di euro di ricavi. Si dice che Cristiano Ronaldo abbia più di 500 milioni di followers, Kim Kardashian più di 300 milioni, Chiara Ferragni quasi 30 milioni! Dilaga una ricca genialità di proposte per accaparrarsi traffico. La creatività pubblicitaria si confonde con l’informazione, sia per i contenuti che per il posizionamento strategico nelle visualizzazioni. Non di rado le iperboli e il falso prevalgono sul reale e sul vero, in caccia di attenzione e appeal. I generi delle narrazioni galoppano dall’eroismo alla bellezza, dall’emozione alla ragione, dal glamour al sesso spinto, dallo sport all’horror. Tutto fa brodo, direbbe qualcuno, purché pizzichi. E la redditività industriale di questo settore aumenta considerevolmente. I leader, per popolazione e forza tecnologica, sono negli Stati Uniti d’America e in Cina, ma l’inventiva e la fantasia stanno dappertutto.
E’ la società dei messaggi, la civiltà delle immagini, l’economia dei consumi, la sarabanda del capitalismo borghese. Chi ci vive in mezzo, deve cercare di non contaminarsi troppo. E’ quasi impossibile sottrarsi alle lusinghe delle sirene, come racconta l’Odissea. E anche il fascino dei confini delle regole è piuttosto seducente. Il trend corrente della comunicazione, sia propaganda politica che commerciale, non è quello del guardare a un panorama esterno, ma alla ‘immersività’. Per intenderci, quel che nello sport era banalmente chiamato ‘sponsorhip’, adesso è diventato ‘endorsement’. Il pubblico partecipa, diventa attore della narrazione industriale, sodale delle imprese economiche. I mass media e i social, anche inconsapevolmente, sono la locomotiva di questa civilizzazione, comune in tutti i continenti.
Ovviamente il sistema non tiene conto delle disuguaglianze sociali che si attivano come conseguenza di tali comportamenti. Nell’ottica del consumismo è più facile marginalizzare i disagi sociali e assisterli con un po’ di ‘beneficenza’. Come dire: “lavoro per te non ce n’è, però ti dò un reddito di cittadinanza”. Ciò stride e volevo ricordartelo.
Non riesco a non lasciarti qualche suggerimento per il tuo lavoro: non dimenticare la complessità del sociale, non tutto può essere market-oriented. C’è qualche regola da rispettare: l’autorevole Codice di autodisciplina pubblicitaria (www.iap.it/codice-e-altre-fonti/il-codice/) dice che la comunicazione commerciale deve essere onesta, veritiera, corretta e non ingannevole. E tu, nella tua produzione artistica, che finora ho molto apprezzato, conserva la misura e il buon gusto, raccogli e condividi idee e sensazioni, coltiva relazioni e amicizie, considera il tuo impegno come un elemento antropologico di pubblica utilità. E’ il compito dell’arte, nella quale ti auguro di diventare sempre più protagonista.
Vola col tuo talento, un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/arte-creativa/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 30 novembre 2022
Sovrappesi sensoriali
Cara nipote Erica,
tu che sei fresca di laurea in psicologia puoi aiutarmi a dipanare questi gomitoli della conoscenza e della consapevolezza che al giorno d’oggi sono pieni di intrecci e nodi. La letteratura è un eccellente medium per l’educazione. Gli scrittori ti fanno percorre tante vite e arricchiscono le opportunità di comportamento, gli stili di vita, il linguaggio, l’estetica e l’etica possibile. Penso alle tragedie di Euripide, al Decamerone di Boccaccio, ai Promessi Sposi di Manzoni, alle Metamorfosi di Kafka, ad Alice di Carroll, così saltando di palo in frasca.
Adesso l’uso della letteratura è diventato molto audiovisivo. Le narrazioni diventano film, fiction, spot pubblicitari. Quasi tutte storie concrete e plausibili, come quando un Salgari ti inventava le avventure dei pirati della Malesia, un Asimov ti faceva immaginare le imprese cosmiche di una civiltà futura. Storie trasparenti, avvincenti, formative per la creatività e l’intelligenza.
Qui al presente van di moda i games, la multimedialità e le storie virtuali, come le puntate di una serie tv che solo all’ultimo scoprirai essere un sogno o un videogioco. Intanto il lettore o il telespettatore si è lambiccato il cervello, ha creduto che il virtuale fosse reale, che i mostri o i fantasmi o gli alieni potessero essere autentici. Forse si è ubriacato, o drogato, di sovrappesi sensoriali e psicologici che gli hanno confuso verità attese e falsità improbabili, come se l’amore fosse su Meetic, l’economia su Monopoli, la geopolitica su Risiko. Se queste storie, magari in 3D, formato metaverso, straordinariamente affascinanti, affondano nell’inconscio, forse riconducono la persona civile a navigante in una minestra onirica senza rotte né approdi. O rotte e approdi come le spacconate di un Eracle e le chimere religiose. Sicuramente non giova agli immaturi, ai minori, agli emarginati o depressi che nella nostra società sono molti e che possono essere incentivati a fuggire dalla concretezza.
Sia chiaro da parte mia: nessuna censura alla creatività letteraria, solo chiederei una maggiore trasparenza editoriale per evitare che bambini e adulti vogliano indossare i costumi di idoli supereroi o di profeti, credendosi invincibili alle leggi, indifferenti all’ambiente e che le disuguaglianze sociali si risolvano con una bacchetta magica.
Più che mai ci sarebbe bisogno di razionalità concreta, di separazione delle visioni iperboliche dalle immagini della quotidianità, o almeno di fact checking. Del metaverso abbiamo bisogno come strumento di efficienza sociale, della televisione e di internet (ormai è quasi un tutt’uno) abbiamo bisogno come riferimenti di intrattenimento e di educazione. Amo la fantascienza, ma fatemela passare come racconto, non infilatemela nei neuroni a specchio senza dirmi che è tale. Allucinogeni e fake news sono invasivi, creano assuefazione non solo nella letteratura ma anche nell’informazione politica e giornalistica, si camuffano negli argomenti della vita reale. Sono glamour, fanno appeal e ci scivoliamo dentro facilmente. Editori, provider e influencers ambiscono in primis a catturare la nostra attenzione; le verità, in secundis, sono transitorie. Se le emozioni non sono semplicemente risalite naturali dalla nostra psiche, sono costruzioni che ci tocca condividere nelle nostre comunità e delle quali a qualcuno spetta una responsabilità.
Allora: quanto è grande il condizionamento della psiche? Dimmelo tu e spero che tu mi dica di non preoccuparmi troppo. Oppure consigliami un bravo strizzacervelli!
Un abbraccio, ciao Psik!
Paolo
https://www.media2000.it/sovrappesi-sensoriali/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 17 novembre 2022
La Metacity di De Kerckhove
Caro Derrick,
tu sei un temprato esploratore delle tecnologie di comunicazione e già da mesi ci parli di metaverso. Sulle innovazioni virtuali abbiamo tutti interesse, ma anche qualche perplessità. Per esempio a proposito della invasività psicologica, della protezione dei minori e della fiscalità.
Mac Luhan ci ha insegnato che ogni messaggio può avere più dimensioni e il medium a sua volta ne è parte fondamentale. Oggi sembra trascurabile il valore e l’autenticità dell’informazione rispetto alle dimensioni del suo impatto. L’audience conta spesso più del contenuto. Le informazioni (e i cinguettii degli influencers di politica, giornalismo o marketing che siano) potrebbero essere false o incomplete o tendenziose. I loro commenti sono certamente autoreferenziali. E non tutte le notizie possono essere tempestivamente confutate o discusse o corrette. Così la realtà e l’oggettività possono essere facilmente distorte. Perfino la scienza mette dubbi, vedi per i vaccini in pandemia.
Con la comunicazione in digitale la montagna di notizie, vere o false, e il cicaleggio crescono a dismisura. Se metti un computer a collezionare dati e applichi algoritmi matematici per fare sintesi, può darsi che escano conclusioni statisticamente impeccabili, ma epistemologicamente devianti. Se poi l’etica è dettata dalla numerosità, dalle frequenza e dalla permanenza dei comportamenti o dal volume delle voci, allora … ‘siamo fritti’. Pagare tutte le tasse risulta marginale, attraversare sulle strisce pedonali una rarità, rispettare i diritti civili un controsenso, l’educazione un’opzione, il merito un’utopia.
Dunque non possiamo farci abbacinare da big data incontrollati, da calcoli acritici, da computer insapienti. Questo è un limite dell’intelligenza artificiale, e dei robot, se non li abbiamo programmati secondo una morale. Qui sta il problema, perché di morali ce ne sono tante, anche contraddittorie e ostili una all’altra.
Sopra le nostre teste ci sono poi obiettivi di business o di consenso politico, da parte di chi detiene le proprietà delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione più potenti, che possono rendere gli umani sempre più sudditi o meri consumatori di un sistema o di un mercato.
C’era una volta il principio di separazione tra informazione e propaganda. Oggi è così sottile o inconsistente da mettere alla prova anche chi abbia maturato una forte cultura critica. Anche perché i cosiddetti ‘abilitatori tecnologici’ sul web sono ormai publishers.
Penso alla mescolanza tra editoria e pubblicità, ma anche alla realtà virtuale e al metaverso, al quale accennavo in principio, dentro il quale non sai quali siano i confini tra concretezza, virtualità e comunicazione subliminale. Se l’uso dilagasse a vantaggio di un mercato di interessi privati o segreti, la civiltà stessa potrebbe essere caratterizzata da demagogia e autoritarismo. La fantascienza e i totalitarismi ci hanno già fornito esempi.
Eppure, al contrario, se ci fosse un metaverso trasparente di servizio pubblico, controllato democraticamente ed efficiente, che tu Derrick suggerisci già da mesi nel progetto di Metacity, allora potremmo essere ben assistiti, ben equipaggiati, ben informati. Fai bene a raccontarlo ai nostri governatori: che studino le esperienze urbanistiche di Seul, Helsinki, Rotterdam e perfino Neom (la città futuristica dell’Arabia Saudita) per supportare servizi, bilanci, traffico, istruzione, sicurezza, turismo, attività economiche. L’Unione Europea già sta considerando regole per la privacy, la sicurezza e la democrazia. Così il metaverso non sarebbe solo un game o una gallery per il business, ma una nuova forma di socialità virtuale.
Dovremmo provarci, grazie Derrick per le idee e gli stimoli che divulghi con l’Osservatorio Tuttimedia. Gli amici sono su un buon belvedere.
Paolo
https://www.media2000.it/la-metacity-di-de-kerckhove/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 9 novembre 2022
Pensieri e pensieri
Caro Vladimiro,
qui siamo in un frullatore mediatico dove l’intrattenimento leggero prevale sugli argomenti più seri. Frizzi, lazzi e screzi occupano gran parte della cronaca. La pubblicità ci inonda di deodoranti, merendine, divani e poltrone, telefoni, sogni di benessere. Ma ci sono priorità di pensiero che non si possono trascurare. Riguardano i rischi del futuro di tutti.
Non so se ti recapiteranno questa lettera, ho deciso comunque di scriverla lasciandola aperta.
Se non menti a te stesso, sembri animato da intenzioni apparentemente ragionevoli: stabilire un equilibro mondiale non esclusivamente di capitalismo liberale, aggiustare confini storici, punire arroganze nazionaliste. Non senza rilevanti contraddizioni interne. Tutte motivazioni di incerta qualità, che almeno dovrebbero essere discusse, non imposte.
Ma un passo tira l’altro e adesso ci ritroviamo con un pericolo planetario e migliaia di morti, militari e civili, vittime inutili della tua ‘guerra santa’. Non contano solo i già morti, ma i morituri prossimi, perché oltre alle battaglie avanzano le catastrofi ecologiche. I morituri sono in attesa più o meno lenta, perché i governi non hanno saputo guardare avanti. A qualcuno manca o mancherà il cibo, a qualcuno l’energia, a qualcun altro più fortunato, il benessere e la salute. Colpiti dal disastro militare ed ambientale, esteso ormai al mondo intero, saranno i tuoi e i nostri (se proprio vuoi dividerci). E insieme tutti i discendenti. Costoro, senza un’unità di coscienza planetaria, scampati forse alle bombe, saranno soffocati dall’inquinamento globale, dalle mutazioni climatiche, dalle disuguaglianze sociali in tutti i continenti e dalla scarsità di risorse, che impedirà ogni soccorso.
Oggi chi ti attacca risponde alla tua aggressione fuori tempo. I popoli del mondo non vedono l’ora che si smetta di sparare e di sentirsi aizzati alla guerra. E vorrebbero pensare al futuro. Tu pensaci un po’. Sarà difficile uscire dagli intrecci politici ma potremmo riuscirci se tutti rinunceranno ai loro nazionalismi per un obiettivo comune che è la sopravvivenza di tutti gli umani. Fare la guerra (o le operazioni speciali, se preferisci) sulla pelle dei popoli è da medioevo. Tu che hai attraversato tante fasi della storia dovresti saperlo prima di ogni altro. Non è in gioco l’avvenire delle Nazioni, ma quello del nostro comune pianeta e dell’intera civiltà.
Per affrontare il prossimo caos globale ci vuole solidarietà o sarà un suicidio collettivo, come dice António Guterres.
Se ci hai pensato, batti un colpo, non di cannone. Conto che anche altri leader ci pensino. Noi comuni cittadini di tutti i Paesi ci stiamo pensando tutti e siamo molto turbati. Vorremmo condividere il volerci bene, le buone tecnologie e lo sviluppo sostenibile della Terra. L’intrattenimento giocoso ci va di traverso.
Pensaci Vladimiro: anche i mass media e i social di tutto il mondo ti stanno a guardare.
Paolo
https://www.media2000.it/pensieri-e-pensieri/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 2 novembre 2022
Tra l’incudine e il martello
Cara nipote Annalisa,
mentre te ne stai a lavorare sui monti del Trentino, infervorata a proteggere gli animali e l’ambiente, certamente più virtuosa di noi cittadini, ti voglio scrivere qualcosa del resto del mondo, se hai voglia di leggermi.
Dunque: a breve ci sarà la COP27, che è la Conferenza mondiale degli Stati sul tema del clima e dell’inquinamento. La COP26 si è svolta l’anno scorso a Glasgow: grande solidarietà sui mass media e sui social, pochi ritorni governativi, scarsi effetti sull’ambiente. L’India ha differito al 2070 lo stop ai combustibili fossili; Cina, Russia e Arabia Saudita dopo il 2060 e altri Paesi disperati hanno addirittura ripensato a riaprire centrali nucleari.
Il fatto è che senza energia, oggi prevalentemente prodotta da combustibili tradizionali inquinanti, tutta l’economia mondiale si arresta, il sistema collassa e … siamo tutti morti. Allora la transizione ecologica è costretta a rallentare e l’inquinamento incalza. Siamo tra l’incudine e il martello.
Torniamo alla COP27. Si terrà in Egitto dal 6 al 18 novembre prossimo, a Sharm-el-Sheikh, luogo più adatto al turismo che alle discussioni politiche. Tra gli sponsor c’è pure la Coca Cola (in cerca di pulizia tecnologica, dopo aver inquinato con la plastica per decenni, senza citare i danni dello zucchero …). Manifestazioni giovanili di supporto-contestazione difficili, suppongo. Aria condizionata a manetta, elogi al Presidente egiziano per l’ospitalità, nonostante le disuguaglianze sociali del Paese che sono notevoli insieme alla penuria di diritti civili. L’evento fa il paio con i prossimi Mondiali di Calcio in Qatar, dove i lavori di preparazione sono costati vite umane e sprechi colossali per dare lustro a un regime autoritario. Anche qui tra l’incudine e il martello, o se preferisci: tra il gioco e i soprusi.
Al ‘salotto’ della COP27 al centro dei colloqui ci sarà l’adattamento climatico. Gli obiettivi concreti saranno: - ridurre le emissioni per limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C; - migliorare la resilienza ai cambiamenti climatici e l’assistenza alle comunità più vulnerabili del mondo; - assistere con finanziamenti importanti i Paesi in via di sviluppo; - far partecipare inclusivamente e attivamente tutte le parti interessate, pubbliche e private, ai negoziati delle Nazioni Unite.
Ottimi titoli, vedremo in pratica che cosa saranno capaci di mettere in pista i leader partecipanti. Resta la speranza che cresca la soglia di attenzione degli umani verso i problemi globali della Terra e che aumenti la sensibilità di una coscienza planetaria per la sopravvivenza.
La scienza e la tecnologia ci possono senz’altro aiutare, se i Governi ci dedicheranno attenzione, democraticamente.
Speriamo in bene, sempre che una guerra non aggiunga martellate sopra le nostre teste.
Ciao bella, sii gentile con gli orsi se li incontri, ma non abbracciarli!
Paolo
https://www.media2000.it/tra-lincudine-e-il-martello/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 26 ottobre 2022
Quanti colori!
Caro nipote Gabriele,
con te parlo di elementi tecnici di designer perché so che sei competente. Architetti, pittori e scultori hanno da sempre accompagnato con grande fantasia lo sviluppo della civiltà. Pensa alla ruota, alle piramidi, alle pitture e sculture nei templi e nei palazzi, ma anche prima nelle caverne degli aborigeni.
E i colori! All’inizio misture artigianali, oggi chimica industriale. Alla base c’è il ‘pantone’: nasce dalla società americana Pantone LLC, quotata al Nasdaq, che classifica circa 5000 colori, codificati standard in tutto il mondo e utilizzati da tutti i disegnatori, arredatori, sarti ed editori di carta stampata.
Ma ci sono altri sistemi di codifica dei colori. Per esempio: la codifica RGB si compone di tre valori numerici tra 0 e 255 che corrispondono ai colori: rosso (255,0,0), verde (0,255,0), blu (0,0,255). Ogni colore risultante è la combinazione dei tre valori nella rispettiva intensità; il giallo (255,255,0) è dato dal rosso più il verde. Secondo la mescolanza additiva è possibile ottenere tutti i colori dal nero (0,0,0) fino al bianco (255,255,255), passando per tutte le gradazioni cromatiche. Esiste anche una notazione più compatta, quella esadecimale: da #000000 a #ffffff, dove ogni valore rgb viene espresso con due cifre esadecimali.
Anche la codifica HSL (Hue Saturation Lightness) si compone di tre valori numerici. Il primo valore, tra 0 e 360, indica la tonalità; il secondo valore (da 0% a 100%) è la saturazione che indica l’intensità della tonalità: più saturazione corrisponde a un colore più acceso; il terzo è la luminosità, in percentuale, che rappresenta la brillantezza. Avrai certamente visto queste sfumature lavorando al computer.
Sui display la base è fatta dai pixel. I pixel sono unità di superficie minima in uno schermo, forse ispirati al divisionismo di Giovanni Segantini che ben conosciamo. In un display di 17 pollici ce ne sono 786.432. Il numero di bit per pixel permette di identificare i colori: a 24 bit per pixel sono disponibili 16.777.216 colori! (Truecolor). I colori dei pixel sono costituiti da una specie di matrice digitale e i software permettono modifiche artificiali.
La computer grafica è anche la base creativa della realtà virtuale e delle attività nel metaverso. Ne vedremo delle belle!
La percezione dei colori nasce da una diversa impostazione. Le soglie di visibilità di persone e animali non sono le stesse, così come ci sono gli adattamenti cromatici e le forme di daltonismo. I colori dipendono dalla frequenze della luce (dall’infrarosso all’ultravioletto), ma potremmo immaginarle come quantità matematiche misurate in nanometri disposte su una semiretta. Forse al capo della semiretta c’è una specie di black hole ‘assorbitutto’.
Insomma: c’è ancora molto da scoprire anche in questo campo della comunicazione.
Naturalmente i colori comunicano: hanno impatti psicologici che anche i pubblicitari ben conoscono e applicano. Contano anche le fidelizzazioni, pensa al rosso della Ferrari, al nerazzurro dell’Inter, al tricolore della nostra bandiera. A proposito: mi raccomando i colori esatti della bandiera italiana: Verde Felce (Fern Green Pantone 17-6153), Bianco Acceso (Bright White Pantone 11-0601), Rosso Scarlatto (Scarlet Red Pantone 18-1662). Sta in un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 aprile 2006.
E’ questo il mondo a colori nel quale viviamo e che tu decori artisticamente nei tuoi lavori al computer ma anche sulle tue tavole da surf e da skate, magari con i contenuti di piccanti scatole (craniche). Questa è una lettera un po’ tecnica, è servita anche a me per capire meglio la situazione dell’universo multicolorato e complesso nel quale viviamo. Analizzare e identificare tante potenzialità è parte della conoscenza e del metodo scientifico, che è il messaggio che volevo passarti.
Lele, stammi forte! Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/quanti-colori/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 19 ottobre 2022
Segnaletiche sovrapposte
Cara Lorena, amica mia,
ci conosciamo da più di trent’anni. Ti sono grato perché hai condiviso con me tanti itinerari della professione, sempre con sollecitudine ed efficacia, anche nelle situazioni più difficili. Adesso siamo meno incalzati, possiamo dedicarci alle riflessioni, alle letture e perfino alle piante e ai fiori.
Ti dirò che sono preoccupato per un certo impoverimento culturale che vedo sui palchi dello spettacolo mediatico. Frizzi e lazzi van bene, ma provocazioni e allusioni volgari ripetute non fan certo buon costume. Mancano forse parole facete ma dignitose per descrivere la realtà, senza iperboli inutili, o per definire le persone, senza insulti plateali? E hai visto che sproloqui girano sui social? Roba da poveri di spirito, nonostante che qualcuno si accrediti con alto censo e cultura. E i produttori televisivi? Continuano a invitare illustri screanzati, boriosi e autoreferenziali, che discettano approssimativamente di virologia, guerre nucleari, psicologia politica, tresche sessuali, cronache nere e criminologia, se non astrologia, mescolati con scienziati e seri ricercatori. Un giornalista serio dovrebbe evitare il confronto con tali personaggi. Non è pluralismo, è minestrone avariato.
Chi si rivolge a un pubblico per fare informazione o cultura dovrebbe avere un curriculum più specifico di quello di un’attrice sorridente o di un cantante intrigante (con tutto il mio rispetto per i sorrisi e gli intrighi).
Non voglio generalizzare troppo, perché ci sono programmi ben fatti e brillanti accanto a quelli sguaiati, ma se questi ultimi sono frequenti e fanno opinione, penso che il pubblico resti abbagliato dalle luci delle inquadrature più che dai concetti, dai racconti mirabolanti degli influencer, conditi di gossip che sono il piatto forte, più che dai concreti argomenti della nostra vita civile. Le testimonianze del popolo sono invitate in tv ad uso strumentale per avviare provocazioni, brevi, non per risolvere problemi, durevoli.
A meno che non si pensi che il pubblico resti intelligente digerendo tutto con i bicarbonati mediatici del giorno dopo…
Insomma mi sembra che i social e i mass media, invocando il pluralismo, giochino a frammentare la società. Cosicché, aggrediti da segnaletiche sovrapposte, non tutte lecite né decorose, la gente finisce per affidarsi ai volti delle esibizioni, magari anche politiche (“questo mi piace, quest’altro no”) e i problemi sociali restano tali e quali.
Forse anch’io sto perdendo la strada, tra venti di guerra, rischi climatici, realtà virtuali e false luci.
Che ne dici? Tu che mi hai sempre dato saggi consigli?
Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/segnaletiche-sovrapposte/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 12 ottobre 2022
I cinesi nel metaverso
Cara Elvira, amica mia,
tu, che mi hai insegnato il cinese, sai che le origini della cultura digitale stanno nell’antica Cina. Dagli archetipi di chiaro/scuro, caldo/freddo (collegato astronomicamente al giorno e alle stagioni) sono nati Yīn/Yáng (/), disegnati con una riga intera e una spezzata e declinati nel celebre ‘Libro dei mutamenti’ ( Yìjīng). Leibniz ne ha importato le diadi, Boole ne ha applicato una matematica binaria. Quando l’elettricità fu diffusa si studiò la luce accesa e la luce spenta. Dalle innumerevoli sequenze di 1 e 0 nacque la digitalizzazione e il linguaggio dei computer. Oggi la tecnologia evoluta ne ha costruito un mondo virtuale: il metaverso (in cinese: 元宇宙 yuányǔzhòu; lett. ‘spazio rotondo’). Non si tratta solo di intreccio tra vita fisica e cultura digitale, ma costituisce un’innovazione di socializzazione, shopping, business, intrattenimento…
La Cina oggi è sveglia, ci sono 900 milioni di utenti di smartphone, impazienti di novità e consumi. I governi locali di Shanghai e Pechino hanno incorporato il metaverso nei piani di sviluppo locale per promuovere l'economia e gli investimenti. L'Università di Scienze e Tecnologie dell'Informazione di Nanchino ha ribattezzato il suo Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione come Dipartimento di Ingegneria del Metaverso. 
Intanto, dopo le turbolenze della Rivoluzione Culturale, la ‘società armoniosa’ (社会 Héxié shèhuì) è il mood suggerito dal Partito al potere. Confucio è tornato alla ribalta e addirittura il suo 2573° compleanno è stato celebrato sul Metaverso.  I partecipanti hanno scelto i propri avatar tramite il proprio telefono cellulare o un computer e con un clic sono stati teletrasportati in un salone, dove hanno scelto i posti migliori per assistere alla cerimonia: un gigantesco schermo curvo mostrava vari video per offrire ai partecipanti un'esperienza ‘reale’. Ci fosse stato il metaverso ai tempi di Mao Zedong la rivoluzione forse l’avrebbero fatta per telefono.
Oggi il leader Xi Jinping è molto attento alla tecnologia, alla scienza e naturalmente alla politica; collegando la storia recente del Partito Comunista Cinese a quella della storia antica, Xi sostiene la democrazia popolare completa (程民 quán guòchéng mínzhǔ) nell’ambito del ‘socialismo con caratteristiche cinesi’ (中国特色社会主Zhōngguó tèsè shèhuìzhǔyì). Il Partito ha il ruolo guida di tutte le classi sociali e l’efficacia della democrazia si misura in termini di sviluppo e benessere a lungo termine di tutta la popolazione. La Cina conta di completare la governance digitale entro il 2035; sarà la chiave per la sicurezza e il controllo sociale. La privacy è in sottordine. Qualche novità ci sarà tra qualche giorno, durante lo svolgimento del 20° Congresso del Partito.
La dittatura del proletariato è lontana, ma la voglia di supremazia in Cina è rimasta. “Grande caos sotto il cielo” (天下大乱 Tiānxià dàluàn) diceva Mao, citando Cao Jie nel ‘Libro della tarda dinastia Han’. “La società umana ha raggiunto un bivio e deve affrontare sfide senza precedenti” dice Xi Jinping.
Che ci aiuti anche lui, se è saggio, ad evitare una guerra mondiale e a realizzare un vero benessere sostenibile e globale. Pronti a celebrare insieme la pace, anche nel metaverso cinese.
Per quanto ci riguarda, speriamo di festeggiare il 2022° Natale in famiglia, non sul metaverso; ma ci mancherà poco che …
Un caro abbraccio a te
Paolo
https://www.media2000.it/metaverso-in-cinese-%e5%85%83%e5%ae%87%e5%ae%99-yuanyuzou/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 5 ottobre 2022
Quale realtà?
Caro nipote Edoardo,
so che a scuola cominci ad usare più il mouse che la penna. Probabilmente ne sai già più di me, ma per dovere e piacere provo a sgranocchiarti qualche concetto, semplificandolo, sulla realtà di oggi che è molto ricca di situazioni.
La tecnologia galoppa. I mass media (tv, radio, stampa) e i social sono più creativi che mai: non contenti di raccontare la realtà concreta, si lanciano nella realtà aumentata, nella realtà virtuale, nella realtà … mista. E’ un percorso a gradini, ma la scala è una successione continua.
La realtà aumentata è una specie di protesi dell’intelligenza, puoi avvalerti di tante forme di supporto digitale per approfondire, espandere la conoscenza. Banalmente anche da un telefonino puoi cercare il meccanico di biciclette più vicino. I campi di applicazione sono innumerevoli, per la scuola ti saranno molto utili.
La realtà virtuale è fantasia digitale, potresti girare il mondo senza alzarti dal banco, puoi interagire con simulacri di persone conosciute o non, puoi provare emozioni straordinarie. Puoi giocare, sfidare super-eroi, trasformare pensieri in immagini. Attento che potresti uscire di ragione.
La realtà mista, raggiungibile con visori speciali, dispone di sensori che possono mescolare il reale e il virtuale, provocare interazioni tra persone e ambiente, oggetti e strumenti da utilizzare da remoto. E’ come avere sensazioni oltre i cinque sensi della realtà, quella … normale. Adesso usale con prudenza, più avanti te le gestirai meglio.
E il metaverso? E’ una rete virtuale di interconnessione, immersiva, con un orientamento specifico alla socializzazione, ai giochi e agli affari nel mondo della comunicazione, creazione di contenuti e condivisione. Sarà strumento non solo di intrattenimento ma anche di lavoro e di esperienze politiche. Insieme alla musica e allo sport, è un ‘linguaggio’ che non ha confini.
In tutto questo straordinario momento tecnologico, che ai miei tempi non c’era, la differenza tra vita fisica e vita online potrebbe diventare sempre più piccola. Intanto, purtroppo, noi adulti non riusciamo a far smettere un bombardamento, non riusciamo a contrastare la disuguaglianza sociale e l’inquinamento della nostra Terra procede senza posa. E il ‘bello’ è che quasi tutti ne sono consci, ma non si preoccupano né riescono a fare più di tanto. Scusaci.
Tu, mi raccomando, studia le realtà del mondo: dovrai aiutarlo. Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/quale-realta/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 28 settembre 2022
… chi ha vinto e chi ha perso non tradisca la democrazia
Caro Sergio,
che le elezioni al Parlamento siano una contesa democratica, non c’è dubbio. Anche le regole della competizione sono state stabilite democraticamente. La storia politica di come rappresentare il popolo è un po’ complicata, ma la situazione si potrà migliorare. Adesso ci aspettiamo solo che chi ha vinto e chi ha perso non tradisca la democrazia.
Intanto ci chiediamo che cosa sia importante nel concetto di democrazia: lasciamo stare che cosa pensavano gli Ateniesi, i Romani dei Comizi repubblicani, le Assemblee dei contadini in rivolta, il Tumulto dei Ciompi e le Comuni rivoluzionarie. Lasciamo perdere le monarchie che anche oggi comandano come diritto divino e/o ereditario. Oggi, perlopiù, i poteri sono in mano ad élites organizzate economicamente che non riescono a gestire con rispetto tutti i diritti umani, proprio perché il sistema del mercato non evita le disuguaglianze sociali. Non è solo un disagio economico, ma c’è una disparità nell’accesso alle risorse, c’è una disparità nell’applicazione della giustizia, c’è una carenza di educazione civile. Si possono aggiungere le farraginosità leguleie, la burocrazia predominante, la corruzione dilagante nel fisco e nella gestione della cosa pubblica. Difetti comuni alle governances europee, americane, asiatiche, africane … Poi, sotto i governi, c’è una società con leaders e persone, consumiste di sé, spesso aggressive, prepotenti, anche nei Paesi meno abbienti, incoraggiata dalla mediocrità di mass media e social.
La separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario) sembrava essere l’argomento dirimente di una democrazia vera da una impropria. Oggi la confusione e l’intreccio dilagano e mettono a repentaglio ogni definizione formale. Si parla di democrazia imperfetta, di democrazia degenerata, democrazia con caratteristiche locali, servizi deviati, regimi ibridi … insomma: il concetto è equivoco e ‘strattonabile’.
Non so se ti piacciono le classifiche, forse no, so che tu preferisci i valori alle quantità, ma ai lettori segnalo per curiosità il settimanale londinese The Economist che esamina annualmente lo stato della democrazia in 167 Paesi. L’ultimo report è del 9 febbraio scorso. C’è una misurazione con un Index su cinque categorie generali: processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzione del governo, partecipazione politica e cultura politica. Qualche esempio: nella classifica a punti di chi è (o sembra) più democratico ai primi posti con la Norvegia (9,87 su 10) ci sono i Paesi Scandinavi e la Nuova Zelanda; gli Stati Uniti d’America sono al 25° posto con 7,96/10; l’Italia è al 35° posto con 7,35/10; Singapore è l’ultima delle democrazie imperfette con 6,2/10, appena sufficiente. Ucraina, Turchia e Algeria sono classificati come regimi ibridi; Qatar, Russia, Cina e Arabia Saudita come regimi autoritari, e ci dobbiamo convivere. La graduatoria ovviamente parte da un punto di vista particolare, ma giochicchiando con i numeri e conoscendo un po’ l’attualità possiamo andare criticamente a conoscere il mondo, scoprire elementi interessanti, e potremmo anche dare dissensi sensati all’Economist.
Nel panorama frastagliato delle democrazie e dei governi c’è la frammentazione delle idee e dei poteri che impediscono una coscienza planetaria comune, accrescono l’imperfezione della politica e concretamente indeboliscono la nostra qualità di vita, favorendo guerre, disuguaglianze sociali e inquinamento globale. L’ecologia del pianeta è una frontiera di combattimento per tutti. Spero che chi prenderà i poteri prossimamente ne tenga conto nelle sue prossime azioni.
Ciao Sergio, sii attento e assennato come sempre.
Paolo
https://www.economist.com/graphic-detail/2022/02/09/a-new-low-for-global-democracy
https://it.wikipedia.org/wiki/Democracy_Index

https://www.media2000.it/chi-ha-vinto-e-chi-ha-perso-non-tradisca-la-democrazia/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 14 settembre 2022
Votare con coscienza
Caro Massimo, amico mio,
dove ci portano le nostre chiacchierate? Allarghiamo la conoscenza, miglioriamo la comprensione, fatichiamo a trovare binari utili. Ci ficchiamo nelle cose, cerchiamo di percepire i rumors del futuro, tacitiamo il cicaleggio. Abbiamo a cuore la causa comune.
Tra poco si voterà in fretta, in un giorno, neanche il tempo di una rotazione terrestre completa. C’è chi ha già scelto, cosciente di sé. Il senno è ispirato dall’educazione, dalla cultura, dall’esperienza, dalla ragione e dalle emozioni. Ma la coscienza di sé nel mondo moderno non basta più, è solo una difesa egoistica, fragile, provvisoria. Ci vuole, per tutti, una coscienza del mondo, un’esperienza larga degli esseri, degli eventi e delle cose. Una navigazione difficile, tortuosa, intrigata, spesso ricca di slalom. Non è sufficiente conoscere la storia delle persone, i motti della réclame politica, occorre studiare la storia del sistema, e la situazione sociale reale. Me l’hai insegnato tu.
Ci sono persone di potere deboli, circondate da consiglieri intriganti, da consorterie di faccendieri. E non bastano le persone più o meno dotte ma leali, coerenti al loro desk di lavoro. Bisogna stare attenti perché il mondo è squilibrato e i pesi marginali spesso gravano più di una ragione generale. Perciò un governo è difficile. I punti di vista sono molteplici e divergenti. Molte opportunità sono buone. Il consenso è un fenomeno di marketing. La comunicazione dei media e dei social esaspera le possibilità. Tuttavia non si può ridurre il ventaglio dei percorsi, ma si possono cogliere le priorità e le convenienze comuni e distendere nel tempo le azioni utili. Ma tu queste cose le sai.
Agire con coscienza: strada lunga e tormentata. Condividendo un po’ di scienza, possiamo andare avanti. Speriamo che la natura, che abbiamo rovinato su questo pianeta, e la smania di potere, che è stata coltivata intenzionalmente, ce ne lascino il tempo. Maghi e fate: andate a dormire.
Gira e rigira, voterò guardando la luna, non il dito.
Un abbraccio
Paolo
https://www.media2000.it/votare-con-coscienza/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 6 settembre 2022
Sfide per il governo
Cara Paola amica mia,
mi chiedi che cosa penso di queste prossime elezioni. Il panorama è un gran bailamme. Tutti vogliono il benessere degli italiani, ma le ricette sono divergenti. Chi fosse alieno da pregiudizi, studierebbe uno ad uno i programmi politici dei partiti, scoprirebbe molte contraddizioni interne alle alleanze, valuterebbe le proposte più interessanti, i pro e i contro; poi dovrebbe tuffarsi nelle procedure della Legge Elettorale, rendendosi conto che le sue scelte sono limitate da chi ha scelto i candidati.
Così il razionale giudizio sulla politica da sostenere passerà dai contenuti di un programma all’amabilità e al giudizio soggettivo di affidabilità dei personaggi alla ribalta. I leader, provetti affabulatori, anche se non affascinano restano il riferimento emotivo spesso più pesante per ottenere consensi o critiche. I leader li conosci dai media, ovvero: i media sono fondamentali o come diceva qualcuno: ‘il medium è il messaggio’.
Divago leggermente per raccontarti un fatto storico. Quando i media erano solo editti governativi o prediche ecclesiastiche, o stampati semiclandestini, una tenzone singolare fu presentata a Milano (proprio a settembre, nel 1796). In preda al dilagare di idee giacobine, anarchiche, massoniche, aristocratiche, in uno scenario italiano che vedeva confrontarsi con una crescente cultura democratica gli autoritarismi austro-ungarici, francesi, papalini e borbonici, l’Amministrazione Generale della Lombardia bandì un Concorso di idee: “Quale dei governi liberi meglio convenga alla felicità d’Italia”.
L’intenzione fu ‘non del piacere di ottenere soltanto uno scientifico discorso, ma bensì un ragionevole piano di governo che meglio convenga alla comune nostra libertà’ come disse il Presidente lombardo Giovanni Battista Sommariva.
Parteciparono più di 50 intellettuali dell’epoca, agli albori di un pensiero di indipendenza italica: Giovanni Fantoni da Carrara, Giuseppe Fantuzzi da Belluno, Melchiorre Gioia da Piacenza, Vincenzo Lancetti da Cremona, Giuseppe Lattanzi da Roma, Giovanni Ranza da Vercelli, Carlo Botta da Torino, Matteo Galdi da Salerno… (vedi l’elenco, pressoché completo in https://it.wikipedia.org/wiki/Concorso_sui_destini_d%27Italia_(1796-1797)).
La commissione giudicante, presieduta da Pietro Verri, dichiarò vincitrice la dissertazione scritta da Melchiorre Gioia “Omnia ad unum”: una e indivisibile Repubblica italiana, contro il feudalesimo, la giurisprudenza romana, la disuguaglianza tra le classi e i sessi e ogni altro ostacolo al progresso civile. (Gioia non poté ritirare subito i 200 zecchini di premio in quanto era stato arrestato a Parma, accusato di cospirazione antimonarchica!) La raccolta di tante idee fu straordinaria per quell’epoca e ancor oggi può giovare l’entusiasmo di quei redattori e le modalità di analisi della società.
Adesso sembra che contino più gli slogan, le apparizioni in tv, gli insulti all’avversario, il packaging sui social. Se riuscissimo a sfrondare le iperboli, le cosmetiche e le pubblicità mediatiche, potremmo appoggiare i progetti più seri e più realistici, tenendo presente che ‘nessuno è completo’ e ‘nessuno è perfetto’. E’ solo un suggerimento di metodo nella congiuntura di una democrazia fragile.
Buon governo a tutti! Ciao Paola!
Paolo
Quale_dei_governi_liberi_meglio_convenga.pdf
https://books.google.it/books?id=KT5ZdTUlU8oC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false
https://www.media2000.it/sfide-per-il-governo/

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 9 giugno 2022
Etica e matematica
Caro Pietro amico mio,
siamo entrambi perplessi e preoccupati per la guerra in Ucraina e le sue conseguenze. Non sembra ci siano, a breve, iniziative e soluzioni condivisibili tra le parti. Ti mando un mio commento che prende uno spunto dall’articolo di Piergiorgio Odifreddi su La Stampa del 5 giugno, citando la teoria dei giochi a proposito della proposta di ‘pace’ di Henry Kissinger: tecnicalità politica al posto dell’etica.
Io penso che in uno scontro bellicoso debba prevalere (ma non è detto che ci riesca) chi sta dalla parte di un’etica corretta, o perlomeno largamente condivisa, anche se l’etica pura non risolve i danni sociali ed economici conseguenti. La matematica non è ‘più saggia’, ma fa calcoli e dà consigli gelidi e salomonici: la teoria dei giochi, in situazioni estreme, potrebbe non tendere a cercare il bene migliore, ma il male minore, se è più facilmente raggiungibile. Arrivati a un certo punto la soluzione non è “chi vince”, ma “le minori perdite per tutti”. Il suggerimento può essere utile. Questa è l’ipotesi tecnica di soluzione, anche se la guerra non è una partita di scacchi tra bianchi e neri al tavolino, dove si sacrificano le pedine per salvare il re, ma è un evento nel quale i supporter sul palcoscenico e dietro le quinte partecipano al gioco. E trepidano per i risultati anche gli spettatori lontani, che ne saranno coinvolti. Così la complessità della situazione crea disordine a ventaglio e nessuna cultura diplomatica ordinaria sembra poter riparare le falle.
Le egemonie di oggi che si confrontano sono economiche, tecnologiche, cibernetiche: statalismo autocratico opposto al capitalismo liberale; le Nazioni ne sembrano subordinate, sia pur con mille sfumature. La disponibilità di risorse e i consumi guidano i governi. Anche se servirebbe stabilire un equilibrio calcolato, basato sui diritti dei popoli, nell’era della globalizzazione i problemi storici delle indipendenze e dei nazionalismi non sono ancora risolti e frantumano la coscienza collettiva. I popoli non credono alla teoria dei giochi. Chi è sotto la pioggia di bombe non capisce. In questo confronto violento tante popolazioni civili (e anche soldati) ‘carne da cannone’ continueranno a morire o soffriranno le conseguenze. Martiri e vittime inutili.
Ci vuole un sussulto di intelligenza da parte dei leader, se si meritano l’incarico: lungimiranza e visione panoramica prevalenti sull’etica e sulla matematica (in entrambe i pesi sono soggettivi). Una cooperazione planetaria indispensabile almeno tra Usa, Russia, Europa (e gli altri non staranno a guardare).
Tu che sei un ingegnere puoi capirlo meglio. Un abbraccio.
Paolo
https://www.media2000.it/la-guerra-non-e-una-partita-di-scacchi/

Paolo Lutteri, senior partner dell’Osservatorio TuttiMedia e attento analista delle criticità del presente ha voluto condividere la lettera alla nipote Elena. Buona lettura!

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 12 Maggio 2022
Il big match
Cara nipote Elena,
a te, che hai cominciato a studiare scienze della natura, segnalo che in qualche caso il lessico scientifico è rimasto ai tempi di Tolomeo: “il Sole sorge”, “tramonta”. In realtà è il pianeta Terra che gira su se stesso alla velocità di 1.670 km/h (all’equatore) mentre svolazza intorno al Sole a 106.000 km/h e non ce ne accorgiamo. Il Sole sta là sullo sfondo, ma non è immobile neanche lui. Con tutto il suo codazzo di pianeti e satelliti si sposta a 720.000 km/h nel cosmo. Mi fermo qui perché non sono tanto esperto di astronomia.
Ma lo spunto mi vien bene per parlarti di velocità e di informazione dalle pagine di Media Duemila. La luce viaggia nel vuoto a circa 300.000 km/s. Il bit (luce accesa/luce spenta) è l’unità di misura che contiene la quantità minima di informazione. La teleconnessione a 5G viaggia a 1 Gbit/s (=230 bit al secondo). A 6G sono possibili 200 Gbit di operazioni al secondo. Le fibre ottiche hanno un record di 1 Petabit/s (=250 bit al secondo). Il Flops (FLoating point Operations Per Second) in informatica indica il numero di operazioni in virgola mobile eseguite in un secondo. Un Petaflops conta 1015, ovvero un milione di miliardi di operazioni al secondo. C’è un computer in Cina che ha raggiunto 93 Petaflops, mentre si stima che il cervello umano possa arrivare a 38 Petaflops.
Nel nostro cervello gli impulsi nervosi possono reagire alla modesta velocità di 400 km/h (circa 11 cm/s, il tempo di alzare una mano). Come genere umano siamo rimasti indietro, siamo terribilmente lenti e perfino le volgari automobili, possono essere molto più rapide di noi. Stiamo per affidare buona parte del nostro futuro ai computer, ai robot, all’intelligenza artificiale, più stupidi ma più veloci di noi. Può succedere che il nostro comune linguaggio e le percezioni in sovrannumero non riescano a supportare le innovazioni tecnologiche, lo stress della complessità, la velocità delle macchine. Sono in discussione le misure e i valori, e i tempi di azione. Viaggiamo a cavallo di una conoscenza umanistica di cultura antica e di una disponibilità di informazioni moderne terribilmente larghe e impellenti.
Il big match è cominciato con la grande mutazione tecnologica del secolo scorso, e adesso siamo tutti sotto i riflettori. Io certo sono rimasto indietro, tu che sei giovane e ti prepari al futuro, ragionaci ben sopra!
Buon viaggio!
Paolo
https://www.media2000.it/il-big-match/

Paolo Lutteri,  senior partner dell’Osservatorio TuttiMedia e attento analista delle criticità del presente ha voluto condividere la lettera al nipote Matteo. Il tema è la guerra. La riflessione mette di fronte alle nostre miopie: pensavamo di vivere in una società perfetta e siamo piombati in un nuovo medioevo. Che fare? Buona lettura!

LETTERA APERTA  di Paolo Lutteri – 25 aprile 2022 
Convenienza e guerra santa
Caro nipote Matteo,
quando mi hai chiesto, ad inizio febbraio, se la guerra in Ucraina fosse imminente e pericolosa, ti ho risposto “penso di no, sono schermaglie per ottenere attenzione”. Ho sbagliato. Usando un ragionamento semplice, ho considerato che una guerra non fosse conveniente per nessuno, né per la Russia, né per l’Ucraina, né per la Nato, né per l’Europa, né per sconvolgere l’equilibrio mondiale, né per i governi e tantomeno per le popolazioni. Le tensioni c’erano, le contraddizioni anche, ma non pensavo a uno scontro cruento così come si sta svolgendo, senza convenienza proficua per nessuno, anzi con vergogna dell’umanità, nonché con una conseguente crisi economica dilagante. Così sono degradati anche i progetti di protezione ecologica e di sviluppo energetico ed economico sostenibile di cui il mondo avrebbe bisogno.
Dal momento che sono mancate trattative intelligenti preventive e che non sembra sia stata la convenienza ad ispirare l’invasione dell’Ucraina (che pure ha risorse minerarie ed economiche molto interessanti), mi sono reso conto che è prevalso un fattore abbinato alla supremazia ideologica autoreferenziata. Le parole del capo del governo russo e del suo pope della chiesa ortodossa di Mosca (insieme ‘in preghiera’ nella celebrazione della pasqua) indicano che non sono a favore della pace per tutti, ma vogliono una sorta di ‘guerra santa’ contro le depravazioni dei costumi e dei consumi occidentali, contro l’aggressività del capitalismo liberale nei territori che considerano storicamente propri, contro l’intrusione mediatica, l’egemonia occidentale e certi sovranismi nazionalisti. Quasi uno scontro di ‘religione’, peraltro contradditorio, visto che i leader dell’economia ‘socialista’ sono oligarchi riccastri ben radicati nei consumi occidentali. Religione è una parola grossa, ma l’ostinazione del governo russo sembra proprio irrazionale.  Nella storia le motivazioni delle guerre sante (crociate, jihad …) sono sempre state irrazionali. “Dio lo vuole” è la più fake delle news.  Dietro la propaganda ci sono sempre stati interessi coloniali e di conquista geopolitica.
Ecco: ragionando di convenienza con criteri di logica oggettiva ho dimenticato che anche oggi la società è imperfetta, che nella volontà dei governanti c’è ancora tanto medioevo, che le aspirazioni mentali sono ancora legate ad una sensibilità primitiva, irrazionale, insensibile alla ragione e alla diplomazia. Adesso non so che cosa potrà succedere, ma se i contendenti non vogliono trovare compromessi, occorrono pacieri esterni, nell’interesse e per le opportunità di sopravvivenza del pianeta intero.
Speriamo che l’irrazionale ritrovi la ragione, caro Matteo. Noi cerchiamo di ‘non perdere la testa’ e continuare a studiare per il meglio. Oggi, ricorda che è la nostra festa della Liberazione.
A presto.
Paolo
https://www.media2000.it/convenienza-guerrasanta-strategia-propaganda/

PILLS  di Paolo Lutteri – 3 marzo 2022 
Queste pillole non sono state medicine, ma piuttosto caramelle di diversi gusti. Edibili, ma non esageriamo. Perciò, arrivati con questa rubrica alla n° 300, ci fermiamo per un po’. E’ stata una sventagliata di notiziole e di commenti con l’obiettivo di stimolare curiosità e approfondimenti sugli argomenti della politica, della comunicazione, dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità economica, in Italia e nel mondo. Purtroppo oggi dobbiamo condividere le nostre esperienze con un’altra guerra. Le crisi sono ormai globali, come gli altri conflitti, le disuguaglianze sociali e gli inquinamenti ambientali. La nostra civiltà dovrebbe avere una coscienza planetaria comune.
298 – AMBIENTE E COSTITUZIONE
La salute, l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi sono finalmente protetti dalla Costituzione della Repubblica Italiana. Sulla Gazzetta Ufficiale n. 44 del 22 febbraio 2022 è stata pubblicata la Legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, recante "Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente". L’art. 9 aggiornato recita: «La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.». L’art. 41 aggiornato recita: «L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con la utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.».
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/02/22/22G00019/sg
299 – SOLIDARIETA’
La vita, in senso biologico, non si è sviluppata su binari ordinati, anzi, vuoi per motivi ambientali, vuoi per eventi casuali, la crescita da enti unicellulari a corpi estesi è stata piuttosto disordinata e diversificata. Le specie animali sono milioni e molte si sono già estinte tanti anni fa. Tra l’altro sopravvivono molte specie di animali sociali che sembra abbiano possibilità di mettere in comune ‘coscienza’ e abilità tecniche: formiche, api, ma anche branchi di pesci, stormi di uccelli, greggi e mandrie. La solidarietà è un fatto naturale, l’aggressività all’interno della specie vale perlopiù nelle contese erotiche, l’individualismo è raro. Ma se il genere umano è la forma biologica più evoluta, perché l’individualismo è permanente, la solidarietà è faticosa, l’aggressività è frequente? Mi auguro non sia una questione genetica, ma che dipenda dalla cultura. Allora si può fare qualcosa.
300 – AUTOPOIESI
Flavio Natale ha segnalato su Futura Network uno straordinario studio pubblicato dalla Cambridge University Press sull’intelligenza planetaria. Ne nascono domande ficcanti. In sintesi: litosfera, idrosfera e atmosfera sono ambienti casuali o partecipano alla vita della terra come gli altri biomi e organismi viventi? Se l’evoluzione ha privilegiato una specie intelligente come quella umana, è possibile un’intelligenza su scala planetaria? Ovvero è possibile un comportamento cooperativo su scala globale nella civiltà terrestre? Certamente l’intelligenza non è una proprietà di individui isolati, ma di collettivi inseriti in una società tecnologica complessa, come la capacità di intesa dei microbi all’interno di un corpo. La vita è una proprietà emergente dai sistemi bio-geo-fisico-chimici dai quali è costruita. Lo sviluppo è l’apparente orientamento all’obiettivo di molti processi viventi. Chissà se emergerà un’intelligenza planetaria? Sarebbe un requisito per la longevità!
https://www.cambridge.org/core/journals/international-journal-of-astrobiology/article/intelligence-as-a-planetary-scale-process/5077C784D7FAC55F96072F7A7772C5E5

PILLS  di Paolo Lutteri – 23 febbraio 2022 
Pianeta inquieto. Viviamo in una società globale e complessa, tumultuosa, gonfia di effimero e di contrasti di ogni tipo. Ma stiamo in un’epoca storica senza precedenti per quanto riguarda l’informazione: possiamo conoscere il mondo come mai prima, abbiamo documentari sulle foreste amazzoniche e sui corridoi di Buckingham Palace, archivi di testi di Gutenberg e algoritmi per robot, video tiktok nel Donbass, web cam su Marte e microcamere nell’intestino, ricette per la pandemia e consigli per lo sviluppo sostenibile. Oggettivamente le fake news e le interpretazioni ingannevoli veleggiano ovunque numerose, ma abbiamo imparato a difenderci consultando tante fonti. E’ una delle caratteristiche di studio dell’Osservatorio Tuttimedia.
295 – MONDO CONNESSO
We Are Social con Hootsuite ha pubblicato il voluminoso Report annuale sui servizi di comunicazione che riassume la situazione dei media nel mondo (300 slides) e in alcuni Paesi, tra cui l’Italia (115 slides). Il Report è ricco di dettagli, da commentare. In sintesi ecco i numeri del mondo: 7,91 miliardi di abitanti, 8,28 miliardi di devices con connessione mobile, 4,95 miliardi di utilizzatori di internet, 4,62 miliardi di utenti attivi sui social media. Per l’Italia: 60,32 milioni di abitanti, 78,22 milioni di devices con connessione mobile, 50,85 milioni di utilizzatori di internet, 43,20 milioni di utenti attivi sui social media; stiamo connessi a internet in media per 6 ore e 9 minuti al giorno, 3 ore e 12 minuti di televisione, 1 ora 9 minuti di radio, 1 ora e 47 minuti sui social, 1 ora e 22 minuti sulle notizie (stampa e web). Se qualche crisi energetica ci staccasse la spina, saremmo nei guai. https://wearesocial.com/it/blog/2022/01/digital-2022/
296 – NATIVI DIGITALI
Gli esperti di marketing hanno etichettato i nati grossomodo tra il 1996 e il 2010 come “Generazione Z”. In quanto nativi digitali essi hanno comportamenti, consumi e gusti diversi dalle precedenti generazioni. Ma non è solo uno stile di vita: l’educazione digitale ha modificato anche i valori e gli ideali. Gli studi sociologici non sanno ancora essere precisi, tuttavia qualche generalizzazione si può fare. Lo smart phone è il device magico, perché la comunicazione è il motivo conduttore principale della vita. La privacy non è importante, si condividono tutti i sentimenti e le foto intime. Le parole scritte vengono contratte o emoticizzate. Sesso sì, ma aperto. L’istruzione è noiosa, meglio l’esperienza. L’attenzione non dura più di 8 secondi (!). Televisione classica e giornali sono disusati. La storia e la politica sono sconosciute, ma c’è sensibilità al green. La tecnologia piace, come il divertimento. La velocità è d’obbligo. Impazienti e impulsivi. Meglio il lavoro da remoto che le fatiche d’ufficio. Ovviamente questa generazione ha subito gli stress di una pandemia sanitaria imprevedibile e delle crisi del mercato del lavoro; sono fattori che si sono presentati in modo diverso da città a campagna, da centro a periferia, da censo ricco o povero, da ceti colti o no. Perciò il ventaglio dei comportamenti risultanti è largo, versatile e contradditorio. Ma non c’è dubbio che influisce anche sulle generazioni più adulte.
297 - ASSISTENZA INPS
Nel 2021 i nuclei beneficiari di almeno una mensilità di Reddito di Cittadinanza o Pensione di Cittadinanza sono stati quasi 1,8 milioni per un totale di poco meno di 4 milioni di persone coinvolte (erano 2,7 milioni nel 2019 e 3,7 milioni nel 2020). I nuclei con minori sono 445 mila e rappresentano il 33% dei nuclei beneficiari coprendo il 55% delle persone interessate. I nuclei con disabili sono 235 mila e rappresentano il 17% dei nuclei beneficiari, L’importo medio mensile erogato è stato crescente nel tempo; complessivamente è passato da 492 euro nell’anno 2019 a 546 euro erogati nell’anno 2021. Nel 2021 è stato revocato il beneficio a quasi 110.000 nuclei, prevalentemente per l’accertamento della mancanza del requisito di residenza/cittadinanza. Nel 2021 sono anche decaduti dal diritto 314.000 nuclei, prevalentemente per variazione dell’ISEE, che ha superato la soglia prevista oppure per modifica della composizione del nucleo familiare. Al momento, nell’87% dei casi il richiedente la prestazione risulta di cittadinanza italiana, nel 9% è un cittadino extra-comunitario in possesso di un permesso di soggiorno, nel 4% è un cittadino europeo.
https://www.inps.it/docallegatiNP/Mig/Dati_analisi_bilanci/Osservatori_statistici/Report_trimestrale_RdC-REm_Aprile-2021_Dicembre-2021.pdf

PILLS  di Paolo Lutteri – 17 febbraio 2022 
Lo sviluppo equilibrato e sostenibile di tutto il pianeta sembra missione impossibile. La storia del mondo resta articolata in blocchi politici contrapposti e a sua volta frammentata in ideologie nazionaliste, ostacolo molto difficile da superare per chi governa. Le disuguaglianze delle risorse primarie (energia, alimentazione, istruzione, economia) scatenano sempre guerre di popolo. Eppure bisogna evitare il disfattismo e trovare argomenti di crescita nella solidarietà e dell’innovazione tecnologica. Dovremmo chiamare ‘nostro’ quello che chiamavamo ‘mio’. Dovremmo risolvere intelligentemente i problemi con metodi e tempi digitali. Forse dovremo limitare le emozioni inutili e gli orgogli personali; come dirsi “il nemico è dentro”, acuire la critica alle nostre disfunzioni e crescere di responsabilità.
292 - MAGISTRATURA PILOTATA
Mentre tanti magistrati ‘semplici’ fanno il loro dovere coscienziosamente, intrecci e inciuci tra magistratura ‘di vertice’ e politica sono oggetto di arguti racconti di giornalisti. Di storie sorprendenti per la ribalta mediatica ce ne sono a non finire e le invenzioni potrebbero superare la realtà. Ma è anche possibile che la realtà superi i racconti. Secondo libri recenti la magistratura è un sistema di potere, con correnti e personaggi in battaglia fra loro, a tutto scapito di una giustizia uguale per tutti, ma difatto molto manovrabile, secondo convenienza. In questo c’è la conferma di appartenere ad una democrazia fragile, resa ancor più fragile e instabile da quelle istituzioni che dovrebbero garantire etica e giustizia super partes. C’è da vergognarsi di dover stare a guardare. Per approfondire gli aneddoti, oltre che leggere le dichiarazioni del duetto Sallusti-Palamara, c’è anche “Potere assoluto” di Sergio Rizzo, ed. Solferino.
293 - DIVORZI PARLAMENTARI
I partiti li propongono al popolo come loro paladini, poi loro cambiano idee. E’ legittimo, ma è un’altra denuncia sull’inaffidabilità delle istituzioni. Su 945 eletti il 4 marzo 2018 nella 18a Legislatura (630 deputati + 315 senatori) i cambi di casacca sono stati finora 302. Coinvolti precisamente, al 4 febbraio 2022: 143 deputati (con 185 cambi) e 70 senatori (con 117 cambi). I parlamentari che hanno cambiato 3 volte sono stati 20, quelli che hanno cambiato 4 volte sono stati 2. Citazione personale per Gianni Marilotti che ha cambiato 6 volte. Nella precedente Legislatura (2013-2018) i cambi di gruppo sono stati 569 e hanno riguardano 348 persone. Più quieti i parlamentari della 16a Legislatura: 261 cambi per 180 persone.  Al Parlamento Europeo, dove i deputati italiani sono in tutto 76, dal 26 maggio 2019 i cambi sono stati 13.
https://www.openpolis.it/lelezione-del-presidente-della-repubblica-e-i-cambi-di-gruppo/
294 - TV LOCALI
Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha pubblicato a fine gennaio scorso le graduatorie provvisorie dei contributi spettanti per l'anno 2021 in favore delle emittenti Radiofoniche e Televisive locali in Italia. La disponibilità delle risorse da parte del Ministero per le televisioni a carattere comunitario è stata di 5,1 milioni di euro; sono state ammesse al contributo 322 emittenti, secondo i criteri di sostegno all’occupazione, innovazione tecnologica, qualità programmi e dati di ascolto. Gli importi più rilevanti, superiori a 100.000 euro, sono stati assegnati a: TeleclubItalia Campania, CalcioNapoli24Tv Campania, Teleradiopace1 Liguria, Telepace Lazio, TelepaceTrento Trentino, YoungTvAllMusic Lazio, TeleMajg Puglia, StileTv Campania, TeleIride Toscana. Tutte le emittenti, i punteggi, gli importi, le società editrici e i dettagli su:
https://www.mise.gov.it/index.php/it/incentivi/comunicazioni/contributi-alle-emittenti-locali/graduatorie

PILLS  di Paolo Lutteri – 10 febbraio 2022 
Chi scrive ha almeno tre padroni. Il primo è il suo ego, carico di propria storia passata, di emotività per il presente, di intenzioni future in buona fede di se stesso. Il secondo padrone è il suo editore, che normalmente appartiene a una fazione di società organizzata per potere economico e convenienza culturale, incline al consenso oppure alla contestazione. Il terzo padrone è il suo lettore, sia che taccia sia che parli; può far parte di un quieto gregge di pecore o di un inquieto branco di carnivori. Così lo scrittore non può che destreggiarsi tra la propria genialità, la richiesta del mercato e le turbolenze del mondo. Che almeno abbia coscienza che i punti di vista sono molteplici, che la verità non ha una sola strada, che i comportamenti umani hanno percorsi tortuosi. Nella bufera delle idee, chi scrive costruisca o faccia buona manutenzione, bando alle ciance.
289 - DEMOCRAZIA MEDIATICA?
La verità sta nei fatti. Le intenzioni non palesate e le storie ‘dietro le quinte’ non sono fatti, sono perlopiù fake news e depistaggi. Purtroppo le indagini e i giudizi fanno uso più delle interpretazioni che dei fatti oggettivi. I media (mass e social), sempre più coinvolti nei processi come spettacolo mediatico, ricamano e infiorano spesso facendo leva su emozioni e opinioni soggettive, attenuanti o aggravanti messe in bocca a star incompetenti. Esempi nei talk show televisivi: il più straziante è il commento alle vittime di stupro; il più intrigante è l’esame etico dei comportamenti politici; il più superficiale è quello delle opinioni sulla pandemia; il più scontato è il processo agli arbitri delle partite di calcio. Il popolo italiano è stato alla ribalta di un Paese di santi e navigatori, poi sono stati tutti allenatori di calcio, adesso siamo diventati giudici di cronaca nera, di cronaca rosa e delle competizioni canore come il Festival di Sanremo. Audience, like, upvote, downvote e televoti fan democrazia?
290 - MEDIA NEL MONDO
Area Studi Mediobanca ha pubblicato la scorsa settimana un interessante Rapporto finanziario ‘Media&Entertainement’ sui grandi gruppi mediatici nel mondo. I dati raccolti si riferiscono al 2018-2020, con qualche aggiornamento 2021; quindi sono soggetti a novità a causa della pandemia e dei nuovi intrecci operativi tra big. L’analisi si occupa dei 21 Gruppi internazionali a controllo privato con un fatturato 2020 superiore a 1 miliardo di euro. Media e intrattenimento comprendono tra i ricavi: abbonamenti PayTv e Vod, TLC networks, pubblicità, produzione e distribuzione di contenuti e anche parchi tematici.  La classifica per fatturato vede in testa Comcast con 84,4 miliardi di euro, poi Disney (53,3), WarnerBrosDiscovery (33), ViacomCbs (20,6), Netflix (20,4), Fox (10). In Italia, nel 2021, primeggiano Sky-Comcast (2,8 miliardi di euro), Rai (2,4), Mediaset (1,8). La Rai è sempre l’emittente più seguita dagli italiani nel 2021, raggiungendo il 36% delle quote di ascolto nel giorno medio. Seguono Mediaset (31,9%), Discovery (7,4%), Sky (6,2%), La7 (3,7%) e ViacomCBS (1,9%). https://www.areastudimediobanca.com/it/product/report-mediaentertainment-ed-2022
291 - DIGITAL ADV
Secondo il Digital Market Outlook di Statista, il fatturato mondiale della pubblicità digitale è stimato in 465,5 miliardi di dollari nel 2021 e dovrebbe crescere fino a raggiungere 683,1 miliardi di dollari nel 2026. La pubblicità digitale utilizza Internet per fornire messaggi: pagine dei risultati dei motori di ricerca (‘search advertising’), pubblicità nelle reti di social media sotto forma di post sponsorizzati, banner pubblicitari di vario formato, pubblicità all’interno di video e annunci digitali a pagamento (‘classifieds’).  Per via di una continua innovazione tecnologica e dell’evoluzione delle abitudini dei consumatori, gli inserzionisti hanno dovuto adeguarsi a posizioni, formati, condizioni commerciali e legali, nonché all’utilizzo di devices diversi (computer, tablet, phone). Gli Stati Uniti sono stati il mercato più grande nel 2021 con 190,4 miliardi di dollari e rappresentano oltre un terzo della spesa mondiale per la pubblicità digitale; la Cina e l'Europa hanno quote rispettivamente del 22,5% e del 18,9%. Tenendo conto dei tassi di crescita, la Cina guida la corsa con un tasso annuale di crescita dell'8,6% entro il 2026, seguita dagli Stati Uniti con l'8,2% e dal mercato europeo con il 6,8%. https://www.statista.com/study/42540/digital-advertising-report/

PILLS  di Paolo Lutteri – 3 febbraio 2022 
Buongiorno Presidente! Come avrai capito, molti parlamentari che la democrazia rappresentativa ha lasciato a Roma, più o meno capaci, più o meno competenti, ti hanno scelto come Presidente della Repubblica per convenienza propria, non per rispetto del bene comune, che tu ben raffiguri. I mass media si sono sfiatati allo spettacolo delle previsioni, dei gossip, delle finte, delle provocazioni e degli inciuci in un Parlamento confuso, caotico, inabile. Il peggio non sono state le schede bianche di quei subordinati che aspettavano dove tirasse il vento per stare dalla parte vincente, ma le schede di quelli che scrivevano insulti o indicavano nomi inutili. Nascosti dietro l’anonimato, costoro non meritano nessuna stima. Esercitare la democrazia è difficile, ma non può essere vergognoso. Caro Presidente, sii valoroso!
286 - BIG TECH SOTTOMARINI
Mentre le crisi politiche divampano, la tecnologia avanza sommersa. Sotto gli oceani i cavi sono di due tipi: in fibra ottica per trasmettere dati e in rame per l’energia elettrica. Secondo Alessandro Gili dell’Ispi i primi costano da 30.000 a 80.000 euro/km, i secondi da 100.000 a 500.000 euro/km. Attualmente ce ne sono per 1,3 milioni di chilometri e si stima che supportino il 95% del traffico mondiale di internet. Infatti Alphabet, Amazon, Meta e Microsoft possiedono direttamente o utilizzano circa il 70% della capacità trasmissiva. Il cavo Marea, dagli Stati Uniti alla Spagna (Bilbao) trasporta le informazioni a velocità sovrumane: mediamente 26,2 Terabit al secondo. La Cina incalza: secondo il piano di Manufacturing vorrebbe avere il controllo del 60% del totale entro il 2025. Vista l’importanza strategica, economica e geopolitica, sono nati problemi di sicurezza e di controllo, a protezione di impianti che, in alto mare, prevedono totale libertà di posa e gestione dei cavi sottomarini. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/geoeconomia-dei-cavi-sottomarini-33004
287 - WINTER OLYMPIC GAMES
I Giochi si svolgeranno a Beijing (Pechino per i colonialisti) dal 4 al 20 febbraio. Olympic Broadcasting Services produrrà il feed mondiale fornito alle emittenti locali da utilizzare nella loro copertura. Per l’Italia la Rai prevede circa 100 ore di trasmissione in chiaro e in diretta (con 7 ore di differenza di fuso orario). Altre opzioni a pagamento sono offerte da Eurosport, Dazn, Discovery+. In Cina atleti, tecnici, giornalisti e spettatori ammessi sono soggetti a controlli per evitare contagi pandemici. Quasi 2900 gli atleti di 91 Paesi per 109 eventi da medaglia; 15 discipline in programma: biathlon, bob, combinata nordica, curling, freestyle, hockey su ghiaccio, pattinaggio di figura, pattinaggio di velocità, salto con gli sci, sci alpino, sci di fondo, short track, skeleton, slittino, snowboard.  Gli atleti italiani saranno 118 (46 donne e 72 uomini). I media accreditati prevedono circa 6000 persone, secondo 7 categorie distinte, dai giornalisti-editor ai fotografi, ai tecnici e agli staff di supporto. Organizzazione cinese omnicomprensiva e severissima. Show garantito, vuol essere testimone di pace sopra i confini. https://olympics.com/it/beijing-2022/
288 - SPONSOR Di NEVE E GHIACCIO
Nonostante il boicottaggio diplomatico di Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Giappone (ma gli atleti di questi Paesi parteciperanno), le grandi imprese internazionali sono Partner ufficiali dei Giochi Olimpici invernali di quest’anno: Airbnb, Alibaba, Allianz, Atos, Bridgestone, Coca-Cola, Intel, Omega, Panasonic, Procter & Gamble, Samsung, Toyota e Visa. Inoltre ci sono 11 Partner cinesi (Bank of China, Air China, Yili-latticini, Anta-abbigliamento, China Unicom-comunicazione, Shougang Group-rigenerazione urbana, CNPC-energia, Sinopec-petrolchimica, SGCC-elettricità, PICC-assicurazioni, CTG-ingegneria) e 11 Sponsor cinesi (tra cui le birre Qingtao e Yanjing), poi 22 Supplier (tutti cinesi, tranne PwC). La vetrina della capitale della Repubblica Popolare di Cina è come un trampolino internazionale di progetti e prodotti. “一起向未来” (Yīqǐ xiàng wèilái = Together for a Shared Future) è lo slogan. Buona visione! https://www.beijing2022.cn/en/

PILLS  di Paolo Lutteri – 27 gennaio 2022 
Il linguaggio è una base della comunicazione. Il pensiero è consultabile con parole (graficamente e foneticamente diversificate), come identificazione di concetti, cose, azioni, giudizi. Come sarebbe possibile pensare e argomentare senza parole? Forse con la musica, con i gesti, con gli odori. Forse con i feromoni chimici, in stile biologico un po’ primitivo. Adesso i computer convertono tutto in bit (0/1, no/sì, chiuso/aperto …). Non è che la logica elementare binaria, che è quella dell’Intelligenza Artificiale, possa prevalere su quella raffinata dei sillogismi aristotelici? Potrà nascere un nuovo linguaggio e un pensiero senza parole? Amici lettori: che ne pensate? (In parole, vi prego!)
283 - SCACCHI E GO
Quando in oriente furono inventati i giochi a tavolino (Scacchi e Go, per esempio) le soluzioni possibili erano così numerose da rendere la sfida avvincente ed incerta. Tenendo conto che negli Scacchi ogni mossa è scelta valutando una media di circa 35 diramazioni (nel Go circa 250) per ogni step, il giocatore per vincere doveva tirar fuori previsioni, intuizioni, talento eccezionale. I calcoli matematici per vincere sono complicati e forse non definitivi: oggi indicativamente il totale delle mosse possibili è stimato in 10123 per gli Scacchi e 10180 per il Go, ma andrebbe articolate step by step. Un giocatore robotico oggi può valutare le mosse a oltre 80.000 posizioni al secondo. Non solo usa le statistiche di precedenti sfide, ma istruisce la propria intelligenza artificiale con autoapprendimento. L’invenzione è umana ma la velocità del calcolo IA è sovrumana. Umani: abbandonate i giochi, sono arrivati i robot e preparatevi a un futuro da shock! Per approfondimenti: https://en.wikipedia.org/wiki/AlphaGo_Zero. Se vi piace la matematica delle sfide, visitate il sito dell’olandese John Tromp: https://tromp.github.io/.
284 - TRE TEMPI IN UNO
Al presente la società umana condivide almeno tre livelli di civiltà, con diversi modelli di comportamento. Una è quella preistorica: annientare i nemici e le prede (vedi violenze, omicidi, furti, frodi, sciovinismi). Un’altra è quella degli antichi valori (miti, religioni, guerre sante, vendette, delitti d’onore). Una terza è quella del potere tecnologico (algoritmi, intelligenza artificiale, cloud, brainchain, imprese spaziali, ricerca quantistica). Insomma, la permanenza di vecchi livelli segnala il disordine attuale del sistema, l’instabilità sociale, rende rischioso il futuro. Accanto ai leader eurismatici restano personaggi ‘di pancia’, se non ‘di muscoli’. Accanto ai democratici (governanti e oppositori) abbiamo i ribelli senza idee (o aggrappati a un ego primitivo). Spesso lo spettacolo nei media asseconda violenza, prepotenza e ideali polverosi. Insomma, senza voler generalizzare tutto, al presente abbiamo un passato obsoleto.
285 - CHIAVI DI CONOSCENZA
I concetti sono banali, sotto gli occhi di tutti, ma richiamare i grandi paradigmi ogni tanto serve per sostenere la ragione. La prima chiave: dal semplice al complesso. Sembra essere così l’evoluzione della civiltà; ma i periodi del progresso non sono separabili nettamente, spesso si sovrappongono. Il cambiamento fluisce continuamente anche se nelle nuove generazioni perdurano i resti delle antichità, non sempre apprezzabili (in zoologia ci sono ancora le spugne, in sociologia lo schiavismo ci ha lasciato il caporalato). La seconda chiave: la comunicazione. Quel che caratterizza la ricerca scientifica e sociologica di oggi è il valore delle interrelazioni, che contano più della sostanza dei singoli elementi (la collaborazione tra le api è esemplare, le alleanze in Parlamento sono fondamentali). In biologia come in politica queste due chiavi di lettura aiutano a comprendere il mondo, lo sviluppo e l’innovazione.

PILLS  di Paolo Lutteri – 20 gennaio 2022 
Le forze politiche attuali sembrano come ‘i separati in casa’. Siedono allo stesso banco, sostengono lo stesso governo ma la pensano diversamente. Ognuno ha la sua verità, in modo autoreferenziale, per proteggere il proprio posto e la propria convenienza. Un equilibrio instabile di umori e di correnti, dove il sospetto e la diffidenza fanno più letteratura e spettacolo dell’ottimismo. Sebbene siamo tutti consci che la democrazia è imperfetta, tuttavia dobbiamo far sì che le rappresentanze siano oneste, riflessive, capaci e trasparenti, le opinioni non siano a vanvera, i rappresentati siano tutelati. E occorre un Presidente di fiducia, senza che qualcuno si debba vergognare del voto.
280 – MAGARI UN VOLO DI STORNI
La ricerca astrofisica ritiene che l’universo sia composto da ‘stringhe’ (corde elastiche) costituite da particelle e onde (atomi, neutrini, fotoni, oscillazioni gravitazionali, parti di materia oscura). I singoli elementi contano meno delle interrelazioni tra loro. La ricerca dice anche che un sistema in trasformazione è instabile, disordinato, gli agenti sono irrequieti, e ci vuole molto tempo per trovare una situazione di equilibrio. Vale per la fisica classica e anche per la fisica quantistica. Vale anche per il Parlamento. Nell’attesa dell’elezione di un nuovo Presidente della Repubblica (e di ogni eventuale conseguenza) potete leggere con gusto il libro di Giorgio Parisi, che ha ottenuto il Premio Nobel per lo studio sui sistemi complessi e sui fenomeni caotici.
281 – BEHAVIOUR
Secondo le correnti di ricerca psicologica comportamentista la mente è irrilevante. Per studiare la società bisogna studiare le azioni concrete, i comportamenti individuali e sociali, nei loro aspetti dell’apprendimento, delle abitudini, delle emozioni correnti e ovviamente anche dei consumi. Non ci sono problemi di coscienza, è la convenienza che guida i percorsi di vita economica e politica. Così succede che, nella odierna società liquida dove sono apprezzate le performances veloci e a breve termine, le sensazioni siano più importanti della scienza, la morale sia elastica, i valori siano considerati merce, il merito sia autoreferenziale, il futuro possa aspettare. Questa di fatto è la corrente dominante della moderna cultura industriale, all’americana, che fa prevalere ‘i muscoli’ sul cervello, la quantità sulla qualità, l’avvenenza alla sostanza. C’è qualcosa che non funziona in questa concezione. Lo avevano già detto i filosofi di una volta. Li abbiamo dimenticati?
282 – VIRTUAL INFLUENCERS
Assistenti digitali, avatar e personaggi del metaverso accrescono la demografia virtuale. Nel mondo laico delle nuove generazioni scompaiono i Bodhisattva e i Santi taumaturgici, specializzati patroni delle professioni ai quali una volta si chiedevano consigli. Come prodotti grafici per computer sono nati gli amici digitali, al servizio delle campagne di marketing. Rispondono alle e-mail, raccontano storie e promuovono prodotti sui social network: Atsune Miku, Aimi Eguchi, Kizuna AI, Imma, Lil Miquela, Noonoouri, Naughty Boo, e le più tradizionali Barbie o Minnie Mouse, con milionate di followers. Una confidente virtuale appena nata in Italia è Nefele (creatura di Filippo Boschero, Laura Elicona e Luca Facchinetti). I pupazzi abitano tutti su Instagram, Meta, TikTok e affini. Ma ci sono anche semplici servitori eccellenti, sempre disponibili, premurosi e discreti (?), come Siri (Apple), Alexa (Amazon), Cortana (Microsoft), Watson (Ibm), Xiaowei (Tencent), Celia (Huawei), Duer (Baidu). Hanno preso il posto degli angeli custodi. https://www.virtualhumans.org/

PILLS  di Paolo Lutteri – 13 gennaio 2022 
Gli argomenti sono innumerevoli. Le chiavi di lettura dei media sono spesso complicate. Le teorie sono rigide, le ipotesi sono fluide, le pratiche sono elastiche. Se queste fasi sono mescolate, la confusione è totale. Per quanto riguarda gli scienziati le leggi della natura fisica, come la forza di gravità, sono precisi calcoli razionali anche se non hanno potere sociale. Per chi scrive (mass media e social network) è evidente che ogni commento alla realtà è un'ipotesi del narratore o della sua lobby editoriale. Per i politici (ma aggiungo anche i magistrati e gli amministratori, capaci o incapaci che siano) la realtà è un terreno di giudizi mediati, influenzati dall’interesse personale, dall'opinione pubblica, dalle clientele, dalle correnti di moda, dalla convenienza più che dall’approssimazione alla realtà. E gli esegeti di queste categorie godono del plauso al successo oppure inveiscono nei dettagli critici. Così va il mondo, con pratiche elastiche, ahinoi, spensieratamente.
277 – POLITICI IN VISTA
Interessante la ricerca desk di DataMediaHub sulla presenza di alcuni leader italiani nel 2021 su Facebook. Contatti e followers non corrispondono ai ‘like’, né alle simpatie o ai consensi reali o alla qualità dei personaggi; le variabili in campo sono molteplici, dalla modalità dei contenuti alla pressione pubblicitaria; il traffico fornisce piuttosto indicazioni sui comportamenti della platea di navigatori. La fanpage di Salvini, con una media di 8,84 post giornalieri e un’interazione dello 0,48%, fa 5,05 milioni di followers; Conte ha un’interazione del 2,98% e fa 4,59 milioni di followers; Meloni, con 5,54 post/giorno e un’interazione dell’1,26%, fa 2,31 milioni di followers; Renzi ha un’interazione dello 0,95% con 1,14 milioni di followers; Berlusconi ha un’interazione dello 0,81% con 1,1 milioni di followers; Calenda, con 3,79 post/giorno e un’interazione dell’1,03%, fa 271,3 mila followers; Letta ha un’interazione dell’1,61% con 133,8 mila followers.
https://www.datamediahub.it/2022/01/10/i-partiti-e-i-leader-politici-che-investono-di-piu-su-meta/
278 – MOBILITY OF THINGS
E’ una delle tendenze dell’innovazione digitale presentata al Consumer Electronic Show di Las Vegas qualche giorno fa. L’industria automobilistica prepara la transizione ecologica con software innovativi e intelligenza artificiale. Gli argomenti riguardano soprattutto le batterie elettriche e l’autonomia di viaggio, ma anche sterzo e frenata intelligente, sospensioni adattabili, controllo energetico, manutenzione. Ma la parola chiave per gli ingegneri è ‘interconnessione’. Dal riconoscimento vocale al dialogo con gli strumenti di bordo, i sensori e le informazioni meteo e traffico fino al controllo di guida senza conducente. L’automazione smart rende i robot compagni di bordo affidabili per migliorare il comfort, la sicurezza, l’efficienza del trasporto e l’interazione col mondo intero. Insomma l’auto non sarà solo un veicolo di trasporto, ma diventerà anche un salotto di intrattenimento o di lavoro, attrezzato ed ecosostenibile. Da Las Vegas Hyundai invita a provare le sue auto sul metaverso, come avatar. https://www.ces.tech/
279 – STREAMING VOD
Whip Media, società tecnologica americana che fornisce piattaforme software per la licenza di contenuti in tutto il mondo, ha analizzato il mercato di Video On Demand in 5 territori europei (Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna). Sono stati intervistati oltre 9.000 utenti selezionati per comprendere il sentimento dei consumatori riguardo allo streaming a pagamento. Mediamente ogni utente ha circa tre abbonamenti, con una spesa mensile variabile tra 23 e 28 euro. Netflix, Disney+ e Amazon guidano i servizi SV0D in termini di soddisfazione generale in tutti i Paesi esaminati, ad eccezione della Francia, dove le piattaforme locali (Arte e Canal+) occupano due delle prime quattro piattaforme preferite. Una sensazione rilevata comunemente è quella di disporre di fin troppi servizi, poco utilizzati, che incidono sul costo dell’abbonamento. Anche il passaggio da un servizio all'altro, la navigazione tra e all'interno di essi e il tempo necessario per guardare tutta la programmazione disponibile sono considerati fattori di insoddisfazione.
https://www.whipmedia.com/resource_items/streaming-in-figs-uk-thinking-globally-acting-locally/

PILLS  di Paolo Lutteri – 15 dicembre 2021  
La pandemia del Covid ha agevolato sia i mainstream-media sia i personal-network. Le notizie sui contagi e i lockdown fanno discutere in tv, alla radio, sui social, sul telefonino personale, dal momento che i bar e le piazze qualche restrizione l’hanno avuta. La salute è diventata un argomento, talvolta drammatico, di conversazione per giovani e adulti. Questo bombardamento mediatico ha rimescolato le carte dei valori e delle attenzioni. Ovviamente certe preoccupazioni limitano le libertà di movimento e di azione ma è improprio pensare che vi sia meno democrazia. La degenerazione della democrazia sta nell’individualismo, nell’intolleranza, nello sfruttamento delle persone, nelle frodi allo Stato (dalla pigrizia operativa all’evasione fiscale), nella gestione della burocrazia, nelle controverse istituzioni della politica e della magistratura… Lo sviluppo tecnologico intanto procede con apparecchi vecchi e nuovi, inseguito da un marketing aggressivo e dalle normative di controllo. Oggi, ecco qualche riferimento utile. Buon anno nuovo!
274 – DIGITAL TRENDS
Il Report di Global Media Intelligence raccoglie i dati di utilizzazione dei media in 43 mercati chiave nel mondo. Ecco le tendenze principali globali del 2021. Le vendite di desktop, laptop, tablet e smartphone sono stabili, come in una situazione pressoché di saturazione. Invece la penetrazione di smart tv è aumentata fino a raggiungere il 50%. E’ cresciuto anche il possesso di dispositivi domestici intelligenti, come sistemi di sicurezza e monitor del consumo energetico. Negli Stati Uniti, la quota ha superato il 20%. La televisione in diretta ha perso la leadership verso gli utenti di internet che guardano video digitali (incluso Youtube) e sono aumentati gli utilizzatori di video-on-demand e programmi in abbonamento. Nella maggior parte dell'America Latina e in molti paesi dell'Asia-Pacifico, gli utenti di internet trascorrono più di 3 ore al giorno sui social network e sulla messaggistica, ma in Europa i social media occupano meno di 2 ore al giorno. Nel Report è disponibile un’analisi dettagliata Paese per Paese. https://www.emarketer.com/content/global-media-intelligence-report-2021
275 - ADV FORECAST
Sempre ottimisti i pubblicitari! D’altronde se le previsioni fossero al ribasso, trascinerebbero giù i volumi. Dopo la crisi della pandemia iniziale, gli investimenti volgono all’insù. La crescita più vivace è quella del digitale, sia per le pagine web che per il supporto all’e-commerce che per la presenza sui social. La televisione tradizionale regge per la sua capacità di larga copertura simultanea anche se perde quote di mercato. La tv connessa a internet sarà una risorsa ibrida in più, come la radiofonia che sta diventando radiovisione. I mercati più ricchi restano gli Stati Uniti e la Cina, con i grandi provider big tech in evidenza. Nel mondo la stima di Group M è di un investimento, omnicomprensivo, di circa 750 miliardi di dollari nel 2021. In Italia: secondo Group M la crescita 2021 sull’anno precedente sarà globalmente del 13,8%, secondo Zenith del 12,4%. Ambedue gli istituti concordano in un ulteriore aumento del 5% nel 2022. Grandi spinte arriveranno dalla crescita prevista del PIL e dal rumore mediatico dei grandi eventi sportivi. I freni potranno essere attribuiti all’aumento dei costi delle materie prime e all’inflazione. Sotto la lente del fisco le sponsorizzazioni, gli endorsement e i ‘patronage’ che ormai sono senza confini e, benché contribuiscano a supportare istituzioni e cultura, ricoprono parte dell’elusione fiscale.
https://www.groupm.com/longform/this-year-next-year-global-2021-eoy-forecast/
https://www.zenithmedia.com/digital-advertising-to-exceed-60-of-global-adspend-in-2022/
276 – UE: GO MEDIA!
Dopo oltre un anno di proposte e discussioni il Parlamento Europeo ha adottato a ottobre scorso il Piano d’azione decennale per sostenere la ripresa e la trasformazione dei media. Il Piano tiene conto dei cambiamenti del pubblico concomitanti con le innovazioni tecnologiche della lettura, della visione e dell’ascolto. Trasparenza e qualità delle notizie devono essere garantite anche nelle grandi piattaforme online, così come la responsabilità editoriale e il rispetto del diritto d’autore. L’Unione Europea deve incoraggiare e implementare i finanziamenti per le start-up digitali e i media locali e regionali, che sono definiti come pilastri della democrazia. Da tutelare anche il lavoro, combattendo la precarietà nel settore giornalistico. In sostanza il Piano affida agli Stati membri dell’Ue la realizzazione di una nuova alfabetizzazione mediatica, nell’interesse del pubblico per la libertà e lo sviluppo dei media. Buoni gli intenti, vedremo i risultati?
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX%3A52020DC0784

PILLS  di Paolo Lutteri – 9 dicembre 2021  
Lo chiamavano ‘periodo di crisi’, adesso è ‘transizione’ oppure ‘periodo di fluidità e trasformazione’. Dietro le parole i fatti restano drammatici. Se in questo nostro giardinetto di umili intellettuali della comunicazione i problemi della sopravvivenza sembrano minimi, tutt’attorno le disuguaglianze economiche segnalano i disastri sociali. Pochi leader se ne occupano: Bergoglio minaccia il naufragio della civiltà se non si risolve la questione dei migranti nel Mediterraneo, Guterres raccomanda alle Nazioni Unite il rinnovo del contratto sociale, Draghi sostiene che il Pnrr è un’occasione per ridurre le disuguaglianze, altri capi di stato citano il problema tra le righe dedicate allo sviluppo sostenibile. Forse ci sarà un futuro migliore, ma adesso c’è chi vive di stenti o muore non solo nei campi dei rifugiati del Medio Oriente e dell’Africa, ma anche nelle bidonville dell’America Latina fino ai marciapiedi della California e alle periferie delle grandi metropoli del consumismo. Per media e social dovrebbe essere un’urgenza più importante degli argomenti futili o inutili.  Potrebbero suggerire meno egoismo a politici e opinione pubblica.
271 – DISUGUAGLIANZE
Non è una guerra tra ricchi e poveri, anche se il divario delle proprietà e delle risorse è in aumento, ma si constata purtroppo un debole impegno di istituzioni pubbliche e private per aiutare le fasce più disagiate delle popolazioni. I ritmi di vita in tante regioni del mondo sono stati sconvolti da guerre di aggressione e guerre civili, migrazioni, carestie, terremoti, tsunami. Da aggiungere i poveri che hanno perso o non trovano lavoro, gli homeless, i disadattati, i malati senza assistenza. Ci sono disagi vergognosi per esseri umani alle frontiere del Medio Oriente, nei lager di Libia, Turchia, Grecia, Colombia, Messico, Congo. Ce li abbiamo nelle baraccopoli italiane dei terremotati d’Abruzzo, negli edifici delle periferie delle città italiane, nei mendicanti malandati davanti ai supermercati. Fanno cronaca nei servizi d’inchiesta, ma l’inerzia o la pigrizia o le ganasce burocratiche rallentano le iniziative. Forse i governanti stanno distratti sulle loro poltrone? Mentre pensiamo meritevolmente a un futuro sostenibile, non possiamo trascurare vergognosamente l’attualità indigente.
https://www.unhcr.org/it/
272 – DISORDINE SOCIALE
I dati del Rapporto Censis 2021 sulla diffusione di opinioni irrazionali, se sono veri, dicono che la formazione culturale in Italia lascia molto a desiderare. Come pretendere maturità civile da chi non vuole istruirsi e preferisce crogiolarsi nelle falsità? Così si capisce perché l’affluenza alle urne politiche è scarsa e perché persiste l’economia sommersa. L’evasione fiscale è alta, ma in questo caso la responsabilità è dei più abbienti, mentre il contributo dei poveri è scarso. La realtà ci porta a considerare che i pensieri degli umani perlopiù non sono lungimiranti. Cibo, sesso e denaro (anche in ordine inverso) sono le priorità dell’oggi. Formazione permanente e cultura sono equipaggiamento di pochi. Addirittura si parla di decadenza come trend internazionale, da combattere con tecnologie, scienza e informazione adeguata. Paladini saranno editori di giornali e libri, nonché di tv e social intelligenti? https://www.censis.it/rapporto-annuale/la-società-irrazionale
273 – SCIENZA A PIACENZA
L’Unione Giornalisti Italiani Scientifici tiene banco a Piacenza, come ogni anno, per l’Assemblea dei soci e per utili conferenze di aggiornamento con preziosi relatori. Il 4 dicembre scorso gli argomenti di studio sono stati il clima (con Susanna Corti), l’intelligenza artificiale (Andrea Bonarini), l’astrofisica (Sandra Savaglio), la robotica (Alessandra Sciutti), il futuro nello spazio (Umberto Guidoni). Con l’occasione i giornalisti Giovanni Caprara (presidente Ugis), Giovanni Rossi, Antonio Boschi e Alberto Pieri, con il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi, hanno ribadito l’importanza dei contenuti del “Manifesto di Piacenza”, il codice etico per proteggere la divulgazione della scienza, molto bistrattata in questa fase di pandemia sanitaria. https://ugis.it/cms/; https://www.piacenzasera.it/2021/12/parte-da-piacenza-la-rivoluzione-dellinformazione-scientifica-per-comunicare-il-futuro/409932/

PILLS  di Paolo Lutteri – 2 dicembre 2021  
Nostalgia e futuro. Emozioni e numeri. Come dire che big data e algoritmi non bastano. Il bagaglio della tecnologia è ben grande: robotica, bioingegneria, nanotech, cloud, internet of things, superconduttori, nuove generazioni di trasmissione, reti neurali, calcolo quantistico…. Un equipaggiamento per transumani ambiziosi o filometaversi, consumisti e iperconnessi. Però, a tutta questa intelligenza, in gran parte affidata all’artificialità, mancano tre concetti che sono stati il motore della nostra civiltà umana e che non sono commensurabili con le quantità della materia: l’edonismo, l’estetica e l’etica. Non siamo persone senza il piacere, il bello, la giustizia. Perciò, imitando Giano bifronte, per guardare al futuro la civiltà delle macchine, tengo una fronte ben rivolta alla nostalgia.
268 – ALLE ORIGINI DEL BIT
Per Zoroastro c’erano luci e tenebre. Mille anni dopo per Gottfried Wilhelm von Leibniz, ispirato dalla cultura cinese di yang e yin disegnati con una riga intera e una spezzata, c’erano le diadi e più tardi con George Boole arrivò l’aritmetica binaria. Quando l’elettricità fu diffusa si studiò la luce accesa e la luce spenta. Dalle innumerevoli sequenze di 1 e 0 nacque la digitalizzazione. Non ne possiamo più fare a meno. Le memorie storiche, letterarie e audiovisive, sono raccolte in bit (= binary digit, unità di misura della comunicazione digitale) e pixel (= picture element, unità minima convenzionale della superficie di un'immagine digitale). Il numero di colori distinti che possono essere rappresentati da un pixel dipende dal numero di bit per pixel (bpp): 1 bpp (immagine monocroma), 8 bpp (256 colori), 16 bpp (65.536 colori), 24 bpp (16.777.216 colori). Com’era quel film con le sfumature di grigio?
269 – TOP 500.ORG
E’ l’elenco dei più potenti supercomputer del mondo per velocità di esecuzione. Premesso che misurare le prestazioni è una questione complessa e che forse ci sono computer (cinesi?) che ancora non sono in lista, la classifica dà un’idea delle potenzialità in gioco e della loro collocazione. Da ricordare che l’unità di riferimento è il Petaflop/secondo che vale 1015, ovvero un milione di miliardi di operazioni al secondo. In testa abbiamo Fugaku (Fujitsu Giappone) con un punteggio di riferimento di 442 Pflop/s. Seguono: Summit (IBM Usa) 148,8 Pflop/s; Sierra (Livermore Usa) 94,6 Pflop/s; Sunway TaihuLight (a Wuxi, Cina) 93 Pflop/s; Perlmutter (HPE Usa) 70,9 Pflop/s; Selene (Nvidia Usa) 63,4 Pflop/s; Tianhe-2A (a Guangzhou, Cina) 61,4 Pflop/s; Juwels Booster Module (Atos Germania) è il più potente in Europa, con 44,1 Pflop/s; HPC5 (Dell, installato dall’Eni. Italia) 35,5 Pflop/s; Voyager-EUS2 (Microsoft Azure Usa) 30,05 Pflop/s. www.top500.org
270 – IL PALINDROMO NUMERICO
La data di oggi, secondo il calendario gregoriano (quello introdotto da Papa Gregorio XIII nel 1582 e utilizzato oggi ovunque), nel formato AnnoMeseGiorno, è speciale: “20211202” si legge da sinistra e da destra. Per calcolare quali altre date palindrome ci siano state o ci saranno ci vorrebbero un algoritmo e un computer. Oppure, se siete in lockdown e avete tempo, calcolatelo a mente, così tenete accesa l’intelligenza. Anticipo che nel secolo attuale, nel formato GiornoMeseAnno e nel formato all’inglese MeseGiornoAnno, ci sono 38+38 date palindrome (su un totale di 36.525 giorni). Dicono che questi numeri porteranno fortuna, o sfortuna, secondo la convenienza. Meglio contare … sulle proprie forze, sennò con l’inquinamento che corre, a fine secolo non ci arriviamo.

PILLS  di Paolo Lutteri – 25 novembre 2021  
Non possiamo lasciar inquinare l’ambiente a industrie aggressive e cittadini irresponsabili. Eppure per l’ecologia è già così e potremo migliorare solo con uno straordinario cambio generazionale di coscienza, al costo colossale di modificare le strutture economiche del capitalismo privato e di quello di stato. E non in un solo stato, ma in tutto il mondo. Cambiare la coscienza e l’economia sono due ipotesi molto molto difficili da realizzare. Nonostante le critiche affannose dei giovani (Greta, ma non sola), il potere resta esplicitamente e implicitamente governato dalle strutture dell’energia e delle compravendite. Forse riusciremo a trovare soluzioni tecnologiche per l’ambiente, ma i consumi testimoniano un’ansia della popolazione senza limiti e senza confini.
265 – AUDIENCE E MERITO
Le audience non danno la misura dei meriti culturali, sennò dovremmo dire che la formazione culturale si fa con le partite di calcio e i varietà circensi invece che con i documentari di storia e scienze. Eppure, con le misurazioni di auditel e dintorni, la società dei consumi si fa grassa degli ascolti ricchi, delle performances brillanti, delle interpretazioni violente o maliziose dei film spettacolari, degli intrighi delle soap opera, dei gossip sui social. Intrattenimento come mass culture? Dopo tutto questo pasto quotidiano (abbondante: 5 ore di schermo al giorno per ogni individuo!) è evidente che la coscienza si annacqua, anzi viene dopata, la politica è vissuta più come nemica che amica, le passioni scientifiche sono spente, quelle sociali sono trainate dalla cronaca nera ecc. Restano obiettivi di merito il denaro e il piacere. Questo è quanto di principale il management della società offre alla massa del pubblico. Speriamo che i giovanissimi non abbocchino e che gli adulti si sveglino. Naturalmente gli intellettuali penseranno di essere un’eccezione.
266 – IL VENTAGLIO DELL’ENTROPIA
La competenza è un elemento importante per la scelta di partner professionali, opinion makers, delegati politici. La competenza non vuol dire capacità di eloquio, di teatralità espressiva o di appeal estetico. Ci sono eccellenti provocatori e comici, creativi e disinvolti, nonché sorrisi smaglianti e corpi ben torniti che fanno spettacolo. Ma dare a questi competenza economica e scientifica è una truffa per occhi e orecchie dell’audience. Questo non vuol dire che, per esempio, i conduttori tv e i loro ospiti debbano essere tutti ‘notai’, ma certamente non è opportuno dare compiti di cultura sanitaria a critici d’arte, gastronomi, scrittori o soubrettes di cronaca rosa, con contorno di litigi e voci sovrapposte. Se i responsabili editoriali gestiscono in questo modo la situazione vuol dire che cavalcano il ventaglio dell’entropia e la confusione (quello dell’’uno vale uno’), e dovremo dare a questa loro creatività una parte di responsabilità della babele ideologica, dei comportamenti ‘liquidi’ e della degenerazione di un democratico dibattito culturale.
267– TORMENTONE NO-VAX
La pandemia non è finita e le esternazioni dei no-vax continuano a preoccupare. Ma più preoccupante è l’insistenza, anzi il tormentone, che soprattutto nei talk show televisivi persevera nel dare spazio a ospiti con tesi antiscientifiche e false affermazioni o interpretazioni. Quasi un abuso della credulità. In nome del pluralismo delle opinioni, assistiamo a esibizioni critiche della ragion comune. Dal momento che oltre l’80% della popolazione in età adulta si è vaccinata e che le percentuali di contagio per i vaccinati sono largamente inferiori a quelle dei no-vax, insistere su informazioni di complotti dittatoriali a difesa di una privacy marginale (e non della salute altrui) sembra irragionevole. Non per voler censurare opinioni, ma certamente i media non possono veicolare pensieri strampalati in così grande misura, anche se inseriti in un confronto. Fare più audience con le fake news? Non è serio, si fa brutta figura.

PILLS  di Paolo Lutteri – 18 novembre 2021  
Dove andiamo? Ci sono concetti e parole che usiamo correntemente senza precisione, solo per enfatizzare o sminuire fatti e persone. Per esempio: ‘grande’ e ‘piccolo’. Sono attributi molto molto relativi, estesi a fisarmonica secondo le intenzioni di giudizio. Ma in queste dimensioni sta il nostro futuro scientifico più ambizioso. I trend dell’innovazione sono già avviati verso l’estremamente grande, la ricerca interstellare e l’esplorazione spaziale, e verso l’estremamente piccolo, fisica quantistica e biologia neurale. Due direzioni di percorso da non disattendere per trovare soluzioni globali, in una mappa a ventaglio di sviluppi tecnologici possibili.
262 – QUANTA ENERGIA
Una stima teorica, abbastanza verosimile nonostante l’aggregazione di dati non sempre omogenei, indica che la produzione di energia annuale consumata dalla popolazione terrestre e dalle sue attività economiche e sociali nel 2020 è stata equivalente a circa 550 Exa Joule. (Semplificando: 1 Joule è l’energia per sollevare di un metro un peso di 100 grammi; 1 Exa Joule = 1 Joule x 1018). Senza pensare troppo alle dimensioni complessive, la stima prevede questa ripartizione delle fonti: 31,2% petrolio, 27,2% carbone, 24,7% gas naturale, 6,9% idroelettricità, 4,3% nucleare, 2,5% eolico, 1,4% solare, 1,1% geotermia e biomasse, 0,7% agrocarburanti. E’ evidente il peso molto marginale delle energie rinnovabili. Grossomodo il consumo è articolato al 29% per l’industria, 29% per i trasporti, 21% per il residenziale, 8% per il terziario, 2% per agricoltura e pesca, 9% per altri usi. Gli aumenti in questi anni sono stati particolarmente rapidi nei Paesi emergenti. Per quanto riguarda l’anidride carbonica (CO2) le emissioni sono al 44% prodotte dal carbone, 33,7% dal petrolio, 21,6% dal gas naturale; e sono causate al 37% dall’industria, al 25% dai trasporti, al 16% dal residenziale e al 10% dal terziario.
263 – VOLENTI O NOLENTI
Anche se i risultati concreti sembrano scarsi, a Roma (G20) e a Glasgow (COP26) si sono confrontati i governi e le istituzioni di quasi tutto il pianeta. Non è poco, anzi è molto meglio che spararsi cannonate ideologiche e industriali da lontano. E la copertura dei media ha reso partecipi dei problemi e dei rischi del pianeta anche i cittadini più acritici. E’ stato un segnale anche per le grandi industrie, affinché si preparino a modificare la produzione e le proposte di mercato. A breve termine un intervento drastico avrebbe messo sul lastrico e senza energia miliardi di persone. Per la transizione ci vorrà tempo: alcuni governi asseriscono che, per eliminare l’inquinamento, forse i prossimi 50 anni non basteranno. Purtroppo ci saranno presto altri segnali di degenerazione letale che faranno loro cambiare decisione sui tempi di intervento. Volenti o nolenti.
264 – TRANSIZIONE ECOLOGICA DOMESTICA
I cittadini e le unità sociali di base possono fare poco se la transizione non è guidata dai governi. Tuttavia ecco alcuni piccoli suggerimenti che possiamo scarabocchiare sulla lavagnetta della cucina e applicare in casa, in famiglia. 1. Limitare i consumi di energia e di acqua. 2. Limitare gli sprechi alimentari. 3. Limitare l’uso di materiale plastico. 4. Limitare il consumo di carni. 5. Limitare viaggi e trasporti superflui. 6. Evitare le cose e gli acquisti inutili. In ordine più largo occorrono comportamenti etici più significativi: A. Dialogare col prossimo. B. Rispettare la natura. C. Ridurre uso di petrolio, carbone e cemento. D. Sviluppare la ricerca scientifica. I Governi intelligenti penseranno alle soluzioni multilaterali e a risolvere le disuguaglianze sociali, se li stimoliamo. I mass media, i giornalisti e gli influencers seri ci aiuteranno, speriamo.

PILLS  di Paolo Lutteri – 11 novembre 2021  
La cronaca quotidiana prevale sulla visione del futuro. Dopo due secoli di produzione industriale senza ritegno da parte dei Paesi ‘avanzati’, oggi tutti fanno il conto dei costi economici, ambientali e sociali; quei Paesi che furono colonizzati imputano quelli più industrializzati. Ma oggi tutti i governanti non possono cassare le fonti energetiche tradizionali, né fermare la vita quotidiana. Tuttavia, anche se l’inquinamento globale sembra lento, bisogna agire subito, perché la progressione del degrado globale è implacabile. Gli slogan di piazza giovano a tener desta l’attenzione, ma solo grandi interventi multilaterali potrebbero essere efficaci. Dicono che ci siano trilioni di dollari a disposizione, tra investimenti pubblici e privati, ma gli interventi concreti sono scarsi, frammentati e appesantiti dalla burocrazia. Dobbiamo comunque provarci per sopravvivere.
259 – TIPPING POINTS
Un rapporto pubblicato recentemente dal PNAS (Accademia delle scienze Usa) mette a fuoco quali sono gli elementi critici fondamentali dell’inquinamento del nostro pianeta. Sono le ‘situazioni di destabilizzazione’, da intendere anche come ‘punti di ribaltamento’, con strette interrelazioni tra loro, che mettono in pericolo il nostro futuro. 1. Scongelamento del permafrost e rilascio di anidride carbonica e metano. 2. Dissociazione di idrati di metano suboceanici. 3. Degrado della foresta pluviale amazzonica. 4. Scioglimento della calotta di ghiaccio della Groenlandia. 5. Scioglimento della calotta di ghiaccio dell’Antartide. 6. Modifiche dell’assorbimento di radiazioni solari negli oceani (albedo). 7. Cambiamento della circolazione oceanica dell’Atlantico meridionale. 8. Indebolimento del monsone estivo indiano. Il documento analizza le problematicità sia singolarmente che nelle loro interazioni e ne calcola l’impatto economico utilizzando modelli di simulazione.
https://www.pnas.org/content/118/34/e2103081118
260 – CINGOLANI DA GLASGOW
Il Ministro italiano per la transizione ecologica, in Conferenza stampa per COP26, ha indicato gli obiettivi primari per la decarbonizzazione. In sintesi: il primo è cambiare la produzione di energia ed elettrificare tutti i comparti che oggi producono CO2; ci sono le nuove filiere dell'idrogeno verde, delle batterie, dell'elettrificazione dell'intelligenza artificiale applicata alle reti (le reti non sono abituate a gestire un ‘energy mix’ discontinuo come quello delle rinnovabili). Il secondo è un metodo indiretto per ridurre l'anidride carbonica: l’economia circolare che trasforma un rifiuto, plastica o residuo organico, in energia. Il terzo è il ‘carbon capture’: prendere l’anidride carbonica e metterla sotto terra, ovvero estrarre l’anidride carbonica dall'aria e trasformarla in carbonato di calcio; efficienza bassa, ma funziona. Infine occorre sviluppare tecnologie per l'adattamento, per esempio sul ciclo di purificazione dell'acqua, la nuova genetica delle piante ecc.
https://www.governo.it/it/articolo/cop26-conferenza-stampa-del-presidente-draghi-e-del-ministro-cingolani/18449
261 – ESCAPISMO
Scappare: fuga per la paura di povertà. I più grulli pensano alla Svizzera, qualche miliardario si costruisce il rifugio atomico sotterraneo, altri ricconi si fanno la nave inaffondabile. Ma l’arca di Noè oggi sarebbe assalita e distrutta. Intanto le migrazioni di popoli continuano. Continuano da secoli: dalle steppe verso i prati coltivabili, dal caldo verso il temperato, dall’Europa verso l’America, dall’Africa verso l’Europa, dalle Nazioni povere a quelle consumiste, dalle dittature alle democrazie (anche se imperfette). Per ‘convenienza’ scappano dall’Italia anche i laureati. Colpa di una cattiva organizzazione sociale e di un degrado di gestione amministrativa. Fa parte dell’inquinamento del sistema globale. In futuro non ci saranno più posti dove scappare. Sarebbe meglio restare indigeni e rimboccarsi le maniche. L’unico escapismo che ci possiamo permettere è in letteratura, nelle favole, nelle utopie, nei deliri: come chi progetta astronavi intergalattiche con umani selezionati, chi pianifica Second Life, Metaverso e paradisi con 72 vergini (che è genderly incorrect!).

PILLS  di Paolo Lutteri – 4 novembre 2021  
Dei pericoli dell’inquinamento han preso coscienza tutti. Relegati in un angolo Trump e qualche scienziato inaffidabile, i leader del mondo, col Summit G20 romano e col COP26 di Glasgow, han capito che bisogna correre per fermare una crisi climatica globale. Nella pratica siamo lenti. Occorre che le energie rinnovabili sostituiscano i combustibili fossili, che le produzioni industriali e gli sprechi nei consumi siano regolati a misura sostenibile. Ciò significa un periodo di transizione verso nuovi modelli economici ancora tutti da costruire. Bloccare l’inquinamento da subito significherebbe fermare i motori della società, arrestare industria estrattiva, chiudere fabbriche, abbandonare autoveicoli, sostituire caldaie domestiche, limitare il cibo e i mercati, probabilmente spegnere apparecchi elettrici compresi televisori e telefoni. Anche i nostri ‘media’, bandiere di civiltà, dovrebbero fare qualche cambiamento. La transizione richiede volontà e tempo, forse più di una generazione. Andiamo avanti “step by step” come dice anche Draghi “sì che i nostri sogni siano ancora vivi”.
256 – STREAMING POLLUTION
Forse per i broadcaster l’inquinamento è trascurabile. Se i motori per il movimento, il riscaldamento e l’industria inquinano, non si può trascurare che anche un telefonino, un computer o un televisore hanno la loro quota di avvelenamento dell’ambiente. Ogni fase di una produzione di elettricità produce anidride carbonica. Un’ora di televisione ‘fa’ circa 55 grammi di CO2. Moltiplicatela per i miliardi di apparecchi e per i miliardi di ore di visione e vi ritroverete qualche gigatonnellata contaminante. Da notare che il consumo elettrico di un televisore da 50 pollici risulta essere circa 4,5 volte quello di un laptop e circa 90 volte quello di uno smartphone. Anche le ricerche sul web, le email inviate o ricevute e gli aggiornamenti sui social significano consumo di energia elettrica e quindi emissione di gas serra. Secondo le stime degli esperti, il consumo di elettricità di internet (consumo del device, trasferimento di dati, gestione del server), in termini di emissioni di gas serra rappresenta il 3,7% delle emissioni globali, ovvero l'equivalente di tutto il traffico aereo del mondo. E si stima che i consumi raddoppino entro il 2025!
https://prod-drupal-files.storage.googleapis.com/documents/resource/public/Carbon-impact-of-video-streaming.pdf
257 – BIG TECH E TV
Forse per le Big Tech l’inquinamento è trascurabile. Global TV Group, il raggruppamento di società televisive e loro concessionarie commerciali in Europa, Nord America, Australia e America Latina, ha rilasciato recentemente un nuovo aggiornamento del suo Global TV Deck con i dati di 15 mercati in tutto il mondo. Katty Roberfroid, Direttore Generale Egta (l’Associazione internazionale delle Concessionarie televisive tv e radio), conferma che “i marchi nati su internet e i giganti online ripongono la loro fiducia e investimenti pubblicitari sulla televisione”. Facebook, Apple, Amazon, Alphabet e Microsoft, riconoscono la tv come un prezioso mezzo per guidare la crescita e la utilizzano più che mai per comunicare. Collettivamente, le cinque principali società tecnologiche si classificherebbero come il primo spender tv negli Stati Uniti, il secondo più grande inserzionista in Germania e Canada e nei tre maggiori investitori per la pubblicità televisiva nel Regno Unito.
http://www.egta.com/
258 – COPERTURA TV
Forse per i telespettatori l’inquinamento è trascurabile. Il pubblico si nutre di comunicazione con percorsi crossmediali sempre in evoluzione e anche i sistemi di misurazione delle audience si devono aggiornare. In Italia gli investimenti pubblicitari inseguono i consumatori sul web, ma per quanto riguarda la copertura la televisione continua ad essere il riferimento principale per le notizie, l’intrattenimento e ‘i consigli per gli acquisti’. Nel mercato italiano il Global Tv Deck riporta una sintesi dei dati Auditel 2020 sull’ascolto televisivo superiore al minuto, per il pubblico maggiore di 4 anni, inclusi ospiti. La copertura è del 73,6% nel giorno, 88,6% nella settimana, 94,3% nel mese. Una stima di Mediaset, basata su dati gennaio-agosto 2020 di Auditel, Audiweb, Comscore e piattaforme OTT, indica 318 minuti al giorno di audience per gli adulti over 15 anni e 238 minuti per la fascia di età 15-34. https://www.theglobaltvgroup.com/tgtv-deck/

PILLS  di Paolo Lutteri – 28 ottobre 2021
Ogni nazione o regione ha la sua cultura, radicata nella sua storia. I concetti-base sono fondati sulla razionalità, o sull’amore, o sulla compassione, o sulla supremazia, o sulla difesa della proprietà, o sulla vendetta, o sulla dignità. Comportamenti non sempre coerenti, spesso mescolati, che hanno contribuito a costruire strutture legislative e governances specifiche. Esempi che tutti conoscono: la cultura cristiana, quella buddista, quella islamica, quella imperialista, quella razzista, quella totalitarista. Nella giurisdizione di alcune culture i crimini e gli antagonismi, considerati tali, sono puniti anche con la morte, mentre altrove certi criminali sono assolti senza pudore passando per soprusi o cavilli legali. Insomma: una giustizia standardizzata non c’è ancora, così come non c’è ancora il rispetto universale delle persone, nonostante che la Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite sia assunta come un patrimonio comune dell’umanità. Da ristudiare: https://www.ohchr.org/en/udhr/pages/Language.aspx?LangID=itn
253 – GALERE INCIVILI
Il rapporto del Committee to Protect Journalists ha segnalato nello scorso anno 274 giornalisti in prigione nel mondo a causa del loro lavoro (escluso quelli fermati e poi rilasciati). Cina, Turchia, Egitto, Arabia Saudita, Iran principali carcerieri. Ma se i giornalisti sembrano essere un po’ più tutelati, migliaia di cittadini sono rinchiusi senza futuro, in violazione dei diritti umani. Nonostante le proteste umanitarie, sono state eseguite anche numerose condanne a morte. Amnesty International, escludendo gli Stati che considerano i dati sulla pena di morte un segreto di stato o dai quali arrivano informazioni limitate (come Cina, Corea del Nord, Siria e Vietnam), ne ha monitorate 246 in Iran, 107 in Egitto, 45 in Iraq, 27 in Arabia Saudita … e 7 negli Usa. In attesa di fine-vita, Amnesty ne conta più di 28.000 (più di 2.400 negli Usa). Purtroppo la cultura dominante di certi Paesi ritiene le carceri solo un mezzo punitivo. https://cpj.org/; https://www.amnesty.org/en/
254 – SUPERPOTENZE DIGITALI
Cinquant’anni fa sapevamo che il pianeta poteva essere a rischio, ma non c’era ancora l’innovazione tecnologica digitale e il confronto politico era dominato dalla guerra fredda delle superpotenze Usa e Urss, armate poco più che convenzionalmente. Oggi, sotto rischi ambientali evidenti, sembra che le sfide globali siano cybernetiche. I protagonisti della nuova colonizzazione sono grandi colossi privati web-soft come Amazon, Alphabet-Google, Microsoft, JD, Alibaba, Facebook, Tencent, ByteDance-TikTok … (più gli hackers, non tanto solitari). Sono leader non solo per organizzare comportamenti e stimolare consumi, ma anche per suscitare costumi, indirizzare intelligenze artificiali, gestire algoritmi economici, evitare contributi fiscali. Dicono che Mark Zuckerberg stia inventando il ‘metaverso’, una piattaforma geoeconomica onnipotente, un ecosistema virtuale per gestire miliardi di utenti-consumatori. Invidia o complottismo? Certo è che il sovranismo digitale ha già i suoi imperatori. L’Unione Europea ha avviato normative di tutela del mercato e della concorrenza, ma intanto i buoi son già fuori dal recinto. Per sapere di più sulle Web-Soft companies:
https://www.areastudimediobanca.com/it/product/report-websoft-ed-2021
255 – LE REGOLE CINESI
Vita ‘borghese’ per i cinesi? Sviluppo tecnologico e industriale, diffusione di proprietà individuali, incremento dei consumi, diffusione dei social, notizie contro il potere politico: una Cina liberalizzata senza comunismo? E’ arrivato l’altolà del Politburo: il potere economico dei grandi imprenditori (big tech e immobiliari in primis) e l’appeal delle star dello spettacolo con i loro followers va ridimensionato al servizio dello Stato. Le linee-guida, che preannunciano prossime normative formali, stabiliscono che i privati non potranno gestire imprese editoriali stampa o audiovisive e che il governo disciplinerà direttamente il trattamento dei dati e i risultati economici di ricavi indotti dai social media. In realtà il governo vuol evitare che queste piattaforme indirizzino opinioni e consumi e influenzino i cittadini, ostentando ricchezze, comportamenti critici e cyber-illegalità. Lo politica interna attuale di Xi Jinping è ispirata alla ‘prosperità comune’ e a questa si deve allineare il mondo industriale e digitale cinese. Sarà un regolamento giuridico più avanzato di quello occidentale? Certo sarà più autoritario e con la diffusione del 5G la gestione delle reti internet sarà sempre più controllata. http://www.cac.gov.cn/

PILLS  di Paolo Lutteri – 21 ottobre 2021
Reset: il grande complotto. Bocconcino appetitoso per media e social. Scomodati Trilateral, Bilderberg, World Economic Forum, Politburo del Partito Comunista Cinese, CIA, Putin, Trump, Q, dittatorelli arabi, mafia, massoneria: grandi e piccoli cospiratori divergenti. La caccia a un unico ‘grande vecchio’ è solo una sceneggiatura da film. Il complotto globale è possibile solo nella mente di qualche intellettuale effervescente o per chi raccoglie informazioni parziali. Invece il mondo è ricco di piccoli complotti intrecciati tra fazioni e correnti concorrenti: no-vax vs vax, vegani vs carnivori, magistrati vs magistrati, giornalisti vs giornalisti, clan vs clan, servizi segreti vs governi, banche vs clienti, et cetera. Tralasciamo, in questo caso, le belligeranze evidenti, politiche e commerciali, tra Stati. Nell’opaco c’è una trama fitta di conflitti (se non truffe) di personaggi che complottano senza trasparenza sul filo di pre-verità per affermare la propria supremazia invece che esprimere collaborazione. E’ il quadro impermeabile che impedisce alla civiltà di progredire nella democrazia. E le derive complottiste antiscientifiche non sono del tutto innocenti. Per esempio: un Rapporto dello scorso giugno del Center for Countering Digital Hate accusa esplicitamente gli incassi unfair di una dozzina di operatori economici, responsabili di più del 70% dei messaggi anti vaccino distribuiti via social media (www.counterhate.com).
250 – DEMOCRACY INDEX
Ogni anno “The Economist” prova a misurare la democrazia assegnando i voti con 5 criteri-base: processo elettorale e pluralismo, libertà civili, funzione del governo, partecipazione politica e cultura politica. La Norvegia, da 1 a 10, si prende 9,81; Nord Korea prende 1,08; all’Italia 7,74. Le categorie sono 4: democrazie complete (punteggio da 8 a 10), democrazie imperfette (da 6 a 7,99): regimi ibridi (da 4 a 5,99), regimi autoritari (meno di 4). La votazione è redatta da esperti e opinione pubblica e c’è certamente qualche critica metodologica da avanzare, sia sul pulpito che sugli eventi di attualità politica. Tuttavia ne esce una parade interessante, da sfrugugliare almeno per gli amanti delle classifiche. Nel 2020 il punteggio per il Canada è stato 9,24; Stati Uniti 7,92; Brasile 6,92. In Europa: Islanda 9,37; Germania 8,67; Regno Unito 8,54; Spagna 8,12; Francia 7,99; Polonia 6,85; Russia 3,31. In Africa: Tunisia 6,59; Kenya 5,05; Egitto 2,93. Asia-Oceania: Australia 8,96; Giappone 8,13; India 6,61; Indonesia 6,30; Cina 2,27; Iran 2,20; Arabia Saudita 2,08. Per vedere tutti: https://it.wikipedia.org/wiki/Democracy_Index ;
https://www.economist.com/graphic-detail/2021/02/02/global-democracy-has-a-very-bad-year
251 – CORRUZIONE PERCEPITA
Un’altra classifica per i curiosi di criminalità nel settore pubblico è quella a proposito della ‘corruzione percepita’, redatta da alcune istituzioni internazionali sugli abusi di pubblici uffici per guadagni privati. Non mancano anche qui le critiche di metodo, soprattutto sulla valenza scientifica dei dati e sul confronto con la ‘corruzione reale’. La situazione è complessa ed è immersa in modalità quasi sempre non trasparenti. Le corruzioni nel settore privato e quelle transnazionali, pure influenti, non sono comprese e aggiungono ovviamente instabilità economica e inaffidabilità istituzionale ai governi dei Paesi. I punteggi assegnati variano da 1 a 100. Nel 2020 i meno corrotti erano Danimarca e Nuova Zelanda con 88, in coda Somalia con 12. Qualche esempio: Germania 80, Regno Unito 77, Francia 69, Usa 67, Israele 60, Italia 53, Cina 42, India 40, Egitto 33, Venezuela 15. Per sapere di tutti: https://en.wikipedia.org/wiki/Corruption_Perceptions_Index;
https://www.transparency.org/en/#
252 – FISCO PARADISO
La democrazia globale si dovrebbe basare anche sulla collaborazione tra Stati. Ma alcuni sono particolarmente viziosi e per attirare denaro attuano fiscalità ‘di favore’, anche in assenza di attività economica in loco, per far occultare movimenti di capitale. Il Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (oltre 600 giornalisti di 150 testate) nei suoi ‘Paradise Papers’ ha messo alla berlina governi e governanti, aziende e imprenditori, artisti e celebrità. Anche l’Unione Europea ha stilato una lista di Stati non cooperativi, tra i quali non solo Bermuda, Bahamas e Cayman, ma anche Olanda, Irlanda e Lussemburgo. Le istituzioni giuridiche non sono collaborative e negano la trasparenza e standard internazionali. Ma oltre ai responsabili dei governi complici dell’evasione fiscale, le tecniche digitali preannunciano i futuri paradisi fiscali nel cyberspazio e nelle inafferrabili criptovalute. Ahi, ahi!  https://www.icij.org/

PILLS  di Paolo Lutteri – 14 ottobre 2021
Democrazia e violenza. Per le pecore matte (e per i lupi mimetizzati nel gregge) non c’è pastore (né sindacalista, scienziato o ayatollah) che tenga. La biodiversità del genere umano può essere un elemento di ricchezza e creatività, ma nella società civile organizzata le normative di interesse comune devono prevalere. Ovvero: la democrazia è un’impresa complessa, sfaccettata, turbolenta, dialettica, ma è l’opposto del totalitarismo e dell’anarchismo. La democrazia ha nei suoi fondamentali la formazione, l’educazione intesa sia come istruzione che come sensibilità sociale. Ovvero (n°2): scuola per i più giovani, mass media coscienziosi per tutti; e bacchettate, secondo le leggi, per i lupi mimetizzati nel gregge. L’arroganza del “me ne frego” è cultura fascista. Scampiamocene.
247 – GIUSTIZIA SENZA DECORO
Avvocati e magistrati non come sostenitori dei diritti, ma come protagonisti di una zuffa vergognosa per gli incarichi e le poltrone. Non è costume di tutti, ma certo è che i leader che gestiscono la giustizia hanno molte preoccupazioni per difendere le loro ambizioni e proprietà, al di là della protezione del bene comune. C’è un intreccio di favori e sfumature interpretative delle leggi che crea confusione e disorienta il comune cittadino. Dopo il libro di Sallusti e Palamara, anche l’autobiografia di Ilda Boccassini, benché a metà racconto sentimentale, fa intuire un quadro poco edificante di magistrati, giudici, procuratori e avvocati, troppo esibizionisti sui media o troppo smussatori di complicità. Le stragi e i grandi crimini contro la società sembrano gialli irrisolti. Così la storia d’Italia sembra ‘il grande intrigo’. Una ‘nuttata’ che non passa mai.
248 – MARKETING SEGRETO
E mentre le istituzioni democratiche faticano a gestire gli ingredienti di una società in trasformazione, la tecnologia si occupa anche del nostro privato, senza soglia di rispetto. Peraltro molti hanno abbandonato volontariamente la privacy propria e dei propri conoscenti divulgando sui social network vizi e virtù (più vizi che virtù!). Intanto qualcuno, governando gli algoritmi, si diverte giocando con le nostre vite, le nostre ansie, i nostri problemi esistenziali. Chi piange e chi ride. I mass media e soprattutto i social ci ricamano storie da vendere e consumi da incrementare. Guardoni digitali silenziosi catturano profili ai quali inviare proposte di viaggi, di investimenti finanziari, di avventure sessuali o, più banalmente, cesti di alimenti pseudobiologici. Anche i telefoni cellulari sono spiati in segreto, si studiano gli stili di vita, si raschiano i desideri e si creano prodotti con capacità predittive. Fa tutto l’intelligenza artificiale, in un batter d’occhio. La tutela dei dati personali è prevista dalle istituzioni europee, ma nella pratica viaggia a rilento. https://ec.europa.eu/info/privacy-policy_it
249 – DIETE MEDIATICHE
La Fondazione Censis monitora i consumi editoriali degli italiani: tv, radio, internet, smartphone, stampa, editoria. Il Rapporto pubblicato lo scorso 8 settembre, come al solito molto interessante, analizza media e siti con attenzione, soprattutto in riferimento alla crisi pandemica.  Prima di rimandare ad una sintesi completa, ecco un accenno alla situazione degli editori. Per i quotidiani venduti in edicola si accentua la crisi ormai storica: nel 2007 erano letti dal 67% degli italiani, si sono ridotti al 29,1% nel 2021. Invece sembra essersi arrestata l’emorragia di lettori di libri, che nel 2021 sono il 43,6% degli italiani, con un aumento dell’1,7% rispetto al 2019 (sebbene nel 2007 chi aveva letto almeno un libro nel corso dell’anno fosse il 59,4% della popolazione). Si registra anche un incremento dei lettori di e-book, pari oggi a un italiano ogni dieci (11,1%: +2,6%). Se si considera che chi ne ha letti più di 3 costituisce una quota del 25,2%, si può affermare che il lockdown ha senz’altro prodotto un riavvicinamento alla lettura.
https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/Sintesi_32.pdf

PILLS  di Paolo Lutteri – 7 ottobre 2021
L’intelligenza artificiale permette di affrontare la complessità dei sistemi, esaminare dati in quantità giganti, calcolare le opportunità e offrire soluzioni in tempi eccezionalmente rapidi.  Vale per la robotica, la guida autonoma ma anche per ogni tipo di gestione aziendale. E per la gestione sociale: dall’anagrafe ai contratti di lavoro, al fisco, alla scuola, alla salute. Chi governa i dati ha vantaggi: può profilare interlocutori, clienti, consumatori, pazienti, amici e nemici. La privacy è pressoché perduta, ti ascoltano anche se hai il telefono spento, ti seguono con le telecamere lungo le strade, dentro un supermercato, perfino in uno stadio affollato. Per non citare i satelliti o le street view che ti zoommano se porti a spasso il cane (o un nuovo flirt!). Ciònonostante ci sono migliaia di delitti impuniti e casistica illegale non risolta. Forse la governance non funziona tanto bene … Comunque, un consiglio: sorridete sempre e ogni tanto fate ‘ciao ciao’. Chi vi vede sarà contento.
244 - GEROGLIFICI A’ LA CARTE
Un traduttore automatico oggi già vi snocciola correntemente in italiano l’arcano mondo degli ideogrammi cinesi; e il nostro CNR ci permette una traduzione esemplare anche dei geroglifici dell’antico Egitto. L’applicazione dell’intelligenza artificiale permette di classificare in modo automatico i geroglifici, con altissima accuratezza e precisione, indipendentemente dal supporto su cui sono scritti (papiro, pietra, legno). Utilizzando tecniche basate sulle reti neurali profonde convoluzionali è possibile la codifica, il riconoscimento e la traslitterazione dei simboli antichi. “La speranza”, dice Andrea Barucci, esperto del CNR di analisi di immagini biomediche con tecniche di machine e deep learning “è che questo primo studio apra la strada verso una stabile collaborazione fra le comunità che si occupano di archeologia e di intelligenza artificiale, per creare nuovi strumenti che facilitino il lavoro degli studiosi delle scritture delle antiche civiltà”.
https://ieeexplore.ieee.org/document/9528382/
245 - MANGIO DUNQUE SONO
Al ristorante la digitalizzazione è avviata, ovviamente a scapito degli amanti di Gutenberg. Il menu te lo devi leggere sul tuo cellulare inquadrando un quadrato di puntini, come il QR Code del Green Pass. L’acquolina in bocca ti arriva col manicaretto già impiattato in fotografia. Clicchi (in veneto si dice: “struca ‘l boton”) e istantaneamente in cucina si dan da fare per preparartene uno commestibile, con gli aromi previsti. Se hai lasciato a casa il cellulare ti portano un tablet da sfogliare, pardon, da scrollare in su e in giù, per trovare l’antipasto o il primo o il secondo, da carnivori o da vegani, of course. Se sei a tavola con un gruppo di amici e nelle chiacchiere si è persa la memoria digitale, quando arrivano i piatti si apre la bagarre di distribuirli secondo ordinazione. Bell’intrigo. Ovviamente si paga appoggiando la carta di credito a un dispositivo che ti registra il menu, il conto, il nome e il numero di carta di credito. Anche il pasto è profilato. Qualcuno farà la classifica dei ghiottoni?
246 – INTELLIGENZA FILOSOFICA
Come rendere intelligibile il mondo: in tempi di caos la semplificazione è una buona regola. Da non confondere con la superficialità, che è una visione primitiva e spesso distorta della realtà.  La superficialità trascura i contenuti e le sostanze, sottolinea solo le apparenze e gli accidenti. In un libro la superficialità si ferma al titolo e alla copertina, in una persona si ferma all’abito e alla fisiognomica, di un leader si ferma alla capacità retorica. E’ vero che il marketing e il packaging rendono più appetibili i prodotti e che i consumi anche culturali sono incentivati dalle mode superficiali, ma per fortuna la parte sana della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale ricerca le soluzioni nelle costruzioni razionali. Tuttavia uno dei rischi degli algoritmi è quello di finalizzare i risultati prima di esaminare i dati, ovvero volgere le statistiche a obiettivi prefissati, scartando i dati non congrui. La congruenza dei dati con la verità è un tema filosofico, anche per l’intelligenza artificiale. E’ un argomento che dovremo approfondire.

PILLS  di Paolo Lutteri – 30 settembre 2021
La crisi planetaria è stata ampiamente segnalata. Le cause stanno nell’inquinamento ambientale, nella carenza di risorse e di energia, ma anche nelle conseguenze del confronto serrato tra Superpotenze e piccoli Stati guastafeste, agguerriti e provocatori. Di fronte alle avvisaglie di catastrofi, molti umani procedono quasi indifferenti, turbati dalla meteorologia del momento, senza guardare troppo lontano, forse vincolati dalle ansie del presente. Altri umani si preoccupano del futuro e chiedono “che fare?”. Le pillole di oggi provano a lanciare qualche idea; non sono medicine prodigiose, ma tentativi tattici, suggerimenti da discutere, tracce da esplorare per uomini e donne di comunicazione. Quando si parla di doveri si rischia comunque di essere un po’ pedanti, allora meglio che prendiate le idee come campi di applicazione dei diritti. Tre àmbiti: la conoscenza, gli interventi, i sogni che potrebbero realizzarsi.
241 – PRIMO: LA CONOSCENZA (GIOCARE D’ANTICIPO)
Se manca una profonda coscienza ecologica, soprattutto negli adulti, la colpa è di una debole formazione sociale e culturale. I social network e gli influencers gossippari hanno superficializzato l’informazione e l’hanno cristallizzata sull’attualità corrente. I titoli dei media e gli slogan non bastano. Le immagini delle tragedie di cronaca sono fotografie d’emozione. E’ utile acuire le proprie conoscenze in modo logico e dialettico, dietro le quinte o aldilà delle parole dei talk tv. E la cultura critica acquisita va divulgata. Ci vuole un po’ di razionalità per selezionare le priorità, evitare falsità e parzialità. Non possiamo permettere che dati marginali prevalgano su dati globali aggregati e occorre rispettare il pluralismo, ma non l’ignoranza, l’ottusità e l’arroganza. Conoscere in modo preventivo aiuterà ad organizzare itinerari di vita più sicuri.
242- SECONDO: GLI INTERVENTI (SEMPLIFICARE)
Gli esperti ci dicono che i peggioramenti climatici, conseguenza del riscaldamento terrestre, non sono reversibili se non in centinaia di anni. Ma possono essere contenuti. Perciò i combustibili fossili vanno gradualmente eliminati e anche i consumi di energia vanno ridotti. Questa transizione ecologica va supportata con procedure tecnologiche, normative istituzionali e comportamenti individuali responsabili fino al sacrificio. Oggi sembra che l’edonismo tipo ‘Sodoma e Gomorra’ sia diventato semi-globale, in concomitanza con la povertà dell’altra metà del mondo. Queste due tendenze vanno ridimensionate, non potranno più continuare senza confliggere cruentemente. Vanno semplificati, ridotti o ‘asciugati’ i costumi. Perciò bisognerà supportare coloro che, per ridurre i rischi, vorranno sacrificare i consumi superflui e vorranno distribuire risorse fondamentali per sopravvivere. Sostegno ai Governi che avvieranno grandi riconversioni industriali e commerciali per conservare i posti di lavoro persi nel settore del consumo.
243 – TERZO: I SOGNI (ORIZZONTI LARGHI)
Abbiamo il diritto di sostenere la ricerca e promuovere invenzioni e scoperte di quella parte di sapere ancora sconosciuto, nascosto e imprevedibile. Se cento anni fa nessuno immaginava gli effetti della comunicazione via etere e tantomeno via satellite, né che saremmo riusciti a debellare malattie, è verosimile pensare che, in un domani non lontano, in certi settori della chimica, della fisica quantistica, della biologia genetica o della robotica ci possano essere nuovi percorsi fecondi. La sapienza greca si è fermata a quattro elementi: fuoco, terra, aria, acqua. Dimitri Mendeleev ha collezionato una tavola periodica addirittura con alcuni elementi nascosti. L’applicazione dell’energia nucleare ha ancora tanti segreti. Gli scrittori di fantascienza vagheggiano tecnologie straordinarie in un mondo di risorse interplanetarie e istituzioni sociali oggi incredibili. Chissà? Nella realtà non mancano alla Terra ricercatori e scienziati di grande talento e la creatività umana non si è ancora esaurita. Perciò desideriamo, se non sogniamo, di continuare a vivere, in meglio, almeno finché una morte naturale non ci separi.

PILLS  di Paolo Lutteri – 23 settembre 2021
Nel colossale minestrone mediatico digitale dei Paesi industriali consumisti la democrazia frantumata diventa complice di comportamenti irrazionali, che i governi faticano a controllare, anche perché ne sono in parte coinvolti. La divergenza sembra la tendenza principale per esibirsi e poter apparire come importanti. I siti di molti influencers (sedicenti opinion makers, artisti, sportivi, tuttologi) propongono proprie mode di linguaggio, di abito, di creatività stravagante, di contestazione non costruttiva; insultano liberamente, promuovono consumi commerciali, eludono le imposte (!), propongono stili di vita, di bellezza e di moralità seducenti per adolescenti di cervello. Il mercato è competitivo e vincoli normativi non ce ne sono, per cui la maionese impazza e chi è fuori da questo giro euforico è considerato stolto pur essendo sobrio. Intanto le disuguaglianze sociali e i loro inconsapevoli sostenitori ci sguazzano. Sarebbe questa la democrazia e la cultura che vorremmo insegnare a … immigrati e talebani?
238 - SPONSORSHIP
Secondo il marketing le sponsorizzazioni sportive sono sempre state utili ad affermare il brand di prodotti di largo consumo, spesso coinvolgendo la forza vendita delle aziende e dei consumatori in un circolo emotivo di simpatia, fiducia, affidabilità, amplificato da mass media e social influencers. Ma ci sono certamente altre motivazioni, da quelle fiscali a quelle di relazioni istituzionali col territorio. Il distanziamento sociale imposto dalla pandemia ha un po’ modificato la situazione. Lo spettacolo sportivo è sempre una grande ondata di passione e in questa stagione gli atleti italiani stanno raggiungendo eccellenti primati, ma il vissuto dei fans è diventato più individuale, magari da poltrona o da desk, e la partecipazione diretta è più rara e più complicata da realizzare per le aziende e gli organizzatori di eventi. Così, per grandi squadre alle quali sono cresciuti i costi, non altrettanto gli incassi, si affacciano nuove tipologie di brand: e-commerce, scommesse, giochi d’azzardo, trading online, cryptovalute, blockchain, collocazione di fan token. Un nuovo mondo per l’endorsement telematico.
239 - BE MORE THAN A FAN
E’ lo slogan di Socios, il nuovo sponsor dell’Inter Football Club (che dichiara 400 milioni di fans nel mondo). Sulla maglia la dicitura è “FAN TOKEN”, che certamente ha turbato i vecchi tifosi che vedevano “Pirelli” da 26 anni e ha sconvolto i soci degli Inter Club. Questi Fan Token costituiscono, per chi li ha acquistati, diritti digitali di accesso a votazioni, sondaggi, promozioni, sfide, design, premi, giochi e forum esclusivi di chat in rete. La società che li gestisce, base a Malta (!), dichiara 150 milioni di dollari di entrate, da ripartire fra i partner (oltre all’Inter ci sono app per i token di Juventus, Milan, Barcelona, Atletico Madrid, Valencia, Paris St.Germain, Manchester City). Per avere un’idea dei pesi economici di questi settori digitali di sponsorizzazioni, ecco qualche esempio: l’Inter introita 20 milioni di euro da Socios, la Roma 12 milioni da Digital Bits, l’Atalanta 10 milioni da Plus500; nel settore delle scommesse, il brand 188Bet per conquistare i fans sponsorizza Liverpool e Bayern Monaco; per l’e-commerce Rakuten sponsorizza il Barcelona e per il Napoli uno degli sponsor è Amazon. E tanto altro.
240 - NON SOLO BELLEZZA
Senza voler né generalizzare né strumentalizzare, non possiamo trascurare che qualche giorno fa il Wall Street Journal ha raccontato di una ricerca di Facebook sull’influenza di Instagram su ragazze adolescenti. Tenendo conto che più del 40% degli utenti di Instagram ha meno di 22 anni, addirittura emerge che, tra gli adolescenti che hanno segnalato pensieri suicidi, il 13% degli utenti britannici e il 6% degli utenti americani avrebbero rintracciato il problema proprio sulla fruizione di Instagram. In sostanza: Instagram pubblica solo le foto con la bellezza delle persone e questa visione crea dipendenza. Il 32% delle ragazze adolescenti intervistate nell’arco degli ultimi tre anni ha affermato che quando si sentivano a disagio per il proprio corpo, Instagram le faceva sentire peggio, sviluppando, forse inconsciamente, disturbi di percezione del proprio corpo, angoscie e tendenze depressive. Pare che Facebook, conscia dei rischi, stia correndo ai ripari, stimolando contenuti culturali meno idolàtrici; anche perché sta predisponendo un’app di Instagram per Under 13.

PILLS  di Paolo Lutteri – 16 settembre 2021
Le serie statistiche storiche, se ben fatte, sono veritiere e molto utili. Ben fatte vuol dire che sono state esaminate le cause fondamentali e le variabili delle circostanze. Non sempre queste serie storiche vengono utilizzate per pianificare il futuro né possono essere sempre applicate con successo alle previsioni. Mancate attenzioni e imprevisti sociali o tecnologici mettono in discussione i pronostici calcolati. Banalmente: la sistemazione edilizia delle città dopo la seconda guerra mondiale non ha tenuto conto dell’aumento delle automobili, così mancano i box e le strade sono un parcheggio affollato.
L’aumento dei rifiuti industriali e domestici è stato più veloce della realizzazione di impianti di pulizia. Anche l’inquinamento ambientale, prevedibile con lo sfruttamento intensivo delle risorse energetiche, dei trasporti e dei consumi, è più veloce delle soluzioni governative. E in campo sociale i provvedimenti legislativi arrivano spesso dopo le violazioni etiche. Se ci si mette anche un virus improvviso … il recupero non è impossibile ma tante situazioni diventano più difficili.
235 – PROBABILITA’
Anche senza far numeri precisi, sui quali peraltro esiste una certa confusione, è palese che chi si vaccina per il Covid-19 potrebbe ammalarsi. Ma è meno probabile. Inversamente è più probabile che si ammalino (o muoiano) gli anziani dei giovani; ma le probabilità si riducono di molto se si è vaccinati. Le probabilità si riducono se si tengono le distanze, se si indossa una mascherina, se si evitano ambienti chiusi e affollati, se chi ci circonda prende le stesse nostre precauzioni. Ovviamente le statistiche sanitarie non danno certezze assolute, ma, se si dà retta al computo dei casi e delle probabilità, le vie di comportamento sono abbastanza ben identificate. Ci sono resistenze: psicologiche più che scientifiche, paure personali parzialmente giustificabili, sfiducia nella scienza medica, attitudini sociopolitiche di avversione al governo, considerazioni sociali fondate sulle ipotesi di complottismo economico; c’è anche l’arroganza di chi si crede forte del proprio sapere come fosse universale. La realtà è che vaccinarsi conviene, i rischi collaterali sono molto meno probabili dei vantaggi. E il Green Pass non è altro che la certificazione dei vaccinati. Il resto è polemica infertile.
236 – ROBOTICA LIQUIDA
I liquidi colloidali sono alla base di una nuova generazione di sistemi cibernetici tolleranti ai guasti e autorigeneranti. Il nuovo robot si chiama Cogitor (Colloidal cybernetic system towards 2030), non è antropomorfo ma è una palla di pelle artificiale che contiene un liquido che funziona come un computer. La superficie della palla fa da schermo tattile. La programmazione di intelligenza artificiale consente alle nanoparticelle di rispondere ai comandi, di autoripararsi e di raccogliere energia dall’ambiente convertendola in alimentazione elettrica, sfruttando luce, calore e sorgenti vibrazionali. Sembra adatto soprattutto per ambienti estremi, nell’esplorazione di fondali oceanici o di pianeti gassosi. Il progetto europeo (guidato dall’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova con la collaborazione dell’University of The West of England, Eidgenossische Materialprufungs und Forschungsanstalt Svizzera, Plasmachem Produktions und Handel Gmbh Germania e Ciaotech Srl Italia) è stato avviato il 1° giugno di quest’anno e prevede un finanziamento dell’Unione Europea di 3,3 milioni di euro. https://cordis.europa.eu/project/id/964388/it
237 – CERVELLO OLOGRAFICO
Alla base del progetto per il robot Cogitor ci sono gli studi del fisico quantistico David Bohm (1917-1982) e del neuroscienziato viennese Karl Pribram (1919-2015). Il modello cerebrale teorizzato, che adesso viene applicato anche alla cibernetica delle macchine, constata che le informazioni e i ricordi nel cervello non vengono immagazzinati nei neuroni, ma sono il risultato di strutture d'onda interferenti. Il funzionamento è descritto con processi olografici con la particolarità che, se un ologramma viene frammentato, le parti restanti conservano ancora intatta l’immagine dell’intero. Questo spiegherebbe la capacità del cervello di immagazzinare un'enorme quantità di informazioni in uno spazio relativamente piccolo. La teoria e le tecniche che si rifanno al modello olografico del cervello possono essere applicate anche all’intelligenza artificiale, ma inducono anche riflessioni filosofiche sulla capacità cognitiva, sulla concezione non-oggettiva della realtà e sulla coscienza umana. https://en.wikipedia.org/wiki/Holonomic_brain_theory

PILLS  di Paolo Lutteri – 8 settembre 2021
Quale uniforme per l’Europa? L’Euro, inteso come moneta, già è un’unità di misura uniforme. Qualcuno vorrebbe un esercito europeo. E se invece la priorità fosse data ad una fiscalità omogenea? La democrazia economica non si fonda sulle armi ma sulle relazioni comuni, con regole comuni. Vale anche per l’esercizio dei diritti e dei doveri: questa sarebbe la priorità di una giustizia comune, di istituzioni rispettabili da tutti. Succede che le idee siano molto avanti, ma con la pratica arranchiamo con regolamenti disorganici, opinioni divergenti, velleità politiche di supremazie marginali e locali, nonostante un’innovazione tecnologica globale molto veloce che cresce dentro alla società. Un governo europeo implicherebbe qualche rinunzia particolare, ma ne varrebbe la pena. Gli Stati europei da soli non possono progredire.
232 - PIATTAFORMA DIGITALE EU
Rinviata di un anno, la Conferenza sul futuro dell'Europa è adesso in corso. E’ una larga consultazione di cittadini per rilanciare il progetto democratico dell'Unione europea, coinvolgendo la società civile con una piattaforma digitale aperta, panel di discussione ed eventi, sessioni plenarie (l’ultima in primavera 2022) con rappresentanti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea, oltre ai rappresentanti di tutti i Parlamenti nazionali, del Comitato delle Regioni e del Comitato economico e sociale, delle parti sociali e della società civile. E’ un'occasione per ragionare sulle sfide e le priorità del futuro. Nella piattaforma digitale multilingue, i cittadini possono già condividere idee e inviare contributi online che saranno raccolti, analizzati, monitorati e pubblicati e contribuiranno ad alimentare le discussioni in atto all'interno dei panel europei di cittadini e delle sessioni plenarie nel corso dell'intera Conferenza. Per partecipare, ecco il link al sito.
https://futureu.europa.eu/?locale=it§
233 - OMEOSTASI COGNITIVA
In parole più povere si tratta di equilibrio mentale, un argomento critico in un mondo frastornato dai media e dai social, “una società liquida che muta continuamente”. Un interessante studio di Antonio Cerasa, che si occupa di Neuroscienze Traslazionali all’Istituto per la ricerca e l'innovazione biomedica del CNR, mette in evidenza le tecniche utili a gestire la conoscenza e il nostro sistema emotivo. Anzitutto potrebbe essere utile un’adeguata psicoterapia, ma anche le pratiche di meditazione o di yoga possono aiutare a gestire la fisiologia dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene, che è la nostra interfaccia biologica per lo stress a livello neurobiologico e che controlla anche il cuore, i polmoni, lo stomaco e i muscoli. Anche una semplice attività fisica amatoriale permette di sfogare a livello muscolare lo stress e migliora la plasticità delle strutture cerebrali chiave. Consigli utili per tutti coloro che hanno a che fare con mass media e social network.
http://www.almanacco.cnr.it/reader/cw_usr_view_articolo.html?id_articolo=11400&id_rub=32&giornale=11601
234 - IL CERCHIO DEL RISO
La fonetica di ‘cerchio del riso’ (饭圈, pronuncia: fànquān) in Cina indica il mondo che ruota intorno alle star dell’intrattenimento: influencers di musica, moda, costume, protagonisti dei media e dei social. Il governo è preoccupato di un certo caos culturale in questi ambiti per la sicurezza ideologica e per le conseguenze sociali e politiche del fenomeno, poco controllato e ‘ricco’ di evasioni morali e fiscali. La burocrazia del Partito comunista cinese è arrivata ai vip, agli idoli, ai loro followers e fans. Così la CAC (Amministrazione Centrale del Cyberspazio cinese) ha varato dieci regole di comportamento. 1. Cancellare l'elenco degli artisti famosi. 2. Ottimizzare le regole del ranking. 3. Controllare le agenzie delle star. 4. Regolamentare i conti dei fans. 5. Proibire informazioni reciproche non esaurienti. 6. Ripulire le sezioni illegali. 7. Non incitare i fans a consumare. 8. Controllare la gestione degli algoritmi dei programmi. 9. Controllare rigorosamente difetti e sconvenienze. 10. Standardizzare comportamenti per adulti che raccolgono fondi. Il cerchio è sotto controllo.
http://politics.people.com.cn/n1/2021/0829/c1001-32211523.html

PILLS  di Paolo Lutteri – 2 settembre 2021
Le rivolte contadine sono frequenti nella storia. In qualche caso hanno ribaltato dinastie regnanti, in altre congiunture sono state schiacciate dal potere. Quasi sempre sono state la conseguenza di una repressione e il risultato di una volontà di difesa di valori primitivi contrapposti a una burocrazia. In termini di popoli è spesso difficile distinguere tra ribelli e patrioti; valga l’esempio del 1848, quando le 5 Giornate di Milano contro gli Austriaci vennero (e sono tuttora) giudicate in modo contraddittorio dalle due parti. Oggi i talebani islamici hanno riconquistato lo stato afghano. I poteri militari e tecnologici dell’Occidente, complici l’ignavia e gli inciuci di governanti-fantoccio, hanno rinunciato a trasformare una cultura tribale in una civiltà moderna. Mentre i mass media ne discutono cattedraticamente, le disuguaglianze sociali e i crimini di guerra crescono.
229 - EMERGENCY
Cronache di guerra: senza retorica, dobbiamo un plauso a Emergency, l’associazione italiana che offre cure medico-chirurgiche alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà, promuovendo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. Il personale di Emergency è rimasto coraggiosamente a Kabul, nella confusione dei combattenti, degli imboscati, dei profughi, dei feriti e dei malati. L’intrepido Gino Strada è mancato da poco ma Emergency non ha mai interrotto le attività e continua a rappresentare un punto di riferimento per la popolazione locale. L’attività medica nella pratica è un’operazione culturale e mediatica di gran lunga più esemplare delle amministrazioni politiche e militari. Abbiamo citato Emergengy, ma non è la sola associazione valorosa e meritevole che merita stima e supporto.
230 – RELIGIONE ?
Se qualcuno avesse la pazienza di ripercorrere con attenzione le origini storiche delle religioni, troverebbe grandi analogie con i racconti che oggi definiamo di fantascienza. Le divinità (e i loro profeti, santi o illuminati) sono ben protette da una teologia autoreferenziale, ma se oggi qualcuno crede che sull’Olimpo ci sia Zeus col fulmine in mano o che in paradiso ci siano 72 vergini per ogni caduto in battaglia o che la musica sia satanica o che candele votive possano far miracoli, allora potrebbe essere autorizzato a credere che esistono anche le fate turchine o le locuste extraterrestri, che la Terra sia cava e che dalla galassia di Andromeda stanno leggendo i nostri giornali. “Magari!” Direbbero i nostri editori. Ma sarebbe opportuna una riformazione scolastica o un’assistenza psicologica prima che l’ignoranza organizzi complotti pericolosi. Con il massimo rispetto delle idee di ognuno, possiamo pretendere che ci siano più argomentazioni intelligenti e meno fucili a tracolla.
231 – TECNOLOGIA E POTERE
Sta cambiando la geografia politica. Con la diffusione sempre più accelerata delle tecnologie mediatiche (telefono, internet, 6G, entanglement quantistico) e del loro sfruttamento mobile e dappertutto, i confini della conoscenza sono annullati e spesso anche i copyright nazionali. Sono annullati anche certi antichi patrimoni culturali: la lingua, la grammatica e la sintassi sono superati da linguaggi-macchina e algoritmi sfornati da grandi potenze industriali. I Big Tech sono più potenti del governo di uno Stato e certi hacker possono sovvertire le burocrazie amministrative. Si fa sempre più complesso il panorama dei poteri, aumentano le divergenze e diminuiscono le convergenze. Eppure di fronte a pericoli crescenti una certa solidarietà può giovare. Un appello ad unirsi per le pulci del mondo non sembra avere possibilità di successo. Invece gli elefanti del G20, dove l’Italia ha temporaneamente un ruolo organizzativo, potrebbero fare qualcosa in comune. Non solo badare alle guerre inutili e ad attenuare le disuguaglianze, ma anche a proteggere l’ambiente terrestre che è a rischio altissimo di inquinamento, mentre la transizione ecologica si muove molto lentamente.

PILLS  di Paolo Lutteri – 22 luglio 2021
Questo non è un sito di cronache fiscali, ma siccome i giornalisti si occupano di morale pubblica, vale la pena parlarne. Le crisi economiche e sanitarie non sono sempre collegate, ma l’emotività delle seconde spinge a soluzioni non proprio eleganti. Elargito un Bonus, con una legge, o un decreto, i trafficoni studiano come sfruttare la situazione; qualche critico non esita a mettere in evidenza i percorsi unfair o immorali o elusivi di tasse o semplicemente di assistenza indebita; ma chi è a favore delle tasse ha poco successo. Intanto manca la certezza di revisioni e controlli accurati da parte dei grandi amministratori pubblici, oppure c’è un silenzio compiacente. I privati, e non solo, approfittano delle falle del sistema, indifferenti ai problemi di solidarietà economica nazionale. Non si può dimenticare che questi bonus di Stato, che oggi giovano a certi settori economici, indebiteranno le future generazioni. Intanto il sistema creditizio-finanziario ne approfitta.
226 - STATO PANTALONE
Cronache edilizie: il Governo ha messo a disposizione una serie di Bonus per ristrutturare gli edifici. Saltiamo dettagli e protocolli e andiamo al dunque con un esempio concreto. Se un preventivo di un’impresa edile per ‘rifacimento facciata’ indica un costo di 100.000 euro per il proprietario, questi può detrarne dalle sue tasse il 90%, assorbito dallo Stato. Grazie Governo! Ma a questo punto il proprietario cede il credito fiscale a un’impresa edile che, se cede a sua volta il credito fiscale, avrà oneri e interessi bancari (28-35% del preventivo). Allora il preventivo iniziale non basta all’impresa per coprire tutti i costi, quindi lo rivede al rialzo, gonfiando i costi dei materiali (che sul mercato sono già cresciuti). Il nuovo preventivo potrebbe diventare anche 150.000 euro. Il proprietario ne pagherà solo il 10% e il resto allo Stato, il Pantalone che ‘paga’ (perché non incassa tasse). E cresce il debito pubblico. Così succede. La pratica è diffusa. Attenti però ai controlli dell’Agenzia delle Entrate: gonfiare così i prezzi potrebbe essere illegale!
227 – IN CIELO E IN TERRA 
La National Aeronautics and Space Administration (NASA) è l’agenzia governativa USA per i programmi e la ricerca aerospaziale. La NASA non guarda solo in alto, per compiere la sua missione di rivelare l’ignoto, ma collabora a monitorare la Terra, salvaguardare le risorse e migliorare la sostenibilità della sua attività scientifica e industriale. La NASA è responsabile della raccolta di gran parte dei dati che le persone usano per spiegare l'impatto ambientale dell'umanità sulla Terra, dalla documentazione del cambiamento climatico e dei suoi impatti su ghiaccio, livello del mare e modelli meteorologici, al monitoraggio della salute delle foreste e del movimento dell'acqua dolce. Tra l’altro, intende ridurre il consumo di energia nelle sue strutture più energivore e acquisire apparecchiature efficienti dal punto di vista energetico. Ci sono due direttive principali in corso: creare una cultura della sostenibilità e migliorare il risparmio energetico e idrico. 
228 – DAL PIL AL GEP
In Cina la rapida crescita economica è stata accompagnata da un consistente degrado ambientale. Nei sogni del governo c’è la ricerca di un modello economico più sostenibile. Nel Qinghai e a Shenzhen, ma non solo, da anni oltre al PIL (prodotto interno lordo) sperimentano il GEP (Gross Ecosystem Product, prodotto lordo dell’ecosistema), un indice che riassume il valore dei contributi della natura all'attività economica. Il GEP si basa principalmente sulla misurazione di tre categorie: beni e servizi che possono essere commercializzati (agricoltura e itticoltura), asset non commerciabili (per esempio: alberi che mitigano i cambiamenti climatici), benefici culturali-turistici e sanitari. Questo nuovo indicatore di sostenibilità, i cui risultati ufficiali saranno annunciati nel 2022, potrebbe diffondersi anche altrove, migliorando i criteri di analisi e le criticità economico-sociali che emergono dal confronto tra la necessità di produrre beni industriali e quella di proteggere l’ambiente e salvaguardare il benessere della popolazione.

PILLS  di Paolo Lutteri – 14 luglio 2021
Complimenti alla nostra squadra Nazionale di calcio Campione d’Europa! Una vittoria sportiva non cambia sostanzialmente la situazione sociale ed economica, ma migliora la brand-identity e l’autostima. E quando un Paese si identifica con la vittoria i suoi assets istituzionali ne traggono giovamento. Di più: è un’autogratificazione individuale per tutti i cittadini, una fluidificazione per i rapporti interpersonali, una spinta alla condivisione di obiettivi comuni. E’ l’energia stimolata dall’emozione, dal sentimento di orgoglio dei vincenti. A Wembley gli italiani non erano molti, ma in Italia più di 20 milioni di cittadini hanno condiviso tre ore di passaggi, lanci, tiri, gol e parate, smorfie e tripudi. Il risultato sportivo è diventato un grande successo di marketing nazionale. Buon per l’Italia intera!
223 – PATRIOTI NARCISI
Advertiser, sponsor, partner, supplier, endorser: tutti felici del successo del calcio nazionale e dietro di loro felici produttori e commercianti che sostengono l’economia, felici mass media, social e influencers nostrani, felici consumatori e fans. E’ l’effetto valanga di una serie di partite positive che coincide casualmente con le iniziative di governo per uscire dalla crisi economica e pandemica. Ripresa economica, stime di PIL in crescita, imminente arrivo di finanziamenti europei, crescita indici di fiducia dei consumatori e turismo fanno sperare bene, ma restano i rischi collegati con la reale capacità di usare le risorse, di salvare i posti di lavoro a rischio, di intervenire sulle disuguaglianze sociali, di preservare un comportamento sociale anti-pandemico e soprattutto di accelerare la digitalizzazione e semplificare la burocrazia. Secondo l’ISTAT un terzo delle imprese italiane considera gli oneri amministrativi e burocratici un ostacolo allo sviluppo delle proprie capacità. Deloitte stima in 57 miliardi di euro il costo della burocrazia per le imprese italiane. Buona cosa guardare oltre lo specchio!
224 – PRESTO SUGLI SCHERMI 
Emozioni prossime: Giochi Olimpici a Tokyo. Numeri grandi nel mondo: lo spettacolo, dal 23 luglio all'8 agosto, sarà distribuito in 36 specialità e 339 gare. Le restrizioni alla partecipazione del pubblico gioveranno ai mass media e a tutti i mezzi digitali. Gli italiani in gara saranno 384 (198 uomini e 186 donne), comprese le squadre di pallavolo maschile e femminile, pallanuoto maschile, basket maschile e softball. Nel 2016 in Brasile, gli italiani hanno conquistato 28 medaglie (8 0ro, 12 Argento, 8 Bronzo) ma ai Giochi sarà facile emozionarsi anche per performances inebrianti di atleti stranieri. Il Comitato olimpico giapponese ha raccolto circa 3 miliardi di dollari dalle 68 (!!!) sponsorship internazionali. Per conto suo il Comitato Olimpico italiano, oltre ai partner worldwide, accompagnerà la squadra italiana con Emporio Armani, Kinder, Toyota, Fastweb, Allianz, Herbalife, Amadori, Rio Mare, Esselunga, Axpo, Coldiretti e Barilla.
https://tokyo2020.coni.it/it/
225 – OLYMPIC RULES
Sponsor e atleti di tutto il mondo non hanno del tutto risolto i problemi della normativa pubblicitaria dei Giochi Olimpici. Una volta i Giochi erano senza pubblicità e gli atleti erano dilettanti. Oggi tutto lo sport è professionale e fa parte del mondo economico. Tuttavia la Regola 40 del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) disciplina rigorosamente la pubblicità impedendo a singoli atleti di fare da testimoni, nel periodo dei Giochi, ad aziende non contrattualizzate dal CIO stesso. L’obiettivo è quello di impedire il cosiddetto ‘ambush marketing’ da parte di aziende che non sono sponsor ufficiali o che ne sono competitor. Già per i mass media è difficile rispettare queste regole, per i social (twitter, instagram, facebook …) sembra impossibile. Benché il CIO abbia delegato al controllo i Comitati nazionali (gonfi a loro volta di altri sponsor locali), le regole appaiono anacronistiche e impossibili. Un recente protocollo del Comitato Esecutivo del CIO, come novità per Tokyo, autorizzerebbe atleti e sponsor a ‘ringraziarsi’ sui media ma senza citare abbinamenti e neppure riferimenti indiretti con le performances e i marchi dei Giochi. Chissà come funzionerà nella pratica!
https://olympics.com/athlete365/app/uploads/2020/12/Athlete365_Commercial_Opportunities_10c.pdf

PILLS  di Paolo Lutteri – 7 luglio 2021
Leggere le notizie sull’innovazione tecnologica è come aprire una finestra con un panorama di cui conosci a stento le coordinate ma non capisci a fondo i contenuti. Succede così, ad esempio, per le imprese spaziali e per le scoperte di neurobiologia: si allarga la visione, si stringe il pensiero, mancano le parole. L’impreparazione cerebrale per la scienza estrema si può superare solo col ricorso all’umiltà. Oppure si opta per una meditazione dopo una buona merenda che allontana l’ansia tecnologica. Se parlare è difficile, dialogare è ancor più complesso. In politica sembra spesso un muro contro muro, salvo poi assistere alle perdite d’ogni coerenza. E’ il potere: un po’ teatro, un po’ mercato.
220 – DIALETTICA E ARROGANZA
Chi ha fatto dei dialoghi un’analisi dotta è Pietro Vigorelli, medico psicoterapeuta. Nel suo libro “Dialoghi imperfetti. Per una comunicazione felice nella vita quotidiana e nel mondo Alzheimer” (ed. Franco Angeli) spiega come poter aiutare i sani e i meno-sani a capire e farsi capire. Il dialogo è fondamentale per gli umani. Da Socrate ai talk show gli attributi ideali del dialogo sono: alternante, paritario, aperto, fecondo, leale, consapevole, intenzionale, gratuito, libero, polifonico. Vigorelli aggiunge di suo: ‘capacitante’; e sottolinea in particolare alcuni concetti che sfuggono ai protagonisti delle tv, conduttori e ospiti, dove spesso il confronto è tra barbari provocatori o egocentrici allo sbaraglio, intrippati nella polemica perché fa spettacolo e audience. Dialogando sarebbe opportuno saper calibrare la propria identità e i pregiudizi, rispettare e imparare qualcosa dall’interlocutore, saper riconoscere anche le personalità multiple e la varietà dei percorsi di conoscenza razionali ed emozionali. Le personalità plurime, trascurate dal behaviorismo che preferisce etichettare a senso unico gli individui e usare sondaggi superficiali come fonte di verità, sono invero una fonte di creatività e di crescita culturale. Solo così si può dialogare e aiutare anche malati smemorizzati e disorientati. L’analisi del dialogo aiuta la comprensione reciproca, chiarisce le idee e contribuisce a realizzare desideri per una comunità che ovviamente è larga e imperfetta. La contrapposizione spesso non è tra idee ma tra dialettica e arroganza. Utile approfondire.
221 – STAR SYSTEM E COMPORTAMENTI
I testi degli influencers dello spettacolo e dello sport, ancorché opere individuali basate più sull’esibizionismo che sull’approfondimento di informazioni e concetti, fanno incetta di attenzione e di tempo dedicato. Per esempio: Cristiano Ronaldo ha più di 500 milioni di followers nel mondo (Instagram e Facebook), Chiara Ferragni in Italia conta 74 milioni di interazioni complessive (Sensemakers, maggio 2021). Con tutto il rispetto per questi profeti, pifferai o specialisti di marketing, c’è da chiedersi con molta preoccupazione per via di quale ragionevole fascino si possono incanalare nel cervello certe affezioni e, di conseguenza, certi comportamenti. Lampanti gli esempi di tanti vip dello sport, del cinema e della musica che suggeriscono i consumi secondo le marche che pagano e movimentano una discutibile opinione pubblica, ecologista o animalista o alimentarista (vegani) o igienista (no-vax). Anche la politica ne sta approfittando a fini di consenso elettorale. Rete o trappola? Adulazioni, fidelizzazioni effimere e assuefazioni inconsce? In una società intelligente non si può pensare che l’influenza di questi media sia vincente. Oppure sì, ma allora la società non è così intelligente. Dialoghiamoci sopra!
222 – ALGORITMI NATURALI 
L’attività spontanea cerebrale è ancora una ‘materia oscura’ del cervello ma la ricerca di intelligenza artificiale ha condotto il Consiglio Nazionale delle Ricerche a studiare i particolari del cervello umano, da sveglio e durante il sonno. In attività spontanea il cervello consuma circa il 20-25% del budget metabolico totale contro solo il 2% della massa di tutto il corpo e si comporta in maniera simile ad una particolare classe di algoritmi computazionali, chiamati 'modelli generativi'. Il cervello rimane attivo anche quando è a riposo e l’attività spontanea genera impressioni, emozioni, comportamenti, e perfino giudizi morali. Lo studio teorico, che sintetizza i risultati di molti esperimenti comportamentali, neurofisiologici e di neuroimmagini, è stato pubblicato sulla rivista ‘Trends in Cognitive Sciences’ a cura di Giovanni Pezzulo del CNR di Roma, di Marco Zorzi e Maurizio Corbetta dell’Università di Padova.
https://www.cnr.it/en/press-release/10410/il-cervello-a-riposo-ottimizza-le-proprie-prestazioni-future

PILLS  di Paolo Lutteri – 1° luglio 2021
Queste pillole trattano di mezzi di informazione e di contenuti di cultura sociale. Tengono d’occhio i problemi dello sviluppo sostenibile e della manutenzione, dell’innovazione tecnologica, dell’esplorazione scientifica, della lotta all’inquinamento e alle disuguaglianze sociali. Vorrebbero contribuire per una conoscenza larga dei fenomeni. L’Osservatorio Tuttimedia e l’attività di Media Duemila sono già una bella dispensa di dati e di opinioni. Oltre alle singole iniziative dei Soci OTM, in prima fila, è utile citare qui alcuni siti di riferimento abituale: CNR, Istituto Affari Internazionali, Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, Futura Network, OECD, Information Technology & Innovation Foundation, American Association for the Advancement of Science, Mit Technological Review, Fondazione Symbola, Fondazione Salvetti, per approfondimenti più ricchi e meditazioni sulla filosofia del futuro. Guardando allo spazio una segnalazione preziosa è quella per il volume “Breve storia dello spazio” di Giovanni Caprara (Ed. Salani), racconto eccezionale e ben documentato dei nostri passi nel cosmo.
217 – BIBLIOTECA UNIVERSALE
Molto spesso i social media cianciano. Le informazioni sono esibizioni individuali, i followers sono come i tifosi di una inutile squadra di calcio. Eppure tanti siti del web sono una miniera di cultura e di scienza (internet era nato per questo), anche se i followers sembrano pochi. Chi riesce a far cultura in modo più appropriato sono ancora gli editori tradizionali e i giornalisti professionali che utilizzano il web come nuova forma di mass media. I contenuti originali più rilevanti, con tutto il rispetto per l’arte e la politica, sono quelli di divulgazione scientifica che permettono di accedere a una biblioteca universale aperta, fatta di milioni di voci, specializzate nello scibile dei percorsi della conoscenza e delle applicazioni della tecnologia. Un passo avanti formidabile per realizzare quell’intelligenza collettiva e pluralista di cui abbiamo bisogno e che è stata imprigionata prima dell’arrivo di Gutenberg e di Berners-Lee. Mi potranno perdonare altri talentuosi che non cito?
218 – SUPREMAZIA NEL COSMO
Se le imprese spaziali negli anni ’60 sono state un campo di sfida politica tra Usa e Urss, oggi l’astronautica e l’astrobiologia continuano ad essere un riferimento per la supremazia della civiltà. Non a caso la Cina è quanto mai attiva: non solo l’atterraggio su Marte (come già fatto dagli Usa) e la sonda Chang’E sul lato opposto della Luna, ma anche il supertelescopio FAST (Five hundred meter Aperture Spherical Telescope) sulle colline del Guizhou. Come fosse una novella piramide egiziana rovesciata, la gigantesca antenna parabolica cinese costituisce l’occhio più sensibile del nostro mondo rivolto al cielo, in grado di cogliere eventuali segnali provenienti da altre galassie: è il progetto SETI (Search for Extra Terrestrial Intelligence). Se qualcuno lassù ‘batte un colpo’, i cinesi lo sapranno per primi. Per il momento gli americani hanno raccolto solo qualche strano lampo, non identificato, e registrato molti avvistamenti, curiosi, ma senza prove di origine aliena. Comunque quel che si ascolterà sarà lontano miliardi di chilometri e vecchio di milioni di anni. La velocità della luce, per questioni fisiche, è ancora un muro insuperabile.
219 – TERRAFORMING
La conquista dei pianeti nel sistema solare presenta già argomenti etici. Lasciare intatta la natura (minerale?) del suolo lunare, di Marte, dei satelliti di Giove e Saturno o degli asteroidi raggiungibili? Oppure prepararsi a modificare tecnologicamente il clima, l’habitat, le miniere se non le colture, al fine di avvicinare suoli selvaggi ad usi terrestri? Già è noto che su Luna e Marte (e non solo) ci sono laghi sepolti di acqua ed emissioni di metano (di origine biologica?). Forse un po’ di vita c’è già, o c’è già stata. Mettere in orbita pannelli solari per scaldarne l’atmosfera? Costruire cupole ossigenate di sopravvivenza? Far attecchire licheni, come nei film di fantascienza marziani? Spedire cianobatteri ed eucarioti come avanguardie biologiche terrestri? Scaricare scorie nucleari che qui in Terra non sappiamo dove stivare? Per la Luna sono già progettati insediamenti umani permanenti. I primi coloni e i primi turisti, solo se ricchissimi, sono previsti entro gli anni ’30. Si accettano già prenotazioni.

PILLS  di Paolo Lutteri – 23 giugno 2021
La salute è importante, ma il più delle volte la sottovalutiamo, non solo nelle pianificazioni industriali, ma soprattutto nei comportamenti individuali e sociali. Tutti abbiamo qualche disturbo, di petto, di pancia, di arti, di cervello … e la tendenza è di trascurarli o soffocarli con qualche medicinale. Insomma siamo un po’ superficiali. La pandemia e una concreta paura di morire ci hanno messo in allarme, ma le libidini del nostro tempo hanno ripreso a prevalere, come se ci fossimo assuefatti al pericolo. E ne è nato uno spettacolo mediatico, una sfida dal palcoscenico degli scienziati alle movidas delle piazze e dei ristoranti. Tra il medico e il pasticcere, come diceva Socrate, vince il pasticcere.
214 – FUTURO METALLURGICO
Transizione è una delle parole più frequenti per chi cerca di salvare il pianeta Terra. Occorre sostituire, almeno gradualmente, le risorse energetiche tradizionali con nuove fonti rinnovabili. Il carbone e i carburanti di origine fossile hanno inquinato l’ecumene, quindi saranno sostituiti da pannelli fotovoltaici, pale eoliche, dighe montane e marine, forse anche centrali nucleari di nuovo tipo. Idrogeno come combustibile? Batterie elettriche come motori per tutti i tipi di macchine? Se questo sarà il futuro è necessario, da subito, sviluppare l’industria estrattiva e sventrare intensivamente l’ambiente per sfruttare minerali rari e metalli, rame, piombo, silicio, litio, zinco, nichel, argento, alluminio … Il petrolio è stato un carburante economico, le nuove fonti saranno molto più onerose. E non sarà meno inquinante procurarsele e smaltirsele! Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia Rinnovabile (IRENA), gli investimenti per la transizione energetica dovranno aumentare del 30% rispetto a quanto pianificato, per un totale di 131 trilioni di dollari da qui al 2050, corrispondenti a 4,4 trilioni di dollari in media ogni anno. Aprite il portafogli!
215 – IDROGENO TRICOLORE
Un documento della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, a proposito della decarbonizzazione dei processi industriali e della loro sostituzione con l’idrogeno ottenuto dall’elettricità prodotta da fonti rinnovabili, segnala 400 imprese italiane che producono componentistica per impianti rinnovabili. Il fatturato complessivo raggiunge circa 23 miliardi di euro e si contano circa 60.000 occupati (nel 2019). In particolare 120 imprese sono attive nella nuova filiera industriale dell’idrogeno, con circa 7 miliardi di euro di fatturato e 19.000 addetti. L’Italia, con il 3% dell’export mondiale, è il sesto paese esportatore di tecnologie per la produzione di energia rinnovabile (dopo Cina, Germania, USA, Giappone e Hong Kong). In particolare l’industria italiana sembra già attiva nel piano europeo di realizzazione di elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde. L’Europa intende raggiungere, entro il 2030, almeno 40 gigawatt di capacità, per ottenere 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde.
https://group.intesasanpaolo.com/content/dam/portalgroup/repository-documenti/research/it/collana-ricerche/Rapporto_Transizione_energetica_giugno_2021.pdf
216 – CAPACITA’ INSODDISFATTE
Lo sviluppo delle tecnologie digitali e dei modi di lavorare offre nuove straordinarie opportunità per promuovere lo sviluppo sostenibile globale, dall'aumento della resilienza economica alla fornitura di servizi pubblici più efficaci. Tuttavia, non tutti sono ugualmente in grado di sfruttare queste opportunità, in particolare perché il rapido ritmo del cambiamento digitale pone ulteriori problemi a governi e società con risorse limitate. Colmare il divario digitale mondiale è sempre più urgente, poiché coloro che sono rimasti fuori dalla trasformazione digitale odierna rischiano di rimanere sempre più indietro. Ciò significa garantire che i servizi digitali siano disponibili ovunque, oltre che convenienti e accessibili a tutti. Per affrontare questo problema chiave, l'Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) e il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) hanno lanciato uno strumento congiunto per lo sviluppo delle capacità digitali, per supportare coloro che attualmente non sono serviti dalle risorse o dai canali di sviluppo esistenti. Sono previste azioni concrete in otto aree tematiche: connettività globale, beni pubblici digitali, sviluppo delle capacità, inclusione digitale, diritti umani, intelligenza artificiale, fiducia e sicurezza digitali e architettura della cooperazione digitale. https://digital-capacity.org/

PILLS  di Paolo Lutteri – 17 giugno 2021
Dal G7, in Cornovaglia: chissà se con autarchia si definisce l’autosufficienza economica di uno Stato o un’amministrazione carente di democrazia? I dubbi vengono, anche se è difficile per tutti autocelebrarsi come paladini assoluti della democrazia. Gli schieramenti si sfidano sul piano tecnologico; non c’è una spiccata deriva protezionista. Del resto la difesa delle economie nazionali non è più possibile nel mondo globale. E’ corretto fare i conti, far rispettare i copyright industriali, applicare misure di cybersicurezza, competere se possibile per la miglior trasparenza delle governance politiche, convergere su punti comuni senza ignorare la pluralità delle opinioni. Le civiltà e le ideologie hanno basi storiche, interpretazioni e atteggiamenti vischiosi per il progresso; rimangono qua e là sogni di un passato imperialista e aneliti di rivoluzioni non concluse. Le contraddizioni sono accese; ma non mancano incontri di discussione e di mediazione, supernazionali e locali. Quasi tutti sono consci di un destino comune dell’umanità. Così si spera.
211 – INTERNET OF SENSES
La 5G Infrastructure Association, partner della Commissione Europea, ha pubblicato il Libro Bianco "European Vision for the 6G Network Ecosystem". L’obiettivo è quello di organizzare nel prossimo decennio l’interazione del mondo umano, digitale e fisico, per automatizzare il livello dei processi decisionali, non senza lo sfruttamento del potenziale della meccanica quantistica. Si svilupperà la robotica mobile personale, il 6G porterà una connettività wireless completa quasi istantanea e senza restrizioni. La convergenza del 6G con le tecnologie operative aumenta la prospettiva di dissociare la posizione della produzione, delle attrezzature industriali, delle risorse e dei processi, dalla posizione effettiva degli operatori umani. Il 6G potrà collegare tutto, fornirà copertura wireless full-dimensionale e combinerà tutte le funzioni, come rilevamento, connettività, elaborazione, memorizzazione, monitoraggio, posizionamento, radar navigazione e imaging. Sarà un sistema accessibile e scalabile che potrà essere utilizzato in tutto il mondo, con un'efficienza nettamente superiore al 5G per soddisfare i servizi e le applicazioni, rendendoli un fattore chiave per la società della conoscenza intelligente del 2030.
https://5g-ppp.eu/wp-content/uploads/2021/06/WhitePaper-6G-Europe.pdf
212 – I RISCHI DEL FUTURO
Non solo innovazione scientifica, ma anche adeguamento istituzionale, che al momento è il veicolo più lento della società umana. Le disuguaglianze sociali e i divari tecnologici non saranno facilmente superabili. Un progresso efficace e sostenibile richiede anche una regolamentazione e una governance solide, che a loro volta richiedono un processo di certificazione comune, tenendo conto del numero crescente di utenti e fornitori che svilupperanno l’ecosistema digitale futuro. Che vuol dire controllare l’intelligenza artificiale anche nell’amministrazione economica, nelle relazioni giuridiche e nei processi democratici della politica. Secondo l’Unione Europea non ci potranno essere rischi per la sicurezza e i diritti delle persone, né algoritmi che aggirino subdolamente le norme o ingannino visioni e interpretazioni. Trasparenza, quindi, e rispetto del libero arbitrio, se riusciremo a mantenerlo con un comportamento saggio.
213 – DISTINGUO IN DIGITALE
Dietro una lingua c’è una cultura. Non si può scomporre un flusso di parole in senso grammaticale o sintattico, definendo in modo standard sostantivi, soggetti, verbi, coniugazioni, complementi. Se è ovvio che la cultura cinese è diversa da quella italiana (e non andiamo a scavare quante culture diversificate ci sono in Cina o in Italia), gli ingegneri dell’intelligenza artificiale dovrebbero approfondire la semantica di certi romanzi storici, dei proverbi popolari, dei sillogismi razionali e di quelli fallaci, ai quali gli ignoranti sono sempre molto attaccati. Il numero e la frequenza non fanno verità, beninteso. Importante e fondamentale è non prendere tutto per ‘oro colato’, né ‘vendere il cervello all’ammasso’, o avere ‘centri di gravità permanenti’. I robot che ci aiuteranno a prendere decisioni o che si sostituiranno a noi per agire dovrebbero avere sempre (a velocità 6G, naturalmente) un coefficiente di dubbio o qualche operazione di “distinguo”, non per pignoleria pedante, ma per meticolosità scientifica.

PILLS  di Paolo Lutteri – 10 giugno 2021
L’intelligenza collettiva si sviluppa solo con la pratica. I cosiddetti brainstorming e lavori di équipe sviluppano sinergie e potenzialità inespresse dai singoli, ma è solo con un’organizzazione allenata che si possono ottenere risultati importanti. Un esempio ci arriva dallo sport. Tra pochi giorni avremo in tv le squadre di calcio per il Campionato Europeo (11 giugno-11 luglio): 24 squadre in 6 gironi, poi fase finale. Delle performances in campo suggerisco di osservare l’intelligenza collettiva del gioco, distribuito secondo posizioni, schemi tattici e talenti individuali, ma eseguito con quell’affiatamento tra atleti che è il segreto del successo. Se tutti contribuiscono a uno scopo comune, il successo è più facile. Se lo spirito di squadra e l’intelligenza collettiva animassero anche tutte le formazioni di amministrazione sociale, economica e politica, con pluralità di idee ma intenzioni convergenti, quello sviluppo equilibrato e sostenibile che auspichiamo per il nostro pianeta sarebbe più a portata di mano.
208 – MIRAITOWA/NOSTALGIA DI FUTURO
Anche i Giochi Olimpici hanno ‘nostalgia di futuro’. Miraitowa è il nome di una delle due mascotte delle Olimpiadi di Tokyo, è composto dalle parole ‘mirai’ (futuro) e ‘towa’ (eternità), ovvero "dal passato al futuro”. I Giochi, non disputati nel 2020, si terranno dal 23 luglio all'8 agosto 2021. Sono previste 50 diverse discipline sportive, distribuite su 339 eventi in 42 location differenti. Partecipano 210 Paesi e 11.000 atleti di cui oltre 300 italiani. In Italia Rai Due trasmetterà in chiaro circa 200 ore di gare selezionate, dall’1 di notte alle 16, poi una rubrica di commenti in prima serata. Eurosport/Discovery trasmetterà circa 3500 ore di agonismo su vari canali a pagamento, coprendo praticamente tutte le discipline. La Rai ha previsto la trasferta in Giappone di oltre 200 persone (giornalisti, opinionisti, operatori, personale vario). Nonostante le restrizioni per i contagi, sarà come di consueto il grande spettacolo globale per tutti gli abitanti della Terra. Da seguire.
209 - IDENTITA’ DIGITALE EUROPEA
Premendo un tasto sul telefono i cittadini europei potranno accedere a servizi online con la loro identificazione digitale nazionale, che sarà riconosciuta in tutta Europa. Potranno collegare le loro identità digitali nazionali con le certificazioni personali (ad esempio patente di guida, diplomi, conto bancario) allo scopo di accedere a servizi digitali sia pubblici che privati. I portafogli europei di identità digitale consentiranno alle persone di scegliere quali aspetti, relativi all'identità, ai dati e ai certificati, condividere con terzi e di tenere traccia di tale condivisione. Il controllo degli utenti garantisce che siano condivise solo le informazioni necessarie. Il 3 giugno scorso Margrethe Vestager, Commissaria alla Concorrenza dell’Unione Europea, ha invitato gli Stati membri a predisporre un pacchetto di strumenti comuni entro settembre 2022, proponendo una serie di obiettivi e tappe che l'identità digitale europea contribuirà a conseguire. Ad esempio, entro il 2030 tutti i servizi pubblici principali dovrebbero essere disponibili online, tutti i cittadini avranno accesso alla propria cartella clinica elettronica e l'80% dei cittadini dovrebbe utilizzare l'identificazione digitale (eID).
210 – LINGUA UNIVERSALE
Umani e macchine si contendono l’uso delle lingue. Luca De Biase ha avviato una interessante discussione su Media Ecology a proposito di una lingua universale. L’inglese sembra il linguaggio più promettente (è parlato da circa 360 milioni di individui come lingua madre e da molte centinaia di milioni di persone come seconda o terza lingua). In realtà si osserva che “l’inglese non arricchisce la qualità linguistica delle conversazioni internazionali, le rende semplicemente possibili. Ma è probabile che lo stesso livello di possibilità venga raggiunto tra qualche tempo da dispositivi collegati a sistemi di traduzione automatica. Sia nell'inglese globale che nella traduzione automatica, le parole possono essere usate per scambiare informazioni, mentre per condividere il significato bisogna ancora fare i conti con la complessità della comprensione culturale”. Da ricordare che la lingua cinese con i suoi caratteristici ideogrammi ha più di un miliardo di utenti abituali, lo spagnolo oltre 400 milioni, hindi 300 milioni e arabo poco meno, ma con molti dialetti diversificati.

PILLS  di Paolo Lutteri – 3 giugno 2021
Fragilità. E’ bastata una mutazione di un batterio grande quanto un miliardesimo di metro per mettere in crisi la sanità e l’economia del mondo. Il livello di complessità dell’organizzazione è tale per cui una piccola fluttuazione biologica di energia ci costringe a rivedere regole di comportamento, rapporti economici, valori sociali, relazioni affettive. Non si può tornare indietro, gli effetti sono globali e non si può uscire dalla crisi da soli. Se non si può fermare il divenire, speriamo almeno che la coscienza comune ne prenda atto e attenui almeno le grandi contraddizioni dello sviluppo. Per il momento non sembra che le guerre e la fame nel mondo siano in calo, ma sono certamente in aumento i buoni propositi. Così sia.
205 – SALMONI CONTROCORRENTE
L’acqua scende dai monti verso il mare, il calore dell’energia tende a raffreddarsi, il tempo si consuma. Sono i princìpi della gravità e della termodinamica. Questo è il significato dell’entropia della natura, costantemente in aumento, ineluttabile, orientata all’espansione, alla diversificazione, allo sfaldamento sottile delle strutture. L’entropia dell’ambiente cresce perché consumiamo energia. Nel mondo questo processo di degradazione è lento, al contrario l’umanità cerca proprio energia, ordine, certezze, regole, algoritmi sociali per il benessere comune. Anche se non si può fermare né l’entropia né lo scorrere del tempo, la nostra vita è simile a quella del salmone che tenacemente vuol risalire la corrente. L’allusione viene da Guido Tonelli, astrofisico, che ha pubblicato da poco con Feltrinelli “Tempo. Il sogno di uccidere Chrónos”, un affascinante libro di scienza che racconta la storia del mondo e del tempo con l’aiuto del mito e della letteratura. Un racconto che ha come protagoniste le particelle elementari della natura e gli scienziati che le esplorano.
206 – BRIVIDI UAP
La sigla sta per Unidentified Aerial Phenomena. E’ la dicitura aggiornata di OVNI (Oggetti Volanti Non Identificati) e UFO (Unknown Flying Object). Saranno Extraterrestri? Ora, premesso che tutto è possibile nella fantasia scientifica, le probabilità che intorno al nostro pianeta volteggino dischi o lenticchie extraterrestri tendono al limite zero. Di tanti ‘perché’ ne prendo due. Primo: ci sono telescopi e spettrografi puntati su ogni parte del cielo che carpiscono perfino le fluttuazioni atomiche dell’universo, ma per il momento niente astronavi aliene. Secondo: le distanze, le radiazioni cosmiche e il limite di spostare masse alla velocità dei fotoni rendono molto molto difficili visite e comunicazioni extrasolari. Non occorre snocciolare i numeri giganti e le leggi astrofisiche. Tuttavia è probabile che forme di vita speciali abitino in altre regioni del cielo. Come osservatori mediatici possiamo segnalare 110 film di sci-fi (i migliori secondo MyMovies) nei quali le storie e gli effetti speciali hanno prodotto emozioni spettacolari così forti da incidere certamente nell’immaginario del pubblico.
https://www.mymovies.it/film/davedere/?genre=fantascienza&orderby=mymonetro
207 – NON SAREMO POCHI
Il censimento nella Repubblica Popolare di Cina ha contato alla fine del 2020 un miliardo e 416 milioni di abitanti. Forse non bastano. Il 31 maggio 2021 l’Ufficio politico del Partito Comunista Cinese ha deciso di consentire a ogni coppia di avere tre figli, per contrastare l’invecchiamento della popolazione. Fino a ottobre 2015 vigeva la politica del figlio unico, poi si è passati a due. Adesso è auspicato il terzo figlio, con misure di sostegno, miglioramenti al servizio di assistenza all'infanzia, al congedo di maternità e all'assicurazione per il parto. Contemporaneamente si parla di rinvio dell'età pensionabile e di campagne di educazione al matrimonio e ai valori della famiglia presso i giovani. Il tasso di fertilità in Cina, necessario per una popolazione stabile, è di 2,1 figli per ogni donna. L'Ufficio Nazionale di Statistica ha affermato che le madri cinesi hanno dato alla luce l'anno scorso 12 milioni di bambini, meno rispetto ai 14,65 milioni del 2019, segnando un calo del 18% anno su anno e continuando la discesa a un minimo da quasi sei decenni. Dunque, cari cinesi, crescete e moltiplicatevi!

PILLS  di Paolo Lutteri – 28 maggio 2021
Il Corona virus in Europa ha fatto circa 800.000 vittime. Ma ogni anno si contano oltre 400.000 morti per l’inquinamento atmosferico. I costi dell’inquinamento nell’Unione Europea in termini di salute e attività economiche sono stimati tra 330 e 940 miliardi di euro all’anno. Inquinamento zero è l’obiettivo dell’Unione Europea, che verrà approfondito nella Settimana Verde (31 maggio-4 giugno prossimo). Sono previsti interventi drastici. Per il 2030 il Green Deal Europeo intende: 1. ridurre di oltre il 55% gli impatti sulla salute (morti premature) dell'inquinamento atmosferico; 2. ridurre del 30% la quota di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti; 3. ridurre del 25% gli ecosistemi in cui è minacciata la biodiversità; 4. ridurre del 50% le perdite di sostanze nutrienti del suolo, l'uso e il rischio di pesticidi chimici, la vendita di antimicrobici per animali d'allevamento e in acquacoltura; 5. ridurre del 50% i rifiuti di plastica in mare e del 30% le microplastiche rilasciate nell'ambiente; 6. ridurre complessivamente la produzione di rifiuti significativa e del 50% i rifiuti urbani residui. https://ec.europa.eu/environment/pdf/zero-pollution-action-plan/communication_en.pdf
202 – GIUSTIZIA DA SISTEMARE
Parole pesanti del Presidente Mattarella nella scorsa celebrazione della Giornata della Legalità (23 maggio) per cercare di ristabilire l’affidabilità della Magistratura italiana, chiacchierata se non indagata per comportamenti poco trasparenti e manipolatori della democrazia, spesso in una situazione di disorganica gestione degli apparati. Secondo il Rapporto Eurispes 2021 una delle critiche correnti è rivolta all’irragionevole durata dei processi, nociva alle vittime ma anche agli imputati. Su un campione di 13.755 processi monitorati presso 32 Tribunali, solo il 20,5% dei processi penali in primo grado arriva a sentenza. Nel resto dei casi, il procedimento termina con il rinvio ad altra udienza. E la durata media del rinvio si attesta intorno ai 5 mesi per i procedimenti in Aula monocratica e 4 mesi per quelli davanti al Tribunale collegiale. Le condanne incidono solo per il 43,7% delle sentenze. La quota relativa all’estinzione del reato è del 26,5%. L’innovazione organizzativa della giustizia, che punta sull’implementazione delle tecnologie e della digitalizzazione, è anche uno degli obiettivi insiti nel Recovery Plan. https://eurispes.eu/news/risultati-del-rapporto-italia-2021/
203 – CONNECTING MINDS, CREATING THE FUTURE
“Collegare le menti, creare il futuro” è lo slogan dell’Expo 2020 Dubai, posticipato per la pandemia al 21 ottobre 2021 (chiuderà il 31 marzo 2022). Il Padiglione italiano, avviato da qualche settimana, sarà dedicato al tema della bellezza, scelto in quanto tratto inconfondibile del nostro Paese. L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) supporterà il Commissario Generale dell’Italia per l’esposizione universale, Paolo Glisenti, che ha dichiarato di voler realizzare uno spazio rappresentativo del migliore ingegno italiano, facendo vedere al mondo competenze, talenti e ingegni multidisciplinari che possono diventare promotori di nuove opportunità formative, professionali e imprenditoriali. Il Padiglione Italia viene realizzato con il contributo di aziende partner chiamate a fornire le migliori componenti costruttive, impiantistiche, tecnologiche e scenografiche, capaci di dimostrare le competenze più innovative impegnate oggi nella sostenibilità, nell’economia circolare, nell’architettura digitale. https://italyexpo2020.it/
204 – DELIVERABILITY E APPEAL
Milioni, miliardi di informazioni che viaggiano ogni giorno su vie telematiche non arrivano al destinatario. Un po’ come i volantini pubblicitari stampati che venivano buttati senza essere letti. Troppe comunicazioni, ancorché interessanti, non trovano il tempo di essere lette. Ma in gran parte le e-mail finiscono automaticamente nelle caselle ‘spam’ o volutamente nelle caselle ‘cestino’, vanificando le buone intenzioni di un mittente. La responsabilità in parte è degli algoritmi del provider, infatti molti ISP calcolano la reputazione del mittente e ne destinano il messaggio alla casella spam. In parte la colpa è della saturazione mentale del destinatario, travolto dal numero dei suoi interlocutori. Il marketing della posta elettronica suggerisce di identificare chiaramente il mittente con un brand ben riconoscibile o con nome e cognome (la reputazione è apprezzata, una sigla indistinta no). Il titolo del messaggio deve far leva sulla fedeltà di lettura o sulla curiosità dell’argomento. Ci vuole anche un layout ben leggibile, conciso, e un po’ di glamour nelle proposte di vendita! Chi volesse intanto approfondire l’eziologia di ‘spam’ si diverta consultando https://it.wikipedia.org/wiki/Spam.

PILLS  di Paolo Lutteri – 20 maggio 2021
La giustizia protegge i diritti dei cittadini. Ma è un concetto astratto. Nella pratica sociale ci sono professionisti della giurisprudenza che si occupano della gestione dei diritti e delle sanzioni. Non solo analisi sui crimini, ma semplicemente amministrazione etica dei fatti privati e dei fatti pubblici. Chi fa l’avvocato, chi l’indagatore, chi il giudice. Se l’organizzazione interna di queste professioni ha obiettivi prevalenti rispetto alla funzione sociale verso i cittadini, il ‘sistema’ può diventare irregolare e l’arbitro arbitrario. Se poi, con una forma di sodalità ammiccante, si pianificano carriere soggettive, comportamenti autoreferenziali, privilegi e impunità, collusioni col potere economico e politico, allora quelli che dirigono il ‘sistema’ sono cospiratori. Ma siccome siamo innocentisti fino a prova di reato, abbiamo fiducia che ci siano professionisti leali e che, con un Parlamento attento, la giustizia sia sempre trasparente, come richiedono la civiltà e lo sviluppo sostenibile.
199 – ALGORITMI MORFOGENETICI
Alla Tufts University, poco a nord di Boston, sul Mystic River, il laboratorio di Michel Levin studia come vengono elaborate le informazioni nei sistemi biologici. In uso tecniche di genetica molecolare, biofisica e modellazione computazionale per affrontare il controllo su larga scala della crescita e della forma. Se un verme può riprodurre parti tagliate, a una salamandra può rispuntare la coda e il fegato umano può rigenerarsi, quali sono i meccanismi molecolari e neuronali del ‘sistema cervello’ per riprogrammare tessuti, arti ed organi? Ci sono segnali bioelettrici che fanno parte del linguaggio delle cellule per modellare l'organismo. Per scoprire quali informazioni hanno i tessuti biologici e come vengono archiviate, elaborate e comunicate, ci vogliono tecniche di intelligenza artificiale e neuroscienze, modelli computerizzati algoritmici. In futuro forse sarà possibile far spuntare dita amputate e rigenerare organi usurati. https://ase.tufts.edu/biology/labs/levin/
200 – ROBOTICA COLLABORATIVA
I cobot (collaborative robot) sono ormai in fabbrica; non solo in ambienti pericolosi o poco strutturati, ma nei settori più disparati, dall’industria alimentare a quella medicale, dalla logistica all’assemblaggio, dalla chimica all’aerospaziale. Hanno sistemi di visione e sensori plurimi. Sono mobili, non hanno bisogno di barriere protettive come i vecchi robot industriali. Alcuni si guidano con un joystick, altri col telefonino, se non vocalmente. Rendono possibile maggiore sicurezza, efficienza, precisione. Si integrano con altre tecnologie. Sostituiscono l’uomo nel lavoro ripetitivo e usurante. Occorre naturalmente, una riqualificazione professionale per chi li adopera, che è un bene per la formazione di personale meccatronico evoluto. A seguito degli ‘Stati generali della Robotica collaborativa’, organizzati da Universal Robots, è stata anche lanciata una ‘Carta delle Idee della robotica collaborativa’, un manifesto redatto da alcuni dei maggiori esperti di automazione e robotica.
https://prisma.dieti.unina.it/images/2021PressClub/UniversalRobots_140421.pdf
201 – INDY SENZA PILOTIAuto dotate di sensori che viaggiano nel traffico, più prudenti di un guidatore umano. Restano le incognite dei guasti all’intelligenza robotica e i dilemmi occasionali (frenare o accelerare? investire un animale o farsi tamponare?). Intanto gli sportivi hanno organizzato per il prossimo 23 ottobre, sul Motor Speedway di Indianapolis, una gara per sole auto da corsa autonome guidate da algoritmi di intelligenza artificiale. Dieci giri, senza limiti di velocità e senza incidenti (si spera!). L’iniziativa è di Dallara Automobili di Parma con Clemson University (South Carolina), che ha già equipaggiato una vettura con sensori radar di telerilevamento, telecamere, freni, acceleratore, ovviamente cervello algoritmico. Alla sfida “Simulation Race” hanno risposto 37 Università da tutto il mondo, tra cui Pisa, Modena e Milano, che stanno lavorando alla preparazione del digital twin della vettura fisica e del robot-pilota.

PILLS  di Paolo Lutteri – 12 maggio 2021
Rischio generico calcolato. Se vado al mercato un giorno alla settimana a fare la spesa e, giocoforza, mi mescolo con la gente, ho una certa probabilità di contagio. Se ci vado tutti i giorni la probabilità si moltiplica per sette. Meglio di no. Stesso ragionamento per andare al ristorante o salire su un autobus. Poi c’è il rischio imprevedibile: un tale che mi investe, che tossisce da vicino o che vuol parlare in ascensore … Basta qualche secondo e le goccioline virali mi potrebbero attecchire. Ma non si può vivere col lenzuolo sopra la testa. Bisogna stare attenti e rischiare ragionevolmente. Se i no-vax e i sostenitori della clausura ce lo concedono, rischiare vuol dire esercitare il ‘libero arbitrio’. I deterministi scuoterebbero la testa: il fato incombe sopra tutti. Ma l’astrologo saggio direbbe: “astra inclinant, non necessitant”.
196 – BIG DATA E STUPIDITA’
Le statistiche non sempre predicono il vero. Sono una forma di matematica comportamentale che sintetizza elementi frequenti, origine, intensità, permanenza, effetti collaterali. La quantità di variabili esaminata è la chiave del successo di una previsione. Oggi le raccolte di dati, i big data, e l’uso di calcolatori e di algoritmi permette un’ampiezza e un’accuratezza formidabile anche nelle situazioni più complesse. Ci sono esempi straordinari di statistica predittiva: per esempio nella meteorologia, nel marketing dell’economia, nell’astrofisica, ma anche più banalmente nel sapere dove avvengono incidenti stradali o prevenire collassi sanitari. Non è mai facile, la complessità dei sistemi aumenta con l’aumento delle conoscenze e nuove ipotesi di sviluppo si affacciano continuamente all’attenzione dei ricercatori. Ma gli scienziati hanno oggi strumenti matematici molto potenti. Serviranno anche per garantirci un mondo sostenibile? Siamo d’accordo con chi ha detto che la stupidità e la corruzione non devono prevalere nella sfida con la scienza.
197 – TRASH CONSENSUALE
Argomenti trash, di qualità spettacolare, coinvolgenti, interattivi ai minimi sociali anche se si tratta di vip o influencers. Un po’ ci godiamo tutti, rimuginando quel tocco di perverso che teniamo seminascosto. E’ una cultura subconscia, alimentata dai brividi emotivi, dalle voglie irrealizzate, forse da zone cerebrali inesplorate, ribelli alla censura dell’educazione e della ragione. E’ il fascino del brutto della vita, della cronaca della libidine, ma anche dell’ascolto e della chiacchiera narcisista di aggiungere parole a parole, immagini a immagini senza un percorso prestabilito, stuzzicato da endorfine autonome. Follia quotidiana che si estende alla letteratura, alla cinematografia, all’intrattenimento televisivo, alla politica. Non c’è crimine apparente, è solo flusso di incantamento glamour, senza malizia ma con effetti collaterali sulla società. Così la spazzatura è diventata un trofeo da esibire, un monumento senza legge, di seduzione. Il problema dello sviluppo sostenibile è che al genere umano son sempre piaciute le sirene …
198 – OBESITA’ CULTURALE
Ormai sappiamo tutti che è possibile, anzi probabile, una catastrofe ambientale planetaria se non costruiamo rimedi industriali e sociali di impatto. Lungi dal fare prediche, ma bisogna pur concretizzare azioni precise per uno sviluppo sostenibile. La transizione ecologica riguarda l’organizzazione economica (energie rinnovabili, meno cemento, meno inquinamento, meno rifiuti tossici), ma anche i comportamenti individuali. Per esempio, nelle società ‘avanzate’, consumiamo troppo cose pericolose: armi, droghe, tabacco, liquori, carni, zuccheri, sali, carburanti per trasporti privati, plastica. Senza voler generalizzare troppo, l’obesità non è solo fisica, ma anche culturale: l’accumulo di cultura è positivo, ma un po’ di trash ce lo potremmo risparmiare a favore di una migliore educazione civica. Dilaga un bisogno mentale superfluo, compulsivo, ignorante, volgare, inutile. Storpiature e demenze come modelli sui mass media, futilità, culto dello squallore che molti social diffondono, invadendo i percorsi culturali innovativi brillanti, comprese la satira intelligente e l’esperienza artistica del passato. Stili di consumi vacui sono in contrasto con la formazione ecologica attesa.

PILLS  di Paolo Lutteri – 6 maggio 2021
La tecnologia aiuta a capire. Le identità nei dettagli rivelano modalità ed elementi misteriosi. Un tampone sanitario ti dice se hai addosso un virus senza saperlo. Una grafia cinese, incomprensibile per un europeo, se viene esaminata da uno scanner di telefonino, ti viene spiattellata nel tuo idioma preferito. E’ solo questione di aggregazione di segni, ideogrammi o lettere d’alfabeto. Forse ci arrivava anche un cervello umano, ma con un’intelligenza artificiale si fa più velocemente. Meno facilmente il computer afferra i significati allusivi o metaforici, che da lingua a lingua sottendono immagini e concetti culturali tipici. Per esempio: l’espressione cinese 打酒三杯 (pron: Dǎjiǔsānbēi; lett: ”tre bicchieri di vino”) in realtà allude a una “punizione leggera”, tipo un’ammenda comminata a un albergo con scarsa igiene. Forse neanche un sinologo italiano avrebbe capito facilmente. Così come un cinese che traduce dall’italiano avrebbe fatto fatica a capire il significato di “tarallucci e vino”.
193 – RICONOSCIMENTO FACCIALE
Le emozioni trapelano dalle smorfie del volto? Si dice di sì, e gli scanner di riconoscimento delle big tech sembrano orientate a decifrarle in modo standard. Ma il rapporto dell’individuo con la sua coscienza razionale e sentimentale è molto più complesso e una maldestra frenologia ha già reso possibili molti errori. Secondo alcuni ci sarebbero sei stati emotivi di base: gioia, rabbia, disgusto, tristezza, sorpresa e paura. Ma è un grande rischio automatizzare il riconoscimento delle emozioni. Intanto non c’è consenso su che cosa sia effettivamente un’emozione né sulla stabilità delle funzioni fisiologiche o neurobiologiche collegate. Tra l’altro è stata osservata un’interpretazione di volti bianchi, neri o asiatici così diversi tra individui ed etnie, che indurrebbero a giudizi graditi ai razzisti, come se le smorfie apparentemente più arrabbiate o sprezzanti fossero riconducibili a emozioni negative. Quindi: altolà agli algoritmi che decifrano le emozioni! E, per sicurezza, continuiamo a indossare la mascherina!
194 – ARTIFICIALI PER L’ANTROPOCENE
Non solo calcolatori e telefonini multitasking, ma protesi del corpo umano: attrezzi e macchine. Uno dei primi fu la leva (Archimede), ma poi vennero martelli, pinze, cannocchiali, balestre e fucili. Oggi ci sono i motori, le auto, le gru, i radar, i razzi, i droni, i bracci robotici, gli elettrodomestici, gli assistenti virtuali, i chip gps e sottopelle, le tastiere per non sciupare troppo le dita che scrivono, le telecamere negli occhiali, gli apparecchi acustici, le valvole cardiache artificiali e via dicendo. L’equipaggiamento bionico si incrementa sempre più. Addirittura i neuroni bionici potrebbero riparare circuiti cerebrali difettosi. Un mercato specifico della bionica è quello degli organi artificiali: il rapporto "Mercato globale degli organi artificiali e della bionica - 2020-2025”, articolato per tipologie, tecnologia, utenti finali, geografia e analisi competitiva, è stato presentato lo scorso aprile e ne stima il valore commerciale a 21,41 miliardi di dollari nel 2020, mentre dovrebbe raggiungere i 32,05 miliardi di dollari entro il 2025, crescendo a un tasso composto di crescita annuale (CAGR) dell'8,4%. https://www.marketreportsworld.com/bionics-market-13347253
195 – PROGRAMMI TV INTELLIGENTI
Argomenti clamorosi e posizioni nei palinsesti fanno alta l’audience dei programmi televisivi. La qualità è un’altra cosa: ci vogliono personaggi di spessore e intelligenza per saper confezionare e porgere contenuti di valore. Sono tanti i programmi televisivi interessanti ma meno numerosi quelli intelligenti. Premesso che occorrerebbe una discussione sul significato di ‘intelligenza nei programmi tv’, un piccolo sondaggio dedicato alla Rai ne ha indicati alcuni. Anzitutto le serie tradizionali di Alberto Angela (“Ulisse, il piacere della scoperta”), i resoconti investigativi di “Report” (condotti da Sigfrido Ranucci), “Quante storie” (già di Corrado Augias, ora con Giorgio Zanchini), gli episodi di “Passato e presente” (con Paolo Mieli). Ma si fa notare anche “Via dei Matti n°0”, il salotto quotidiano di cultura di Stefano Bollani e Valentina Cenni, con ospiti sempre importanti, preziosi per conoscere la musica. I servizi di Rai Play, la piattaforma streaming del servizio pubblico, ne consentono libera e ripetuta visione: https://www.raiplay.it/

PILLS  di Paolo Lutteri – 29 aprile 2021
Evitare temporaneamente contatti ravvicinati e tutte le occasioni che potrebbero favorirli. Questo è il succo delle regole per tener bassa la probabilità di contagio. Questo covid, le sue varianti e i suoi effetti collaterali, ancorché poco conosciuti, sono pericolosi per tutti. La smania di socializzare, fare feste, cicaleggiare, infilarsi nelle movidas sembra un istinto naturale irrefrenabile. Voglia di contatto, che dpcm, proclami, lettere scritte e pagine web non riescono a calmare. Poi c’è il lato economico della comunità: turismo, ristorazione, spettacolo, intrattenimento, trasporti e tanti altri settori sono stati senza lavoro e, a breve, ne avranno poco. Bisogna ammettere che questo paradigma consumista è in crisi e che non basteranno mai i sussidi di Stato.
190 – NON SOLO SOLDI
Il budget europeo aiuterà l’Italia, un po’ a regalo, un po’ a prestito. Ma non sarà solo questione di soldi: le riforme tecnologiche all’economia dovrebbero rifondare i comportamenti sociali, le aggregazioni del lavoro, la giustizia e il fisco, lo sfruttamento di risorse energetiche sostenibili. Probabilmente dovremo abbandonare modalità di consumi pericolosi (carbone, petrolio e plastica) e avviare comportamenti industriali e civili nuovi (telematica, automazione). L’innovazione scientifica, dai campi più estesi (esplorazione spaziale) a quelli minuscoli (fisica, biologia) saranno le frontiere della prossima rifondazione culturale dell’umanità. Concetti ancora nebulosi, percorsi da costruire. E ci saranno contraddizioni, incomprensioni, resistenze, lotte, sacrifici. Non sarà una soap opera. Media e social avranno il loro daffare.
191 – LETTERATURA E TELEVISIONE
I lettori aumentano, i telespettatori anche. E’ l’elogio del sentimento. Quanto più il racconto è irrazionale, tanto più fa appeal. Sembra quasi la resistenza all’avvio degli algoritmi, ai giudizi elettronici, ai poteri immobili. Amori giovanili e senili, avventure straordinarie nel passato e nel futuro, sfide alla giustizia e corruzioni, passioni omicide, vendite strappalacrime, pubblicità ammiccanti, talk show sgangherati, giochi dell’assurdo, stranezze del mondo, story tellers da libidine, ingredienti spruzzati qua e là di sesso e violenza, coltelli e pistole se non cannoni e supereroi micidiali. Anche gli sport diventano un terreno di battaglia iperbolica e, se non bastassero le fiction, i telegiornali ci mettono il loro peso di polemiche, delitti e stragi. Ce n’è per tutti e tutte le età, per tutti gli stili di vita, per tutte le ambizioni trasparenti e occulte. Un caleidoscopio di spettacolo che tocca più i sentimenti che la ragione, così da rendere difficile la scelta tra migliaia di titoli e di canali, personaggi ed interpreti. Così oggi è la letteratura, bellezza!
192 – CONSUMI IN MOVIMENTO
L’organizzazione economica del prossimo futuro avrà qualche novità, anche per via della pandemia. Anzitutto il lavoro da remoto, che comporterà anche una flessione dei trasporti privati, della ristorazione meridiana, dei tempi di shopping. Poi l’e-commerce, che ha conquistato gli abitanti delle grandi città ma anche dei piccoli paesi, sia giovani che adulti, sia per prodotti di lunga-media scadenza che per le prime necessità come gli alimentari. Non è argomento solo dei grandi del delivery, ma anche di tanti piccoli negozi commerciali che si sono attrezzati per le consegne a domicilio (la cosiddetta filiera corta). Riguardo ai settori è attesa una rilevante crescita della caring economy, ovvero dei prodotti e servizi per il benessere e la salute, sia per il livello personale che per il livello amministrativo pubblico, viste le emergenze ecologiche ambientali di tutto il pianeta. L’aumento della liquidità dei risparmi delle famiglie nei conti bancari, almeno nei Paesi avanzati come quelli europei, favorirà anche una crescita delle offerte di investimento finanziario. Non poco peseranno i colossali investimenti pubblici (grandi lavori, cantieri e manutenzione) finanziati dai Recovery Funds. Alla base di tutti i cambiamenti la digitalizzazione è la nuova modalità di comunicazione che sosterrà tutte le innovazioni. App a iosa, soprattutto per i giovani, e tecnologie cyber per la sicurezza.

PILLS  di Paolo Lutteri – 21 aprile 2021
Queste pillole non sono per nulla esaurienti. Sono solo uno stimolo per approfondire storie di cultura mediatica. Oggi un accenno alla Cina: i mass media cinesi sono perlopiù allineati al loro governo. Stato, partito, popolo e opinionisti sembrano un blocco unico. Non è così vero. Bisogna leggere tra le righe, cogliere le sfaccettature di un sistema, capire anche i silenzi. Il medioevo cinese è stato molto lungo e nella gerarchia del potere cinese ce ne sono ancora tracce. Riti e religioni hanno frenato per secoli lo sviluppo. La corsa tecnologica e industriale sta modificando continuamente l’ideologia di governo. Con poche scosse, in 40 anni si è passati dal ‘marxismo-leninismo-maozedong pensiero e dittatura del proletariato’ al ‘socialismo con caratteristiche cinesi’. E la cultura liberale consumista insidia il rigore del capitalismo di stato. E’ tutto in movimento e occorre conoscere i dettagli.
187 - CINA 2049
Per festeggiare 100 anni della Repubblica la Cina vuole diventare un ‘Paese socialista modernizzato’. A medio termine, ‘Vision 35’ è un progetto del Governo, ispirato allo slogan della ‘doppia circolazione’, ovvero consumo domestico e accordi internazionali, e all’autosufficienza tecnologica. E’ una strategia economico-politica che intende portare la Cina a un ruolo chiave nel definire la tecnologia del futuro: economia digitale, Internet of Things, Cloud Computing, Big Data, 5G, 6G, Intelligenza Artificiale, esplorazione spaziale, sicurezza cybernetica. E poi c’è il processo di decarbonizzazione a vantaggio dell’ambiente. Ovviamente è la competizione con gli Stati Uniti, che già osteggiano Huawei e i rapporti Cina-Europa, a costituire il punto di riferimento dello sviluppo tecnologico ed economico. Ci sarà un’egemonia bipolare o un confronto aperto a tutti gli Stati con la loro diversa gradualità di sviluppo, al fine di una convergenza pianificata dedicata alla s
alvaguardia di tutto il pianeta Terra?
188 - SHANGHAI PIU’ 5
La metropoli cinese fa 30 milioni di abitanti in 6.300 kmq (Roma Capitale fa 4,2 milioni in 5.300 kmq). L’attrazione verso il centro si sta sviluppando in altezza a causa del limitato spazio a disposizione, l’aumento dei costi legati alla congestione produce un indebolimento dell’energia di sviluppo. Le infrastrutture non reggono l’espansione. La municipalità vuol rimodellare il paesaggio urbano e promuove la costruzione di 5 nuove città: Jiading, Qingpu, Songjiang, Fengxian, Nanhui, organizzate sulla base di popolazione, industria e trasporti. La nuova struttura prevede alcune caratteristiche speciali: cluster, con diversi centri urbani; forma a rete multi-livello; integrazione, con la fusione dei centri produttivi; digitalizzazione: con spazi reali e virtuali; sicurezza e benessere ambientale, con parchi ecologici e abitabili. Le grandi industrie già si muovono per ottenere la migliore localizzazione.
189 - CONFINI TURBOLENTI
La stragrande maggioranza dei cinesi è di etnia Han. Nella storia le dinastie Han sono state articolate in numerosi regni combattenti fra loro e hanno subito invasioni violente da parte di unni, mongoli, mancesi, oltre alle occupazioni dei giapponesi e dei colonizzatori occidentali. Il governo cinese oggi ritiene che le province periferiche, come il Xinjiang, siano ancora arretrate culturalmente, reticenti al progresso voluto dal governo centrale e che le religioni locali favoriscano forti disuguaglianze sociali, come nei rapporti di genere. Russi e americani, che avrebbero voluto estinguere l’egemonia dei talebani dall’Afghanistan, non ci sono riusciti. C’è un pericolo di insurrezione, alimentato da simpatie straniere? A rimedio ecco le pratiche definite di ’controinsurgenza’: prigione preventiva, rieducazione forzata, coercizioni impensabili in un’ottica liberale di tutela dei diritti umani, ma che sia Russia che Usa che Paesi Arabi non hanno esitato a mettere in pratica finora. Questioni aperte, inquietantemente.

PILLS  di Paolo Lutteri – 15 aprile 2021
Buon successo per l’edizione telematica del Concorso “I giovani e le scienze 2021”, organizzato dalla Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche di Milano per il Contest Europeo EUCYS. La premiazione dei 20 progetti finalisti è stata articolata in 4 sessioni, accompagnate da conferenze scientifiche di alto livello, sponsorizzate dalla Fondazione Salvetti, con Marco Bersanelli (astrofisico), Elisa Palazzi (ecologia), Fabrizio Bovi (industria aeronautica), Giovanni Caprara (esplorazione spaziale). Ecco alcuni argomenti dei progetti premiati: “Bolle interstellari distorte” (Giovanni Benetti di Asiago), “Autosufficienza energetica” (Leonardo Cerioni, Linda Paolinelli e Matteo Santoni di Jesi), “Nanosensori per proteggere il riso” (Sara Peverali e  Andrea Letizia di Novara), “Purificazione con SAPonite” (Giorgia Ludovica Mazza e Stefano Merlo di Casale Monferrato), “La percezione dei robot” (Patrick Turricelli di Carpi), “Interfaccia neurale per disabilità motorie” (Federico Runco di Casale Monferrato). Tutte le invenzioni e le ricerche, con foto e video, sono consultabili su: https://giovaniescienze2021.fast.mi.it/
184 – LETTURE
L’Associazione Italiana Editori (AIE) e il Centro per il Libro e la Lettura hanno presentato a fine marzo scorso un Libro Bianco intitolato ”Dall’emergenza a un piano per la ripartenza”. Ovviamente la pandemia ha colpito anche questo settore, tuttavia la lettura è cresciuta se si considera, oltre ai libri a stampa, anche ebook e ascolto di audiolibri. A ottobre 2020, i lettori di soli ebook e ascoltatori di audiolibri erano il 6%; i lettori di soli libri a stampa erano il 29%; i lettori di entrambe le categorie precedenti erano il 26%; mentre i non-lettori erano il 39%. I cambiamenti nella dieta di lettura si sono mossi in parallelo ai cambiamenti negli acquisti. L’indice di lettura resta la criticità principale del libro italiano: per Italia è 61%, per Spagna è 68%, per Germania è 69%, per UK è 86%, per Francia è 92%. Prospettive per l’Italia: le vendite di libri a stampa nei canali trade crescono nelle prime otto settimane del 2021, con un andamento a valore sul corrispondente periodo dell’anno precedente del +25%.
185 – A FRANCOFORTE
Sono aperte le iscrizioni alla collettiva nazionale della Fiera del Libro di Francoforte, la più importante fiera del libro a livello internazionale per lo scambio dei diritti. A ogni edizione, un Paese ospite d'onore diverso: nel 2021 è il turno del Canada. La 73a edizione della fiera si svolgerà dal 20 al 24 ottobre 2021 con tutte le precauzioni igienico-sanitarie del caso, atte a garantire la sicurezza degli operatori professionali e dei visitatori. ICE-Agenzia e Associazione Italiana Editori organizzano congiuntamente la presenza istituzionale italiana, che prevede la realizzazione di uno stand collettivo con un numero limitato di postazioni e allestimento standard. La partecipazione degli editori italiani con un modulo espositivo e una postazione ad uso esclusivo è offerta a titolo gratuito, grazie alle misure straordinarie Covid-19 adottate dal MAECI e da ICE-Agenzia per sostenere le aziende italiane. La scorsa edizione della Buchmesse, pur essendosi svolta in formato digitale, ha raccolto 4.440 espositori da 103 Paesi, di cui 181 case editrici italiane: questo dato risulta particolarmente significativo se si pensa che la quasi totalità degli eventi mondiali dedicati all’editoria e alla letteratura (fiere, festival, meeting, convegni, seminari) sono stati cancellati.
186 – CENSIMENTO CONTAGI 
Dopo un anno di pandemia di corona-virus, al 14 aprile 2021 la situazione mondiale sembra essere la seguente: 138.051.451 contagiati, 2.972.688 deceduti, 23.997.583 attualmente malati (di cui 106.127 in gravi condizioni). La situazione in Italia: 3.793.033 contagiati, 115.088 deceduti, 519.220 attualmente malati (di cui 3.526 in gravi condizioni). La situazione negli USA: 32.070.784 contagiati, 577.179 deceduti, 6.867.195 attualmente malati (di cui 9.505 in gravi condizioni). La situazione in Cina: 90.447 contagiati, 4.636 deceduti, 298 attualmente malati (di cui 6 in gravi condizioni). Le statistiche sono aggiornate meticolosamente per tutti i Paesi del mondo su https://www.worldometers.info/coronavirus/, ma probabilmente i criteri di raccolta dei dati di ogni Stato non sono omogenei o non sono completi, per carenze amministrative o per ragioni ‘politiche’. Restano i dubbi. Sui numeri dei vaccinati e vaccinandi, come pure sugli effetti collaterali dei vaccini, è aperta la ricerca. Il censimento sanitario nel mondo è ancora utopia.

PILLS  di Paolo Lutteri – 8 aprile 2021
Il vero e il falso sono sempre all’ordine del giorno per editori, giornalisti, influencers e pubblico. Spesso i blablabla sovrastano i documenti razionali. Spesso emozioni e istinti primitivi hanno successo pur non avendo ragioni. Il gregge umano se ne fa un’immunità inconsapevole e tanti singoli seguono patriarchi o matriarche per comodità, opportunismo, fedeltà ai propri vicini di vita. Le vere rivoluzioni culturali sono difficili; lo sviluppo della coscienza è più lento dello sviluppo tecnologico; lo sviluppo delle istituzioni giuridiche è ancora più tardo. Nonostante la globalizzazione in atto e i pericoli comuni che gli abitanti della Terra affrontano, come la pandemia sanitaria e i disastri ecologici, le disuguaglianze sociali e culturali sono talmente profonde che poche generazioni non basteranno a colmare il divario. La selva è ancora oscura.
181 – STELLE INUTILI
L’extraterrestre si affaccia quotidianamente nella civiltà odierna. Perlopiù assume forme superstiziose che fanno dubitare dell’intelligenza umana o forse sono frutto di deformazioni psichiche. Come è possibile credere che le costellazioni, fatte di stelle tra loro lontane e disomogenee, possano influenzare i pianeti e i comportamenti umani? Lo zodiaco poteva sembrare una fascia di cielo compatta agli occhi di aspiranti stregoni di 2000 anni fa. Oggi gli strumenti ci permettono di osservare e registrare le interazioni delle forze naturali tra Terra, Luna e Sole e poco altro. Eppure i mass media, compresi quelli che fanno o che ambiscono a fare servizio pubblico, giocano sulla credulità popolare per proporre opinioni e consigli di sedicenti astrologi e maghi. Vaniloqui di psicologia spicciola, placebo per placare tormenti di cuore, sorrisi di pianeti propizi e smorfie di congiunzioni sfavorevoli. Mah!
182 – QUALE SOPRANNATURALE
Non si può trattare in una pillola il tema della religione al giorno d’oggi. Tuttavia, in relazione al problema del vero e del falso, il fenomeno del soprannaturale in un Paese leader della tecnologia come gli Stati Uniti d’America ha qualcosa di grottesco. Difficile contare precisamente i credenti e i praticanti religiosi: l’ultimo sondaggio Gallup (2016) stima che il 18% della popolazione sia composto da atei/agnostici/irreligiosi, il 27% aderisca alla Chiesa cattolica romana, il 49% a varie chiese ‘protestanti’ che si rifanno a libere interpretazioni delle scritture. Di chiese (o sette) ce ne sono almeno una settantina con seguito di oltre 60.000 adepti, leader, riti, business e comportamenti sociali variamente differenziati, con forte coesione interna dei partecipanti. Il ventaglio delle credenze e dei comportamenti, sostenuto da propri organi di stampa, radio, tv, web e raccolte di fondi privati, rende comunque perplesso chi volesse cercare un’unica verità soprannaturale senza imbonitori. Per un approfondimento: Wikipedia-Religioni negli Stati Uniti d’America.
183 – LINGUAGGI
Nelle conversazioni private il linguaggio è disinvolto, spesso colorato con … esclamazioni forti. E’ l’intimità che ci permette (fin troppo) evasioni di bon ton. In pubblico ci vuole il ’politicamente corretto’. Le parole che definiscono etnie, genere sessuale, professione, ma anche certe azioni, funzioni e sentimenti oggi dovrebbero essere utilizzate secondo un rigoroso vocabolario etico. Per esempio: ‘negro’ e ‘terrone’ sono socialmente scorrette. Così pure sono bandite le battute suprematiste (che pure hanno fatto tanto ridere in passato) che mettono in evidenza pregiudizi su certe categorie: ebrei, cinesi, carabinieri, immigrati, handicappati. Se in letteratura (e in cinematografia) le licenze sono riferibili ad una realtà fantastica, nelle pagine di informazione stampate o virtuali e negli audiovisivi di intrattenimento (radio, tv) sarebbe opportuno un po’ di contegno. Rispetto altrui che non si ritrova in alcuni protagonisti del video, che esternano vere frasi indecenti e insulti, o si nascondono dietro una falsa satira, né in alcuni politici, come si è visto perfino in Parlamento. E, anche con vocaboli corretti il linguaggio può essere violento; chiunque vada su un pulpito deve esserne responsabile.

PILLS  di Paolo Lutteri – 1° aprile 2021
Senza fine è il confronto tra vero e falso. Fede e dubbi si rincorrono. Non è argomento solo per giornalisti. Qualche ‘religioso’ induce a sognare che ci siano settantadue vergini in paradiso ad aspettare gli eroi, qualche ‘filosofo’ appoggia il razzismo, qualche ‘politico’ sostiene il complottismo, qualche ‘astrologo’ valuta l’influenza delle stelle, qualche ‘visionario’ è condizionato dagli alieni, e così via. La libertà intellettuale lascia che la fantasia prevalga sulla realtà. Oggi, in pieno dibattito culturale su digitalizzazione, intelligenza artificiale, machine learning, come distinguere le ombre della mente?
178 – FALSO LEONARDO
Si sa che romanzi e movies storici sono ricchi di falsi. Perciò nelle cattedre i critici mugugnano e negli avelli qualcuno si rivolta. La cultura è beffarda: prende in prestito nomi altisonanti per costruire racconti bugiardi. Gli editori sono contenti. Il pubblico ha abboccato, magari nel futuro correggerà la storia vera e se ne farà un’interpretazione farlocca, come del resto è già avvenuto molte volte in altri episodi mal risuscitati dal passato, infrangendo icone e testimoni illustri di talenti. Deformazioni consapevoli, appropriazioni e modifiche indebite di identità, furti di persona. Dunque poco rispetto in tv per Messer Leonardo da Vinci. Chi lo vedrà, qui o all’estero, succhierà il falso come se fosse vero. Impunibile ma esecrabile. L’arte è libera visione ma l’interpretazione dei fatti di attualità e di storia diventa anche formazione culturale. Lo spettacolo reclama figure eclatanti, azione, intrigo, passioni, amore e successo. Sono gli ingredienti abituali della letteratura. Pensate a Omero, a Virgilio, a Dante, ad Ariosto. Invenzioni prodigiose, raccontate in modo eccellente. Oggi sarebbe utile qualche precauzione editoriale dei produttori di spettacoli, per ammettere almeno che esiste la fantascienza storica.
179 – LEALE CONTRADDITORIO
C’è un nuovo Governo di ampia maggioranza, nel quale sono presenti parti fino a poco tempo fa contrapposte. C’è una congiuntura economico-sanitaria molto critica. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) ha ritenuto di pubblicare, lo scorso 11 marzo, un Atto di indirizzo (Delibera n°92/21 CONS) per ribadire che i fornitori di servizi di informazione debbano attenersi a principi di equità, completezza, imparzialità, correttezza, obiettività, lealtà e pluralità, assicurando, nel rispetto dei criteri vigenti, il più rigoroso rispetto del principio della parità di trattamento tra i soggetti. E’ certamente una normativa focalizzata sulla presenza delle opinioni politiche nei programmi di informazione, tuttavia i criteri ispiratori possono essere ben utilizzati anche per affrontare il problema del vero e del falso nei talk show e negli spettacoli di intrattenimento che, di fatto, trasmettono informazioni.  https://www.agcom.it/atti-e-provvedimenti
180 – SCANDALO PANDEMICO
Senza trasparenza la verità è messa in dubbio. La scienza ha un percorso difficile e faticoso, magari incompiuto, perciò dei vaccini ancora non si sanno tutti gli effetti diretti e collaterali. Intanto i contratti della Commissione Europea sembrano essere stati in mani incapaci; come pure l’organizzazione sanitaria, la distribuzione dei rimedi, la logistica degli interventi, la scelta delle priorità, i comportamenti e le procedure. Gran confusione, business incontrollati, settori economici sacrificati, interventi amministrativi disomogenei. Voci vere e false, imprecisioni e millanterie che si propagano da mass media e social network. Ci vuole un po’ d’ordine, anzitutto mentale, poi ci vuole pazienza e tolleranza, poi generosità per l’emergenza. Ad aiutare i malati ci pensino i professionisti della salute, ad aiutare bene l’educazione delle famiglie e degli scolari da remoto possono pensarci anche editori e giornalisti.

PILLS  di Paolo Lutteri – 24 marzo 2021
Da gennaio non è cambiata di molto la situazione economica e sanitaria degli italiani, gli stili di vita di clausura sono rimasti simili. Ma il carro del nuovo Governo, sul quale sono saliti quasi tutti, dà una sensazione di maggior sicurezza. Per necessità di coesione molte polemiche si sono appianate, tante petulanze e corteggiamenti propagandistici si sono affievoliti. Volano meno insulti. C’è stata effettivamente una svolta autorevole e autoritaria, democraticamente condivisa, che tiene tranquilla o quasi, l’opinione pubblica. Vaccini e ristori continuano a far parlare, ma c’è una visione che ‘siamo sul pezzo’, anche se non ‘andrà tutto bene’. I fondi europei finanzieranno una transizione tecnologica in digitale, reti, cloud, internet delle cose, intelligenza artificiale; speriamo burocrazia più snella e nuove posizioni di lavoro. Adelante, con juicio. 
175 – SMART WORKING
Il Politecnico di Milano prevede che i lavoratori in ‘lavoro agile’ si stabilizzeranno intorno a 5,3 milioni di individui (circa un terzo dei lavoratori dipendenti in Italia). Nel marzo 2020 erano stati oltre 6,6 milioni. Secondo Assolombarda, su un campione di 1045 imprese, le aziende coinvolte sono state il 93% nel momento di picco e tendono in prospettiva a stabilizzarsi al 59%, il doppio che nel passato. Nel momento più critico, tra marzo e aprile 2020, quando il DPCM ha sospeso tutte le attività industriali e commerciali ad eccezione delle filiere essenziali e dei servizi di pubblica utilità, nella Città Metropolitana di Milano risultavano aperte circa un terzo delle imprese del settore manifatturiero e dei servizi, con quote più elevate nel Comune rispetto all’hinterland. Poi Milano si è riaccesa a intermittenza, in modo graduale.
176 – ENERGIA PER L’AUTO
Nonostante la pandemia abbia bloccato in modo consistente i movimenti delle persone e delle famiglie, gli italiani non hanno smesso di comprare automobili. Se ne rallegrano, moderatamente, produttori e venditori, anche se hanno perso il 27,9% del mercato rispetto al 2019, soprattutto nel settore alimentato a gasolio e a benzina. Nel 2020 è cresciuta l’attenzione ai problemi ambientali: sono state consegnate in Italia 1.381.496 nuove auto, di cui 523.140 a benzina, 461.274 a gasolio, 94.260 a gpl, 31.613 a metano, 223.321 ibride full (con motore sia termico che elettrico), 27.408 ibride ricaricabili, 32.538 elettriche. In vista della decarbonizzazione si pensa a nuove tecnologie, magari con idrogeno verde o blu, anche se c’è ancora molto da lavorare sui costi, sulla sostenibilità reale, sula logistica di distribuzione dei rifornimenti. Anche qui è questione non solo di innovazione scientifica, ma di cambiamento di stili di vita e di cambiamento di modello della mobilità e dei trasporti pubblici e privati.
177 – SPERANZA DI VITA
In Italia la speranza di vita alla nascita era 35,4 anni nel 1880, 42,8 nel 1900, 54,9 nel 1930, 65,5 nel 1959. Nel 2005 per maschi e femmine era rispettivamente di 78,1 e 83,7 anni; nel 2019 rispettivamente 81 e 85,3 anni. Contabilità imbarazzante dei decessi nel 2020: 746.146. Secondo l’Istat sono 100.526 decessi in più rispetto alla media 2015-2019. Se si considera il periodo marzo-dicembre 2020, i decessi registrati sono stati 108.178 in più della media dello stesso periodo 2015-2019, con una distribuzione più intensa nel Nord e nella fascia degli anziani. L’Istat ha valutato l’eccesso di mortalità in Italia del 20,4%, mentre in Spagna è stato del 23,6%, in Polonia del 23,2%, in Belgio del 20,8%, in Olanda del 14,7%, in Portogallo del 13,9%, in Francia del 13,2%, in Germania del 7%. Non possiamo dimenticarci dei defunti. Purtroppo la pandemia non è ancora finita. https://www.istat.it/it/files//2021/03/Report_ISS_Istat_2020_5_marzo.pdf

PILLS  di Paolo Lutteri – 18 marzo 2021
Bufera pandemica: contagi evidenti, vaccini a rischio, gestione opaca. Il cittadino, già suddito della democrazia in mano a presunti ottimati, perde fiducia se non vede fino in fondo. Per i vaccini, tocca alla Commissione Europea spiegare compiutamente i rapporti economici e logistici con le società che producono vaccini, compresi i dettagli dei rischi. Alle Autorità sanitarie spetta trasparenza e tempestività per garantire il diritto alla salute. Il cittadino ha diritto a informazioni complete, corrette e veridiche; servono anche per smontare complotti e negazioni. La confusione non giova alla ragione. Il cittadino è conscio dei problemi nella scienza farmacologica e nella situazione economica; vede anche le malizie dei business; chiede chiarezza ai mass media, ai social-network, ai big tech, ai big pharma e alle governances di ogni livello. L’ottimismo è virtuoso, ma non cieco.
172 – INTELLIGENZA DI SCIAME
Gli studiosi di evoluzione biologica assegnano alle specie di insetti qualche centinaio di milioni di anni in più della specie umana. Forse è per questo che, pur rimanendo più vulnerabili, meno … sviluppate, meno ambiziose, ma più rodate di esperienza, certe specie hanno potuto adeguarsi all’ambiente con un’organizzazione che sembra più efficiente di quella umana. Api, formiche, ma anche pesci e uccelli migratori utilizzano nei loro comportamenti la cosiddetta ‘intelligenza di sciame’, ovvero un’intelligenza collettiva per una causa condivisa e comune, che è quella che sembra mancare alla società delle persone umane. Siamo troppo giovani? Ci aiuterà la digitalizzazione telematica, la costruzione di un’intelligenza artificiale, oppure litigheremo anche per questa? Certamente l’intelligenza di sciame non coltiva la dialettica e la libertà.
173 – SORVEGLIANZA BIOMETRICA
Polizia e Carabinieri utilizzano già in Italia una banca dati che censisce quasi 10 milioni di individui, di cui oltre 2 milioni di nazionalità italiana. Due sistemi software, Sari Enterprise e Sari Real-time, consentono anche il riconoscimento facciale. Luciana Lamorgese, Ministro dell’Interno, nell’interrogazione parlamentare del 3 marzo scorso, ha dichiarato che Sari Enterprise “consente di risalire all’identità dell’individuo mediante il confronto di volti” già selezionati; ha già avuto parere positivo da parte del Garante per la protezione dei dati personali che ha ritenuto “non realizzasse un trattamento nuovo di dati personali bensì soltanto una nuova modalità di trattamento di dati biometrici effettuata nel rispetto delle regole stabilite dalla normativa”. Per quanto riguarda il sistema Real-time, che permetterebbe di identificare i volti in tempo reale in occasione di particolari eventi, sono in corso interlocuzioni con il Garante per valutare l’impatto sulla privacy personale insieme all’attendibilità degli algoritmi utilizzati.
174 – CARNEVALE A SANREMO
Sarà perché il vero carnevale in lockdown è stato sottotono, sarà perché la musica senza averla studiata può essere confusa col rumore, sarà perché sberluccichii e tinte calde chiamano attenzione, sarà perché il narcisismo prude sotto la pelle, di fatto il Festival di Sanremo di quest’anno ha glorificato gli attori, le maschere, i costumi, le parrucche, il travestimento, le protesi dell’abbigliamento, le mode ‘caustiche’ di ospiti e concorrenti. E’ stata una festa di gag, di smorfie, di corpi truccati, con i palloncini multicolore in platea proprio come se fosse carnevale. A parte i melomani, tanti spettatori evidentemente hanno condiviso, non solo per televisione e radio, ma anche per 30 milioni di interazioni social nelle cinque giornate. Nonostante un po’ di flessione degli ascolti, la Rai dichiara buona raccolta di investimenti pubblicitari; le compensazioni spalmate nel tempo provvederanno a limare le critiche in futuro, come per il passato.

PILLS  di Paolo Lutteri – 4 marzo 2021
Qualcuno dice che i vecchi non hanno priorità sulle vaccinazioni perché non sono produttivi. Però l’esperienza degli anziani aiuta, se sappiamo farne uso. “Io ho viste cose che voi [post-millennials] non potete immaginare … e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo … ma non è tempo di morire”. In Giappone, Svizzera e Singapore la speranza di vita mediamente è maggiore di 83 anni, Spagna, Italia e Francia sopra 82; poco più di 50 per molte popolazioni africane. La pandemia non ha modificato sostanzialmente le stime. Anche se le statistiche vanno pesate per i diversi criteri di composizione dei valori, i numeri segnalano la forte disuguaglianza sociale e denunciano l’insensibilità di un’umanità scomposta.
169 – ADULTI CONSUMATORI
Negli Stati Uniti, circa il 70% della popolazione tra 18 e 50 anni prende le notizie da smart devices, telefoni, tablet, computer (Fonte: Pew Research Center). Gli adulti, dai 50 ai 64 anni, hanno come fonte principale la televisione (54%). Oltre i 65, la televisione sale al 68%. In Italia, gli over 65 sono circa il 24%, di questi oltre l’80% guarda la tv e il 40% circa legge i giornali. La cosiddetta Silver Economy protegge ancora i mass media tradizionali. Nel 2020 Confindustria stimava il reddito pro-capite degli over 65 mediamente di 20.000 euro/anno, a fronte dei 16.000 degli under 35; i consumi degli over 65 ammontano a circa 15.700 euro a fronte di 12.500 per gli under 35; per gli over 65 c’è un’incidenza della povertà inferiore della metà rispetto agli under 35 (13% vs 30%); il valore complessivo della spesa realizzata da questa fascia anziana della popolazione è stimata in circa 200 miliardi di euro, quasi un quinto dell’intero ammontare dei consumi delle famiglie. Saranno poco produttivi, ma aiutano bene l’economia nazionale. Teniamoli da conto.
170 – SENZA CARTA, SENZA PENNA
In teoria, scrivere oggi è più facile di ieri. Solo pochi anni fa c’erano carta e penna, un po’ di dattilografia (chi si ricorda la carta-carbone?), poi gli uffici postali, i francobolli, le ricevute di ritorno, la casella delle lettere, il portiere che ti leggeva gli affetti sulle cartoline in arrivo … Un mondo che si è asciugato. Una contrazione, almeno nel privato, ancora in corso, perché, salvo eccezioni virtuose, adesso si scrive e si legge sempre meno; un colpo di telefono e via; su e-mail basta qualche frase sgrammaticata; ci si accontenta di parole sincopate e di figure; poi le lettere finiscono nel cestino, elettronico; ci si manda un like, un’immagine, un selfie, un emoticon, un livestreaming. Chi scrive ancora cartoline? Anche le epistole languono, insieme agli amori che una volta supportavano. I testi delle chat sono testimoni della parsimonia dei pensieri e della povertà culturale. Con la scuola a distanza c’è pericolo di perdere l’uso della scrittura a mano e in corsivo. La digitalizzazione ha avviato l’alfabetizzazione per tasti, anziché per composizione grafica. C’è da preoccuparsi?
171 – POSTULANTI TELEMATICI
Smartphone, tablet e computer affollati da newsletter e messaggi promozionali. Ammiccanti, intrusivi, insistenti, insidiosi. Se apri un file ti ritrovi schedato da chissà quale centrale di dati che ti profila e ti rivende come ‘carne da consumo’, sempre che nel frattempo non ti abbiano hackerato il conto in banca. Cyberpubblicità. Te la ritrovi anche su banner e popup e altre grafiche invasive quando cerchi di leggere un articolo di giornale o guardare un audiovisivo via telematica; a meno che non ci si attrezzi con programmi adblocker, che peraltro funzionano parzialmente e non distinguono la pubblicità occulta sotto forma redazionale. La pubblicità è l’anima del commercio, come dice uno slogan sempre valido, ed è interessante conoscere nuovi prodotti, nuovi servizi, nuove opportunità di benessere. Adesso che inviare una lettera o uno spot costa quasi nulla, le campagne promozionali diventano una valanga che travolge l’informazione di base e mescola gli strilloni ai giornalisti. Non c’è vaccino che tenga.

PILLS  di Paolo Lutteri – 25 febbraio 2021
Che succede se per un grande evento mediatico (per esempio: il Festival di Sanremo) lo sponsor (‘unico’?) è una compagnia di telecomunicazioni, che utilizza anche il conduttore e direttore artistico come testimonial, mentre un altro importante conduttore è testimonial di una società di telefonia concorrente? In realtà ci sono altri sponsor e altre spinte, anche se la norma prevede che gli sponsor di un programma televisivo non possano influire sui contenuti. Ma in un sistema apparecchiato da aziende, agenzie e agenti, tutti sono cuochi di uno spettacolo molto sfaccettato. Facce di business. Gli investimenti pubblicitari, nonostante il servizio pubblico, non sono ininfluenti sulle scelte dei ruoli. Il protocollo pubblicitario sembra più importante di quello sanitario. Il confine tra editore e pubblicità è sempre più labile. Il miele artistico è una bella calamita. Forse il pubblico non saprà distinguere nella melassa mediatica. Tutti insieme, appassionatamente all’ascolto.
166 – ENTROPIA MEDIATICA
Pur navigando in una certa nebbia, i cittadini del mondo si sono accorti di stare sulla stessa barca. La pandemia è stata utile, almeno in questo senso. Ma quanta confusione! Troppi input frammentati confondono le visioni, complicano le decisioni. Le informazioni consumano la comprensione. Diminuisce l’attenzione e la riflessione. Il bombardamento mediatico, fatto di valanghe di parole, titoli roboanti, concetti scollegati, immagini provocanti, inviti contradditori al consumo o alla serrata, bersaglia il pubblico senza tregua. I giornali perdono i lettori diligenti, le onde dei social prendono i surfers sulle creste, ma pochi possono pesare i pro e i contro, perché i criteri di misura sono sconnessi. Insomma, le tendenze all’equilibrio e alla sostenibilità sono dispersive, l’educazione cognitiva è superficiale, rinunce e sacrifici sono indesiderati. Permane un divario di cultura tra un’intelligenza volonterosa e tanti azioni comuni senza saggezza. Dicono che l’entropia mediatica sia in aumento.
167 – NEUROMARKETING
Eye-tracking, elettroencefalogrammi EEG, risonanze magnetiche fMRI, tomografie PET, topografie SST, magnetoencefalografie MEG, stimolazioni transcraniche TMS, risposte psicogalvaniche GSR, test implicit association IAT: sono nomi e acronimi di analisi di laboratorio che supportano le ricerche di neuromarketing. Come suggerisce il recentissimo ‘Manuale di Neuromarketing’ di Garofalo-Gallucci-Diotto (ed. Hoepli), il monitoraggio del cervello mostra come si attivano le sue parti quando i sensi sono stimolati. Le emozioni, più che le ragioni, attivano i neurotrasmettitori per esercitare volontà di acquisto o di azione. L’impatto dei prodotti, delle vetrine, delle immagini, degli slogan, degli spot pubblicitari può essere misurato scientificamente e le campagne di comunicazione (anche politiche) possono trovare nel neuromarketing un supporto formidabile. Ne fa testimonianza scientifica l’Associazione Italiana di Neuromarketing (AINEM), promossa nel 2017 da Francesco Gallucci, professore di Marketing delle emozioni presso il Politecnico di Milano.
https://www.neuromarketingitalia.it/ainem/
168 - DIGITALI AL GOVERNO
I manager di una multinazionale tecnologica, per gestire un’amministrazione pubblica, sono più efficienti dei politici e dei funzionari nominati in area sociale? Gli algoritmi programmati da un’intelligenza artificiale danno risultati più affidabili? Già Berlusconi, anni fa, scese in campo con i manager della sua azienda per gestire l’Italia, ma la tecnologia non era così forte; oggi i ‘tecnici’ hanno ruolo prevalente nel governo dell’economia, e si spera non abbiano conflitti di interesse. Chi sa gestire dati e profili dei consumatori può conoscere risorse e bisogni dei cittadini meglio di un governor, può controllare il traffico, l’anagrafe, la salute, i redditi, le proprietà, i pagamenti delle tasse, i comportamenti sociali, le abitudini ludiche, le preferenze alimentari. In USA lo Stato del Nevada già offre una sorta di cessione di sovranità amministrativa a imprese tecnologiche private per combattere l’inadeguatezza degli enti locali e poter erogare servizi efficaci secondo misura. Succederà anche in Italia? Addio ciance e privacy. E’ il futuro, bellezza. Ma teniamoci un pensiero democratico e analogico.

PILLS  di Paolo Lutteri – 18 febbraio 2021
Celebrità dei media e dei social. Come per tutti gli idoli c’è una piramide: in alto stanno quelli con più appeal (o più spinte), a scendere quelli meno ricercati. Gli idoli sono politici, artisti, atleti, ricconi, geniacci, persone stravaganti. Purché sappiano fare spettacolo, come i domatori, gli acrobati e i pagliacci del circo. Certamente c’è un po’ di confusione. Alla ribalta appaiono argomentazioni ragionevoli, sentimenti eccitanti o creatività povere. In primis appaiono ripetutamente gli ‘scrittori’, siano essi letterati o portavoci di politica. La promozione dei libri non fa affollamento pubblicitario, quindi si può fare il giro dei salotti tv con facile compiacenza. Poi dietro le quinte ci sono i mediatori, non sempre senza conflitti d’interesse, che offrono i personaggi. Dalla ripetitività delle apparizioni, brillanti o superflue, si riconosce come è fatto il mercato dello spettacolo. Omnia praeclara rara.
163 – INTRECCIO
La mappa delle squadre non c’è, anche perché c’è movimento continuo di ‘cerca e prendi’, ‘dentro e fuori’. Ma le risorse artistiche degli agenti e dei produttori costituiscono una potenza non trascurabile che agisce sui set delle televisioni, delle fiction e del cinema. Le agenzie dello spettacolo non solo gestiscono attori, attrici, cantanti, comici, ma anche conduttori, autori, giornalisti, opinion makers, influencers e personaggi di solo gossip … Spero, ma non ne sono sicuro, che non vi siano affiliati anche parlamentari o scienziati o virologi che vanno di moda in tv di questi tempi. L’intreccio tra agenti, produttori ed editori è stato oggetto anche di attenzioni da parte dell’Autorità di garanzia, ad evitare conflitti di interesse o ‘invasioni di campo’. Di fatto molti artisti giocano in squadra, con eccellente sinergia, rimbalzando qua e là da un intrattenimento all’altro. Un’egemonia dello spettacolo che si impone anche agli editori? Per esempio: sarebbe grave se l’Editore del servizio pubblico si facesse condizionare da agenti commerciali esterni per costruire i suoi programmi.
164 - LE SQUADRE
Oggi l’intrattenimento in tv fa informazione. Le ‘ospitate’ fanno opinione, qualche volta opinione ragionevole, altre volte solo parole e sorrisi. Le agenzie suggeriscono ospiti e mattatori. Per esempio: ITC2000 (Beppe Caschetto) propone Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Enrico Brignano, Maurizio Crozza, ma anche Giovanni Floris, Ilaria D’Amico, Corrado Formigli, Luca Telese, Lucia Annunziata, Roberto Saviano; ARCOBALENOTRE (Lucio Presta) mette in palcoscenico Roberto Benigni, Amadeus, Paolo Bonolis, Antonella Clerici, Ezio Greggio, Giulio Golia; VEGASTAR (Vittorio Capecchi) dispone di Leonardo Pieraccioni, Carlo Conti; MARANGONI (già ‘impresario’ di Beppe Grillo) offre Piero Chiambretti, Gene Gnocchi; STUDIO CAFIERO rappresenta Riccardo Scamarcio, Veronica Pivetti; per NOTORIA ci sono Michelle Hunzicker, Nicola Savino, J-Ax, Hilary Blasi; SOSIA&PISTOIA tiene le relazioni per Dario Vergassola, Tullio Solenghi, Raul Bova, Joe Bastianich, Serena Dandini, Beppe Severgnini, Federico Rampini, Tiberio Timperi. Bel cast!
165 - COMPATIBILITA’
Come per i calciatori, anche per gli artisti avere un manager (con o senza esclusiva) è positivo perché permette un’organizzazione ottimale del lavoro artistico e una promozione pubblicitaria sia sui versanti di editori e produttori dell’audiovisivo e dello spettacolo, sia sui versanti delle testimonianze pubblicitarie con prodotti commerciali o istituzioni. Una certa dignità e attenzione sarebbe opportuna per i giornalisti, anche se sembrano cadute barriere etiche che garantivano al pubblico professionisti super partes. Il mondo dei servizi non ha barriere interne e nessuna autorità riesce a monitorare o disciplinare il mercato e le ‘comparsate’ strumentali. Il mercato commerciale è certamente libero, quello professionale e istituzionale meriterebbe più serietà. L’esempio dovrebbe venire proprio dai giornalisti più competenti, oltre che da magistrati, avvocati, persone di cultura e membri delle istituzioni coinvolti, ai quali spetta il compito di non affievolire il prestigio di un ruolo trasparente verso il pubblico.

PILLS  di Paolo Lutteri – 10 febbraio 2021
Nell’editoria classica e nell’innovazione telematica il cambiamento è il senso del tempo. Guardiamo indietro: il 2020 non è stato ‘un anno bellissimo’. Guardiamo avanti: pausa per le promesse ideologiche alle quali i politici sembravano vincolati; le motivazioni politiche sono rimescolate dal pragmatismo della convenienza. La differenza la fanno i leader competenti, capaci di argomentazioni più che di slogan. Cambiare non è stata un’opzione, ma una necessità. I problemi non sono oggetto di una competizione, sono ormai tutti interconnessi, non si può risolverli isolatamente. Si può invece organizzare un percorso di priorità e collaborare per sviluppare vie di soluzione, in un contesto di fiducia anche internazionale. Andrà tutto bene? Speriamolo ma non diciamolo più.
160 – KIDS E DEVICES
Giovanna Mascheroni e Lorenzo Zaffaroni, ricercatori dell’Università Cattolica segnalano le connessioni tra bambini e apparecchi digitali, inclusi i contatti con televisione e social media. E’ un’interazione che sta diventando naturale e disinibita, in quanto le famiglie sembrano adattarsi con naturalezza ai nuovi consumi di intrattenimento. Ad esempio: il 43% dei bambini italiani di età inferiore agli otto anni utilizza autonomamente un tablet; il 24% utilizza autonomamente uno smartphone (il 40% insieme ad un adulto). La precocità dei giovani, allineata allo sviluppo tecnologico, ha ovviamente legami con l’intelligenza artificiale per l’uso di giocattoli connessi a internet, di smart-speakers e di piattaforme video in abbonamento (tipo Netflix e Disney). Nascono criticità per l’educazione, dovendo bilanciare i diritti alla protezione con quelli della partecipazione all’informazione ludica. https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/bambini-e-intelligenza-artificiale-tutti-i-diritti-in-gioco-e-come-bilanciarli/
161 – WORLD RADIO DAY
In Italia, nel secondo semestre 2020, la stima della durata dell’ascolto della radio nel giorno medio è di 207 minuti; gli ascoltatori medi giornalieri (sopra i 14 anni d’età) sono circa 33,7 milioni e circa 6,3 milioni nel quarto d’ora medio. La radio è un medium economico, di larghissima diffusione, di democrazia globale, facilmente utilizzabile indipendentemente dal livello di istruzione. Il 13 febbraio di ogni anno, a partire dal 2012, si celebra la Giornata mondiale della Radio. E’ la ricorrenza della prima trasmissione dalla sede dell’ONU, avvenuta nel 1946. L’UNESCO, organizzando l’evento, suggerisce alcuni temi di approfondimento per il 2021. 1. Evoluzione: il mondo sta cambiando, la radio si evolve, è resiliente e sostenibile. 2. Innovazione: anche la radio si innova e si adatta alle nuove tecnologie per essere comunque accessibile a tutti. 3. Connessione: la radio sviluppa la sua utilità anche con i servizi dedicati alle crisi socioeconomiche, ai disastri naturali, alle epidemie e tanto altro ancora. https://www.tavoloeditoriradio.it/ascolti-lindagine/dati/
162 – CRONACHE MARZIANE
Febbraio intenso per i giornalisti di astronautica: ai 15 ‘oggetti’ terrestri che già giacciono sul suolo marziano (integri o schiantati) se ne aggiungono nuovi che hanno compiuto il viaggio approfittando della temporanea vicinanza con la Terra. Una corsa internazionale nello spazio iniziata a fine luglio 2020. Il 9 febbraio di quest’anno la sonda Hope degli Emirati Arabi, lanciata il 19.7.2020, è arrivata in orbita attorno a Marte; studierà l’atmosfera e il clima del pianeta. Il 10 febbraio è arrivata in orbita anche Tianwen-1, la sonda cinese, partita il 23.7.2020; in aprile farà ammartare un veicolo semovente, per analizzare la composizione geologica e cercare nel suolo tracce biologiche. Il 18 febbraio toccherà alla NASA che ha lanciato la sua sonda il 30.7.2020: il rover Perseverance dovrebbe toccare il suolo nel cratere Jezero, cercherà prove di vita microbica in un’area che molto tempo fa dovrebbe aver contenuto acqua. Perseverance dispone di telecamere, microfoni e anche di un mini-elicottero: potremo vedere le pietre sul suolo e sentire il fruscio del vento, solo con qualche secondo di ritardo. https://mars.nasa.gov/mars2020/mission/overview/

PILLS  di Paolo Lutteri – 4 febbraio 2021
Se in uno Stato i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario non sono separati, lo Stato non è democratico. La tesi vale anche oggi e dovrebbe distinguere la libertà sociale dallo statalismo coercitivo. Ma se in democrazia prevale un potere sotterraneo dei burocrati di stato o un ‘sistema’ giudiziario affidato alle correnti politiche della magistratura, al cittadino sorge il dubbio di essere un po’ manipolato. Senza parlare di servizi segreti, ingerenze plutocratiche o di superpotenze. E’ la chiosa di due letture: “Io sono il potere” di Salvaggiulo (Feltrinelli) e “Il sistema” di Sallusti-Palamara (Rizzoli). Da leggere criticamente, mentre siamo in attesa, oggi, di un governo autorevole e competente.
157 – RAI SOTTO TIRO
Non è una novità. Il servizio pubblico televisivo, che dispone per legge di un importo garantito dalle tasse per fare programmi, da sempre è un competitor leader, scomodo per gli altri editori e per i procacciatori di pubblicità. Complessivamente negli ultimi anni gli ascolti della Rai hanno avuto buon successo, anche se la raccolta pubblicitaria è calata considerevolmente. L’organizzazione dei programmi raccoglie plausi e critiche, come in tutte le imprese editoriali. Le considerazioni sulla gestione generale sono in pagina tutti i giorni sui giornali. L’opinione pubblica di solito porge critiche costruttive. Non stupisce che una rubrica del suo maggior concorrente sferri attacchi con regolarità sulle voci di gestione e di spesa, sugli sprechi nei contratti per le sedi estere e per gli artisti, interpretando a modo suo ruoli-doveri del servizio pubblico. Ammantati da una veste di satira-comicità, con un’aggressività dialettale-popolare, gli attacchi toccano tuttavia delicati argomenti economici e sociali per i quali sarebbe opportuno un chiarimento, un approfondimento o un’inchiesta formale da parte delle autorità competenti.
158 – COREOGRAFIE
Con la pandemia (ma anche prima) i mass media hanno rivoluzionato il mondo dello spettacolo. Si recita davanti a un tubo oppure si gesticola in uno studio vuoto. Si sorride ad una telecamera. Se ti va bene ti mandano un po’ di ‘like’ e l’Auditel ti attribuisce buoni ascolti. Sennò, anche se sei bravo, potresti rimanere sconosciuto. Allora gli editori si organizzano, lanciano il circo mediatico: l’evento è spalmato con comparsate e pettegolezzi prima e dopo. In platea per lo spettacolo ci mettono figuranti. Figuranti? Sì, bella gente, risate e applausi garantiti perché pagati. Così sarebbe una truffa: come se avessero pagato l’arbitro della qualità e del successo. Certo è che la coreografia del pubblico fa parte dello spettacolo, gratifica gli artisti e contribuisce a sedurre gli spettatori. Il ‘povero’ spettatore tv continua tra l’altro a ignorare se un canto è live oppure registrato, come spesso accade. Canzoni eseguite in ‘lip sinch’, acustica perfetta, smorfie a tempo, senza esitazioni o stecche. Dicono che a Sanremo l’abbia usato Claudio Villa nel 1955! Il vero brivido dello show è solo dal vivo e se non c’è un palcoscenico ‘in piazza’ e una platea ‘ruggente’, è un cine-documentario. Quali nuove magie dovranno fare gli specialisti del palcoscenico?
159 – TERRA PIATTA?
Nelle contese collettive, non è detto che la ragione stia con la maggioranza. Anzi, la soluzione delle contraddizioni sta in un algoritmo che tiene conto dei valori, dei pesi, dei volumi, più che delle dimensioni piatte. Eppure, come in ogni processo di conoscenza, la prima esperienza, l’impressione più comune, ha il sopravvento. Per migliaia di anni gli uomini ‘primitivi’ (ce n’è qualcuno anche oggi) ha considerato la Terra come piatta e le stelle come luci accese su un soffitto. C’è voluto un percorso scientifico lungo e anche tortuoso per meglio identificare le forme dell’universo. E gli scienziati, per affermare questa realtà hanno combattuto contro sciamani, governanti, burocrati, buffoni, filosofi e mass media. Oggi tutte queste categorie o corporazioni, agevolate da una democrazia degradata e da audiences affascinate dal litigio, cospirano contro il bene comune, apprezzando i pasticceri più dei farmacisti. Lockdown è brutto, scomodo, potrebbe essere antilibertario; movida è bella, piacevole, potrebbe essere irresponsabile.

PILLS  di Paolo Lutteri – 28 gennaio 2021
Instabilità. Non è la previsione meteo, ma la previsione politica. Sembra evidente che non ci sia accordo sugli ideali, sulle visioni, sulle prospettive. Anche dal punto di vista storico si mescolano i valori della resistenza con quelli del vaffa, quelli del liberismo con quelli del socialismo. E le persone si ostacolano testa a testa, come antagonisti caratteriali. I media non sono super partes, si schierano anch’essi, disordinatamente, e si arrabattano a cercare giustificazioni per spiegare quel che succede ad un pubblico stordito da messaggi confusi. Eppure il nemico è alle porte, pandemia e inquinamento; e dentro le mura abbiamo incompetenza e burocrazia. La gestione del Paese è bloccata dalla mancanza di centinaia di decreti attuativi. I talkshow e i social soffiano sul fuoco, oppure cazzeggiano sugli spettacoli trash. Quanti sono i giornalisti seri? Spero tanti, perché sono loro che proteggono la società democratica raccontando i fatti con trasparenza.
154 – MAXI PROCESSO
Imputati più di 300 (in prigione), testimoni più di 900, avvocati più di 600, aula-bunker grande come un campo da calcio. Le riprese tv sono interdette. Peccato: i media possono aumentare la trasparenza della società democratica. Ma comunque se ne parla relativamente poco. Forse perché Lamezia in Calabria è lontana dai palcoscenici di Roma? Forse perché i delitti di ‘ndrangheta sono meno eclatanti di un omicidio o di un incidente stradale? Così va il mondo, ahinoi. Media e social si rincorrono dietro all’emozione dei divi, al patologico mercato dei voti in Parlamento e trascurano le periferie sociali del crimine, dove disuguaglianze e contraddizioni sono più acute. O c’è sotto qualche altra motivazione per far obliare Gratteri? Chi volesse conoscere nomi, cognomi e soprannomi degli indagati può trovarli anche qui.
https://www.corrieredellacalabria.it/regione/catanzaro/item/248916-rinascita-scott-gli-indagati-sono-479-i-nomi/
155 – AFFARI DI STATO
Un contratto mal redatto potrebbe essere anche non legale. In un mercato privato chi compra e chi vende si tutela. In politica la compravendita di voti sembra affare corrente. In politica la compravendita di medicinali sembra un disastro. A cominciare dai contratti segretati, ai tempi e alle quantità da consegnare, alle dosi previste nei flaconi, ai bugiardini incompleti. Per non parlare dell’organizzazione dei vaccinatori, con poche e confuse regole ed esiti incerti. Potrebbe giovare, approfittando delle vaccinazioni, tracciare sistematicamente la popolazione (non c’è riuscita l’App Immuni!), anche in vista di probabili future ondate epidemiche. Invece si procede a vista e a segmenti, rincorrendo i casi. L’organizzazione digitalizzata dei dati è possibile. Manca una tessera sanitaria nazionale efficiente, eppure un Supermercato qualunque mi ha schedato perfino quante sono le caramelle che compero!
156 – VENDITORI INNOCENTI?
Quanto costa un annuncio pubblicitario? Dipende dal numero di lettori o ascoltatori, dal posizionamento, dalla qualità dei media, dalla profilazione del target, dal numero degli annunci e tante altre variabili. Una variabile non trascurabile è quella del prezzo effettivo da pagare. Una certa crisi per i media classici fa sì che gli sconti diventino un argomento importantissimo, soprattutto se a gestire le campagne sono agenzie e centrali media ben attrezzate. Lasciamo perdere i ristorni e i diritti di negoziazione, che magari saranno oggetto di un altro approfondimento. Si possono comperare spazi pubblicitari con sconti che arrivano al 90% del loro prezzo di listino! O è una svendita, o il prezzo di listino è una truffa. Comunque nella differenza di prezzo pagato c’è il sospetto di una forte elusione di tasse. Viva il libero mercato?! Ma il proprietario dello spazio pubblicitario (soprattutto se di area pubblica) non si sente defraudato? La Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, l’Autorità di Garanzia e il TAR del Lazio sono finalmente intervenuti sull’opacità di certe strategie commerciali. La Corte dei Conti potrebbe evidenziare anche un danno erariale?

PILLS  di Paolo Lutteri – 21 gennaio 2021
Questa settimana in primo piano sull’attualità ci sono stati i numeri: numero dei tamponi, numero dei contagi, numero dei vaccini, numero dei parlamentari pro e contro … Con i numeri fanno i conti i cittadini senza lavoro, senza scuola, senza ospedale, senza casa. Tanti o pochi che siano occorre organizzare la società per una vita minimamente sostenibile per tutti. I media e i social ci permettono una visione approfondita, globale e particolare; sotto gli occhi di tutti ci sono comportamenti protezionisti, burocratici e viziati che fanno degradare ulteriormente la democrazia. La crisi dei numeri è una crisi di organizzazione politica. Eppure la speranza non manca, anche se ‘ingoiar rospi’ sembra una ‘conditio sine qua non’ del vivere umano, in questa “aiuola che ci fa tanto feroci”. (Dante, Paradiso, XXII).
151 – RISORGIMENTO DIGITALE
Il Digital Economy and Society Index (DESI), a cura della Commissione Europea, monitora la performance digitale complessiva dell'Europa e segue i progressi dei Paesi dell'UE per quanto riguarda la loro competitività digitale, in materia di Connettività, Capitale umano/competenze digitali, Uso dei servizi Internet da parte dei cittadini, Integrazione della tecnologia digitale da parte delle imprese, Servizi pubblici digitali. Dal report di dicembre 2020 emerge che l’Italia risulta in 25a posizione su 28 Stati membri dell’UE, davanti solo a Romania, Grecia e Bulgaria. Top performer risultano essere i Paesi nordici: Finlandia, Svezia e Danimarca. Il mese scorso è stato pubblicato anche il ‘Rapporto sulla trasformazione digitale dell’Italia’ elaborato dal Censis in collaborazione con il Centro Studi TIM, in base al quale la maggiore digitalizzazione degli italiani e l’uso più intenso dei servizi digitali registrato durante l’emergenza sanitaria porterebbero l’Italia ad un balzo in avanti nella domanda di digitale. Ad oggi il 75% della popolazione adulta ha utilizzato Internet con regolarità e soprattutto la maggioranza degli italiani ha ormai acquisito la consapevolezza che soluzioni digitali e servizi online sono un essenziale supporto in molti ambiti della vita quotidiana.
https://www.operazionerisorgimentodigitale.it/sites/default/files/pdf/20201130%20Rapporto%20sulla%20Trasformazione%20digitale%20dell'Italia%20-%20esteso.pdf
152 – ETICA CIBERNETICA
Oggi il pensiero giuridico si avvale sempre più di implacabili strumenti ‘matematici’: analisi delle impronte digitali, identificazione facciale via computer, confronto di DNA, ma anche semplicemente il ricorso a banche dati che raccolgono curricula criminali da vari Paesi, l’uso di telecamere di sorveglianza che testimoniano la realizzazione di atti illegali, la consultazione di tabulati telefonici e di corrispondenze semi-criptate su social network. Tutti elementi di indagine che permettono un giudizio responsabile nei tribunali. Come dire che le testimonianze ‘sulla parola’ sono diventate in pochi anni meno affidabili di quelle comprovate dalla scienza. E’ presto per dire che l’intelligenza artificiale diventi un giudice, anche se qualcuno sta cercando di costruire algoritmi di giurisprudenza, ma certamente un giudice si avvale oggi di strumenti cibernetici che raccolgono dati certi, non dati probabili.  Riguardo ai rischi: attenti ai furti digitali, agli hackers e ai costruttori di algoritmi non-etici.
153 – SEMANTICA ARTIFICIALE
C’è chi prova ad insegnare ai computer come parlare e scrivere in modo autonomo. Ovvero: dai uno spunto e poi la macchina svolge da sola il tema, i ragionamenti e le conclusioni. Oppure analizza un testo, lo sintetizza, lo traduce, lo ‘interiorizza’. Per esempio: il GPT-3 di OpenAI, Trasformatore Generativo Pre-addestrato di terza generazione, è un sistema computazionale progettato per generare sequenze di parole, codici o altri dati che si basa su una raccolta organizzata di 175 miliardi di parametri che ne fanno funzionare l’intelligenza artificiale. GPT-3 può prevedere statisticamente le sequenze di parole completando un report scritto a metà, produrre storie e lettere nello stile di scrittori famosi. Scrive bene, senza errori, ma pare che se deve interpretare ‘black lives matter’ esprima pregiudizi eticamente scorretti. In Francia, un software medicale è arrivato a consigliare il suicidio a un paziente simulato. Anche Google sta lavorando all’intelligenza artificiale con un modello da 600 miliardi di parametri per la traduzione linguistica. I ricercatori di Microsoft puntano su modelli a trilioni di parametri, anche se non necessariamente per la lingua. Lodevoli ricerche, ma affidabilità a rischio.

PILLS  di Paolo Lutteri – 14 gennaio 2021
Si può far finta di niente o cercare di interpretare i colori dell’arcobaleno venturo, ma la tempesta pandemica, sanitaria, mediatica e politica, non cessa. Nel bailamme di opinioni, sondaggi, ricerche, scoperte, incursioni, crisi, rivolte, spettacoli e lockdown di vario genere, è il momento di fare un po’ come i romani facevano con Pasquino, e come i milanesi facevano col sciur Carera, due statuette molto popolari. Ovvero qualche considerazione sfacciata sulle contraddizioni sociali. Gioverà?
148 – IO, IO, SOLO IO
Molti leader non mancano di autoreferenzialità e arroganza. Doti riservate non solo ai dittatori, ma ben diffuse anche tra i rappresentanti di democrazie. L’attaccamento alla poltrona, sia quella di presidente di grandi Paesi, sia quella di parlamentari e amministratori pubblici, denuncia il debole rispetto del popolo. Il leader che non lascia fare ai media un trasparente lavoro di informazione è narcisista e arrogante. Se fosse bravo, competente e veramente virtuoso non dovrebbe avere paura. I media non sono uno specchio, ma svolgono un confronto. In concreto: la ‘televisione’ di Palazzo Chigi è meglio che spetti alla Rai come servizio pubblico pluralista, piuttosto che al suo inquilino.
149 – CALCIO MUSICA
Zlatan Ibrahimović, uno dei calciatori in attività più forti al mondo, sarà l’ospite di richiamo del prossimo Festival di Sanremo. L’appeal del calcio sostiene il mondo musicale, così come una volta i gadget abbinati ai periodici. Marketing mix, a caro prezzo, ma come dicono ‘coperto dalla pubblicità’. Coperta corta: se copri la testa spuntano i piedi. Dipende da dove spalmi la crema. Se la musica non attira abbastanza inserzionisti pubblicitari, si faccia clamore con l’extra settore. Pagherà la Rai. Alla faccia della crisi! Gli ospiti sono previsti in nave, su e giù, chissà come distanziati, chissà come al sicuro dai contagi, ma probabilmente senza dover rispettare i lockdown di ristoranti e alberghi in terraferma, comunque a becco asciutto. Ma se all’Ariston ci sarà pubblico, allora anche gli altri teatri d’Italia saranno aperti. Sennò: artisti a spasso e soldi dei contribuenti sprecati. Speriamo di no.
150 – TRUMP: NO
Network popolari come strumento politico. Non è una novità. Prima che esistesse internet, Mao Zedong aveva scatenato le masse con le affissioni, i dazibao, un social primitivo ma allora efficace. Poi i social network hanno supportato campagne elettorali, primavere arabe, movimenti di liberazione, di spaccio di droga e perfino terrorismo. Twitter, facebook e quant’altri lasciano pubblicare ingiurie, fake news, incitamenti alla rivolta. Pubblico e privato sono alla berlina, controllo zero. Adesso qualcuno si sveglia, si rende conto che la sua piattaforma libera può diventare un’arma. Mette in pratica la censura, del tutto legittima per un padrone di casa. Eppure ci aveva fatto capire che era una piazza aperta, disponibile per tutti e tutto. No, era solo un’invenzione per il marketing del consumo di parole.

PILLS  di Paolo Lutteri – 22 dicembre 2020
Non c’è festa che tenga in tempi di pandemia e di confusione sociale. Se il ventaglio delle variabili si allarga, è fondamentale distinguere le vie principali dalle scorciatoie. In un Paese maturo si discute dell’opportunità dei semafori, poi ci si adegua alle scelte più vicine a un largo bene comune pubblico. Nei Paesi immaturi prevale la scarsa disponibilità alla discussione e alla trasparenza. Tendenza oligarchica? Ne segue la sfiducia nelle autorità, le pratiche individualiste e la protezione dei desideri privati. E’ il caso delle democrazie imperfette del mondo industriale capitalista e del socialismo statalista di altri Paesi. Al momento, in una situazione di innovazione tecnologica accelerata che si accompagna a uno sviluppo economico disequilibrato, sarebbe utile cercare una convergenza di idee e valori che potrebbero motivare i sacrifici individuali. Morale per buone feste.
145 – CULTURA ALLO SPECCHIO
Il dibattito politico è realizzato perlopiù da professionisti della comunicazione, da professionisti dell’amministrazione pubblica (sempre vincolati da lobbies di potere) e insieme da opinionisti dello spettacolo. Meno frequenti gli studiosi di accademia, gli imprenditori economici e i sindacalisti. Gli opinionisti extra-settore servono a raccogliere ascolti, simpatie e fascino personale; lanciano lamentele o proposte da gente comune, nelle quali il pubblico si riconosce, per claque come a teatro. Argomenti ad personam, spesso fallaci. Mezzi busti che piacciono e farciscono i talk show e i social network di buoni sorrisi e buone parole (qualche volta parolacce e insulti). Personaggi dei quali potremmo fare a meno se la comunicazione mediatica non dovesse tener conto dei numeri degli ascoltatori e dei followers. Anche gli scienziati diventano idoli di una sfida, così che prendono il loro carisma di simpatia e i media contano i ‘like’. I conduttori a loro volta devono consolidare il loro appeal per conservare prestigio, quindi porgono domande ricche di proposizioni subordinate per mostrare la loro intelligenza; anticipano i distinguo delle risposte. Insomma chi domanda e chi risponde pensa più alla propria immagine che ai problemi sollevati. 
146 – PAESE CHE VAI
Divagazioni illogiche e impertinenti. Di fronte a questioni che mettono in dubbio la validità di decisioni, procedure e modalità di gestione della società italiana (per esempio: organizzazione sanitaria, debito pubblico, immigrazione, sicurezza, istruzione), ad evitare imbarazzi l’intervistato di turno chiama in causa come modelli di virtù o di vizio i Governi altrui. ‘La Germania ha detto’, ‘la Svezia ha fatto’, ‘il modello francese’, ‘l’organizzazione coreana’ e via dicendo. Allora si avvia la discussione sul perché e percome all’estero si fa così e cosà e si elude la questione che era basata sul ‘perché in Italia facciamo o non facciamo’. E’ un artifizio della retorica. Ai cittadini italiani oggi serve sapere a chi spetta la responsabilità della gestione delle cose italiane e controllare che cosa succede al nostro prato. Se quello del vicino è più o meno verde, è un’altra questione. Prima sistemiamo il nostro, con responsabilità.
147 – CALCIO TV BUSINESS
Avevamo anticipato a fine ottobre (Pillola n° 121) che le Big Tech sarebbero sbarcate nel nostro mercato calcio. La piattaforma Amazon Prime Time proporrà al pubblico italiano 16 grandi partite di Champions League, ogni anno fino al 2024. Uno smacco per la televisione classica, che non è riuscita finora a valorizzare gli investimenti nei diritti. Si dice che Amazon spenderà 80 milioni di dollari a stagione, ovvero una media di 5 milioni a partita. Stimando, prudentemente, una media di ascolto di 2,5 milioni di devices accesi per partita, per Amazon la spesa sarà di 2 dollari a video per ogni volta. A stadi chiusi o semiaperti o aperti, comunque gli appassionati di calcio in tv accorreranno come api sui fiori. Successo molto probabile. A parte ci sarà pubblicità e sfruttamento di vari diritti indotti, non solo televisivi. Amazon ha già sperimentato il business del calcio quest’anno con la Premier League in UK e con la Champions in Germania. Positive sinergie ed economie di scala tra big dell’e-commerce, sport, spettacolo e telecomunicazioni. Presto toccherà alla nostra Serie A. Buon anno!

PILLS  di Paolo Lutteri – 17 dicembre 2020
Domenica shopping: calamìta consumista delle famiglie. Esplorazione dei prodotti, gingillo mentale dei gusti, piacere dei colori e delle forme, compulsione dei pacchetti-regalo. Che bello andar per vetrine, comprare qua e là, tra un picco e l’altro della pandemia; stare insieme, all’aria aperta nel cuore dell’inverno, cicaleggiare vis-à-vis con gli amici sorseggiando finalmente un cocktail ben fatto. E’ il ritorno alla affascinante preistoria sociale, quando ancora non c’era lo smartphone e il commercio digitale. Un ‘richiamo della foresta’ che nessun autorevole invito al distanziamento riesce a trattenere. Le luci dei centri commerciali ammiccano inconsapevolmente maliziose, frullano nel cervello le immagini e le colonne sonore degli spot pubblicitari, visti e rivisti mai così tante volte come durante il lockdown casalingo. Vana illusione che la chiusura non sia più necessaria e che ‘andrà tutto bene’. I poveri e i malati sono in aumento. Ehi, ci tocca tornare alla prudenza, alle innovazioni tecnologiche del 3° millennio e sperare che questa euforia di assembramento e di shopping dal vivo non diventi causa di calamità sociale. Ah, gli accenti!
142 – COMPRARE DA REMOTO
Non si può ignorare l'e-commerce, bisogna adattarsi all’evoluzione dei comportamenti d’acquisto che saranno sempre più determinanti sia per i consumatori individuali che per le compravendite B2B (azienda verso azienda). Si stima che il futuro sarà al 95% affidato agli acquisti online. Già adesso il 67% dei Millennial (i nati tra 1981 e 1996) e il 56% della Generazione X (i nati tra 1997 e 2012) preferisce fare acquisti online piuttosto che in un negozio fisico. Secondo ReadyCloud, il 44% dei minuti di vendita al dettaglio su internet è stato speso su uno smartphone, l'11% su un tablet e il 45% su un desktop. Col telefono compri stando dove vuoi: in America il 43% degli acquisti sono fatti stando a letto, 23% dall’ufficio, 20% dal bagno o dall’auto. Gli uomini spendono il 28% in più delle donne. Il 74% dei consumatori fa affidamento sui propri social network per prendere decisioni di acquisto.
143 – MERCATI DIGITALI
La globalizzazione fa sì che il mercato dell’e-commerce abbia confini molto labili, tuttavia si può stimare che nel 2020 il mercato totale abbia raggiunto 3,9 mila miliardi (3,9x1012) di dollari US. Il mercato principale è la Cina (indicativamente 672 miliardi $), poi USA (340 miliardi), Regno Unito (99 miliardi), Giappone (79 miliardi), Germania (73 miliardi), Francia (43 miliardi), Corea del Sud (37 miliardi), Canada (30 miliardi), Russia (20 miliardi), Brasile (19 miliardi). Il 57% degli acquirenti online ha effettuato un acquisto da un rivenditore estero. Le stime rischiano di essere inficiate dai metodi di aggregazione e dalle condizioni di vendita; infatti i prezzi sono spesso volatili e il volume delle vendite a privati o grossisti è altamente variabile e tra l’altro richiede soluzioni di spedizione e logistica flessibili. Non sono risolti i problemi fiscali con procedure normative molto diverse da Paese a Paese. Come è noto le legislazioni nazionali rincorrono, a distanza, l’evoluzione economica.
144 – CHATBOT
Per superare le attese telefoniche, scremare le richieste e convogliarle al destinatario specializzato, oggi le aziende possono utilizzare una chatbot, ovvero un ‘conversatore semi-intelligente’ che ti chiede che cosa vuoi, perché, dove, come e ti propone una risposta o ti suggerisce di schiacciare questo o quel tasto per procedere nella telefonata. Una ‘guida in linea’ elementare, che usa linguaggio univoco, semplice e preciso, ma non capisce proposizioni subordinate né metafore. Fornisce la prima assistenza sostituendo un call center umano, 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Può essere addestrato a dare informazioni utili (previsioni meteorologiche, collocazione ristoranti e ospedali più vicini), fornire dettagli sui prodotti e sui servizi, accettare prenotazioni. Parla così bene che non ti accorgi che è un robot.

PILLS  di Paolo Lutteri – 10 dicembre 2020
Debiti e sviluppo. Troppo rumore intorno per poter riflettere. Questo Next Generation Package sembra l’invenzione ‘salva-mondo’ ma tali sono i commenti, le analisi, i confronti, le contraddizioni, le zone grigie che non si sa più se riprenderemo lo sviluppo e se agevoleremo il futuro o no. Difficile discernimento tra analisi ‘tecniche’ e giudizi ‘politici’. La supremazia tra tecnici e politici è sempre in discussione. Tecnici ce ne sono tanti; politici anche; politici competenti ce ne sono? In realtà tutti speriamo che ce ne siano, che sappiano dirimere le difficoltà, gestire la cosa pubblica per l’interesse comune, selezionare in fretta le opportunità e cogliere le priorità. Ma la questione è ancora aperta. Che i media ci aiutino!
139 – HO UN GEMELLO NEL COMPUTER
Il virtuale sfida il reale nel mondo dell’Internet delle cose e dei big data. Se con un computer si replicano le situazioni caratteristiche di un processo, di una macchina, di un prodotto o di un intero mercato di prodotti, o della serie dei comportamenti di una persona, inserendo tutte le variabili significative, se ne ottiene una replica virtuale: il digital twin. Se si vuol conoscere che cosa succederà cambiando le variabili, si agisce sul computer virtualmente anziché sul caso reale. Così si prevede il risultato, senza rischi sulla realtà. Questa progettazione virtuale sul ‘gemello’ potrà ispirare ogni potenziale innovazione non solo nell’industria, ma anche nel marketing dei consumi. Attenti che il computer può conoscere le persone e i loro desideri più concretamente di quanto stimano di se stesse. Rossignaud e De Kerckove (“Oltre Orwell. Il gemello digitale”. Ed. Castelvecchi) insegnano…
140 – LA CINA NON E’ LONTANA
Le aziende digitali cinesi vogliono conquistare quote di mercato globale. La loro strategia dipende dal mercantilismo dell'innovazione sostenuto dallo stato. Alibaba, Tencent (con WeChat) e ByteDance (con TikTok) hanno fatto breccia nei mercati asiatici ed europei, raccogliendo enormi basi di utenti internazionali. Per gli smartphone, sempre più cruciali per le modalità di accesso all'economia digitale, mentre Samsung e Apple sono i leader indiscussi con rispettivamente il 31% e il 25,9% del mercato globale, le aziende dal terzo al quinto posto sono cinesi: Huawei (10,8%), Xiaomi (7,9%) e Oppo (4,3%). L'Asia ha la più alta concentrazione di telefoni cinesi, con il 36,1%, seguita da Africa (35,6%) ed Europa (28,3%). Al contrario, le aziende cinesi hanno un'impronta molto più ridotta nell'emisfero occidentale, con solo il 14,5% dei dispositivi mobili in Sud America e il 5,6% in Nord America.
141 – DIGITAL SERVICE ACT
In questi giorni la Commissione Europea pubblicherà una nuova legislazione che affronta le responsabilità delle piattaforme online globali: il Digital Service Act. L'impegno delle piattaforme online globali per la trasparenza e la responsabilità è fondamentale per consentire alle generazioni future di continuare ad avere accesso a notizie affidabili e a una ricca pluralità di opinioni e informazioni offerte dai media. Ciò faciliterà la sostenibilità economica dell'ecosistema mediatico europeo nell'era digitale. Di questa nuova proposta normativa se ne sta già occupando l’UPA e l’associazione Eurovisioni, con altri Istituti di ricerca e marketing. Anche Media Duemila approfondirà l’argomento con la direzione dell’EGTA, l’Associazione europea dei Concessionari di pubblicità radio e tv, ben legati a norme nazionali stringenti che si devono confrontare con competitori disinibiti e intrusivi, senza confini.

PILLS  di Paolo Lutteri – 3 dicembre 2020
La selva oscura ben si addice all’ambiente psicologico di questa congiuntura. Improvvisamente potremmo incontrare una fiera che ci infetta il corpo, se non la mente. Ogni viaggio è a rischio, i giovani saltano la scuola e la socialità, cinema e teatri chiusi. Gli artigiani e i piccoli commercianti sono impacchettati. Debiti privati e pubblici in crescita, come la disoccupazione. Tempi e metodi nuovi. Si allarga la tecnologia delle telecomunicazioni.  La sfida, globale, sarà proprio lì, sviluppando intelligenza artificiale, robotica, cloud, blockchain, cyberprocedure, e-commerce. Poiché i rischi sanitari prolungheranno la recessione, è opportuno che gli esperti di marketing esplorino nuovi sistemi di civiltà economica. Ancora una volta i terrestri si devono adeguare alla mutazione. Il passato non tornerà più. La pandemia contribuisce ad accelerare i processi di adattamento. Oggi qualche consiglio. In pillole non esaustive. Se gli esempi non calzassero, il lettore creativo comprenderà i significati.
136 – STRUMENTAZIONE
Vista la situazione e la necessità che la trasformazione digitale sia a lungo termine, occorre che vengano innovati gli equipaggiamenti personali: ultime generazioni di telefoni, computer, tablets, televisori, ma anche archivi hardware, software e app adeguate. Saranno più utili di un nuovo motore di automobile. Chi fa comunicazione si attrezzi per le video-conferenze plurime, ma anche per i layout delle proprie slides o immagini, design; e impari un po’ come fare le narrazioni orali e scritte (si chiama storytelling management). Ci si inventa magari un notiziario di cronache del proprio quartiere e del proprio paese. Qualcuno già lo sa fare, molto bene. Per fare gli acquisti, si studia i cataloghi online, si visita uno showroom sul web, si compara le offerte e si ordina per e-commerce. Manca il contatto col venditore e il tatto con la merce, ma arriva tutto a casa e se non va bene lo restituisci.
137 – NEW SKILL
Conversione di professionalità e diversificazione industriale. Alcune produzioni e alcuni mestieri sono obsoleti, o ineconomici, o bloccati dalle ordinanze salvavita. Le alternative sono difficili e terribilmente impegnative, ma un imprenditore sa organizzarsi. Più difficile a livello personale. Chi faceva l’accompagnatore turistico e conosce la storia dell’arte e le lingue estere provi a dare ripetizioni di materie culturali, da remoto, ai poveri studenti della DAD (Didattica A Distanza), che ne hanno tanto bisogno perché non ce la fanno a imparare nel bailamme scolastico. Chi sa di matematica può insegnare anche le scorciatoie per risolvere le equazioni. Anche un cuoco può aprire un sito per dare lezioni di cucina con ricette nuove ogni giorno; se fidelizza un po’ di clienti potrebbe affidare il sito a un provider che gli procura la pubblicità col Programmatic. Ci sono influencers partiti da zero, che si sono fatti tanti followers. Si può partire da un social network o anche dal proprio condominio, con una locandina in portineria e far girare la voce, un twitter o una newsletter. Per chi è solo cameriere o lavapiatti sarà più difficile, ma potrebbe mettersi in società con cuochi veri e far consegne a domicilio, dovunque, tipo Interflora. Da studiare il ‘targeting granulare’.
138 – TOCCA ALLO STATO
Non tutti hanno preparazione, risorse e capacità imprenditoriali. Ci sono problemi di età, gender, censo, abitazione. Se il sistema del capitalismo liberista non riesce a tutelare tutti i cittadini, in democrazia tocca allo Stato proteggere i più deboli. L’assistenzialismo o i ristori sono forme di aiuto occasionali. Ci sono lavori sociali di ambito pubblico che lo Stato potrebbe avviare. In amministrazione ci sarebbe da rifare il catasto edilizio e tanti censimenti di settore, digitalizzare in modo unificato le schede della salute, manutenere infrastrutture e aree urbane o verdi o spiagge, insegnare informatica ai meno giovani, assistere metodicamente gli anziani. Investire denaro per migliorare l’ambiente, senza sprecarlo per rimborsare gli acquisti di monopattini! I beni pubblici sono spesso trascurati e una miglior manutenzione consentirebbe risparmi e benefici al welfare. Certo è che i cittadini vogliono più efficienza dagli amministratori pubblici, più trasparenza dai politici, meno confusione nelle comunicazioni. E’ in atto uno straordinario e irreversibile cambiamento di comportamenti sociali.

PILLS  di Paolo Lutteri – 26 novembre 2020
Giornalista: che parola antica, adesso che le notizie si aggregano minuto per minuto e non più giorno per giorno! Il quotidiano stampato nella notte è già obsoleto al mattino, incombono gli aggiornamenti, i commenti social, le smentite, i cinguettii … eppure ci sarebbe bisogno di approfondimenti, di riflessioni. Non c’è tempo: il battibecco è un trend e chi non ribatte è out. Stress dei tempi moderni. Ma il vero giornalista è un grande artiere (come il poeta per Carducci) che sul mestiere si è fatto muscoli d’acciaio; e, se non è solo uno scribacchino, diventa esploratore, detective, letterato, opinionista, esegeta, storico. Fa inchieste, chiosa le notizie e tira le orecchie al prossimo. Sulla strada ci sono per lo più i blogger, i reporter dilettanti, raccolgono i rumori, fanno foto col telefonino, riempiono gli spazi confondendo il concreto con l’effimero, la chiacchiera con il ragionamento. Su questa strada ci sono anche certi agitatori di costumi e politici frenetici che fan propaganda accontentandosi degli slogan. Del resto sembra che la gente legga poco e a giornali e giornalisti tocca riciclarsi.
133 – GIORNALISTI CORAGGIOSI
Il Premio per il giornalismo investigativo intitolato a Roberto Morrione, storico direttore di RaiNews24, ha chiuso la sua nona edizione premiando le inchieste vincitrici. Per la categoria sperimentale è stato riconosciuto il premio finale al podcast d’inchiesta “Buco Nero” di Gabriele Cruciata e Arianna Poletti, sul covo digitale dei suprematisti bianchi italiani, un mondo fatto di razzismo, antisemitismo, nazifascismo che si esprime con odio e violenza in chat clandestine. Per la categoria video ha vinto “Ladri di dati” di Federico Marconi e Giorgio Saracino: un’inchiesta sui cyber-attacchi al mondo farmaceutico e sanitario da parte di hacker professionisti. Gli altri finalisti sono stati “Ambasciator Porta Pena” (di Pietro Adami e Cristiana Mastronicola), sul mercato illegale dei visti, e “Un’altra rotta” (di Martina Ferlisi, Sarika Strobbe e Amarilli Varesio), sull’esportazione in Africa di apparecchi elettronici. https://www.premiorobertomorrione.it/news/buco-nero-e-ladri-di-dati-le-inchieste-vincitrici/
134 – MAINTAIN THE WORLD
Indirizzare il mondo verso uno sviluppo sostenibile non è compito facile, neanche per il mondo dell’editoria. L’obiettivo industriale è sempre stato far crescere i profitti, ma le crisi ambientali e sociali costringono imprese e mass media a un miglior equilibrio. La Fondazione Salvetti con l’Associazione Italiana di Manutenzione ha promosso il “1° Italian Maintenance Manager Award” e il candidato vincitore è proprio un dirigente delle telecomunicazioni: Alberto Fassio di Rai Way, che ha ottenuto risultati di eccellenza con progetti tecnologici digitali, avviando soluzioni innovative per quanto riguarda la gestione, l’organizzazione e la tecnica della manutenzione nella sua azienda, con un valore aggiunto di efficacia e di efficienza dei servizi, comprendendo anche gli impatti sulla sostenibilità ambientale e sociale. http://www.aiman.com/attivita-servizi/italian-maintenance-manager-award
135 – MANIFESTO DI PIACENZA
L'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (UGIS) ha redatto nel 2018 nel corso dell’Assemblea nazionale di Piacenza un documento, approvato recentemente dal Consiglio Nazionale dell’Ordine, per poter garantire veridicità e autorevolezza alle notizie. La fiducia nei media dipende proprio dal senso di responsabilità dei giornalisti in un campo che è oggetto di discussione quotidiana, dal momento che scienza e tecnologia (e in particolare la medicina) fanno parte delle professioni economiche e dei comportamenti determinanti per la vita del pianeta. La conoscenza scientifica progredisce per gradi successivi, nella divulgazione occorre tener conto di una pluralità di fonti ed evitare che il lettore possa fraintendere significati e argomentazioni. La visione deve avere i requisiti dell’etica, della critica trasparente e della prudenza. https://dirittodellinformazione.it/valorizzare-giornalismo-scientifico/

PILLS  di Paolo Lutteri – 19 novembre 2020
1, Ø, 100K. L’aritmetica sembra mancare nelle doti degli amministratori, nonostante l’epoca dei supercomputer e del 5G. Se negli Stati Uniti son lenti a contare i voti elettorali (e forse sono imprecisi), in Italia siamo in difficoltà a contare le mascherine, i tamponi nuovi e quelli ripetuti, i letti in ospedale, i ricoverati, i guariti, i decessi, i virologi. Non che manchino i numeri, ma non sono trasparenti i criteri di aggregazione, le quantità fornite dagli enti locali non sono commensurabili, la verifica sul posto (gestita da giornalisti-detective) sbugiarda ogni giorno le dichiarazioni ufficiali. Avanti così, ci sarà da commissariare anche i discorsi, dove le parole non corrispondono più alle realtà (con Trump già lo fanno). L’aritmetica non è fatta di intenzioni, tranne che per recitare i numeri come Pirandello: uno, nessuno, centomila. Così fan tutti.
130 – DECARBONIZZAZIONE EUROPEA
Per quanto audaci possano essere gli impegni internazionali ai sensi dell'accordo di Parigi, finché l'energia pulita sarà meno accessibile delle attuali tecnologie sporche, la decarbonizzazione globale non avverrà. Senza tecnologie energetiche pulite più convenienti e affidabili, il mondo non raggiungerà in tempo la sopravvivenza. Gli investimenti previsti dall’Unione Europea sembrano non essere sufficienti. Con le ipotesi più ottimistiche, l'innovazione nell'energia pulita rappresenterà meno dell'1,5 per cento del bilancio dell'UE per i prossimi anni. Questa percentuale è sorprendentemente bassa se si considera l'enfasi posta sull'innovazione nell'ambito del Green Deal europeo. Il 37% del fondo NextGeneration, circa 275 miliardi di euro, sarà speso per obiettivi come l'idrogeno pulito, edifici verdi e punti di ricarica per veicoli elettrici. Poco verrà effettivamente investito nella ricerca, sviluppo e promozione di nuove tecnologie.
131 – BIG IS BAD?
Gli interventi del Dipartimento di Giustizia americano e delle Corti europee nei casi contro le Big Tech rappresentano di fatto un’ideologia antimonopolistica. Tuttavia uno dei motivi per cui la Silicon Valley e le altre ‘zone tecnologiche chiave’ sono cresciute fino a essere invidiate dall’intero mondo industriale è perché i governi hanno finora lasciato, o fornito, un terreno fertile alle startup per diventare leader tecnologici globali. Difatto la maggior parte dei Paesi vorrebbe replicare questo successo, e molti sono disposti a farlo utilizzando una varietà di strumenti politici, tra cui tasse e antitrust, per abbattere le grandi società tecnologiche e supportare le proprie società nazionali. L’economia galoppa con l’innovazione, mentre la giustizia arranca a rincorrere le nuove situazioni con buone intenzioni etiche, ma certamente con una burocrazia assistenzialista, lenta e complicata da normative datate e inadeguate alle tendenze di globalizzazione ormai affermate.
132 – BIDEN E L’INNOVAZIONE
Nella stagione elettorale USA del 2020 i politici e il pubblico hanno discusso questioni come regolamentare le piattaforme internet, come produrre più energia pulita e come sarà il futuro del lavoro in un epoca di maggiore automazione. Stando alle dichiarazioni, il presidente eletto Biden si concentrerà sul coinvolgimento del governo come partner più attivo accanto all'industria nello stimolare l'innovazione, ma anche come regolatore più severo di molte industrie tecnologiche; probabilmente ci saranno normative più rigorose, anche sulla privacy e sui fornitori di banda larga, e un'applicazione più aggressiva dell'antitrust, in particolare sulle grandi società Internet. Biden sostiene maggiori investimenti federali nelle infrastrutture a banda larga rurali e vorrebbe colmare il divario digitale. La nuova amministrazione amplierà gli investimenti anche per raggiungere obiettivi sociali, come opportunità per le minoranze, crescita regionale e soluzioni climatiche, tagliando potenzialmente altre aree, probabilmente la spesa per la difesa. Tuttavia potrebbe essere meno risoluta nell'affrontare il mercantilismo dell'innovazione cinese.

PILLS  di Paolo Lutteri – 12 novembre 2020
Pistole e fucili. Gingilli fallici da esibire per cacciatori e sovranisti, che esternano l’amore per la natura (poveri uccellini ed elefanti!) e la fede nella violenza (poveri noi!). E’ anche la conseguenza di una cultura cinematografica basata sullo spettacolo dello scontro fisico come ratio per esibizionismo e per risolvere problemi. Dai safari ai duelli western, al cappa e spada, al wuxia orientale, alle sparatorie delle serie poliziesche americane, smaccatamente si salvano solo l’eroe e la sua bella. Da Eracle a Rambo, da 007 a Batman queste sono le avventure più propinate con alto indice di audience e gradimento che ispirano purtroppo una reale cronaca nera quotidiana. E’ il successo del crimine. Noi, però, comportiamoci bene …
127 – IMPRESE VIOLENTE
Laddove c’è lotta civile per difendere i diritti e i soprusi la violenza ha una sua motivazione morale. Tutto da discutere su modi, tempi, strategie e opportunità. Invece, in un ambito dove le contraddizioni sociali non sono esasperate e possono essere risolte dialetticamente, la violenza sembra solo un retaggio di aggressività animale, abitualmente e razionalmente compresso dall’educazione e dal comportamento della comunità nella gran parte delle persone. Ma nello stesso tempo molti individui restano ‘succubi’ della violenza come spettacolo sui media. Le avventure cinematografiche di oggi, come i romanzi di una volta, avvincono il pubblico con le loro eccellenti funzionalità artistiche e dispensano valori di supremazia personale o tecnologica. Attrazione è quella di una scazzottatura, della preparazione di un omicidio, di un disastro o di un horror; è attrazione anche quella di una raffica di insulti in un talk show. Non è bello, dicono in molti, ma fa ascolti, dunque piace. C’è qualcosa di libidine soffocata, tipo ormoni o dopamine incontrollate. Anche questo è pandemico, spero non pericoloso. Da studiare in psicanalisi. Fare cinema comunque è un’arte magica.
128 – CITTA’ IN CHIAROSCURO
I dati di aggregazione per genere di film e telefilm non sono precisi perché molto spesso i generi si mescolano e i drammi sono confusi con i gialli, l’azione e l’avventura. Comunque si può stimare che i contenuti ‘violenti’ attengano almeno al 60% degli argomenti. Particolarmente vivaci, anche dal punto di vista della sceneggiatura, sono le serie tv sulla criminalità che dilagano sugli schermi televisivi, visto il gran numero di emittenti in competizione per accaparrarsi gli ascolti. Protagonisti i detective, gli agenti federali, gli sceriffi, i poliziotti senza scrupoli. Di solito prima sparano, poi forse indagano sui morti. Insomma non c’è molto rispetto per onesti o disonesti né per la trasparenza. Meglio ricattare un delinquente oppure farsi un po’ corrompere. Morale ondivaga. E poca distanza tra fiction e realtà. Se nelle storie c’è un pizzico di vero, le grandi città americane come New York, Chicago, Los Angeles, Miami non è che ne escano con una bella immagine. E neppure Napoli e Roma (vedi Gomorra e Suburra). Il Maresciallo Rocca e il Commissario Montalbano saranno edulcorati, ma più ricreativi. Con l’occasione: onore alla memoria di Gigi Proietti!
129 – ARMI PRIVATE
Product placement sottovento, affari in crescita. Armi per tutti o quasi. Difficile contarle con precisione, ma si parla di oltre 300 milioni di armi da fuoco in mano privata negli Stati Uniti (90 ogni 100 abitanti). In Germania e Francia la densità è di circa 30 ogni 100 abitanti, in Spagna e Italia circa 10 ogni 100 abitanti. Il 27% degli Elvetici conservano l’arma in casa, perché dopo il servizio militare restano attivi ‘difensori della patria’. Negli Stati Uniti, secondo il Brookings Institute di Washington, nel primo semestre del 2020, dopo la proclamazione da parte del presidente Donald Trump dello stato di emergenza nazionale per l’epidemia di Covid-19, le vendite di armi sono aumentate di 3 milioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In Italia i detentori della licenza di porto d’armi sono circa 2 milioni, di cui 500.000 militari arruolati (polizia, carabinieri, servizi). Fuori classifica quanto non dichiarato, le ‘armi bianche’ e quel che succede nei Paesi in guerra.

PILLS  di Paolo Lutteri – 5 novembre 2020
Vanità vanità e … pubblicità. C’è il dramma della pandemia ma l’esibizionismo delle maschere non demorde. Nonostante i deceduti (più di 200.000 in Usa, 46.000 in UK e 39.000 in Italia) c’è chi si è travestito da pipistrello e ha celebrato Halloween ridacchiando. E’ la moda dell’horror, compreso quella delle mascherine dipinte con bocche mostruose e quelle con i marchi di azienda o con gli inviti al voto, preferiti da qualche vip per la tv. Gli esibizionisti più modesti hanno optato per le griffe in stoffa o per le bandiere, magari delle squadre di calcio. Le bancarelle dei mercati italiani offrono un bel ventaglio e i consumatori si prestano per interessanti identikit psicologici. C’è il narcisista che parla al computer in call conference col viso coperto, chi sbuffando si aggiusta la mascherina sul naso ogni secondo come tic nervoso, chi ostenta negazionismo, feticista all’incontrario … Ne vedremo di peggior gusto?
124 - TRUFFA ZODIACALE
Si fa fatica a trovare un giornale o un sito di news che non offra l’oroscopo, perché evidentemente è una rubrica che fa appeal. Ma come è possibile, nel XXI secolo? Sgombriamo la mente dalla possibilità che dalle stelle o dai pianeti piovano influssi efficienti. Caso mai possiamo accettare che la Luna muova le maree e i liquidi del corpo e che le stagioni modifichino qualche umore con il Sole più o meno alto sull’orizzonte. Ma tutto il resto è fuffa o truffa. Tra l’altro, astronomicamente le costellazioni sono ruotate nel cielo di circa 30 gradi rispetto a 2000 anni fa, per via della precessione degli equinozi, quindi oggi il Sole non si trova in Scorpione, ma in Bilancia! Basta prendere in giro la gente! Le stelle ci riservano solo sogni e illusioni.
125 - FEDELI ALL’IMPERATORE
In un sistema democratico il potere spetta ai rappresentanti del popolo che sono gli amministratori politici. Giusto. E se i politici, come nel medioevo, sono scelti per ‘fedeltà all’Imperatore’ e non per competenza sul bene pubblico? Se i politici non sono competenti su certe materie (vedi la salute) è giusto che si facciano aiutare dagli ‘scienziati’. Le scienze offrono solo ipotesi, con alte o basse probabilità e numerose variabili interdisciplinari. Ecco perché spetta ai politici, competenti o no, ‘tirare le fila’ o litigare su ‘chi tira le fila meglio’. Così siam messi maluccio. Certo è che decidere a maggioranza su temi socialmente delicati (vedi la salute) è difficile e comunque scontenta qualcuno. E spesso una tovaglia macchiata anche di poco fa diventare sgradevole il pasto. Ci vorrebbe più vista panoramica. Una parte non è mai più importante del tutto.
126 - CRIMINI DEMATERIALIZZATI
Falso, frode, abuso, estorsioni, sabotaggio. Non parlo di mass media ma di crimini telematici. Che non esistevano fino a pochi decenni fa. Per esempio: il ‘phishing’, ovvero l’impadronirsi di dati bancari (e denari) mediante l’invio di email o sms che contengono link di collegamento a browser simulati; o il ‘ransomware’, quel virus che infetta un device rendendolo inaccessibile se non pagando un riscatto. Secondo Il Report della Direzione centrale della Polizia criminale, da gennaio a maggio 2020 le truffe e frodi informatiche, denunciate, sono diminuite da 89.791 a 76.947 (-14,3%). I reati informatici invece sono passati dai 6.475 commessi nel 2019 ai 7.283 nel 2020 (+12,5%). Più pericolosamente i Servizi di ‘Intelligence’ di certi Paesi parlano anche di cyberterrorismo e hackeraggi sistematici da parte di Nazioni, per spionaggio o per influenzare comportamenti politici nelle popolazioni. Forse è vero. Qui: attenzione ai media.

PILLS  di Paolo Lutteri – 29 ottobre 2020
Pandemia sanitaria: microeconomia all’estinzione, macrotech superpotenza. Senza citare nomi, questa è un iperbole provocatoria che mi serve per introdurre le pillole di oggi come ipotesi di fantascienza, non troppo lontane da un possibile futuro. La grande mutazione è in atto, magari non per tutti e non con velocità omogenea, ma certamente con una formidabile accelerazione tecnologica. Da qualche parte manca l’acqua ma altrove le connessioni 5G bruciano le tappe. C’è chi è reticente sulle mascherine e chi è pronto a partire per la Luna con lo scafandro spaziale. Nel frattempo sembra che il cervello umano e i geni del DNA subiscano le influenze di un ambiente diverso dal passato. Si adatteranno o impazziranno?
121 – CALCIO FANTASTICO
Se una delle Big Tech comprasse in esclusiva i diritti di trasmissione del grande calcio (Fifa World Cup o Uefa Euro) tutto il mondo potrebbe avere sul telefonino (o sul computer o sul televisore smart) lo spettacolo più social del momento; con possibilità di vedere e rivedere, più velocemente o più lentamente, discutere, condividere, rovistare negli archivi, approfondire notizie e commenti, dove e quando vuoi. Costo stellare, ma una Big Tech potrebbe investire proficuamente. Addio editori televisivi e audience generaliste. Pronte audience profilate, alle quali abbinare pubblicità mirata e raccolta di ricavi probabilmente gigante, con un indotto sul traffico web al quale probabilmente farebbero fatica a reggere le bande di telecomunicazione. Se il calcio tiene l’appeal corrente, l’ipotesi è in arrivo. Si preparano test sui Campionati nazionali.
122 – BIG TECH NAZIONI SOVRANE
I ricavi di ognuna delle grandi società tecnologiche superano largamente il PIL di una Nazione di medie dimensioni. Gli utili e il contenzioso fiscale cresce col fatturato. E se si comprassero una Nazione, magari collocata su un’isoletta dell’oceano? Non come sede fiscale o come complice di un governo di facciata, ma come base sovrana per fare economia in proprio. Indipendenza politica, un seggio all’ONU, ambasciatori commerciali e servizi in vari Paesi, satelliti di proprietà, un contingente equipaggiato per interventi e missioni (di cultura e di pace). Molta tecnologia, creatività e poca burocrazia, immigrazione controllata, sostenibilità autonoma, telematica planetaria. I governi delle Superpotenze e gli Antitrust del mondo si opporrebbero, ma se la liberalizzazione globale vincesse sugli Stati corporativi? Certo è che il mondo industriale oggi è più efficiente delle organizzazioni statali, la cui autorevolezza è in crisi (con o senza democrazia) e il cui potere si regge spesso su polizia e esercito.
123 – INFLUENCERS E POI?
Con tutto il rispetto che meritano alcuni, ci sono più followers di quacquaracquà sul web che consensi di voto ai politici. Al punto che un capo di governo chiede aiuto per le campagne sanitarie. E il servizio pubblico della Rai? E’ impegnato nel pluralismo e il risultato è che le critiche al Governo sono più evidenti dei supporti. E se gli opinionisti populisti prendessero campo per sostituire i politici? E’ già successo nel 1987 (con una pornostar), più recentemente con il movimento attivato da un comico. Si diceva che per formare l’opinione pubblica ci volessero conclamate doti di larga e profonda cultura, comprensione dei fenomeni, integrità, equilibrio, capacità di mediazione, senso di responsabilità, senso della comunità e dello stato, impegno contro le ingiustizie. Stando alle classifiche degli youtubers, la realtà è un po’ diversa. Sembra che i cittadini consumatori siano in preda a una specie di compulsiva sindrome di Stoccolma con i messaggi ‘social’ e che il mondo che sta dietro a internet, avviata l’alluvione, non sia più in grado di (né voglia) fermarla. Così il futuro sarà di ‘like’ e di fantascienza.

PILLS  di Paolo Lutteri – 22 ottobre 2020
Babele mediatica sulla pandemia: informazioni contraddittorie sul ‘peso’ del virus, sulle terapie, sui comportamenti di protezione, sui dispositivi di monitoraggio, sulle normative governative e locali. C’è un rischio ma non si riesce a misurare, neanche a forbice. Ci sono provvedimenti operativi complicati da leggere e da interpretare. Il problema è che nelle contestazioni burocratiche si perdono gli obiettivi comuni e si discute più di assistenzialismo che di investimenti. Certamente tutte le imprese che hanno a che fare col turismo e la ricreazione sono in difficoltà. Sono settori nei quali il futuro sarà virtuale? Intanto aumentano i lavori da remoto (speriamo siano veramente smart) e la digitalizzazione, virtuale o no, fa crescere i valori economici di certe imprese. Che almeno loro paghino giustamente le tasse!
118 – MEDIOBANCA E BIG TECH
Non si può fare a meno di considerare le imprese anche dal punto di vista etico-normativo. Mediobanca ha pubblicato un’analisi sulla ‘Resilienza dei giganti del WebSoft alla pandemia’ nel periodo 2015-2020. Emerge che circa la metà dell’utile ante imposte dei giganti del WebSoft è tassato in Paesi a fiscalità agevolata, con conseguente risparmio fiscale cumulato nel 2015-2019 di oltre 46 miliardi di euro; si distinguono Microsoft, Alphabet e Facebook per aver risparmiato rispettivamente €14,2 mld, €11,6 mld e €7,5 mld nel 2015-2019. Il confronto dei ricavi del 1° semestre 2020vs2019 promuove in primis Nintendo (+71,5%), Amazon (+33,5%), Salesforce (+29,5%), Alibaba (+28,6%), JD.com (+28%) e Tencent (+27,9%). L’aggregato 2019 delle filiali italiane ha un fatturato di oltre 3,3 miliardi di euro; occupa oltre 11.000 persone.  Nel 2019 le filiali italiane dei giganti del WebSoft hanno versato al fisco italiano circa 70 milioni di euro, per un tax rate effettivo del 32,1%. Un’analisi da approfondire criticamente.
https://www.mbres.it/sites/default/files/resources/rs_WebSoft2020_presentazione.pdf
119 – DIGITAL NEPHOLOGY
Le aziende vedono sempre più il cloud come un motore di trasformazione digitale e una tecnologia che migliora la continuità aziendale particolarmente in questa fase di passaggio a lavoro remoto e a videoconferenze. Intelligenza artificiale, analisi, internet delle cose e edge computing (architetture con potenza di elaborazione decentralizzata) saranno i fattori di differenziazione per i principali fornitori di servizi cloud e multi-cloud. Le più importanti società del settore offrono servizi molto differenziati per raggiungere quote di mercato ancora libero: Amazon Web Services, Microsoft Azure, Google Cloud, Alibaba Cloud, IBM, Dell Technologies, Hewlett-Packard Enterprise, VMware, come pure per quelle dei software di servizio (Salesforce, Adobe, Workday, SAP, Oracle), solo per citarne alcune. Un campo di competizione di industria digitale che nel 2019 valeva 233,4 miliardi di dollari (secondo la società di analisi IDC) e che viene stimata in aumento del 34,4% nel 2020.
120 – TOKELAU SUL WEB
A inizio 2020 i siti internet nel mondo erano articolati in circa 360 milioni di domini di primo livello (le lettere dopo il punto nell’indirizzo web). La classifica vede in testa i siti con dominio “.com” (circa 144 milioni); poi procede con i siti cinesi ”.cn” (20 milioni), tedeschi “.de” (16 milioni), “.net” (14 milioni) inizialmente riservati ai provider di servizi. Molto particolare è il dominio “.tk” (20 milioni!), assegnato a Tokelau, tre isole coralline nell’Oceano Pacifico sotto sovranità della Nuova Zelanda, che ha liberalizzato il dominio a condizione che il sito riceva un numero minimo di visitatori mensili; ci sono restrizioni sui contenuti e obiettivo di reindirizzamento; il dominio serve anche per ospitare nomi magari di 4 lettere che sono esauriti su altri domini. Dot.tk è una joint venture del Governo di Tokelau, la società di comunicazione Teletok e la società privata BV Dot TK di Amsterdam. Alcuni fornitori in Usa e Germania avrebbero bloccato il dominio ritenendolo poco raccomandabile o sospetto di ospitare contenuti illegali, ma la sua popolarità è larghissima! E Tokelau è un paradiso.

PILLS  di Paolo Lutteri – 15 ottobre 2020
I numeri non sempre dicono tutto ma almeno danno un’idea delle dimensioni del gioco o del mercato. I ricercatori hanno unità di misura personalizzate secondo la scienza, secondo le opportunità o secondo le finalità. L’analisi aiuta a comprendere i criteri di aggregazione soprattutto utilizzando la diversità dei punti di vista e le qualità che sottostanno ai valori. Ci sono misure che non si discutono (la velocità della luce, per esempio) e misure provvisorie (il distanziamento interpersonale in caso di epidemia). Poi ci sono misure affidate alla cultura economica (l’aliquota fiscale) e ci sono le soglie di fiducia/sfiducia nella democrazia rappresentativa: misure d’opinione. Anche le audience dei mass media e il traffico sui siti dei blogger, se non truccati, non sono sempre sinonimo di reale apprezzamento, ma spesso indicano solo attrazioni emotive di curiosità. Diamo una tara ai vestiti ingombranti. Abbiamo ricercatori e giornalisti intelligenti.
115 – HOTSPOT PER L’INTELLIGENZA
Dove insediare il futuro innovativo? Ambiente positivo, facilità burocratiche, propensione dei cittadini, disponibilità di istruzione, costi ragionevoli: sono i requisiti delle localizzazioni ambite per costituire hub di intelligenza artificiale. L’analista Smriti Srivastava su Analitic Insight segnala Austin in Texas (forza lavoro ben istruita e prestigiosa Università), Shanghai in Cina (24 milioni di abitanti e milioni di aziende basate su tecnologia e interconnessione), Los Angeles in California (una città ‘eccitante’ sia per l’industria dello spettacolo che per il marketing, oltre che un porto commerciale tra i più trafficati del mondo e una grande forza lavoro manifatturiera che incoraggia le aziende tecnologiche basate sui trasporti, sui beni di consumo e sull'elettronica), Zhongguancun in Cina a ridosso di Beijing (ha circa 9.000 aziende hi-tech, tra cui il motore di ricerca cinese Baidu e il gigante dei social media Sina Corp), Singapore (cittadini e governo motivati all’innovazione, consumatori tecnologici avanzati), Danimarca (un Paese all'avanguardia nel know-how digitale, base di start-up innovative, governo attento ai talenti e all'uso responsabile ed etico dell'intelligenza artificiale).
116 – BIG DATA ROAD
Abbiamo big data, ma non il percorso su come dovrebbero essere gestiti. Occorre una normativa sovranazionale che garantisca la sicurezza della privacy dei dati e aiuti le persone a capire quali dati vengono raccolti e come vengono venduti o divulgati. Non si tratta solo di violazioni della sicurezza personale, ma addirittura di frequente furto di identità. Enormi quantità di dati personali provenienti da data base organizzati o semplicemente da social network senza serie protezioni, da smartphone e altri dispositivi di ‘internet delle cose’ possono essere condivisi e trasferiti istantaneamente in tutto il mondo. E’ sempre più difficile per le persone mantenere il controllo delle proprie informazioni personali e tutelare brand e immagini di reputazione reale. Una recensione fasulla è come quella farfalla che forse batteva le ali in Brasile e che ha generato un uragano vero in Texas. Con le telecomunicazioni di oggi le strade son senza confini.
117 – MERCATI DI E-COMMERCE
Le nuove tendenze nel commercio elettronico, compreso l'uso di tecnologie come l'Internet delle cose, stanno aiutando il settore a crescere a una velocità impressionante. Secondo Business.com la Cina, con il gruppo Alibaba, è l'attuale più grande mercato di e-commerce, con circa 672 miliardi di dollari di vendite online all’anno (tasso di crescita: 35%). Gli Stati Uniti (vendite online annuali: 340 miliardi di dollari) sono il secondo mercato, protagonisti i giganti Amazon e eBay. Nel Regno Unito (99 miliardi di dollari) i più grandi siti web di e-commerce sono Amazon UK, Argos e Play.com. In Giappone (79 miliardi di dollari) Rakuten è la piattaforma leader. In Germania (73 miliardi di dollari) ci sono eBay e Otto, il rivenditore online locale tedesco. In Francia (43 miliardi di dollari) i marchi locali Odigeo e Cdiscount sono riusciti a mantenere un buon vantaggio. I più grandi nomi di e-commerce nella Corea del Sud (37 miliardi di dollari) includono Gmarket e Coupang. Il mercato russo (20 miliardi di dollari) è ancora in una fase nascente: Ulmart, Citilink e Ozon sono i maggiori rivenditori online del paese. In Brasile (19 miliardi di dollari) i player locali, MercadoLibre e B2W, aprono la strada dell’e-commerce.

PILLS  di Paolo Lutteri – 8 ottobre 2020
I media hanno bisogno di leader d’opinione. In questa nostra società globale sono pochi i leader intellettuali ecumenici. Per lo più ci sono propagandisti di regime, pennivendoli di cultura settoriale, imbonitori di politica locale, qualche volonteroso utopista. Succede così perché il potere economico e l’autoreferenza dei politici di governo emarginano gli argomenti che possono mettere in difficoltà la loro supremazia. Le istituzioni delle Nazioni Unite, meritevoli nel loro impegno di promuovere cause comuni, sono anch’esse vincolate ai compromessi con i governi; non possono contrastare di petto i loro stakeholders. Ma il Papa Bergoglio riesce ad alzare la voce, a mio avviso non tanto per risolvere questioni soprannaturali esplorando le virtù teologali, ma per richiamare all’attenzione di tutti i valori civili del nostro antropocene. L’enciclica ‘Fratelli tutti’ è una lezione magistrale, leggetevi intanto il Capitolo Primo.
112 – CONTRO L’INQUINAMENTO MEDIATICO
Il mondo è sempre più connesso, eppure l'aumento di contenuti online pericolosi, ‘bullisti’, che ispirano odio e disinformazione, non rispettosi della privacy, non rispettosi dei minori, non disciplinati e falsi rischia di minacciare la comunità globale. La Global Alliance for Responsible Media, un'iniziativa intersettoriale fondata e guidata dalla World Federation of Advertisers (WFA), sta collaborando con editori e piattaforme per affrontare ambienti e argomenti mediatici dannosi e fuorvianti e per fornire sicurezza e protezione dei marchi. I grandi inserzionisti hanno un ruolo fondamentale da svolgere nel guidare un cambiamento positivo e hanno concordato di adottare un quadro comune per la definizione di contenuti inappropriati per la pubblicità. https://wfanet.org/knowledge/item/2020/09/23/WFA-and-platforms-make-major-progress-to-address-harmful-content.
113 – THE PRIVACY ERA
Stanno emergendo un nuovo ecosistema di dati, un nuovo scambio di valore per i consumatori, un nuovo insieme di regole per i marchi e un riposizionamento dell'identità digitale come fosse un corpo fisico. Per comprendere l'atteggiamento dei consumatori nei confronti della privacy e della sicurezza dei dati, Wunderman Thompson Data ha condotto recentemente negli USA un sondaggio dal quale emerge che la sicurezza dei dati è una delle principali preoccupazioni. Il 58% degli americani è preoccupato per la sicurezza delle informazioni personali, rispetto al 52% preoccupato per l'attuale leadership politica nazionale, il 51% per la violenza armata, il 47% per l'attuale costo della vita e il 45% per la qualità dell'istruzione. L'89% degli americani intervistati pensa che il modo in cui le aziende acquisiscono e utilizzano i dati sembra ‘subdolo’. Solo il 38% ritiene di avere il pieno controllo delle proprie informazioni e dati personali. https://intelligence.wundermanthompson.com/trend-reports/the-privacy-era/.
114 – AGENZIE DIGITALI STRATEGICHE
Le agenzie digitali sono imprese che offrono servizi nell'area web e tecnologie collegate, implementando le strategie di marketing/comunicazione/vendita. Le Aziende della Comunicazione Unite (UNA) e Prometeia, in partnership con Google e supportate da Confindustria Intellect, hanno stimato in Italia per queste aziende oltre 156.000 addetti e un fatturato oltre 21 miliardi di euro. L’offerta è molto articolata per servizi di marketing e comunicazione, rafforzamento dei brand, innovazione e incremento della competitività, sviluppo di siti web (71%), gestione dei social (51%), sviluppo dell'e-commerce (46%). Rilevante per il Made in Italy è la facoltà di sostenere la presenza internazionale delle imprese favorendo una elevata qualità e opportunità di esportazione. https://www.prometeia.it/news/ruolo-agenzie-digitali-economia-italiana.

PILLS  di Paolo Lutteri – 1° ottobre 2020
Il settore della comunicazione segue le turbolenze della vita sociale e dell’economia. La necessità di sicurezza sul lavoro per le persone incoraggia il lavoro da remoto e può stimolare la ricerca per macchine industriali automatiche. Cresce l’industria 4.0, nella quale i computer, l’intelligenza artificiale, i robot e i piloti automatici migliorano l’’efficienza e riducono i rischi. Intanto si discute se i big tecnologici con i loro algoritmi monopolizzino gli archivi e la cultura, profilino le privacies senza prendersi responsabilità etiche e legali. Anche le macchine che misurano le emozioni degli umani sono a rischio etico. Non ci sono macchine eticamente autosufficienti, con responsabilità giuridica. Le macchine hanno sempre un organizzatore umano alle spalle. E le macchine sono uno strumento fondamentale della nostra civiltà; gestiamole per uno sviluppo comune sostenibile.
109 – ROBOT, COBOT, MOBOT
Macchine, macchine più o meno automatiche. Leonardo da Vinci costruì un automa, primitivo, già nel 1480. Oggi la robotica nel mondo fattura circa 50 miliardi di dollari; il futuro è roseo, ma il presente è grigio. La pandemia ha rallentato l’economia dei settori dell’auto, dell’elettronica e della metallurgia, dove i robot sono più utilizzati; tuttavia il distanziamento sociale ha richiesto creatività per le macchine, quindi le prospettive potrebbero essere molto interessanti non solo per i robot industriali ma anche per altre tipologie. I robot industriali sono strutture perlopiù stazionarie, sono autonomi, ma stanno ‘in gabbia’ in fabbrica o in catena di montaggio. I cobot sono robot collaborativi, che condividono il lavoro con le persone con grande flessibilità operativa, si muovono agli ordini di sistemi avanzati e sono riprogrammabili, sono utili per spostare pesi o assemblare parti di prodotto; in genere i cobot sono antropomorfi, nel senso che sono dotati di bracci flessibili, sensori e telecamere; spesso apprendono sul campo, memorizzando e replicando i movimenti e le operazioni che vengono mostrate dall’operatore umano. I mobot sono robot mobili, come i carrelli automatici della spesa o per la movimentazione nei magazzini; possono avere aspetto androide per svolgere particolari mansioni; sono impiegati nella logistica o sono veicoli da ricognizione per operazioni da remoto (magari sulla Luna).
110 – DENSITA’ ROBOTICA
Secondo la International Federation of Robotics, nel 2019 erano 2,7 milioni i robot industriali operativi nelle industrie, prevalentemente nel settore dell’automobile e dell’elettronica. Il rapporto tra robot e addetti dell’industria manifatturiera mette in evidenza nel 2019 il primato della Corea del Sud, che dispone di 855 robot industriali su 10.000 addetti ‘umani’ (nel 2017 ne aveva 710). Giappone e Germania sono cresciuti più lentamente: nel 2019 il primo conta 364 robot su 10.000 addetti, la seconda 346. A seguire la Svezia (277 su 10.000), gli Stati Uniti d’America (228 su 10.000), Italia (212 su 10.000), Spagna (191 su 10.000), Francia (177 su 10.000), Canada (165 su 10.000). La Cina è in fase di grande espansione, ma per il momento ha solo 187 robot per 10.000 addetti (nel 2017 ne aveva 97). In totale la Cina dispone di 783.000 unità di robot industriali, gli USA 293.200, l’Italia 74.400. Il censimento, viste le tecnologie in accelerazione, è in fermento.
111 – SVILUPPO E RICERCHE
Qualche giorno fa l’ISTAT ha comunicato i dati relativi agli investimenti in ricerca e sviluppo (R&S) in Italia nel 2018. La spesa complessiva di imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università è stata di 25,2 miliardi di euro, con un’incidenza sul PIL dell’1,43%. Le imprese contribuiscono per la maggior parte della spesa: 13,7 miliardi di euro, che rappresentano il 54,5% dei finanziamenti complessivi; con 8,2 miliardi seguono le istituzioni pubbliche (32,8%), poi i finanziatori stranieri (circa 2,7 miliardi, il 10,5% della spesa). Il 2019 è stato ancora un anno di crescita (i dati preliminari segnalano un aumento della spesa, con le imprese che hanno investito l’1,9% in più), ma le previsioni per il 2020 indicano un brusco calo. Le imprese stanno spendendo il 4,7% in meno rispetto al 2019. Anche questo è conseguenza della crisi generale provocata dalla pandemia. Ma l’industria 4.0 non può fare a meno degli investimenti in ricerca. Deve crescere.

PILLS  di Paolo Lutteri – 24 settembre 2020
I talkshow fanno scienza sociale o spettacolo? Parole e numeri sono la materia prima. Le interpretazioni sono la materia sottile. E’ difficile districarsi tra le motivazioni che danno luogo alle divergenze. Pesano i pregiudizi, le opinioni di parte, la superficialità di comprensione, l’emotività degli interpreti. Purtroppo dai social network si è diffuso il ricorso a slogan del ventre anziché ai ragionamenti di testa, l’insulto all’avversario anziché la dialettica. Tuttavia, quando le argomentazioni hanno un fascino letterario e le schermaglie retoriche danno segni di fantasia culturale, allora parole e numeri, oltre che aiutare l’opinione pubblica, sono anche divertenti e portano ascolti. Inoltre, grazie al distanziamento imposto dalla pandemia, abbiamo anche lasciato a casa il pubblico che applaudiva a comando per parole e numeri vuoti.
106 – I PROBLEMI DI GUTENBERG
Una volta il tipografo doveva provvedere un certo numero di caratteri per ogni lettera dell’alfabeto e tenere aggiornato un magazzino, anzi: tanti cassetti. (Chi se li ricorda?). Con la rivoluzione digitale anche i caratteri mobili son finiti al museo, ma qualche statistica serve ancora per aiutarci a decrittare gli indovinelli linguistici. La frequenza dell’uso delle lettere nella lingua italiana dà il primato alle vocali: E, A, I hanno ciascuna una frequenza superiore all’11%, mentre la O è quotata appena sotto il 10%. Se aggiungiamo la consonante N, possiamo dire che il 51% dei testi è scritto con solo 5 lettere. In inglese il 51% si raggiunge con 4 vocali e 2 consonanti: E fa il 13%; A, O, I fanno ciascuna tra il 7 e l’8%; la consonante T fa poco più del 9%. Con N, S, H, R gli inglesi raggiungono il 70% delle presenze. Sotto l’1% in italiano: F, B, Q, Z. Sotto l’1% in inglese: J, K, Q, V, X, Z.  Se volete un panorama più largo: https://en.wikipedia.org/wiki/Letter_frequency.
107 – IL PALLONE DELLA SUPERBIA
“E da tal forza spinto assai s’inalza // verso del cielo, ed il fermarsi è vano, // finché alla terra alfin torna repente // precipitevolissimevolmente.” Così scrisse nel 1617 un frate, tale Francesco Moneti, che nell’endecasillabo coniò la parola italiana più lunga presente nei vocabolari. In realtà le parole più lunghe si trovano per descrivere certi composti chimici oppure nelle celie letterarie. Un primato spetta ad Aristofane, arguto commediografo greco, che nella commedia ‘Le donne in assemblea’, nel 391 a.C., scrive di un piatto composto da tutti i tipi di leccornie, pesce, carne, pollame e salse varie: λοπαδο­τεμαχο­σελαχο­γαλεο­κρανιο­λειψανο­δριμ­υπο­τριμματο­σιλφιο­καραβο­μελιτο­κατακεχυ­μενο­κιχλ­επι­κοσσυφο­φαττο­περιστερ­αλεκτρυον­οπτο­κεφαλλιο­κιγκλο­πελειο­λαγῳο­σιραιο­βαφη­τραγανο­πτερύγων. (171 lettere). Buon appetito!
108 – ALTERNATIVE DIGITALI
Qual è l’unità di misura dell’informazione? E’ il ‘bit’. Il bit è la cifra che può essere 1 o 0 (ovvero: luce accesa o luce spenta) e che fornisce l’informazione di base. Un bit vuol dire poco, ma la serie di bit costruisce parole, concetti, aggettivi, giudizi. In questa successione ogni gradino fornisce un’alternativa, esponenzialmente crescente. Un bit dà due alternative, due bit ne danno quattro, tre bit ne danno otto, e così via. Il Byte è formato da 8 bit e quindi può avere 256 alternative. Questo testo pesa circa 8 KByte quindi può avere un numero di alternative corrispondente a 2 con esponente 64.000. A che serve la cultura? A costruire nei nostri cervelli algoritmi per indirizzare alternative funzionali ad essere capite ed efficaci per la vita. Se non siete d’accordo, potete scegliere un’altra alternativa.

PILLS  di Paolo Lutteri – 17 settembre 2020
L’opinione pubblica non è mai una sola. La situazione culturale e tecnologica degli individui, più ancora del censo e della morale, oggi influisce sui gusti e sulle tendenze. Con una forte esposizione da parte di tutti ai media e ai social, ovvero allo spettacolo e alla soggettività, quelli che Bacone additava come ‘idola’ della conoscenza sembra abbiano il sopravvento sulla ragione. E comunque, a ragione o a torto, è evidente che le opinioni della società civile non sono quasi mai a favore di governo. La gestione del potere, politico o economico, è così ricca di contraddizioni che molti naturalmente levano una voce di dissenso e partecipano alla vita sociale convergendo sulle contraddizioni. L’allargamento ‘democratico’ compiuto dai social media, dove purtroppo le verità possono essere parziali e le notizie possono essere manipolate, ha una parte importante nella frammentazione e nella stabilizzazione delle opinioni.
103 – GIUSTIZIA PERCEPITA
L’Unione Europea, nel gennaio 2020, ha fatto intervistare un campione di oltre 26.000 individui, appartenenti a vari gruppi sociali e demografici, in 28 Paesi europei. Obiettivo: esplorare quali sono le percezioni dell’autorevolezza e dell’indipendenza delle corti giudiziarie. Il 56% di tutti gli intervistati ha giudicato “buono” il proprio sistema giudiziario, il 12% ha affermato che è "molto buono" ma il 33% lo ha giudicato “negativo” e addirittura l'11% ha affermato che è “pessimo”. L'opinione varia notevolmente da uno Stato all'altro. In 17 Paesi, la maggioranza giudica buono il sistema giudiziario in termini di indipendenza di tribunali e giudici, in particolare gli intervistati in Danimarca e Austria (86%), Finlandia (84%) e Svezia (81%). All'opposto: solo il 24% in Croazia, il 26% in Slovacchia e il 31% in Italia giudicano buona l'indipendenza dei propri tribunali e giudici. Un’indagine da approfondire, con gli sviluppi storici e le argomentazioni addotte dagli intervistati.
https://ec.europa.eu/commfrontoffice/publicopinion/index.cfm/Survey/getSurveyDetail/instruments/flash/surveyKy/2258
104 – PIATTAFORME E PLURALISMO
Ci sarà abbastanza libertà, visto che le grandi piattaforme on line stanno sostituendo il pluralismo dei servizi? La questione sembra politica, ma di fatto è prevalentemente economica. Le piattaforme hanno aiutato gli editori a raggiungere un pubblico mirato e più numeroso, hanno avviato nuove tecnologie e modelli di business, ma, con un’attività di semplice intermediazione, si sono accaparrate un flusso di ricavi straordinario, soprattutto dal punto di vista pubblicitario, a scapito degli altri attori sul mercato e a rischio di offerta di beni e servizi ‘illegali’. Oggi è diventato molto più difficile sviluppare imprese autosufficienti e sostenibili nel settore dell'informazione, e si riduce anche la capacità del mercato di sostenere più aziende e quindi maggiore pluralità dei media. Sono questi gli argomenti discussi dalle Commissioni del Parlamento Europeo in vista della Normativa sui Servizi Digitali (DSA).
105 – ANDIAMO A SCUOLA?
In questi giorni andranno a scuola 8,3 milioni di studenti. Il Ministero dell’Istruzione conferma 7.507.484 negli istituti statali (lo scorso anno erano 7.599.259) e circa 860 mila nelle scuole paritarie. Le sedi scolastiche pubbliche sono poco più di 40mila e le classi sono 369.048. Alla Scuola dell’infanzia (Asili) sono iscritti in 876.232, alla Primaria (Elementari) 2.384.026, alla Secondaria di primo grado (Medie) 1.612.116, alla Secondaria di secondo grado 2.635.110 (di cui 1.327.443 nei Licei, 1.307.667 negli Istituti tecnici e professionali). Insegnanti: non ancora contati bene. Il censimento dei banchi (vecchi e nuovi, singoli o duplex, con rotelle o senza) e degli strumenti didattici adeguati (lavagne, computer, quaderni?), nonché delle location (aule, corridoi, cortili, palestre, sale cinema, biblioteche, container?) è ancora in corso. Speriamo che non piova troppo.

PILLS  di Paolo Lutteri – 10 settembre 2020
Siamo a 100! Queste pillole non riescono ovviamente ad approfondire la complessità dei fenomeni e le problematiche delle applicazioni tecnologiche. Mi auguro che servano da richiamo come titoli di argomenti da sviluppare, nel ventaglio crescente delle ricerche e delle innovazioni nel campo delle discipline sociali, in particolare quelle dedicate alla comunicazione. I trend culturali segnalano trasformazioni irreversibili come l’entropia termodinamica. I mass media sono circondati da una frammentazione delle opinioni che mettono in discussione non solo la verità e la falsità degli assunti, ma anche la loro estensione, la probabilità, l’utilità, la priorità, la compatibilità, la realizzabilità e (in senso politico) la loro finalizzazione. Insomma: di tante informazioni, in quest’epoca digitale, occorre farne buon uso.
100 – THOT PER TUTTI
Secondo gli antichi Egizi fu il dio Thot a inventare la scrittura, qualche migliaio di anni fa. Fu un balzo culturale importante per la civiltà umana. I geroglifici egiziani oggi identificati sono circa 7000 e comprendono elementi ideografici, sillabici e alfabetici. Jean-François Champollion, nel 1822, riuscì a decodificare gran parte dei significati. Una scrittura magica, quasi segreta, riservata a pochi archeologi? No, ancora una volta ci ha pensato Google che, con la collaborazione di vari Istituti, ha inventato Fabricius, il traduttore automatico dei geroglifici. Fabricius identifica circa 800 immagini e utilizza il machine learning per allenare il traduttore a capire di che cosa trattano le epigrafi. Sulla piattaforma Google è anche disponibile un corso di apprendimento interattivo.
https://artsexperiments.withgoogle.com/fabricius/en
101 – DEEP LEARNING E BIOINFORMATICA
Computer e robot possono imparare dall’esperienza a compiere azioni in modo naturale come gli esseri umani. Ci sono metodi matematico-computazionali con i quali le macchine possono apprendere informazioni direttamente dai dati, utilizzando particolari algoritmi. L’apprendimento è flessibile: anche i metodi si adattano alle informazioni disponibili. Ma la semplice organizzazione dei dati non è sufficiente per creare un’intelligenza artificiale. Si può approfondire il learning usando reti neurali artificiali, a similitudine di quelle biologiche, formando diversi livelli di azione con una gerarchia di concetti. Le diagnosi mediche sembrano essere tra le applicazioni più utili. Le terapie sono interventi di probabilità statistica e, in uno stato di diritto, ci vuole un responsabile umano. Le macchine non hanno un ‘senso di colpa’.
102 – PRESSING SULL’INGEGNO
Gli italiani che quest’anno sono stati in vacanza hanno scelto di farla breve, poco costosa e in Italia. L’Istat ha stimato in 21 milioni di individui quelli che hanno fatto almeno un giorno fuori casa in agosto (11% in meno rispetto al 2019). A giugno il meno valeva il 54% e a luglio il 23%). Stranieri ne sono arrivati pochi (8 milioni in meno). Nonostante il turismo patriottico e le frenetiche movide di cui han parlato i media, si è persa la socializzazione internazionale e il nostro Paese ha mancato un incasso di circa 12 miliardi di euro nel settore turismo: irrecuperabili e con conseguenze pesanti per l’economia di imprenditori e lavoratori del settore. La crisi di tutta la filiera del turismo, dagli alberghi ai ristoranti, dalle agenzie di viaggio ai trasporti, e le incognite del futuro impatto pandemico suggeriscono agli esperti di marketing di inventare nuove soluzioni e diversificazioni economiche. I fondi di recovery sono una ‘una tantum’ lontana.

PILLS  di Paolo Lutteri – 3 settembre 2020
I media stanno affrontando il problema della democrazia. Tutti, o quasi, sono d’accordo sul valore di questo concetto per gestire la società, tuttavia alcuni pretendono di essere i soli ad interpretarla efficacemente. Chi sono? I personaggi delle caste al potere in primis, i demagoghi in secundis. Mentre gli uni e gli altri gridano a voce alta, i difetti organizzativi della società compromettono l’affidabilità degli amministratori e la fiducia dei governati. Si ricorre ai tamponi sulle dighe o ai recovery fund, ma intanto la democrazia degenera. Non è la tecnologia in sé a costituire un pericolo, ma i pensieri arroganti di chi la gestisce. L’arroganza, ad esempio, si esprime spacciando per veri e giusti solo gli algoritmi di comodo o di comportamento più frequente. Il behaviorismo sta schiacciando la democrazia? L’uso improprio dei big data sta generando quel mostro della datacrazia? ‘Timeo Danaos, et dona ferentes’.
097 – QUANTO CORRE IL 5G?
Per quanto immatura e non ancora globale, la tecnologia di comunicazione 5G è disponibile in alcuni Paesi a velocità molto diverse. Secondo Open Signal, che ha raccolto dati tra il 16 maggio e il 14 agosto, trascurando i picchi di velocità, in Arabia Saudita la velocità di download media del 5G è di 414,2 Mbps (Megabit per secondo), 14 volte più veloce della sua rete 4G; in Corea del Sud la velocità di download media è di 312,7 Mbps, 5 volte più veloce della sua rete 4G. In Australia il 5G corre a più di 200 Mbps, in Canada, Svizzera e Regno Unito siamo intorno a 150 Mbps, In Germania a 100, negli USA la media è solo 50, ma con una copertura molto estesa. In Italia, secondo i dati dichiarati a maggio 2020 dagli operatori, siamo a 30 Mbps per due terzi della popolazione e a 100 Mbps per il 20,3%. Solo il 10% degli utenti italiani dispone di una velocità superiore a 500 Mbps. Speriamo siano dati reali perché il mio banale computer scarica il telegiornale Rai a 2,5 Mbps!
098 – CAMBIO DI ABITUDINI
Wunderman Thompson aveva pubblicato a gennaio 2020 il Rapporto "The Future 100”, raccogliendo gli elementi di comportamento e di innovazione economica e culturale in atto. Dopo la pandemia del Covid-19 ha voluto aggiornare i trend adeguandosi alle nuove abitudini dei cittadini consumatori. Le novità, in sintesi: tecnologie virtuali per soddisfare le esigenze di esplorazione e turismo; riorganizzazione delle imprese secondo criteri di responsabilità sociale; nuovo sistema dei valori per i brand, le holding e i personaggi pubblici; sviluppo intensivo di ogni tecnologia protettiva; resilienza nel sistema alimentare, privilegiando acquisti a km.0. Gioverà anche per uno sviluppo globale sostenibile che tenga conto, tra l’altro, dei cambiamenti climatici e delle disuguaglianze sociali. (https://intelligence.wundermanthompson.com/)
099 – TUTTI PAZZI PER TIKTOK
A tutto campo la sfida tra Donald Trump e Xi Jingping per la proprietà e la diffusione di Tik Tok, il noto social network cinese, molto popolare anche negli Stati Uniti, dove 6 adolescenti su 10 lo utilizzano. La classifica di primavera negli USA, stilata da Piper Sandler, vede in testa la piattaforma di Instagram (proprietà di Facebook) con l’85% di utilizzatori almeno una volta al mese, poi Snapchat con l’82%. Segue Tik Tok con il 62%, quindi Twitter 41%, Facebook 34%, Pinterest 27%, Discord 14% e Reddit 12%. Queste sono solo le percentuali che riguardano gli adolescenti, ma Tik Tok raggiunge in tutto il mondo un totale di 1 miliardo di utenti, in 150 Paesi e 75 lingue diverse. Gli utenti di Tik Tok trascorrono una media di 52 minuti al giorno sulla piattaforma. L’utente mediamente apre l'app TikTok 8 volte al giorno e l'83% degli utenti di TikTok ha pubblicato un proprio video. Tutti pazzi? No, il mondo sta cambiando, speriamo di usare bene la tecnologia.

PILLS  di Paolo Lutteri – 30 luglio 2020
Anche i ricchi piangono. C’è un’emergenza economica in tutto il mondo, sostenuta dalle restrizioni industriali e commerciali dovute alla pandemia oltre che dalle situazioni di crisi del lavoro, povertà e carenza di risorse. Le lacrime di alcuni ricchi che piangono sono però come quelle dei coccodrilli: in molti casi hanno stressato l’ambiente, prosciugato risorse, evaso le tasse e poi? La responsabilità è dei governi: se non ci sono leggi adeguate, o se non vengono applicate, non solo gli imprenditori ma anche i semplici cittadini ne approfittano, perché sono purtroppo in gran parte privi di moralità. Le multinazionali, cresciute straordinariamente con una tecnologia avanzatissima, trovano regolarmente escamotages (pardon: profit shifting) per ridurre le spese fiscali, scegliendo le sedi con i governi più compiacenti. Che fa l’Europa? Purtroppo non c’è una governance europea autorevole sulle tasse. E il commercio elettronico è praticamente senza confini.
094 – E-COMMERCE INDISPENSABILE
Il Focus del Rapporto di luglio 2020 dell’Osservatorio Compass/Mediobanca è dedicato all’e-commerce. E’ evidente che durante il lockdown il settore sia cresciuto. Lo shopping on-line è diventato una necessità. La stima è di 2,5 milioni di nuovi utenti. Prediletti i consumi di articoli di arredamento, abbigliamento, calzature e accessori, poi cibi e bevande, prodotti per animali domestici, libri e riviste, prodotti di bricolage e manutenzione della casa. La propensione è quella di continuare con questa modalità di acquisto. Il 63% degli intervistati ritiene che internet sia diventato indispensabile per fare compere, ma non solo; per il 60% è ormai diventato fondamentale per lavorare o studiare, tanto che il 38% degli intervistati sente anche la necessità di riorganizzare la propria casa per ricavare uno spazio adatto per lavorare comodamente in smart working. https://www.compass.it/osservatorio-compass-e-commerce.html
095 – ANTENATI
Solo i lettori anziani si ricorderanno di Postal Market. Fondata nel 1959 da Anna Bonomi Bolchini, ‘la signora milanese della finanza’. Vendite per corrispondenza su catalogo. Testimonial di fascino come le gemelle Kessler. Fatturato fino a 600 miliardi di lire e 45.000 spedizioni al giorno. Traversie commerciali, passaggi di proprietà, mercato instabile, operazioni finanziarie. Crisi, arrivo dell’e-commerce. Fallimento. Anche la sua concorrente, Vestro, non resse sul mercato. Peccato, l’idea era buona. Adesso il marchio Postalmarket è stato rilevato dall’imprenditore friulano Stefano Bortolussi, che si prepara a rilanciarlo con l’obiettivo di conquistare una leadership italiana nel settore: previsione di fatturato tra 500 e 1.000 milioni (di euro), nei prossimi cinque anni. Ovviamente sarà una versione digitale, da gestire on-line. Punterà sul Made in Italy.
096 – HODIE UBICUMQUE
Amazon di Seattle: internet company fondata nel 1994 da Jeff Bezos come libreria on-line. Adesso vende di tutto e in tutto il mondo, dai prodotti elettronici all’abbigliamento, con centri di smistamento e diretta consegna al domicilio. Con varie acquisizioni ha creato una serie di società sussidiarie e diversificato l’attività in molti settori, compreso la produzione cinematografica. E-commerce e tecnologie avanzate: cloud computing, streaming digitale e intelligenza artificiale. I computer registrano la posizione delle merci e tracciano le rotte di consegna; i dipendenti hanno devices portatili che comunicano con il computer centrale e monitorano le situazioni. I magazzini sono totalmente o parzialmente automatizzati con sistemi costruiti da Amazon Robotics. Fatturato: circa 280 miliardi di dollari. Dipendenti: circa 840.000. Il sito conta 130 milioni di clienti al mese. Dati probabilmente parziali e in crescita.

PILLS  di Paolo Lutteri – 24 luglio 2020
Non c’è dubbio che le macchine possano avere più memoria di un umano. I computer hanno sfidato l’uomo a scacchi, al gioco orientale del Go, agli indovinelli di Noughts and Crosses. Nei casi più interessanti i percorsi di gioco non sono stati ispirati dalle regole classiche di un esperto, ma al computer (superveloce) sono state fatte fare esperienze ‘in lungo e in largo’, senza fornire informazioni preliminari sulle strategie. L’esperienza di milioni di prove e di percorsi ha permesso alle macchine di vincere le sfide tecniche. Qualcuno pensa che le macchine potrebbero aiutarci anche per valutare le risorse umane. Dovremo affidarci alle macchine per dare i voti? Forse il computer può sceglierci un efficiente collaboratore o considerare un condottiero ideale, per via di meritocrazia. Ma il coefficiente di intelligenza non si po’ stabilire solo con i quiz o i profili digitali. Le sfide emotive, le passioni per intenderci, il sorriso o una smorfia, il fascino, il patrimonio etico, il giudizio di una persona, ancorché romanticismi, restano prerogative umane e ce ne teniamo il piacere.
091 – CYBERUTOPISMO CON GIUDIZIO
L’informazione attraversa quest’epoca storica con poca trasparenza e molte mistificazioni. L’interessante saggio di Michele Di Salvo, editorialista del settore della comunicazione, affronta i concetti di obiettività, imparzialità, neutralità, verità, che dovrebbero costituire i valori dei media e che sono talora trascurati nella spettacolarizzazione delle notizie che ne viene fatta. Le nuove modalità di socializzazione spesso confondono le informazioni con le opinioni e anche la comprensione della politica può essere alterata. Sul web le semplificazioni del cyberutopismo possono indurre scelte senza una riflessione accurata. Da leggere per esteso al seguente indirizzo:
https://www.researchgate.net/publication/340279807_I_massmedia_e_la_simulazione_della_trasparenza_nella_comunicazione_politica
092 – IA AL VOLANTE
Guidare è per molti cittadini privati un piacere: dà autorevolezza, stimola l’attenzione e l’autostima. Ma l’IA (intelligenza artificiale) aiuterà in futuro a gestire la circolazione senza conducenti. Le case automobilistiche sono già al lavoro. Memorie e sensori analizzeranno quasi istantaneamente (potenza del 5G!) le variabili, sceglieranno le migliori opportunità. Non ci sarà il pericolo di guidatori ubriachi o assonnati o ipovedenti, né distratti dal telefonino, né temerari, né titubanti. Auto intelligenti? Solo nella misura in cui le avremo addestrate e nella misura in cui l’ambiente offrirà infrastrutture standard omogenee e stabili. Come dire: andrà bene se ci sono binari, linee guida impeccabili, segnaletica aggiornata, pedoni e monopattini rispettosi. Quindi ci vorrà ancora molto, molto, tempo. Per il momento possiamo esercitarci con i treni e le metropolitane e, in caso di errore, il responsabile sarà un Amministratore delegato o un ingegnere informatico?
093 – IA E MARKETING PREDITTIVO
Profilazione accurata, visioni larghe, rischi quasi nulli. Il marketing in qualsiasi settore si avvarrà dell’Intelligenza Artificiale come motore chiave per lo sviluppo economico, per apprendere dati, analizzare risultati, ottimizzare le previsioni. Ma è già una realtà la gestione delle scorte, la definizione dei prezzi e degli sconti, il confronto con la concorrenza, l’assistenza ai clienti, i servizi locali e on-line. Nei servizi l’Intelligenza Artificiale aiuterà sia le imprese che i consumatori nelle interazioni, nei feed-back per una migliore organizzazione dell’offerta e della domanda, nella scelta degli investimenti e dei risparmi, nella gestione dei pagamenti, nella personalizzazione del rapporto tra venditore e acquirenti. Ciò non varrà solo per il mondo economico, ma anche per il mondo della cultura, dell’informazione, dell’intrattenimento, dei servizi sociali e ambientali. Nella gestione intelligente artificiale avrà importanza strategica un quadro etico e giuridico adeguato. Servirà anche per la propaganda politica: sempre utile, a condizione che sia onesta, veritiera e corretta, come la comunicazione commerciale.

PILLS  di Paolo Lutteri – 17 luglio 2020
Spigolature e notizie sono tante, sparpagliate in un caleidoscopio di opinioni ognuna delle quali ha almeno un elemento di singolarità. Tanti altri elementi ‘creativi’ spesso fanno confusione e depistaggi nella conoscenza. Si aggiungono i commenti costruttivi che fan dibattere, fan riflettere, fan cultura, o fan semplicemente memoria o informazione. I numeri, il peso dei protagonisti, l’indotto economico e l’influenza sui costumi quotidiani sono argomenti che rilanciano la discussione, come la palla di neve che diventa valanga (è il caso della pandemia mediatica sul Coronavirus). Certamente sarebbe bene approfondire tutto, sempre di più. Ma sarebbe meglio non trascinare polemiche, non cercare sentieri impraticabili, selezionare le opportunità, identificare priorità, fare scelte politiche tempestive. E’ quanto si aspetta non solo il mondo dell’economia, ma anche il cittadino con poche risorse. Nel mondo del marketing non mancano ottimi professionisti.
088 – REPUTAZIONE CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
True® è un sistema innovativo di analisi semantica e misurazione della reputazione, messo a punto da Sec Newgate con il contributo scientifico di docenti e ricercatori dell’Università Bocconi, Imperial College, Golden for Impact e con quello tecnologico e linguistico di @Expert System. Come dice il Ceo di Sec Newgate, Fiorenzo Tagliabue, True utilizza l'intelligenza artificiale per leggere in profondità l'evoluzione della percezione di un'organizzazione, di un brand o di una persona, presso i suoi diversi interlocutori; analizza in tempo reale tutte le fonti pubbliche (stampa scritta, audio, video, web, social), individuando giudizi, comportamenti ed emozioni e rilevando così gli impatti reputazionali di avvenimenti e conversazioni sulle diverse dimensioni di un'azienda, dai suoi prodotti o servizi alla sostenibilità, a livello internazionale.
089 – LIBRI PER L’EUROPA
La letteratura può essere un veicolo importante per realizzare una cultura europea integrata. E’ uno degli obiettivi della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, la più importante a livello internazionale per lo scambio dei diritti d’autore. Nelle edizioni precedenti i visitatori specializzati (editori, agenti letterari, grandi distributori, personaggi della cultura) che hanno partecipato sono stati oltre 300.000, per oltre 9.000 espositori. Quest’anno, a causa della pandemia sanitaria, si svolgerà dal 14 al 18 ottobre con un’edizione speciale, molto articolata e supportata da iniziative digitali e virtuali. La partecipazione degli editori italiani con un modulo espositivo e una postazione ad uso esclusivo è offerta a titolo gratuito, grazie alle misure straordinarie per l'emergenza Coronavirus adottate dal MAECI e da ICE-Agenzia per supportare l’internazionalizzazione delle aziende italiane.
090 – I NUMERI DELLE RICERCHE
Google offre molti servizi, tra questi ‘Google Trends’: non è un sondaggio, ma un’analisi della frequenza relativa delle ricerche sul web di certe parole chiave. Tramite un campionamento si può esaminare un set di dati rappresentativo delle ricerche eseguite in un certo periodo. Non sono disponibili valori assoluti, né ovviamente l’identificazione dei navigatori, ma la loro provenienza sì. Un picco non indica che un certo argomento sia in qualche modo più popolare o migliore, ma solo che, per qualche motivo imprecisato, ci sono molti utenti che eseguono una ricerca sull'argomento. Ecco tre esempi per gli ultimi 12 mesi. Chi ha cercato su Google la parola ‘blockchain’? Top della frequenza (=100) gli utenti del Molise, minimo quelli della Basilicata (=33); Lazio fa 88 e Lombardia 68. ‘Idrogeno’: top sono Basilicata (100) e Val d’Aosta (95), minimo Liguria (67); Lazio fa 74 e Lombardia 81. Più affascinante ed emblematico ‘Juventus’: Piemonte 100, Calabria 94, Campania 49 e Lazio 45. Divertitevi con i dettagli per tutte le parole in Italia e nel mondo su https://trends.google.it

PILLS  di Paolo Lutteri – 9 luglio 2020
Il progresso democratico sta eliminando alcune disuguaglianze sociali. Non quelle economiche, non quelle dei poteri al comando, ma almeno alcune di espressione sì. La larghissima diffusione di devices digitali ne è una testimonianza. La facoltà di parola e di giudizio, salvo censure, è estesa a tutti e ognuno è coinvolto singolarmente. Come per i tifosi di calcio ognuno dà consigli all’allenatore della sua squadra (e anche di quella degli avversari), così nella medicina ognuno si sente specialista di rimedi, nella circolazione delle auto ognuno vorrebbe essere ministro dei trasporti, in politica si sente come minimo segretario di partito se non presidente del consiglio. Molti (tanti, troppi) parlano anche di cose che non possono conoscere e sparano opinioni per darsi un tono. E’ un’autocritica che noi giornalisti dovremmo fare più spesso.
085 – CONTROLLO DEL CONTAGIO
Le probabilità di diffusione di un’epidemia sono difficili da studiare. Le autorità sanitarie utilizzano l’indice ‘RT’, che nasce da un calcolo molto articolato dei contagi, dei ricoverati, dei guariti della settimana. Se RT è maggiore di 1, il virus si diffonde; se è minore di 1, si contiene. L’indice ‘RT’ si potrebbe applicare anche ai social network, con calcoli laboriosi, ma non impossibili. Si potrebbe conoscere, settimana per settimana, se un virus, pardon: un influencer, è cresciuto, si è stabilizzato, o è sceso di popolarità. Occorre contare i followers, i ’like’ e i ‘dislike’; vanno contati anche i gradimenti dei singoli concetti, delle esternazioni. Anche i sondaggisti d’opinione politica o dei risultati di una campagna pubblicitaria potrebbero avere spunti di creatività migliori di banali percentuali di incremento/decremento. Da sviluppare con giudizio!
086 – PIANGERE CON FACEBOOK
Si dice che Mister Zuckerberg abbia incassato circa 70 milioni di dollari di pubblicità lo scorso anno. Da qualche settimana alcune grandi aziende sembra abbiano contestato i contenuti di Facebook privi di censura nei testi di incitamento all’odio e abbandonato consistenti campagne pubblicitarie sul mezzo. Non è facile un’analisi completa su miliardi di messaggi, governati per lo più da algoritmi. Né si può considerare Facebook come un editore responsabile dei contenuti. Certo è che la correttezza etica vorrebbe che il padrone della piazza dove si discute prendesse le distanze da facinorosi e odiatori. Zuckerberg pare non sia preoccupato del calo pubblicitario degli investimenti delle grandi aziende perché la stragrande maggioranza dei ricavi arrivano da piccole-medie imprese. Ma ‘piange il cuore’ che in questa congiuntura mondiale di società liquida gli insulti abbiano spazio per propagarsi.
087 – C’ERA UNA VOLTA
C’era una volta la pubblicità di massa. C’era una volta la sponsorizzazione di eventi e di protagonisti. Anche se tuttora le aziende cercano una larga e imponente massa di copertura per la propria propaganda, la tendenza accertata è quella della comunicazione personalizzata, della profilazione dei clienti potenziali, dell’endorsement culturale e sportivo. La ricerca del marketing è sempre più specializzata sulle caratteristiche comportamentali dei clienti, sulla disponibilità delle risorse in un dato momento, sulle motivazioni psicologiche individuali e sociali, sui servizi da abbinare all’acquisto di un prodotto, sul ‘traffico’ di relazioni interpersonali che precede e segue una scelta commerciale. Pensate, ad esempio, alle valutazioni su un’automobile, su un divano, su un supermercato, su una merendina, ma anche su un istituto bancario o un’assicurazione.

PILLS  di Paolo Lutteri – 2 luglio 2020
Più velocità, meno tempo sprecato. La tecnologia ricerca proprio la velocità di esecuzione come ‘killer application’ per lo sviluppo della civiltà. Per esempio, fanno progresso: la velocità di connessione delle telecomunicazioni di quinta generazione, ma più semplicemente la velocità di stampa di una rotativa, o la velocità di un dattilografo, o la velocità di spostamento di un veicolo. La velocità ha i suoi record nel mondo digitale. Anche nel tradizionale mondo delle cose fisiche ci sono i record, dal momento che il teletrasporto ancora non è realtà.
082 - VELOCI COME UN BIT A 5G
Il bit (Binary digit = cifra rappresentata con successioni di 0 e 1, banalmente: ‘luce spenta’ e ‘luce accesa’) rappresenta l'unità di misura della quantità d'informazione. Se nella modalità di connessione 4G (quarta generazione) la massima velocità di trasmissione teorica era di 100 milioni di bit al secondo, nel 5G (quinta generazione) potrà arrivare teoricamente a 20 miliardi di bit/secondo. Tra teoria e realtà effettiva adesso c’è ancora un buon divario, ma se nel 5G la velocità reale mediamente oggi è solo 3-4 volte la velocità del 4G, le implementazioni fanno immaginare miglioramenti molto significativi. Grossomodo: oggi due ore di video in 4G si scaricano in 6-7 minuti, in 5G in 100 secondi. La latenza (tempo tra la richiesta di dati e l’inizio dello scarico) nel 4G è 40-50 millisecondi, nel 5G 5-10 millesimi di secondo. Nella modalità 5G conta anche la capacità trasmissiva, ovvero il numero dei dispositivi collegati contemporaneamente, che dipende anche dalle antenne di lancio dei segnali e dal loro indirizzamento, dal tipo di frequenze e dalla larghezza della banda utilizzata.
083 - VELOCI ALLA TASTIERA
Carlo Parisi, milanese, è il dattilografo che tutti vorrebbero avere a portata di mano. Ha un record di 969 battute al minuto alla tastiera di un pc con zero penalità, ossia 9.695 caratteri scritti in dieci minuti di gara. Ascolta e trascrive in tempo reale e si aiuta ‘sparandosi nelle orecchie musica tecno per tenere il ritmo’, come dice lui stesso. Più comunemente alcuni ricercatori universitari, su un campione largo, hanno rilevato la capacità di digitare una media di 52 parole al minuto su tastiera fisica, mentre su smartphone c’è chi arriva a 85. Ovviamente i giovani tra 10 e 19 anni digitano mediamente 10 parole in più al minuto rispetto ai quarantenni.
084 - VELOCI NELLO SPAZIO
Il primato di velocità, senza pilota, spetta alla sonda spaziale Parker Solar Probe che ha raggiunto 343.000 km/ora. Con equipaggio umano il record è quello della capsula Charlie Brown, della missione Apollo 10: 39.897 km/ora. Sulla Terra l’automobile più veloce è stata il Thrust SuperSonic Car, col pilota Andy Green (1.227,98 km/ora). Per le ferrovie, il treno giapponese a levitazione magnetica raggiunge 603 Km/ora, e l’AGV francese convenzionale, tra Strasburgo e Parigi ha fatto 574,8 km/ora. La velocità di attraversamento in auto di una moderna metropoli è … (lasciamo perdere).

PILLS  di Paolo Lutteri – 25 giugno 2020
Durante la pandemia la vita si è spostata ancora un po’ verso l’on-line, complici telefonini, tablet, computer e social network. Se un tempo il falegname parlava col suo martello e l’autista con il motore dell’auto, adesso parliamo con i devices, li insultiamo se non c’è campo, ce li accarezziamo nelle tasche e nelle borsette (100 volte al giorno) per vedere se sono arrivate chiamate. Non è così per tutti, ma certamente è un nuovo comportamento comune. Per qualcuno è addirittura ossessivo. Il distanziamento fisico ha ovviamente favorito i contatti digitali da remoto.
079 – GIOCA E PROBABILMENTE PERDI
In Italia gioca per soldi la metà della popolazione adulta. Giocare e scommettere non è reato, ma il gioco d’azzardo può essere pericoloso perché genera fidelizzazione e assuefazione psicologica: una malattia, se incontrollata. La pandemia del Covid-19, secondo una ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, ha fatto sì che il 22,8% dei giocatori smettesse (i luoghi di gioco erano chiusi), ma il 33,8% ha aumentato le occasioni di gioco puntando sul web, e l’11,3% ha iniziato in questa modalità proprio durante l’isolamento. Il 30,5% dei giocatori on line ha giocato una o più volte al giorno, altrettanti più volte a settimana, il 39% da una a quattro volte nel mese. La spesa online nel periodo della ricerca (6 settimane tra aprile e maggio) si rivela più consistente, con il 14,6% che riferisce di aver speso oltre 500 euro e l’11% tra i 200 e i 500 euro. Il 56,8% ammette di essere in perdita. ufficiostampa@cnr.it.
080 – E-COMMERCE “CRESCENDO”
Le piattaforme di e-commerce non stanno ad aspettare i clienti, ma intelligentemente raccolgono dati e vanno incontro ai desideri degli utenti, propongono l’aggiornamento delle scorte, le novità, le opportunità, gli sconti. Pandemia o no l’e-commerce è un fenomeno globale nel quale nascono ogni giorno nuove iniziative e nuovi mercati. Secondo business.com (aprile 2020), la Cina è in testa ai ricavi, con circa 672 miliardi di dollari di vendite online ogni anno e una quota e-commerce delle vendite totali al dettaglio del 15,9%. Negli USA le vendite online annuali arrivano a 340 miliardi di dollari, nel Regno Unito 99 miliardi, in Giappone 79 miliardi e in Germania 73, in Francia 43 miliardi, in Corea del Sud 37, in Canada 30, in Russia 20, in Brasile 19, sempre miliardi di dollari. La realtà ha sfaccettature diverse di approccio, infatti altre ricerche propongono stime anche doppie di quelle citate.
081 – NON SOLO TIK TOK
Chi utilizza Tik Tok lascia alla piattaforma nome, età, indirizzo e informazioni pubblicate sul proprio profilo, fotografie, video, commenti. Tik Tok registra (e conserva) come l’utente reagisce a ciò che guarda e quindi monitora preferenze, interessi; Tik Tok utilizza i dati comportamentali per proporre contenuti e connessioni (ed eventualmente pubblicità personalizzata). I dati sono condivisi con terzi fornitori di servizi e partner commerciali. Secondo le circostanze l’utente avrà diritto alla conoscenza della raccolta dei suoi dati e eventualmente a rettifiche o cancellazioni. Se richiesto legalmente, Tik Tok condivide le informazioni anche con Autorità di regolamentazione e Tribunali competenti. La profilazione non può produrre effetti legali nei confronti dell’utente, a meno che non sia autorizzata dalle leggi. “Timeo Danaos, et dona ferentes”. Capito?

PILLS  di Paolo Lutteri – 19 giugno 2020
Le figure retoriche, care agli oratori greci e latini, sono sempre alla ribalta nei nostri media. Ah, l’iperbole! Partoriente di desideri, nutrice di sogni, puerpera di falsi miti, modo di porgere fallace e ahimè tanto diffuso tra gli umani! Frequentatrice di titoli di giornali e talk show tv, madrina di catastrofi e di catarsi globali, altare sul quale sacrificare la ragione, pane per i comici, acme dei poeti! “M’illumino d’immenso” (questa non è una citazione di un capo di governo, benché lo sembri, ma di Giuseppe Ungaretti).
076 – INDICE DI DIGITALIZZAZIONE
La Commissione Europea ha appena pubblicato il Rapporto DESI 2020 sulla digitalizzazione. Le performances italiane non sono brillanti rispetto a quelle degli altri Paesi Europei. Il 17% delle persone che vivono in Italia non ha mai utilizzato Internet. Le imprese italiane presentano ritardi nell’utilizzo di tecnologie come il cloud e i big data, così come quanto riguarda l’adozione del commercio elettronico. Le attività online più diffuse sono l’ascolto di musica, la visione di video o giochi, seguite dalle videochiamate, dalla lettura di notizie e dall’uso dei social network. Seguire un corso online e vendere online sono le attività meno diffuse. Per quanto riguarda i servizi pubblici digitali (e-government), il loro utilizzo rimane scarso: solo il 32% degli utenti italiani online ne usufruisce attivamente, rispetto ad una media europea del 67%.
https://d110erj175o600.cloudfront.net/wp-content/uploads/2020/06/report-italia.pdf
077 – MARKETING OMO
OMO (Online Merge Offline) è un facile percorso di mercato decollato in Cina, ma non solo, anche a causa del lockdown. In Cina i consumatori sono abituati a scansionare dozzine di codici QR ogni settimana con i loro telefoni I negozi di ogni genere si sono affidati online alla potenza dei provider come Alibaba e Tencent. Il consumatore usa il livestreaming e acquista con immediatezza attraverso i devices mobili: ricerca di prodotti, confronto, ‘click and collect’, consegna o servizio a domicilio. Vedere e comprare. I nuovi smart stores consentono ai clienti di provare virtualmente perfino i vestiti o di riempire un carrello, anch’esso virtuale, che verrà poi consegnato loro a casa, e pagare tramite riconoscimento facciale senza passare dalla cassa. Strategia basata sulla raccolta di big data.
078 – ROBOT MORBIDO
Pesa 0,3 grammi, è lungo 2 centimetri, si muove con un'andatura simile a quella di un bruco, si può infilare nelle fessure strette e in situazioni poco accessibili, può resistere a temperature elevate e freddo intenso, trasportare carichi fino a 50 volte il proprio peso; è alimentato a distanza dalla luce con lunghezze d'onda che vanno dall'ultravioletto all'infrarosso. E’ il ‘robot morbido’, realizzato in Cina all’Istituto di Scienze Tecnologiche dell’Università di Wuhan da un’équipe di ricercatori cinesi e tedeschi. E’ previsto un utilizzo nel settore medico e del pronto soccorso, ma il potenziale ne permetterà impieghi sofisticati in molti settori operativi.

PILLS  di Paolo Lutteri – 11 giugno 2020
Non solo cookies: machine learning. Intrufolato nelle mie navigazioni internet, tra le pieghe delle mie mail e dietro le quinte dei miei ‘like’, ci potrebbe essere un compagno di viaggio del mio indirizzo ‘ip’. Sa tutto di me, ricorda anche quello che ho dimenticato, registra i miei gusti, apprezza le mie scelte, cataloga i miei amori, non censura niente. Ahimè, è valletto di due padroni: uno sono io, l’altro è un Network. Spero che il valletto non sia troppo pettegolo e che mi lasci le mie fantasie. In giro ci sono parecchi servizievoli intrusi, creati dai grandi produttori di elettronica di consumo: Cortana (Microsoft), Siri (Apple), Alexa (Amazon), Bixby (Samsung), Alice (Yandex), AliGenie (Alibaba), Celia (Huawei), Xiaowei (Tencent), Assistant (Google): collaboratori smart che ci portano in casa l’intelligenza artificiale. Il ‘nonno’ di questa équipe si chiamava HAL ed era il valletto degli astronauti di “2001: Odissea nella spazio” (1968!).
073 – PARLIAMO DI CORTANA
L’aiutante digitale di Microsoft è nata nel 2014 e a maggio di quest’anno viene rinnovata nelle funzioni e nelle performances. A domanda vocale risponde con informazioni sulla propria agenda, sull’attualità, sulla situazione finanziaria; fornisce musica e video, apre i documenti utili e smista la posta, recensisce i consumi, organizza il tempo libero e gli appuntamenti di lavoro, interagisce con altri software. E’ una via personalizzata di intelligenza artificiale che assorbe quel che viene richiesto dalla montagna di dati disponibilì su internet e sulla memoria del computer che la utilizza. Sta per avviare anche un sistema di integrazione domotica per dialogare con gli oggetti e le macchine di casa: una segretaria efficiente e professionale.
074 – CHI E’ SIRI
Siri è un prodotto di Apple, nato nel 2010, integrato con tutti gli altri servizi della casa di Cupertino. Come software intelligente gestisce tempi e budget, avvia le macchine domestiche, consulta i servizi metereologici, si mette in contatto con fornitori esterni, agevola ogni tipo di ricerca, compone messaggi di testo o di e-mail, chiama un taxi o prenota un posto a teatro, aggiorna nei dettagli risultati sportivi e di borsa, pianifica percorsi di viaggio, riconosce le melodie musicali. A scelta, risponde con voce maschile o femminile. Registra tutto. Ha avuto qualche problema di privacy, in quanto alcune conversazioni private sono state intercettate, forse solo casualmente, durante i controlli di qualità.
075 – GOOGLE ASSISTANT
E’ considerato al momento il migliore smart speaker in grado di comprendere il linguaggio umano e di fornire risposte appropriate, se occorre, traducendole nell’idioma desiderato. Può imparare e memorizzare le abitudini, se autorizzato, al fine di migliorarsi costantemente e di ottimizzare le proprie risposte. E’ un assistente completo sia per la gestione del timing, della corrispondenza e degli affari che per presiedere alla domotica. Secondo un test della Loop Ventures, che ha misurato il quoziente di intelligenza dei software di intelligenza artificiale, ha fornito le migliori performances comprendendo il 100% delle domande proposte e rispondendo correttamente all’87,9%. Le previsioni attribuiscono a Google Assistant circa un quarto del mercato totale degli utilizzatori. Non è più un gadget, ma un collaboratore enciclopedico.

PILLS  di Paolo Lutteri – 5 giugno 2020
Un errore logico molto diffuso è quello di confondere una parte con il tutto e ‘buttare il bambino con l’acqua sporca’. Facile cascarci emotivamente: se il Segretario Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) omette vigilanza, o sbaglia, o subisce pressioni, c’è chi vuole la soppressione dell’intera Istituzione; se il governatore della Sardegna chiede un passaporto per i turisti, questi si sentono autorizzati a criticare l’intera Sardegna; succede a tanti stranieri che considerano l’Italia tutta terra di mafia. Anche per l’Europa c’è chi vorrebbe dissolverla perché contesta un mal funzionamento. Insomma, il pregiudizio cieco, l’arroganza e l’irrazionalità preferiscono distruggere che fare ‘manutenzione’. Dopo la crisi sanitaria una crisi emotiva? E tante riflessioni virtuali.
070 – 5.0 E 5G
La produzione industriale va verso uno stato di cooperazione molto più stretto e intrecciato tra uomo e macchine (5.0); promette la creazione di un nuovo ambiente simbiotico tra una forza lavoro composta da operatori umani e colleghi meccanici sempre più autonomi e intelligenti. Questa transizione è fortemente influenzata dalla fenomenale crescita della robotica avanzata e dell'intelligenza artificiale. Anche il settore europeo delle telecomunicazioni, con l’avvento del 5G, si muove in questo senso e i risultati del primo trimestre di Vodafone, Telefonica, Deutsche Telekom, Orange e BT indicano un grado incoraggiante di capacità di ripresa. La crisi Covid-19 di fatto ha accelerato le iniziative di esperienza digitale dei clienti. Deutsche Telekom ha segnalato un piano rapido per coprire metà della Germania con 5G entro la fine dell'anno.
071 – SPETTACOLO IN CRISI
L'impatto della crisi sanitaria sul settore musicale, cinematografico e televisivo globale è devastante. Mentre la quarantena e il distanziamento sociale hanno contribuito in modo definitivo all'evoluzione dei social media, il distanziamento sociale ha costretto gli studi cinematografici, i cinema e i teatri a chiudere senza sapere ancora come riaprire. Le principali versioni pianificate per il 2020 sono state ritardate, i finanziamenti e le entrate pubblicitarie televisive sono drasticamente calati. Mentre si consolida il vantaggio degli editori online rispetto ai media fisici tradizionali e un numero crescente di persone inizia a lavorare in remoto, è andata in crisi anche la catena di fornitura delle infrastrutture tecnologiche. Con il blocco globale esiste il rischio che i principali fornitori come Ericsson, Nokia, Cisco, Huawei e ZTE non possano accedere con sufficienti quantità ai componenti tecnologici.
072 – SKIN HUNGERS E SOCIAL FEELING
Nel terremoto sociale di questo Antropocene, dove non cessano guerre, disuguaglianze, mal governi, crisi ambientali e fallimenti economici, forse proprio le relazioni interpersonali supportate dai devices personali stanno creando connessioni umane più profonde e autentiche. Sono aumentati i contatti, moltiplicate le visualizzazioni, i tempi di permanenza, i download, le app. Meno contatti di ‘pelle’ e più incontri ‘virtuali’ hanno indotto riflessioni più attente, una messaggistica, sia affettiva che razionale, che raccoglie la brillantezza delle esperienze e della creatività mentale, esprime i dissensi ma anche le convergenze critiche sul sistema locale e globale. I social media vengono legittimati come una piattaforma per affrontare argomenti seri e sembra accelerare la volontà di affrontare la vulnerabilità dell’organizzazione umana. E’ una parte della ‘grande mutazione’.

PILLS  di Paolo Lutteri – 29 maggio 2020
Nel momento di pandemia globale, fragilità dei sistemi di gestione politica e scientifica, occorrono resilienza e coraggio. Confidiamo in quei profeti che considerano le crisi un’opportunità per rinnovarsi, consolidare le conoscenze e conquistare nuove frontiere tecnologiche per vivere più sicuri e meglio di ieri. I cambiamenti (Giovanni Giovannini, del quale celebriamo il centenario di nascita, direbbe: “la grande mutazione”) sono in corso. La digitalizzazione e il rafforzamento della comunicazione interpersonale e tra persone e macchine ci aiuteranno. Non siamo soli, i robot marciano con noi!
067 – CREATIVITA’ IN PANDEMIA
Sotto stress la creatività si scatena. In televisione e sulle piattaforme social sono nati spettacoli musicali e teatrali virtuali, con tante partecipazioni individuali connesse in quadri visualizzati a formato francobollo. Da casa i selfie e le video call sono diventate meno sciatte, han preso glamour. Anche i consigli gastronomici sono cresciuti in qualità e raffinatezza. Gli esercizi ginnici personalizzati hanno viaggiato tra giovani e tra adulti, per non parlare dei coach che hanno aumentato allievi e fans. Apple ha lanciato una serie in streaming di lezioni gratuite tenute da professionisti creativi. Le lezioni insegnano agli utenti come migliorare le loro espressioni artistiche sui dispositivi Apple, incluso come disegnare ritratti giocosi su un iPad, come catturare fotografie sorprendenti e come rendere i film più cinematografici su un iPhone.
068 – PRIVACY PER IL FUTURO
In Australia, dall'8 maggio 2020, più di 5 milioni di persone hanno scaricato sul proprio cellulare ‘COVIDSafe’, un'app supportata dal governo che utilizza il Bluetooth per scambiare una "stretta di mano digitale" con qualsiasi altro utente che si trova a meno di un metro e invia un avviso se il contatto è positivo per il contagio. L’app sul cellulare per tracciare le persone prevede ovviamente l’identificazione di certi elementi. L’uso di questi dati, non solo sanitari, continua a suscitare perplessità da parte dei cittadini. Non sempre le dichiarazioni dei Governi sono considerate affidabili. L’utilizzo sarà limitato e temporaneo? Negli Stati Uniti i dati investigativi raccolti su larga scala nell’emergenza della strage del 9.11 sono tuttora a disposizione dei funzionari dell’intelligence. Le raccolte di dati, ancorché utili per arginare le epidemie, avranno certamente impatto sulla privacy degli anni futuri.
069 – INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN EUROPA
Lodevole iniziativa pre-normativa dell’Unione Europea quella del Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale (sempre che i cavalli non siano già scappati dal recinto). Pubblicato a fine febbraio 2020, il documento promuove una serie di iniziative di coordinamento della ricerca e sviluppo tra amministrazioni, università e industrie, nonché controllo di privacy e governance dei dati, sicurezza, trasparenza, non discriminazione, equità, benessere sociale e ambientale, responsabilità operativa. Lo scopo del quadro politico (che la Commissione Europea chiama "Ecosistema di eccellenza") è rendere l'Unione Europea un leader internazionale nella ricerca e sviluppo dell'Intelligenza Artificiale. La consultazione è aperta in vista di un piano coordinato che sarà adottato entro la fine del 2020.
https://op.europa.eu/it/publication-detail/-/publication/aace9398-594d-11ea-8b81-01aa75ed71a1

PILLS  di Paolo Lutteri – 22 maggio 2020
Conoscere il panorama non fa male, magari aiuta a capire la complessità del mondo. In realtà i Report che i vari Istituti cercano di realizzare in questi mesi debbono ridimensionare i trend previsti a inizio 2020. La pandemia e la frenata dello sviluppo economico rendono i valori poco confrontabili col passato e impediscono visibilità sul futuro. Poche certezze, le previsioni sono in continua revisione. Stanno riprendendo solo adesso i sondaggi che raccolgono dati dal vivo, anziché le interviste telefoniche del periodo di lockdown. Oggi le nostre pillole ripercorrono i numeri del patrimonio culturale esistente, sul quale edificare il nuovo.
064 – STUDIARE STUDIARE STUDIARE
Nel 2019 l’Unione Europea ha raggiunto l’obiettivo di completare la scolarizzazione terziaria (post scuola media superiore) dei suoi cittadini almeno al 40% di media (nel 2002 la quota era del 22,5%). Questa crescita è stata ancora più significativa per le donne (dal 23,7% nel 2002 al 45,6% nel 2019) rispetto agli uomini (dal 21,4% al 35,1%). Nel frattempo, la percentuale di giovani che abbandonano precocemente l'istruzione e la formazione (18-24 anni) è costantemente diminuita nell'Unione Europea, dal 16,9% nel 2002 al 10,2% nel 2019. Le giovani donne (8,4%) sono meno colpite rispetto ai giovani uomini (11,9% ). Nel 2019, almeno la metà della popolazione di età compresa tra 30 e 34 anni aveva completato l'istruzione terziaria a Cipro (58,8%), Lituania (57,8%), Lussemburgo (56,2%), Irlanda (55,4%), Svezia (52,5%) e Paesi Bassi (51,4%). All'estremità opposta della scala, le proporzioni più basse sono state osservate in Romania (25,8%) e in Italia (27,6%).
065 – UNIVERSITA’ TELEMATICHE
A scuola si può anche non andare. Mancherà la socializzazione, ma da remoto l’istruzione non manca. In Italia sono legalmente riconosciute dal Governo 11 Università Telematiche, alle quali sono iscritti circa 40.000 studenti in vari corsi di laurea. Le più frequentate sono la Uninettuno da Roma, la e-Campus e la Guglielmo Marconi da varie sedi (intorno a 10.000 studenti ciascuna). Poi ci sono quelle intitolate a Giustino Fortunato (Benevento), San Raffaele (Roma), Niccolò Cusano (Roma), Leonardo da Vinci (Torrevecchia); e l’Italian University Line (Firenze), la Pegaso (Napoli), la Unitelma-Sapienza e l’Universitas Mercatorum (Roma, Milano, Napoli).  Alle lezioni via internet si aggiunge normalmente la disponibilità di un tutor personale e si affiancano incontri diretti con i professori, in modo da organizzare il piano di studi e personalizzare sia la didattica, sia i tempi dello studio autonomo, sia la ricerca connessa. Chi vuole studiare, ne ha facoltà.
066 – MONDO SCIBILE
Si dice che la Biblioteca di Alessandria d’Egitto, bruciata ai tempi di Giulio Cesare, avesse 700.000 volumi o rotoli. La storia del mondo sta nelle biblioteche, con tutte le sue sfaccettature. Non solo libri, ma ormai la tendenza digitale tende a trasformare testi e immagini in file consultabili on line. Oggi in prima fila c’è la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America, con 164 milioni di volumi; se digitalizzati tutti occuperebbero 20 terabyte di memoria. La British Library di Londra ha 150 milioni di documenti; due Biblioteche di stato russe, a Mosca, hanno circa 40 milioni di volumi ciascuna. Parigi, Madrid e Copenhagen ne hanno quasi altrettanto. In Italia la Biblioteca nazionale centrale di Firenze arriva solo a 9 milioni di testi (5.948.235 volumi, 2.703.899 opuscoli, 24.991 manoscritti, 3.716 incunaboli, salvo aggiornamenti; le scaffalature dei depositi librari coprivano, fino a qualche anno fa, 135 km lineari). La Biblioteca di Roma ha 5 milioni di testi, la Braidense di Milano 1,5. Testi preziosi perché raccolgono lo scibile, a presente e futura memoria.

PILLS  di Paolo Lutteri – 14 maggio 2020
La conoscenza globale è a portata di mano. Viviamo in un’epoca dove un telefono (o un computer) ci permette di parlare col mondo, di vedere cosa succede agli antipodi della Terra e volendo anche ai livelli sub-atomici o ai confini dell’universo. Ma che fatica trovar mascherine, guanti, tamponi, reagenti … consensi e bene comune. Come se il ventaglio delle opportunità si allargasse a parole ma non trovasse convergenze nei fatti. Babele! E’ il primato del pensiero sull’azione, forse una deriva imprevista dell’evoluzione umana. O forse solo un divario comportamentale tra settori dello sviluppo. Abbiamo molte attenzioni all’abbigliamento, al packaging, allo spettacolo, poche alla logica e all’operosità. Ma continuiamo a studiare.
061 - SENTIMENT ECONOMICO IN UE
Un rapporto analitico, Paese per Paese, settore per settore, condotto dalla Direzione generale Affari economici e finanziari dell'Unione Europea che ha raccolto in questi mesi di pandemia il ‘sentiment economico’. L’indice ESI (a quota 100 a inizio anno) è precipitato a 65,8 punti in quattro mesi (è il livello della grande recessione a marzo 2009). Il crollo di questo indice è il risultato della caduta della fiducia eccezionalmente forte tra i consumatori e in tutti i settori di attività, particolarmente marcato nei servizi e nel commercio al dettaglio, così come sono calate le aspettative di produzione da parte dei manager. Secondo l’indagine semestrale, condotta a marzo/aprile, si prevede che gli investimenti reali nel settore manifatturiero nell’area dell’Euro diminuiranno del 4% nel 2020. https://ec.europa.eu/info/business-economy-euro/indicators-statistics/economic-databases/business-and-consumer-surveys_en
062 - DIVARIO LINGUISTICO
Sulla Terra ci sono circa 7.000 lingue e dialetti. Facebook supporta più di 100 favelle ma la stragrande maggioranza delle pagine internet sono in una dozzina di lingue. Così il web scredita le lingue (e le culture) locali. Anche le fonti sono concentrate solo in certe parti del mondo: per esempio su Wikipedia oltre l'80% dei testi proviene dall'Europa o dal Nord America (ma a fine 2019 Wikipedia aveva pubblicato articoli in 307 lingue). Anche le tastiere dei computer sono progettate per gli alfabeti e le lingue dominanti e questo accelera la scomparsa delle espressioni indigene. Internet riflette anche le disuguaglianze culturali della vita reale. Wikimedia France ha aperto una piattaforma nel 2018, Lingua Libre, per registrare le lingue orali. L'archivio contiene già più di 100.000 registrazioni in 43 lingue che, altrimenti, potrebbero essere state perse per sempre.
063 - TIK TOKERS AL MUSEO
Tik Tok è nato in Cina nel 2016. E’ un social network, tendenzialmente per adolescenti, supportato in una quarantina di lingue sul quale gli utenti possono creare brevi clip di durata variabile tra i 15 e i 60 secondi. Su Tik Tok è entrata da poco anche la Galleria degli Uffizi di Firenze, con una serie di audiovisual umoristici che ‘saccheggiano’ grandi dipinti di Michelangelo o di Piero della Francesca (2 milioni di visualizzazioni!). Ma lo ha fatto anche la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, il Met Metropolitan Museum of Art di New York, il Rijksmuseum di Amsterdam e perfino il Carnegie Museum of Natural History di Pittsburgh, in Pennsylvania, invitando gli utenti a creare contenuti originali ispirati alle opere d’arte e alle collezioni scientifiche. Spasso e gran successo di utenti!

PILLS  di Paolo Lutteri – 7 maggio 2020
Per professione siamo abituati a fare conti, esaminare ipotesi, programmare il futuro tenendo presente la storia del passato. ‘Nostalgia di futuro’ è proprio uno degli slogan dell’Osservatorio Tuttimedia, grazie alla lungimiranza del fondatore Giovanni Giovannini, del quale celebriamo proprio questo mese il centenario della nascita. Grazie ai suoi insegnamenti faremo crescere la tecnologia digitale, ma non trascureremo l’etica e l’estetica che in questo momento hanno pochi protettori. Il Premio ‘Nostalgia di futuro 2020’, a novembre in casa FIEG, sarà dedicato all’editoria mutante.
058 - ABBONAMENTI
La ‘carta stampata’ continua a soffrire. Nel fracasso mediatico che accompagna la pandemia sanitaria gli editori digitali hanno tratto giovamento: gli abbonamenti alle notizie sono triplicate, lo dice The Subscription Economy Index. I settori principali che vedono un'accelerazione negli abbonamenti includono OTT Video Streaming, Digital News & Media, E-Learning e Software di comunicazione. Molti editori offrono prove gratuite o testano nuove tattiche di acquisizione per catturare un pubblico più ampio e attirare l'attenzione di nuovi abbonati; le offerte sono flessibili e finalizzate alla fidelizzazione anche dopo la fase dell’attualità dell’emergenza. Si creano nuovi pacchetti di prodotti, piani tariffari e promozioni per utenti vecchi e nuovi che hanno, e che avranno, in un apparecchio casalingo o portatile la loro fonte primaria di informazione.
059 - VIRTUALITA’
L’assembramento può essere virtuale e può far più presenze di un incontro in libreria per presentare le novità. Abituati ormai ai talk televisivi, possiamo mandare in streaming (in diretta ma anche in replay) l’intervista all’autore di un nuovo romanzo, di un saggio, di un numero speciale di un periodico. A casa, o in un ufficio non troppo esigente, o semplicemente col telefono possiamo assistere, mandare una domanda a chi sta in studio, prenotare un acquisto da ricevere a domicilio. Lo streaming è gratuito, ma chiede una registrazione che potrà essere sfruttata successivamente dall’editore. La recensione dal vivo e audiovisiva piace anche agli autori. Marketing avvincente.
060 - GOOGLE’S POLICY
In un comunicato del 30 aprile 2020, Google conferma che mantenere alta la fiducia nell’ecosistema della pubblicità digitale è una priorità massima. Nel 2019 Google ha eliminato 2,7 miliardi di annunci che violavano le sue policy interne. Inoltre ha sospeso circa 1 milione di account di inserzionisti proprio per violazione delle policy. Lato publisher, sono stati chiusi oltre 1,2 milioni di account e rimossi annunci da oltre 21 milioni di pagine web che sono parte della sua rete. Nelle categorie come il phishing (estorsione truffaldina di dati) e il trick-to-click (link falsi), sono pertanto diminuiti di quasi il 50 per cento gli annunci ingannevoli rispetto all’anno precedente. In totale, nel 2019 sono stati bloccati oltre 35 milioni di annunci di phishing e 19 milioni di annunci trick-to-click e rimossi 9,6 milioni di annunci ingannevoli.

PILLS  di Paolo Lutteri – 30 aprile 2020
Il potere alle macchine è pericoloso, gli algoritmi possono identificare i desideri comuni, ma più difficilmente i doveri. Al computer l’Io digitale (come direbbe Derrick), indipendentemente dalle etnie, dalla cultura, dal censo, dal sesso e dalle credenze morali, fa emergere anche sensazioni rozze, banali like e dislike, pulsioni naturali o indotte dall’epidemia dei media, che ispirano letizia o tormento. E, come l’infante, l’Io mira al piacere. Se le macchine, i big data, le intelligenze artificiali raccolgono una preferenza acritica ai pasticcini dolci, perché piacciono ai più, forse non ci danno suggerimenti utili a una sopravvivenza lunga. E’ meglio che l’intelligenza delle macchine non diventi potere.
055 - STRAPOTERE
I calcoli o le stime sull’uso dei motori di ricerca indicano ad aprile 2020 una forbice di risultati, che comunque attribuisce a Google il primato assoluto. Tre fonti diverse (Netmarketshare, Statista e Statcounter) attribuiscono al motore di ricerca di Google (Alphabet) rispettivamente il 70,8%, 87,3%, 91,9% dell’utilizzo totale. Di gran lunga staccato il secondo posto: Bing (Microsoft) è quotato dalle tre fonti citate rispettivamente il 12,6%, 5,5%, 2,5%. Baidu (Cina, solo in lingua cinese) fa l’11,8% per Netmarketshare, lo 0,7% per Statista, l’1,4% per Statcounter. Yahoo! (Verizon Media; fornito da Bing; predefinito per Firefox)) oscilla tra 2,3% e 1,6%. Yandex (Russia) viaggia tra 1,4% e 0,4%. Altri motori, pur eccellenti per la qualità dei servizi, hanno stime sotto l’1%. (Fonte: Reliablesoft.net)
056 - FAI DA TE
Il Rapporto 2020 di Cision Ltd, fornitore leader di software e servizi multimediali, è il risultato di un’inchiesta svolta con 3.200 giornalisti di 15 Paesi dell'America del Nord e del Sud, Europa e Asia. L’obiettivo è lo studio di come i professionisti delle pubbliche relazioni e delle comunicazioni possono costruire relazioni più strette con i giornalisti professionisti. Alcune delle evidenze emerse, proprio in questo periodo di pandemia sanitaria, si riferiscono alla sfiducia nei media da parte del pubblico: è in calo!  Inoltre l’accuratezza e la completezza delle informazioni sono considerate come l’elemento più apprezzabile e cruciale. Cresce invece la sfiducia negli algoritmi dell’intelligenza artificiale in uso per i social media. Insomma, i giornalisti usano i motori delle macchine ma poi preferiscono il loro cervello.
057 - CHI CI TRACCIA?
A controllo della pandemia in corso sarebbe certamente utile poter individuare tempestivamente chi è contagiato e i suoi contatti recenti. Ci ha provato la Cina, la Corea del Sud, Singapore, la Regione Lombardia; il Governo italiano sta studiando. Forti dubbi sull’attendibilità di dati statistici raccolti volontariamente o random, senza una campionatura programmata; forti dubbi anche sull’ammissibilità del controllo nel rispetto della privacy. I colossi informatici sarebbero già in grado di tracciare quasi tutti attraverso gli smartphone. Google e Apple, in partnership, prevedono di automatizzare il processo. Utilizzando il bluetooth e una app pianificata, il sistema operativo cercherà altri smartphone con cui sono in contatto i telefoni. Tutto anonimo e non localizzato, disabilitabile regione per regione, dicono. L’utente di smartphone viene avvisato se qualcuno dei suoi contatti è stato rilevato positivo al virus. Si cercano così anche le anime gemelle?

PILLS  di Paolo Lutteri – 23 aprile 2020
Distanza sociale: meglio l’inferno col confronto fisico ed emotivo o un paradiso solitario? Il dilemma, come dicevano i filosofi, si supera passando tra le corna degli estremi. Certo è che la socialità passa più dai telefoni che dagli incontri, più dalla vista che dal tatto, più dall’udito che dal profumo. Il linguaggio del corpo si appanna. Prove di comportamento per un mondo nuovo, col disinfettante e la mascherina, a pochi metri da casa. Il turismo diventa telematico, per l’Italia vuol dire ‘PIL meno 13%’, senza contare l’indotto.
052 – ROBOTICA E GIORNALISTI
Una piattaforma di linguaggio che trasforma i dati in una narrativa: si può fare, si fa. Già da 4 anni esiste Wordsmith, un generatore automatico di contenuti della società americana Automated Insight. Ai Giochi Olimpici di Rio de Janeiro il Washington Post ha messo al lavoro questo software di intelligenza artificiale per occuparsi di statistiche, risultati, medaglieri, classifiche varie, lavori ripetitivi e spesso noiosi, mentre ai giornalisti umani è stato riservato l’approfondimento critico. In Cina hanno sperimentato Dreamwriter, un giornalista umanoide per i telegiornali. In California c’è il robot GPT2 che può scrivere un articolo semplicemente con un’imbeccata di parole chiave. Ma un vero giornalista non è un raccoglitore di parole.
053 - CONTROINFORMAZIONE
In tempo di crisi accanto al racconto degli eventi si sviluppano i depistaggi, le teorie dei complotti, i gossip del dietro le quinte, le manipolazioni mediatiche che creano scandali e correnti strumentalizzate. Certamente la ‘main culture’ ha bisogno di critiche, e le espressioni alternative o marginali spesso sono utili. Con internet e i social si frammenta e si allarga l’informazione ma anche la confusione. La pandemia di Covid-19 è poco controllabile perché i ricercatori la conoscono solo in superficie, ma intanto è scoppiata la pandemia delle informazioni perché i cittadini sono bersaglio di notizie nelle quali l’opinione prevale sulla realtà. Molte istituzioni sono un colabrodo. I collezionisti di bufale sono a loro agio.
054 – NUMERI DI YOUTUBE
Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim, tre ragazzi nati tra il 1977 e il 1979, sono stati i fondatori della piattaforma YouTube, il 14 febbraio 2005. Venti mesi dopo, Google ha acquisito YouTube per 1,65 miliardi di dollari. Oggi Youtube è il secondo sito più visitato sul web, con 6,5 pagine viste per visitatore, 2 miliardi di users registrati ogni mese, all’81% giovani tra 15 e 25 anni.  Mediamente gli utenti navigano su Youtube per 12 minuti e 43 secondi al giorno, utilizzando al 70% dispositivi mobili. Ogni minuto vengono caricate 500 ore di video. Youtube offre ai visitatori video generati al 70% da algoritmi di intelligenza artificiale. Al 20 aprile 2020 il video più visto, postato il 12 gennaio 2017 (‘Luis Fonsi ft. Daddy Yankee – Despacito’), ha raggiunto 6.724.773.190 di contatti. Google ha pubblicato per la prima volta l’importo dei ricavi pubblicitari per YouTube nel febbraio 2020 come parte del rapporto finanziario 2019 di Alphabet: 15,1 miliardi di dollari nel 2019.  Sulla piattaforma c’è anche Media Duemila: www.youtube.com/user/TuttiMedia/videos.

PILLS  di Paolo Lutteri – 15 aprile 2020
Non si smette mai di definire in matematica le cose semplici. Ogni giorno abbiamo sotto gli occhi la misura del rischio di prendere il Covid-19: ci dicono che quando sarà R=0 il contagio terminerà. Quando il focolaio è scoppiato, R era uguale a 10 e l’infezione è dilagata. La formuletta è banale e la misurazione si potrebbe fare all’inverso quando si tratta di propagare un messaggio. Gli influencers puntano almeno a R=100 per farci sapere i loro suggerimenti e le loro opinioni. I politici contano su numeri alti per la loro viralità, pardon: per raccogliere consensi. Linkedin magari è più modesto, ma tenace, le tecniche blockchain saranno un trampolino formidabile. Chissà se l’algoritmo l’ha inventato Sant’Antonio, quello della catena.
049 - ENTANGLEMENT 85 ANNI DOPO
La scienza si scrive in inglese, ma francesi e tedeschi, come al solito, sono sciovinisti e chiamano il fenomeno rispettivamente ‘Intrication quantique’ e ‘Quantenverschränkung‘. Qui possiamo tradurlo come ‘Intreccio quantico‘. E‘ una situazione che contraddice alla fisica classica, evidenziata nel 1935 da Erwin Schödinger: una particella di materia può avere una gemella identica, ancorché lontana, alla quale può passare informazioni fotoniche e farla comportare in modo identico. Queste variabili subliminali della fisica già sono applicate per i computer quantistici, abbiamo già esperimenti sul teletrasporto e forse presto potremo parlarne come mezzo di comunicazione subatomico.
050 - UNESCO DIGITAL LIBRARY
La Banca dati dell’Unesco contiene documenti che vanno dall’8000 avanti Cristo ad oggi: volumi, mappe, fotografie, filmati di 193 Nazioni. Basta accedere al sito https://www.wdl.org/en/, cercare, scegliere, scaricare se si vuole. Certamente è una miniera interessante per promuovere la conoscenza, la formazione, le scienze naturali, le scienze sociali, la comunicazione e l’informazione e contribuire a ridurre il ‘digital divide’ della cultura. Raccontare che ha sede a Parigi oggi non ha senso, l’internet è dappertutto e l’accesso è libero e gratuito. In tempi di lockdown è utile anche questa.
051 - SOVVENZIONI DA IMITARE
I big tecnologici hanno questioni fiscali aperte in molti Paesi, ma in questa fase di pandemia sanitaria, con responsabilità sociale e intelligente preveggenza per le sorti dell’economia futura, hanno aperto il portafoglio per donazioni milionarie alle imprese, al settore sanitario, alle istituzioni no-profit e anche al sistema dell’informazione. La stima supera il miliardo di dollari. Molte donazioni in realtà sono aperture di crediti pubblicitari. Se volete sapere alcuni importi delle sovvenzioni di Google/Alphabet, Facebook, Amazon, Microsoft, Apple, potete trovarli sul sito seguente.
https://www.we-wealth.com/it/news/fintech/digital-transformation/coronavirus-cosa-stanno-facendo-le-big-del-tech/

PILLS  di Paolo Lutteri – 9 aprile 2020
Gli animali ispirano sempre la cultura politica: la tigre di carta, l’orso e il toro in borsa, gli unicorni, i gattini e le sardine, solo per fare qualche esempio. Adesso va forte ‘il cigno nero’: l’evento imprevedibile, capace delle peggiori turbolenze in tutti i settori della civiltà, dall’economia alla finanza, dall’istruzione alla morale, dal collasso ambientale alla salute. Ne parla un recente rapporto della Bank for International Settlements, edito poco prima del deflagrare della pandemia. Auspica un ‘cigno verde’, con un’azione collettiva, coordinata tra molti attori tra cui governi, settore privato, società civile e comunità internazionale, per mettere alle corde il cigno nero. “The green swan. Central banking and financial stability in the age of climate change”.
https://www.bis.org/publ/othp31.pdf
046 - BLOCKCHAIN ANSA PER LA TRANSIZIONE DIGITALE
Tracciare l’origine delle notizie è fondamentale per garantirne la veridicità. L’ANSA, in collaborazione con EY Advisory, ha avviato un’etichetta ‘ANSAcheck’ basata sulla tecnologia di tracciabilità EY OpsChain, attraverso la quale i lettori possono vedere la storia delle notizie, confrontarle, interconnettere attori dell'ecosistema, editori, agenzie web e altri, implementare nuove logiche e attività commerciali. La base della piattaforma è un contratto intelligente, un oggetto di Information Technology che consente la creazione di una stringa crittografica delle notizie e permette la verifica delle informazioni pubblicate sul sito web ANSA.it.
047 - AI PANDEMIC LIFESAVER
I sistemi di intelligenza artificiale possono essere preziosi nel tracciare le epidemie analizzando una vasta gamma di fonti. Alcuni ricercatori in USA (Allen Institute for AI, Chan Zuckerberg Initiative, Microsoft, Georgetown University e altri specialisti) si sono riuniti per rendere disponibili circa 29.000 articoli di ricerca sul corona-virus che possono essere sottoposti a scansione per il data mining. Attraverso Kaggle, una community di machine learning e data science che fa capo a Google, questi strumenti saranno disponibili per i ricercatori di tutto il mondo. La speranza è che l'intelligenza artificiale possa essere utilizzata per aiutare a trovare le risposte al Covid-19, dal monitoraggio dello scoppio alla diffusione, all'accelerazione dei test dei medicinali antivirus.
048 - BIBLIOTECA
Libri: si legge di più, si vende poco, si stampa meno. Nel 2019 sono state vendute 92 milioni di copie fisiche, con fatturato di quasi 1,5 miliardi di euro e un aumento sul 2018 del 5%. L’AIE (Associazione Italiana Editori) nel 2019 ha contato 80.000 novità, per il 2020 prevede oltre 23.000 titoli in meno, ovvero circa 50 milioni di copie in meno e un fatturato ridotto di un quarto. L’Associazione degli Editori indipendenti (ADEI) che rappresenta quasi il 50% del mercato librario, il mese di marzo 2020 ha registrato un crollo del 68% del mercato, con un mancato incasso di circa 60 milioni di euro. Il 75% di questi editori prevede un ritorno alla normalità dopo settembre. Intanto crescerà significativamente il mercato degli e-book?

PILLS  di Paolo Lutteri – 2 aprile 2020
“Mal comune, mezzo gaudio” è certamente un detto socialmente scorretto, ripugna alla logica e alla morale, soprattutto in una situazione pandemica come quella odierna. Il fatto curioso è che, cercata la frase su Google, la prima citazione del motore suggerisce che in inglese si dice: “A trouble shared is a trouble halved”, ovvero: “Un problema condiviso è un problema dimezzato”. Così mi piace, mi sembra proprio corretto, logico, etico e particolarmente utile di questi tempi, miei cari governanti d’Europa!
043 – MATRICE DI MICROELETTRODI NEL CERVELLO
Le nanotecnologie permettono di ascoltare il dialogo tra le cellule a stella del cervello. Gli astrociti, cellule gliali a forma di stella, che hanno un ruolo centrale nella struttura del cervello e in funzioni come memoria ed apprendimento, hanno una propria attività bioelettrica di eccitazione e comunicazione. Lo dicono i ricercatori del CNR. La matrice di microelettrodi è un sistema di registrazione ideale. Questo lavoro apre la strada all'utilizzo di nanotecnologie e interfacce che si integrino nel cervello, consentendone la comprensione e la cura di malattie. La generazione di interfacce gliali potrebbe avere un impatto anche sullo sviluppo di dispositivi avanzati per la salute che mirano a ‘riaccendere’ il cervello e potrebbe rivoluzionare campi quali la bioingegneria, la robotica e l’intelligenza artificiale. ufficiostampa@cnr.it,
044 – COBOT IN CUCINA
In questi tempi di pandemia e di controllo della salute le tecnologie di automazione vanno anche in cucina. I robot industriali collaborativi (cobots) lavorano con le applicazioni in ambito alimentare. Lungo tutta la catena del valore - produzione, lavorazione e distribuzione - i cobots costituiscono un supporto oggi quasi indispensabile per poter cucinare e distribuire senza contatto umano diretto. Crescono le aziende di robotica alimentare; per esempio: Miso Robotics (https://misorobotics.com/) prepara grigliate di hamburger e fritture, Picnic (https://www.hellopicnic.com/press) fa le pizze, CafeX (https://www.cafex.com/) prepara caffè e altre bevande, i cobot della Universal Robots possono essere operativi 24 ore su 24 (https://www.universal-robots.com/it/settori-industriali/alimentare/).
045 – BLOG BLOG
Il 75% delle persone non scorre mai oltre la prima pagina internet nei risultati di ricerca e l’80% ignora gli annunci pubblicitari, ma i blog catturano più facilmente la fiducia. Le più popolari strategie di content marketing includono blog e social media. Nel 2020 si stima ci siano oltre 600 milioni di blog nel mondo. Ogni giorno vengono pubblicati su Internet circa 5,7 milioni di post. Dodici milioni di persone pubblicano blog sui loro social media. Negli Stati Uniti le ricerche dicono che l’81% dei consumatori online si fida delle informazioni trovate sui blog e il 61% dei consumatori online dichiara di aver effettuato un acquisto in base alle raccomandazioni di un blog. Blog blog e così sia!

PILLS  di Paolo Lutteri – 27 marzo 2020
Come ci suggerisce Derrick de Kerckhove, l’intelligenza collettiva che cresce nella società digitale odierna, sarà la molla del prossimo progresso sostenibile. Anche Carlo Cattaneo, presidente del Consiglio di guerra delle Cinque giornate di Milano nel 1848, si è dedicato alla psicologia delle menti associate, in un intervento al Reale Istituto Lombardo (11 agosto 1859): “Signori, il lievito che fa fermentare le idee non si svolge in una mente sola; il genio si tien per mano alla catena de' suoi precursori. Perché si destino le idee, devono attuarsi i più generosi istinti, devono infervorarsi li animi. La corrente del pensiero vuole una pila elettrica di più cuori e di più intelletti”.  Ovvero: anche dalle calamità contingenti ci potremo liberare con una forza congiunta, che è l’approccio di studio e disponibilità sociale dell’Osservatorio Tuttimedia.
040 – SMART LEARNING
Secondo il sito skuola.net, dal momento che dal 3 marzo 2020 tutte le scuole italiane sono state chiuse, la maggioranza degli studenti è al lavoro con le lezione online. Il 90% dei ragazzi sta già ricevendo una formazione di tipo digitale. Non è semplice la didattica a distanza, decollata in una congiuntura di emergenza, in cui né gli scolari né gli insegnanti si aspettavano tale situazione. Tuttavia questo smart learning procede e potrà fornire anche in futuro strumenti utili di apprendimento, di diffusione di nozioni e di verifiche di performances. Purtroppo si nota una certa resistenza alla didattica a distanza da parte dei genitori. Spesso sono chiamati ad assistere i propri figli, ma tre su dieci non si sono prestati a collaborare con i docenti.
041 – WEB IN NUMERI
Tim Berners-Lee (nato nel 1955), nel 1980 trascorse alcuni mesi al CERN di Ginevra, come consulente nel campo dell'ingegneria del software. Per uso interno costruì il primo software per immagazzinare informazioni. Questo prototipo fu la base concettuale per lo sviluppo del World Wide Web. Il primo sito (info.cern.ch) fu aperto il 6 Agosto 1991. Secondo le analisi di Lisa Sanovki (nota sviluppatrice web), al 1° gennaio 2020, c'erano 1.744.517.326 siti web (a gennaio 2016 erano 906.616.188). Le registrazioni di dominio sono oggi circa 333,8 milioni. In percentuale: .com ha il 43,59% (133,9 milioni); .tk (Tokelau, Nuova Zelanda) il 6,65% (!?); .net il 4,68%; .de il 4,04%; .uk il 3,48%; .org il 3,29%; .cn il 3,21%; .ru il 2,04%; .info l’1,69%; tutti gli altri frammentati fanno il 27,32%.
042 - EMOTICONS
E’ un gergo extra-verbale di comunicazione digitale ‘:-). Nello standard Unicode ci sono (per adesso) 3.304 tipi di faccine stilizzate: unità di messaggio che diventano linguaggio, il linguaggio emotivo più globale e più in crescita. Le faccine trasmettono efficientemente e istantaneamente lo scopo del comunicatore perché, saltando le parole, toccano direttamente le aree cerebrali dell’immagine e dell’attenzione emotiva. Tra i più popolari nella mappa di emoji, emoticon e, smiley: ‘il viso con lacrime di gioia’, ‘il cuore rosso’, ‘la faccina sorridente con gli occhi a cuore’. Una grande lista di faccine si può trovare sul sito: https://fbicons.net/it. Se qualcuno vuole cogliere ”L’infinito” di Giacomo Leopardi senza parole, ecco il link.
https://www.cronachemaceratesi.it/2020/02/14/dallaramaico-alle-emoticons-quante-lingue-parla-linfinito/1364692/

PILLS  di Paolo Lutteri – 18 marzo 2020
Scienziati, opinionisti e fabbricanti di bufale alla ribalta in questo momento globale di epidemie: la preparazione è indispensabile, ma anche l’onestà intellettuale. Anche un comune operatore può scrivere di scienza, non è necessaria un’investitura formale di un ordine professionale. Tuttavia chi diffonde notizie fasulle spacciando autorevolezza (o arroganza!?) si rende responsabile di gravi deformazioni di conoscenza, soprattutto in momenti di incertezza o di soglia di allarme sociale. Le informazioni, oltre che ponderate, vanno circostanziate. Iperboli e fantasie sono bandite. Le semplificazioni sono utili per la comprensione, ma non possono essere superficiali e improprie né nascondere parti significative. Gli errori nuocciono a tutta la collettività e, in un mondo mediatico senza confini, riportare un falso battito d’ali di farfalla può generare uno tsunami di panico lontano mille miglia.
037 - SALUTE SUI SOCIAL
Il tema della salute occupa il 7% delle ricerche su Google (70.000 ricerche web al minuto). Perlopiù la ricerca tende a farsi un’autodiagnosi in base ai sintomi e a studiare cure specifiche o nuove cure. Secondo una ricerca di WeGoHealth circa il 90% degli intervistati ha dichiarato che le community hanno giocato un ruolo fondamentale nelle loro decisioni in merito alla cura e alla prevenzione della salute. L’87% dei partecipanti ha affermato di aver condiviso più di una volta informazioni relative alla salute attraverso i post di Facebook. E i cinguettii su Twitter non commentano solo l’attualità, ma anche la salute, ed è il social degli utenti più interattivi e propositivi. Dedicare alla salute e alla medicina un sito o un blog richiede una strategia che unisca l’affidabilità e l’autorevolezza all’efficacia. E non solo nell’era dell’emergenza.
https://www.doxee.com/it/blog/marketing/healthcare-e-social-media-strategy/
038 - COVID-19 SUI MEDIA
L’emergenza della salute ha suscitato un impatto pesante sui media. Lo studio, realizzato da InMediaTo Mediaplus di Torino, centro media e di consulenza del gruppo Serviceplan, evidenza un vistoso cambiamento di consumi mediatici a seguito del propagarsi del virus della polmonite. E’ l’effetto delle ‘scuole chiuse’ e del ‘resto a casa’ che ha fatto cambiare abitudini soprattutto ai giovani. Così l’audience televisiva nel day time aumenta del 17% e in prima serata del 10%. Il pubblico 4-14 anni cresce del 28%. Si impenna l’utilizzo dei social media, delle chat, delle semplici telefonate. La socializzazione si trasferisce sui network digitali. Alta solidarietà su tutte le piattaforme.
https://www.inmediatomediaplus.it/it/news/inmediato-mediaplus-report-coronavirus.html
039 - L’APPEAL DELL’ALIMENTAZIONE
Al Festival del Giornalismo Alimentare, svolto qualche settimana fa a Torino, secondo il ‘Report sull’informazione alimentare nei media italiani’ realizzato dalla società L’Eco della Stampa, più di 1,3 milioni sono le ‘notizie’ divulgate dai media lo scorso anno sul tema del cibo, di cui 730.000 sul web, 520.000 sulla stampa, 90.000 dalla radio e 31.000 in tv. Le eccellenze alimentari fanno successo; oltre 200.000 pubblicazioni sul tema riguardano le denominazioni di origine: in testa le DOC (oltre 90.000), cui seguono DOP (oltre 62.000), IGP (oltre 36.000) e DOCG (oltre 27.000). Per curiosità: lo chef più citato dai media è Gordon Ramsay (quello di “Ristoranti da incubo”), seguito da Alessandro Borghese e Joe Bastianich. Io dividerei il merito tra loro e i loro editori!
https://www.unimondo.org/Notizie/I-media-italiani-parlano-piu-di-cibo-che-di-politica-193601

PILLS  di Paolo Lutteri – 27 febbraio 2020
“Plaudite, cives!”. I talk show televisivi hanno pregi e difetti. Diamo scontato il pregio di far conoscere al pubblico volti e opinioni dei personaggi dell’amministrazione pubblica e della cultura, inclusi i giornalisti. Invece poco gradevole il vezzo dei conduttori di far domande molto articolate e di troncare le argomentazioni del dibattito, arrivando raramente a conclusioni del tutto chiare. Di peggio ci sono gli applausi del pubblico presente negli studi. Pubblico o figuranti? Persone o burattini che battono le mani comunque a tutti, a comando. Che senso ha? Clap clap è un condimento mediatico irritante, troppo frequente e palesemente artificiale. E’ un comportamento falso, già stigmatizzato più volte, anche dalle Commissioni di Vigilanza, ma del quale i registi e i conduttori non vogliono liberarsi. Malaffare, già dai tempi dell’impero romano.
034 – SEMPRE PIU’ VELOCI
La quinta generazione della tipologia di connessione digitale utilizza le onde radio millimetriche tra 30 e 300 Giga Hertz (GHz). In Italia avanzano i test ma la diffusione è ancora lenta. Si prevede che sarà accessibile a tutti solo nel 2022-2023 con una velocità media di 690 Mega bit per secondo (Mbps). Aumenterà intanto anche la velocità della quarta generazione (4G), che passerà da 25 Mbps del 2018 a 63 Mbps nel 2023. La velocità abiliterà le tecnologie dell'intelligenza artificiale, della blockchain e dell'internet delle cose, con tempi di risposta dell’ordine di millisecondi. Gli smart-phone diventeranno macchine potentissime e non mancheranno rischi di possibili cyber-attacchi alle reti. Allo studio anche gli effetti delle microonde elettromagnetiche sulla salute.
https://www.cisco.com/c/en/us/solutions/executive-perspectives/annual-internet-report/air-highlights.html#
035 – QUANTE FICTION IN EUROPA
Le fiction televisive sono sempre più numerose e interessanti sotto il profilo dei contenuti letterari, della qualità della realizzazione, come attrazione per gli ascolti ma anche come veicolo di marketing e pubblicità. In Europa, secondo l'Osservatorio Europeo dell'Audiovisivo, lo scorso anno sono stati prodotti 920 titoli diversi per oltre 11.000 ore di trasmissione e circa 16.400 episodi. Gli investimenti più significativi sono stati fatti nel Regno Unito (8,6 miliardi di euro), in Germania (8 miliardi di euro), in Francia (5,5 miliardi di euro). In Italia: 4,4 miliardi di euro.
https://www.theglobaltvgroup.com/world-television-day-celebrates-the-quality-of-tv-around-the-globe/
036 – AUDIENCE AMARCORD
Il rilevamento degli ascolti televisivi con Auditel iniziò il 7 dicembre 1986. L’audience più alta rilevata per uno spettacolo televisivo spetta al calcio e risale al 3 luglio 1990 con Italia-Argentina dallo stadio San Paolo di Napoli (vinse l’Argentina 4-3 ai rigori): 27.537.000 telespettatori e 87,25% di share (Rai). Mediaset ha il suo record con Juventus-Milan, finale di Coppa dei Campioni, 28 maggio 2003 a Manchester (vinse il Milan 3-2 ai rigori): 20.193.000 telespettatori e 67,27% di share. Escludendo il calcio, il record di ascolti tv spetta al Festival di Sanremo del 22 febbraio 1995: 18.389.000 telespettatori e 65,42% di share (Rai). Naturalmente nel corso degli anni si sono modificate sia l’offerta audiovisiva (televisiva e non) sia le modalità di rilevazione. I record sono rimasti nel passato.
https://www.tvblog.it/categoria/auditel

PILLS  di Paolo Lutteri – 21 febbraio 2020
Le persone oggi concedono la loro fiducia sulla base di due attributi distinti: competenza (efficienza e mantenimento delle promesse) e comportamento etico (fare la cosa giusta e lavorare per migliorare la società). Insomma, la fiducia va costruita bilanciando la competenza con il comportamento etico. A questo proposito è drammatico il rapporto sulla fiducia nelle istituzioni di Edelman, una delle più grandi società di consulenza in comunicazione, da studiare analiticamente per evitare generalizzazioni estreme e per evitare conclusioni algoritmiche superficiali.
031 – TRUST BAROMETER
Con una ricerca in 28 Paesi su 34.000 individui, il Barometro della fiducia di Edelman del 2020 rivela che, nonostante una forte economia globale, nessuna delle quattro istituzioni sociali prese in considerazione, Governo, Impresa, Organizzazioni non governative (ONG) e Media, è attendibile. Le persone hanno paura per il futuro. La maggior parte degli intervistati in ogni mercato sviluppato non crede che tra cinque anni starà meglio, e oltre la metà degli intervistati a livello globale crede che il capitalismo nella sua forma attuale stia facendo più danni che benefici nel mondo. La percezione è che le istituzioni servano sempre più gli interessi di pochi rispetto a tutti. La sfiducia è guidata da un crescente senso di iniquità e ingiustizia nel sistema. Nessuna delle quattro istituzioni è considerata sia competente che etica. L’Impresa ha il livello più alto in termini di competenza; le ONG guidano il comportamento etico; il Governo e i Media sono percepiti come incompetenti e non etici.
https://www.edelman.com/
032 – LINGUE PARLATE
La comunicazione è fatta attraverso i linguaggi. Secondo SIL International le lingue parlate sono in continua evoluzione. Se ne contano oltre 7.000. Di queste il 40% è in via di estinzione, mentre 23 lingue rappresentano oltre la metà della popolazione mondiale. Come ‘prima lingua’ il cinese ‘putonghua’, con tutte le sue varietà regionali, è parlato da 1311 milioni di individui. Sempre in milioni come ‘prima lingua’: lo spagnolo 460, l’inglese 379 (ma oltre un miliardo di individui lo usa come seconda lingua), l’hindi 341, l’arabo 319 (con 19 varianti), il bengali 228, il portoghese 221, il russo 154, il giapponese 128, il lahnda (Punjab) 119 milioni. Quanti usino bene la grammatica o la sintassi sono ancora da contare.
https://www.ethnologue.com/guides/how-many-languages
033 – LA GUERRA DEI DATI
Nel 2030 si prevede che 500 miliardi di oggetti saranno connessi (IOT, internet delle cose). L’Europa vuole proteggere dati e connessioni e non lasciare il controllo alle piattaforme americani e cinesi. Thierry Breton, Commissario europeo per il mercato interno ha dichiarato di voler stabilire regole chiare da rispettare soprattutto in tema di accesso e condivisione di dati industriali o pubblici, per chiunque voglia operare in Europa. Le grandi piattaforme straniere non possono continuare a definirsi semplici ‘reti di telecomunicazione’. E’ a rischio la democrazia e le libertà dei cittadini e delle imprese. E l’Europa sarà un campo di battaglia tesa a difendere la propria sovranità. E’ l’oggetto di un ‘Digital Services Act’ europeo che è in preparazione. 
https://www.lesechos.fr/tech-medias/intelligence-artificielle/thierry-breton-la-guerre-des-donnees-industrielles-debute-maintenant-et-leurope-sera-son-principal-champ-de-bataille-1172285

PILLS  di Paolo Lutteri – 14 febbraio 2020
La digitalizzazione allarga gli orizzonti perché è globale. Le innovazioni tecnologiche che ne conseguono rappresentano la testimonianza della trasformazione di tutto il sistema culturale, sociale e industriale in atto. Lo sviluppo non è omogeneo in tutti i Paesi, gli standard e le regolamentazioni non sono le stesse ovunque, le legislazioni sono alla rincorsa delle situazioni già di fatto operative. La fiscalità arranca. Mentre la creatività cresce esponenzialmente, la distribuzione e la formazione degli operatori lasciano a desiderare. E’ necessaria una nuova alfabetizzazione per gli operatori tradizionali e ‘aziani’. L’Osservatorio Tuttimedia con Media Duemila possono essere utili anche per questo motivo.
028 – UNITED NATIONS BLOCKCHAIN
Le piattaforme blockchain servono per una cultura industriale della trasparenza, della sostenibilità, della responsabilità reciproca e della tracciabilità degli ecosistemi produttivi. L’International Trade Center (ITC), che fa capo alle Nazioni Unite, ha presentato in questi giorni a Davos una piattaforma realizzata con la collaborazione del World Economic Forum, di Everledger, Lenzing Group e Textile Genesis, che può visualizzare i dati delle catene di fornitura basate su blockchain provenienti da aziende e fonti plurime. I dati sensibili sono ospitati presso i Data Center delle Nazioni Unite, garantendo indipendenza da terze parti, neutralità, immunità e privilegi supernazionali.
https://www.innovationpost.it/2020/01/24/una-piattaforma-pubblica-e-aperta-per-garantire-la-tracciabilita-e-catene-di-fornitura-piu-efficienti-e-sostenibili/
029 – VPN
Privati e aziende che utilizzano intensamente internet hanno bisogno di proteggere dati e identità. I servizi VPN (Virtual Private Network = rete virtuale privata) servono a questo scopo: evitano intrusioni criminali o semplicemente di curiosi indesiderati, proteggono documenti e cronologie interne, nascondono il proprio traffico in uscita. Questo avviene per via di connessioni criptografate per tutti i devices connessi a internet (telefono compresi). Il server VPN riceve e controlla per conto del cliente. Così, per esempio, un lavoratore può operare da casa in sicurezza con i dati condivisi sulla sua rete aziendale. Ovviamente l’affidabilità del gestore VPN è un requisito fondamentale, insieme alla sicurezza e alla velocità operativa. Ci sono già recensioni precise sulle VPN in Italia. Consulta, ad esempio non esaustivo, il seguente link.
https://it.vpnmentor.com/
030 – LA CENSURA SU INTERNET
Internet è molto utile per avere informazioni tempestive, per socializzare, per approfondire argomenti. L’accesso non è sempre aperto indiscriminatamente a tutto soprattutto in alcuni Paesi che esercitano censura politica, etica, culturale, tecnologica. Per esempio: le reti VPN, che criptano il traffico internet e proteggono le identità, spesso non sono legali. I dieci Paesi nei quali le censure sono più forti sono: Nord-Korea (solo notizie politiche statali, no social network, no torrenting e VPN); Cina (notizie politiche controllate, no social media esteri, no VPN, scarso controllo copyright; pene severissime per trasgressori); Russia (notizie politiche e social media molto controllati, traffico web ristretto, no torrenting e VPN); Iran (news e social media molto controllati e censurati, no VPN); Turkmenistan (news e VPN controllate, no social media); Eritrea (news politiche controllate e censurate, no social media); Pakistan (news politiche controllate e censurate, no torrenting); Emirati (news politiche controllate e censurate); Bielorussia (news politiche controllate). I contenuti pornografici sono vietati in tutti questi Paesi e in molti altri. I social media sono censurati anche in altri Paesi africani, asiatici e sudamericani; in alcuni Stati i social media vengono sospesi durante i periodi elettorali (Mauritania) o di esami scolastici (Etiopia e Somalia). Libertà editoriale e privacy sempre a rischio.
https://docs.google.com/spreadsheets/d/1lBygV4B7rVmociNArFRb6WhC8Bsw2OD0HavnJ4E_ZxQ/edit?usp=sharing

PILLS  di Paolo Lutteri – 23 gennaio 2020
Una volta si chiamava ’società editoriale’, adesso ‘Media Company’, ma è molto di più! ‘Media Company’ sembra una paroletta magica per qualificare le aziende innovative. Meglio ancora: ‘Global Media Company’ o ‘Multimedia Company’. “È l’innovazione, bellezza!”. Per stare al passo con i tempi anche Paolo Dal Pino, neo-presidente della Lega Calcio di Serie A, ha annunciato che la Lega si trasformerà “in una Media Company attiva su scala internazionale, dove Media Company non significa fare un canale, ma significa avere un’attitudine, una modalità con cui affrontare la vita quotidiana del calcio”. Molto bene, magari avremo un nuovo socio all’Osservatorio Tuttimedia! Certamente il calcio è già in posizione dominante su tutti i media, tradizionali audiovisivi e social. E senza frontiere!
025 – CR7 AL TOP SU INSTAGRAM
Instagram è il social network, di Facebook, che permette agli utenti di condividere foto in rete. A gennaio 2020, nel mondo, i followers su Instagram preferiscono su tutti Cristiano Ronaldo (197 milioni di accounts!), poi il mondo dello spettacolo: Ariana Grande (171 milioni), Dwayne Jhonson, Selena Gomez, Kylie Jenner, Kim Kardashan. Al 7° posto di questa parade ecco un altro calciatore: Leo Messi (140 milioni di accounts) e così pure al 9°: Neymar (131 milioni). Gli utenti dei social network mostrano alti tassi di coinvolgimento con i contenuti visualizzati, perciò il richiamo pubblicitario è fortissimo; per esempio, il valore medio di uno dei post di Ronaldo su Instagram è di 735.386 dollari.
https://www.statista.com/statistics/421169/most-followers-instagram/
026 – CYBERSICUREZZA N CITTA’
La Cina ha un miliardo e mezzo di abitanti e prevede entro il 2022 di installare 626 milioni di telecamere pubbliche. Già oggi la città di Chongqing, capoluogo del Sichuan con 15 milioni di cittadini, ha installato più di 2 milioni e mezzo di telecamere; Shanghai conta 26 milioni di cittadini e ha quasi 3 milioni di telecamere. Londra, con i suoi 9 milioni di abitanti ha collocato 627.707 telecamere, Mosca ne ha 146.000, Singapore 86.000, Sydney 60.000, Berlino 40.000, Chicago 35.000. Roma ne ha circa 7.000 e ne stanno verificando la connessione; il Comune di Milano ne ha 2000 e ha attivato un’anagrafe per censire le webcam private. La sorveglianza remota riduce i crimini, forse. Forse la privacy ne soffre. George Orwell, nel 1948, era stato preveggente sul totalitarismo sociale, anche se ancora non c’era la digitalizzazione.
https://www.comparitech.com/vpn-privacy/the-worlds-most-surveilled-cities/
027 – INTELLIGENZA ARTIFICIALE E RICONOSCIMENTO FACCIALE
Non si sa se sia lecito, ma gli organi di polizia americana disporrebbero di un archivio di tre miliardi di immagini codificate, raccolte da Facebook e altri siti web, che potrebbero aiutare per riconoscimenti facciali di criminali o presunti tali. Gli algoritmi di riconoscimento facciale sono molto sofisticati ma sulla loro precisione c’è ancora da lavorare molto, non sono neutrali ed oggettivi, ma intanto furoreggiano nei film tv, dove la deregulation e la privacy sono costantemente scavalcate dalla creatività degli autori delle storie e stimolano a modo loro l’innovazione tecnologica. In Europa il Gruppo di lavoro della Commissione Europea ha suggerito un nuovo regolamento per garantire un’adeguata protezione dagli impatti negativi dei sistemi di intelligenza artificiale sui diritti fondamentali.
https://www.agendadigitale.eu/sicurezza/privacy/riconoscimento-facciale-la-ue-verso-stop-temporaneo-ecco-perche-e-un-buon-segno-ma-non-basta/

PILLS  di Paolo Lutteri – 18 gennaio 2020
Si scrive un po’, si parla di più, si legge poco, si guarda tanto: è questa la cultura? La logica delle affermazioni lascia spesso a desiderare. Spesso le persone corrono dietro ai pifferai, quelli che usano le iperboli per le proprie idee, che sbraitano più forte oppure che hanno il glamour più affascinante. I professionisti dell’influencing adoperano le tecniche sottili della seduzione digitale per raccogliere followers e sfruttarli a proprio vantaggio. Di fatto sembra che la gente si faccia sedurre facilmente, in fondo sul web non ci metto la faccia e un ‘like’ mi costa niente. Alla fine la verità sembra stia nelle esternazioni (e nelle foto) di una bella donna o di un macho spesso tatuato. La tradizionale filosofia scolastica aborre certamente da tali argumenta ad personam, ma chi la segue ancora? Mass media e social media danzano ammalianti intorno a noi.
022 - INFLUENCERS
I social network acchiappano: metà della popolazione terrestre naviga per un paio d’ore al giorno, la beauty blogger Huda Kattan, irachena-americana di Oklahoma City, conta 25,6 milioni di follower su Instagram, con una media di 9 contenuti postati al giorno per 54 milioni di utenti/mese. Chiara Ferragni, designer di Cremona, a dicembre scorso ha avuto 63 milioni di interazioni (cioè reazioni, commenti e condivisioni su Facebook, like e commenti su Instagram, like e retweet su Twitter, like, dislike e commenti su Youtube). Il sito di Repubblica, per confronto anche se non precisamente commensurabile, ha circa 3 milioni di utenti unici al mese, con circa 10 milioni pagine viste. Le tariffe degli influencer: per ogni post di Huda sono 18.000 dollari, Chiara sembra si accontenti di 12.000.
www.blogmeter.it/; www.primaonline.it
023 – BLOCKCHAIN PER L’EDITORIA
Al concorso del Ministero dello Sviluppo Economico per i progetti dedicati alla sperimentazione, ricerca applicata e trasferimento tecnologico, basati sull’utilizzo di tecnologie quali Blockchain, Intelligenza Artificiale (AI), Internet delle cose (IoT), collegate allo sviluppo delle reti di nuova generazione 5G (finanziamento di 4 milioni di euro), hanno partecipato sei Team.
La Società Italiana degli Autori ed Editori e Wind Tre, in collaborazione con l’Università di Roma La Sapienza e Blockchain Core, sono al primo posto tra gli assegnatari dei finanziamenti con il Progetto “Gestione dei diritti d’autore su reti 5G con Blockchain”. L’obiettivo è quello di gestire i diritti d’autore con un registro decentralizzato e avviare una gestione automatizzata dei flussi finanziari tra utilizzatori e beneficiari. Le tecnologie blockchain e le prestazioni di quinta generazione (5G) delle reti permetteranno una nuova e straordinaria efficienza e controllo dei contenuti e dei business del sistema editoriale.
www.mise.gov.it/index.php/it/27-comunicazioni/2040058-programma-di-supporto-alle-tecnologie-emergenti-5g
024 – 8K NON PLUS ULTRA
Su un comune nostro televisore ‘Full HD’ lo schermo ha 1920x1080 pixel. In Giappone, per i prossimi Giochi Olimpici 2020 le trasmissioni saranno a 8K, ovvero 7680×4320 pixel. Una definizione straordinaria oltre la quale sarà forse inutile procedere, poiché la capacità di percezione visiva umana è limitata! I televisori che ricevono 8K sono ancora pochi e i Giochi saranno l’occasione per lanciarli sul mercato, solo per poche aziende produttrici e solo in pochi Paesi, per il momento. Intanto crescono anche le dimensioni degli schermi per famiglia; il top sembra essere quello da 98 pollici, 220x125 cm., 85 kg di peso, 53.179,98 euro se acquistato in rete. Diciamo: una parete preziosa, tecnologica e artistica insieme.
www.yeppon.it/

PILLS  di Paolo Lutteri – 10 gennaio 2020
Queste pillole sono dedicate alla tecnologia del mondo della comunicazione. All’inizio del 2020 sembra utile un sommario degli argomenti emergenti e un breve censimento delle risorse mediatiche. Non solo numeri in crescita, ma anche impatto socio-culturale in profonda trasformazione per l’influenza su costumi e consumi, sulle procedure, sugli stili di vita e di pensiero delle popolazioni. Pur in presenza di grandi disuguaglianze economiche e sociali, l’influenza si fa sentire nelle communities, nell’informazione, nella creatività digitale, nell’e-commerce e nelle forme di gestione della privacy, del gradimento, della reputation personale e dei brand, nelle pratiche fair (e unfair) e perfino nell’approccio psicologico.
019 - SMARTPHONE
Circa 4,1 miliardi di persone nel mondo sono connesse online, il 97% della popolazione mondiale vive a portata di un segnale cellulare mobile e il 93% a portata di una rete 3G (o superiore). I telefoni cellulari sono i mezzi più utilizzati per accedere a Internet e il 57% delle famiglie di tutto il mondo ha accesso a Internet da casa. Il computer non è più necessario per l'accesso a Internet perché le persone si connettono semplicemente tramite smartphone. Occorre che i governi adottino misure per sviluppare le competenze digitali, in particolare nei Paesi in via di sviluppo dove le donne sono particolarmente penalizzate nella cultura digitale.
https://www.itu.int/en/ITU-D/Statistics/Documents/facts/FactsFigures2019.pdf
020 - SOCIAL MEDIA
Sono circa 3,5 miliardi gli individui nel mondo che utilizzano i social media, quasi la metà dell’intera popolazione terrestre. Gli attori di questo settore sono in costante mutamento per reggere l’appetibilità dei loro servizi. Per esempio: le app asiatiche sono una tendenza calda per i siti di social network e contribuiscono a trasformare le economie di tutto il mondo. Ecco una classifica mondiale, orientativa e provvisoria, secondo il numero di utilizzatori attivi per mese (cifre in miliardi di utenti): 1. Facebook (2,23); 2. YouTube (1,9); 3. WhatsApp (1,5); 4. Messenger (1,3); 5. WeChat (1,06); 6. Instagram (1); 7. QQ (0,86); 8. Tumblr (0,64); 9. Qzone (0,63); 10. Tik Tok (0,5).
https://www.mobileappdaily.com/best-social-media-apps
021– ENABLER TECNOLOGICI E MEDIA
I settori promettenti nella digitalizzazione avanzata sono in fase di sviluppo esplosivo in tutto il mondo. Sono difficili le stime del valore dei nuovi business collegati a questi fattori, ma certamente saranno abilitatori indispensabili dell’economia e di un progresso sostenibile:  5G, Big Data, Super Cloud, Intelligenza Artificiale, Mobile Business, Internet delle Cose (IoT), Blockchain, Cybersecurity. A questi campi di lavoro fanno riferimento anche le grandi piattaforme online; in Italia in principali operatori sono esteri (tra parentesi la sede e il numero di dipendenti nel mondo): Amazon (Seattle USA, 647.500), Apple (Cupertino USA, 132.000), Microsoft (Redmond USA, 131.000), Alphabet/Google (Mountain View USA, 98.000), Facebook (Menlo Park USA, 35.587), Netflix (Los Gatos USA, 7.100). Le principali TLC&Mediacompany attive in Italia sono: Comcast (Philadelphia USA, 184.000), Vodafone (Newbury UK, 106.135), Tim (Milano ITA, 57.901), Swisscom (Berna CH, 19.845), Fininvest (Roma ITA, 16.128), Discovery (Silver Spring USA, 9.000).
La nuova architettura informatica che queste aziende offriranno al sistema globale si aggiunge agli argomenti in discussione caratteristici dell’attività editoriale e sarà un trampolino di lancio per una nuova stagione di civiltà. Questi temi fanno parte dello scenario che Media Duemila con l’Osservatorio Tuttimedia si propone di affrontare, studiare, divulgare, commentare, così come già sta facendo da 37 anni.
www.agcom.it/

PILLS  di Paolo Lutteri – 11 dicembre 2019
Il marketing tecnologico abbatte i confini. Crescita globale significa anche che i comportamenti e le esperienze sociali si rincorrono da un Paese all’altro, stimolando le analisi, gli approfondimenti, le iniziative e una competizione virtuosa. Statalismo e liberismo talora si sfidano per andare incontro alle esigenze delle popolazioni. Ci si guarda da un continente all’altro per studiare i limiti del pensiero sociale e del pensiero digitale e per imitare le buone pratiche, mentre mass media e social media devono conquistare una più larga affidabilità.
016 – CHINA SOCIAL MEDIA
Il governo cinese non perde occasione di farsi buona propaganda. A Changsha, durante l’annuale China New Media Conference, si è svolto un seminario sulle responsabilità sociali dei nuovi media. Il documento "China New Media Social Responsibility Proposal” invita i nuovi media e il personale che vi opera a mettere al primo posto i benefici sociali, a diffondere il tema conduttore dell’energia positiva della società cinese, in modo da adempiere al meglio alle responsabilità sociali e a promuovere lo sviluppo sano dei nuovi media. La forza tecnologica delle imprese aiuta la riduzione della povertà e porta soluzioni utili alla popolazione. Per esempio: ByteDance, che ha sviluppato TikTok, ha affermato di aver aiutato a localizzare 11.000 persone scomparse dal 2016 inviando messaggi agli utenti del suo portale di notizie nella zona in cui mancava una persona. Kuaishou, piattaforma di video, nei primi nove mesi di quest'anno, con brevi audiovisivi, ha promosso prodotti agricoli locali e forme di arte popolare per 5 milioni di persone provenienti da aree disagiate della Cina. (30.11.2019)
http://www.china.org.cn/china/2019-12/01/content_75465622.htm
017 – MARKETING TV PER LE DONNE AMERICANE
Chi organizza le strategie di marketing deve pensare al femminile. Secondo Nielsen nel Nord America il 93% delle donne ha una responsabilità condivisa o primaria per lo shopping quotidiano, le faccende domestiche e la preparazione del cibo. Negli Stati Uniti il 53% delle donne negli Stati Uniti afferma di essere la capofamiglia con alta responsabilità di spesa. E le donne sono voraci consumatori di media. Nonostante le ampie opzioni multimediali, la televisione resta la preferita. Alla televisione, in una settimana media, 156 milioni di donne dedicano 73 ore (5 ore in più rispetto agli uomini) e quindi hanno un’alta probabilità di considerare la pubblicità televisiva come una fonte di informazioni utili su prodotti e servizi. (27.11.2019)
https://www.nielsen.com/us/en/insights/article/2019/attention-marketers-u-s-women-are-eager-to-hear-from-you/?utm_source=sfmc&utm_medium=email&utm_campaign=newswire&utm_content=11-27-2019
018 – MI FIDO O NON MI FIDO
Negli Stati Uniti la fiducia nei mass media è bassa: solo il 13% si fida dei media "moltissimo" e il 28% "discretamente". La fiducia, nell'attuale clima altamente polarizzato, è affidata alle opinioni dei partigiani politici che sono diventate sempre più divergenti. In generale: dei media si fidano il 69% dei democratici, ma solo il 15% dei repubblicani e il 36% degli indipendenti. I recenti dati di Gallup indicano che la fiducia dei repubblicani nelle fonti di notizie negli ultimi anni è rimasta stagnante o in declino, mentre quella dei democratici è aumentata. Fox News è l'unica fonte di notizie nazionale con la fiducia a livello di maggioranza dei repubblicani. Sembra che i repubblicani siano molto più propensi dei democratici a percepire pregiudizi, imprecisioni e disinformazione sui giornali, in televisione e alla radio. (26.11.2019)
https://news.gallup.com/poll/267047/americans-trust-mass-media-edges-down.aspx

PILLS  di Paolo Lutteri – 6 dicembre 2019
Il Rapporto annuale dell’Assintel ha segnalato tre grandi ostacoli alla Trasformazione Digitale, nell’ordine: al primo posto una mancanza di cultura organizzativa o del top management verso il cambiamento continuo, al secondo posto la carenza di risorse economiche e al terzo posto la difficoltà nel reperire competenze digitali adeguate. Ciònonostante si estendono le applicazioni sia nelle imprese private che in quelle pubbliche. Crescono le iniziative, soprattutto per i giovani, anche se si avvertono in tutta Europa sentimenti di delusione sulla politica economica.
013 – INNOVAZIONE DIGITALE
Secondo il Rapporto 2020 Assintel, Associazione Nazionale delle Imprese ICT e Digitali, nel 2019 il mercato dell’Information Technology italiano vale oltre 24,2 miliardi di euro, +3,8% rispetto allo scorso anno. Questo trend è previsto consolidarsi anche negli anni successivi. Tra le tecnologie emergenti, a crescere esponenzialmente negli investimenti delle imprese italiane sono l’Internet of Things (+24%), l’Intelligenza Artificiale (+39,1%), le soluzioni di Realtà Aumentate e Virtuale (+160,5%) e i dispositivi Wearable (+116,2%). Continua anche la crescita dei “pillar” della Terza Piattaforma: la spesa aziendale italiana in servizi Public Cloud cresce del +26,1% e le soluzioni Big Data & Analytics del +7,6%. Per l’85% degli Enti della Pubblica Amministrazione la priorità di investimento nel 2020 sarà migliorare il rapporto con i cittadini. Così diverrà strategica la spesa in Information Technology, che si prevede sarà di circa 4,2 miliardi di euro, contribuendo per il 13% al totale della spesa ICT italiana. (27.11.2019)
https://www.assintel.it/
014 - STEM IN THE CITY
STEM sta per Science, Technology, Engineering, Mathematics. E’ un’iniziativa del Comune di Milano per promuovere la diffusione delle discipline tecnico-scientifiche e delle nuove tecnologie digitali come opportunità per il futuro professionale delle nuove generazioni con un’attenzione particolare rivolta alla popolazione femminile. L’obiettivo è coinvolgere tutto l’ecosistema formativo: insegnanti, genitori, istituzioni e aziende. Quest’anno scorso più di 14.000 persone hanno partecipato agli oltre 150 eventi realizzati grazie al contributo di 146 partner e più di 100 scuole di diverso ordine e grado. Nel 2020 l’argomento sarà ‘la sostenibilità ambientale’, tema cruciale per tutta la società, su cui convergono l’interesse e l’attenzione del mondo pubblico, del mondo privato, dell’opinione pubblica.  Fino al 28 febbraio saranno accolti i progetti, con la collaborazione di enti pubblici e privati, aziende, fondazioni, associazioni, scuole e università che sono invitati a proporre e organizzare dibattiti, seminari, corsi di formazione, installazioni e spettacoli che possano continuare ad alimentare il dibattito e il confronto. La manifestazione culminerà nella Maratona delle STEM dal 27 al 29 aprile. (27.11.2019)
https://www.steminthecity.eu/
015 – GIOVANI DELUSI
Ecco alcune sintesi delle slides che illustrano un’indagine sui giovani europei di fronte al cambiamento, realizzata da SWG. Anzitutto qualche sentimento: in Italia i ‘delusi’ sono il 26%, in Francia il 36%, in Spagna il 43%. La ‘speranza’ ottiene il 23% in Italia, mentre in Spagna la ‘tristezza’ arriva al 43% e in Francia la ‘rabbia’ al 28%, in Polonia il ‘disgusto’ ha il 46%!. In politica economica i giovani europei sembra spingano per un modello meno liberista. In Italia vorrebbero un misto tra ‘modello capitalista’ e un ‘modello economico differente’ il 32%, in Francia il 27%, in Spagna il 42%. Per un ‘modello economico totalmente differente’ sono il 33% dei francesi, il 25% degli spagnoli, il 23% degli italiani. Infine il capitalismo: piace al 31% dei polacchi e solo al 15% degli italiani e al 12% dei francesi. (vedi le slides). (19.11.2019)
https://www.agenziagiornalisticaopinione.it/wp-content/uploads/2019/11/PoliticAPP_19nov2019.pdf

PILLS  di Paolo Lutteri – 29 novembre 2019
Il panorama delle notizie, in un mondo digitale e globalizzato, si allarga sempre più. I lettori (e i giornalisti) affrontano ogni giorno un mondo sovraccarico di informazioni e disinformazioni. Selezionare, collegare le notizie in modo conveniente, pertinente, utile e stimolante è fondamentale per non perdere le priorità e affrontare le professioni da competenti. Questo è il senso del Rapporto qui segnalato su “Nuovi poteri e nuove responsabilità” nell’epoca della trasformazione digitale.
010 – GIORNALISTI CON L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L'intelligenza artificiale è già una parte significativa del giornalismo, ma è distribuita in modo non uniforme. Le tecnologie in uso vanno dalle funzioni quotidiane, come la ricerca, agli algoritmi complessi basati sull'apprendimento profondo per creare testo o video. Queste tecnologie di intelligenza artificiale si stanno rapidamente sviluppando, insieme ad altri cambiamenti radicali nella produzione dei media e nei modelli di business. Il futuro ha il potenziale per un'influenza ampia e profonda sul modo in cui il giornalismo viene prodotto e consumato. Se completamente integrata, pervasiva e operante su vasta scala, l'Intelligenza Artificiale potrebbe avere un valore elevato in determinate aree come il coinvolgimento del pubblico, la scoperta di storie e l'efficienza del lavoro. Alcuni dei possibili usi, come la traduzione automatica e la generazione di testi, possono consentire di fare passi in avanti in nuove aree del giornalismo, del marketing e dello sviluppo del prodotto. Questo rapporto del prof. Charlie Beckett della London School of Economics è basato su un'indagine sullo stato di avanzamento di 71 organizzazioni giornalistiche di 32 Paesi. (18.11.2019)
https://blogs.lse.ac.uk/polis/2019/11/18/new-powers-new-responsibilities/
011 – TRASPORTI IN DIGITALE
Passeggeri in aumento nel 2018: 185,7 milioni all’anno negli aeroporti italiani e 5,59 milioni al giorno su rotaia. Nello stesso anno gli investimenti digitali del settore sono arrivati a 2.400 milioni di euro. E’ soprattutto la customer experience a trainare gli investimenti: piattaforme digitali, assistenti virtuali e app mobili consentono di integrare i servizi, ma anche di rendere più semplice l’esperienza di acquisto e di ottimizzare la gestione. Per le aziende l’Intelligenza Artificiale/Machine Learning e IoT sono le tecnologie che trainano i progetti innovativi. L’intelligenza artificiale consente alle aziende dei trasporti e di distribuzione non solo la riduzione dei costi del personale e il perfezionamento dei processi, ma anche di efficientare soprattutto le consegne dell’ultimo miglio, rendendo le spedizioni più efficienti e sicure. Per gli operatori portuali è stata realizzata la piattaforma TradeLens, che comprende operatori portuali e terminalisti in tutto il mondo, autorità doganali, intermediari, proprietari di merci, spedizionieri, società di trasporto e di logistica. Con l’aiuto della tecnologia digitale è auspicabile l’affermarsi di uno standard di interoperabilità tra tutti gli attori del sistema. (13.11.2019)
http://ildigitaleinitalia.it/
012 – ITALIANI ALL’ESTERO
Dalla vendita dei diritti, alle coedizioni, alle fiere internazionali: ecco i tanti volti dell'export dell’editoria che saranno presentati dal 4 all'8 dicembre al Roma Convention Center La Nuvola. Il 4 dicembre, nell’ambito di “Più libri più liberi”, la Fiera nazionale della piccola e media editoria, avrà luogo anche un importante convegno sul ruolo degli editori nella costruzione dell’identità europea, che rappresenta più della metà del mercato mondiale del libro e che permetterà di riflettere sul ruolo dell’editore moderno nell’attuale scenario continentale in relazione anche all’ecosistema che i nuovi player statunitensi del web stanno proponendo. Intanto l'Ufficio studi dell'Associazione Italiana Editori annuncia che, tra il 2001 e il 2019, i titoli italiani venduti all’estero sono passati da 1.800 a 8.569. (26.11.2019)
https://www.aie.it/

PILLS  di Paolo Lutteri – 22 novembre 2019
La scorsa settimana è stato presentato il Rapporto 2019 sul ‘Digitale in Italia’. Contiene un riepilogo interessante su mercati, dinamiche e policy. Come dice Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform che con Confindustria Digitale e altre aziende ha presentato la pubblicazione, “il digitale è oggi il fattore principale di crescita e trasformazione dell’economia; è il change maker dei prossimi anni come nei secoli scorsi lo sono state industrializzazione, commercio internazionale e globalizzazione.”  Gli spunti forniti dal documento sono numerosi e significativi. Avremo occasione di trarne pillole preziose.
007 – DIGITALE DA INDOSSARE
Secondo il Rapporto 2019 Anitec-Assinform, cresce anche in Italia il mercato dei device cosiddetti ‘wearable’, sensori portatili che raccolgono dati, connessi in rete. Da solo il settore degli smart-watches nel 2018 ha raccolto 190 milioni di euro. L’utilizzo più frequente è stato per i pagamenti contactless, per la domotica, per monitorare le attività fisiche e l’assistenza medica anche da remoto. Anche nel campo della manutenzione industriale questi dispositivi hanno consentito prognostica e prevenzione rischi negli impianti, oltre che fornire strumenti preziosi di informazione al personale addetto. La crescita più consistente (+30%) è avvenuta per i visori tipo occhiali (Head Mounted Display), in ambito consumer (gaming) e industriale (per l’efficientamento delle attività operative). Complessivamente tutto il settore della tecnologia wearable, secondo NetConsulting Cube, nel 2018 ha prodotto 563 milioni di euro. (13.11.2019)
http://ildigitaleinitalia.it/
008 – BLOCKCHAIN PER SMART CITIES
In Europa le tecnologie digitali basate su blockchain stanno decentralizzando la fornitura di elettricità consentendo l'interoperabilità dell'energia solare fotovoltaica prodotta da risorse diversificate con reti elettriche. Le fonti energetiche pulite vengono distribuite digitalmente usando l'intelligenza artificiale, l'Internet of Things (IoT) e le reti abilitate alla blockchain. Si tratta di collegare la produzione di energia da miriadi di piccole installazioni con la domanda totale di energia di un Paese. Intanto l’Unione Europea ha lanciato l'Osservatorio Blockchain e sta sviluppato varie normative e politiche relative alla blockchain, sotto il Garante europeo della protezione dei dati, con standard digitali di alto livello per la protezione dei dati, l'interoperabilità e la condivisione delle principali tecnologie blockchain utilizzate nel commercio di energia peer-to-peer (P2P). (20.11.2019)
https://www.pv-magazine.com
009 -  COPYRIGHT COL TRUCCO
Se un genitore scienziato dà la paternità di articoli scientifici al proprio figlio, ne fa un bambino prodigio. Così potrà competere per la futura carriera universitaria. Succede in Corea del Sud. Ma in Germania è successo che le case farmaceutiche abbiano attribuito a esterni le ricerche dei propri dipendenti, per dare autorevolezza senza conflitti di interesse. Più curiose le falsità ‘goliardiche’ degli scienziati che hanno inserito fra gli autori delle proprie scoperte il nome del gatto di casa, Chester, in un articolo sulle proprietà dell’elio (sull’autorevole Physical Review Letters) o di un cane, Mirkwood, sul Journal of Experimental Medicine, e perfino di un criceto, Tisha, che ha firmato uno studio sulla micro-gravità pubblicato su Physica B. (17.11,2019)
https://ilmanifesto.it/scienziati-bambini-nel-mercato-delle-idee/

PILLS  di Paolo Lutteri – 15 novembre 2019
In questa rubrica collochiamo brevi notizie significative di cultura, opinioni, recensioni e segnalazioni, accompagnate da link o bibliografie per approfondire gli argomenti. E saranno benvenuti tutti i complementi e i commenti suggeriti dai lettori.
004 – WIKIPEDIA RUSSA
Il Cremlino vuole una nuova grande enciclopedia elettronica russa. Il budget 2020-2021 per questa attività editoriale sarà di 1,7 miliardi di rubli (circa 27 milioni di dollari). Anche Putin sostiene questa iniziativa, al fine di avere documentazioni e informazioni ‘affidabili’. La Russia ha una "enorme responsabilità per la conservazione, lo sviluppo e l'espansione della lingua russa e della letteratura russa; - ha affermato Putin – sarebbe bene avere la Grande Enciclopedia russa [36 volumi - ultima edizione nel 2017] in forma elettronica. Almeno questa sarebbe un'informazione credibile." Il suo portavoce Dmitry Peskov ha comunque rassicurato che non ci potranno essere divieti o ostacoli all'accesso a Wikipedia. (12.11.2019)
https://realnoevremya.com/articles/3946-putin-urges-to-replace-wikipedia-with-great-russian-encyclopedia
005 - LIBERTA’ VIGILATA
Zak Doffman è il fondatore di Digital Barrier, un'azienda che fornisce tecnologie di sorveglianza avanzate a difesa, sicurezza nazionale, antiterrorismo e infrastrutture critiche. Nel suo articolo sostiene che l'89% degli utenti di Internet nel mondo (circa 3 miliardi di persone) viene monitorato attivamente, in modo automatizzato, grazie ai progressi nell'intelligenza artificiale. La Cina è all'avanguardia. Ma ci sono altri 39 Nazioni che hanno istituito programmi avanzati di sorveglianza sui social media. Vengono evidenziati gli individui, le loro relazioni sociali, viene monitorata la geolocalizzazione e l'analisi dei sentimenti sui dati estratti da Facebook, Twitter e altre piattaforme. Le informazioni dirette e indirette raccolte hanno un valore enorme non solo per il mercato commerciale, ma sempre più per le forze dell'ordine e le agenzie di intelligence. (6.11.2019)
https://www.forbes.com/sites/zakdoffman/2019/11/06/new-government-spy-report-your-social-media-is-probably-being-watched-right-now/#68aa29834f99
006 - GRAB THE TISSUES
Ascolti tv notturni consolidati. Se l'American Academy of Sleep Medicine (AASM) ha classificato il sonno come la seconda priorità più alta, dopo la famiglia, nel suo sondaggio su oltre 2.000 adulti statunitensi ha constatato che l'88% ha dichiarato di essere rimasto sveglio fino a tardi per guardare più episodi di uno show televisivo o di una serie in streaming. La frequenza più alta (95%) tra i 18-44 anni; a queste età molti ritardano il sonno anche per giocare ai videogiochi, leggere e guardare sport. Ovviamente la scelta di abbuffarsi di intrattenimento di notte invece di dormire ha serie conseguenze sulla salute. (10.11.2019)
https://www.webmd.com/sleep-disorders/news/20191110/tv-binges-video-games-books-and-sports-taking-toll-on-sleep

PILLS  di Paolo Lutteri – 8 novembre 2019
In questa rubrica della Newsletter di Mediaduemila la Redazione intende raccogliere alcune segnalazioni dei mondi dell’editoria e della comunicazione, nel contesto dell’innovazione tecnologica che oggi si fa sempre più veloce, tumultuosa e affascinante. Ci sono valori professionali da rispettare, nuove frontiere da esplorare. Cercheremo di evitare le ripetizioni di quanto sia già di grande attualità nelle edizioni dei grandi mass media, saremo a caccia di argomenti meno conosciuti, ma significativi. Notizie molto brevi, recensioni e segnalazioni, formato ‘pillola’, saranno accompagnate da link o bibliografie per approfondire gli argomenti. E saranno benvenuti tutti i complementi e i commenti suggeriti dai lettori.
001 – PREVISIONI 5G
Secondo le previsioni di ABI Research di New York, le connessioni 5G saranno circa 12 milioni il mondo entro la fine del 2019, nel 2020 diventeranno 205 milioni e arriveranno a 3 miliardi nel 2025. Il mercato di massa sarà raggiunto durante il 2020 quando la Cina inizierà a dominare in termini di connessioni. Come risultati, interessi di mercato e competenza tecnologica la Cina dominerà la distribuzione del 5G: gli operatori cinesi avranno 143 milioni di abbonati alla fine del 2020, mentre gli Stati Uniti raggiungeranno circa 28 milioni. Nel 2025, la Cina dovrebbe avere 1,1 miliardi di abbonati 5G e gli Stati Uniti 318 milioni. (5.11.2019)
https://www.abiresearch.com/press/china-will-dominate-5g-deployment-despite-early-lead-usa-and-south-korea/
002 – ZERO PAPIER
Si parla di ‘senza carta’ da 30 anni, ma il CEO di Ricoh France, Elie Choukroun, conferma che nonostante la digitalizzazione in atto, ogni impiegato francese consuma oggi quasi 80 chili di carta all’anno. Una ricerca (Quocirca Global Print 2025) afferma che la stampa è rimasta una parte importante dell'attività quotidiana del 78% delle organizzazioni. Il 64% degli intervistati in Europa, Stati Uniti e Giappone, prevede che ciò continuerà almeno fino al 2025. Oggi la stampa coesiste con il mondo digitale. Va notato che l'85% dei francesi indica di preferire il libro cartaceo e l'80% le riviste cartacee, perché ‘la carta rassicura’ ed è più comoda da leggere rispetto a qualsiasi schermo. (6.11.2019)
https://www.forbes.fr/business/la-digitalisation-des-entreprises-va-t-elle-conduire-a-une-disparition-du-papier/?cn-reloaded=1
003 – OCCHIO AL COMPUTER
Come possiamo mantenere sani gli occhi nonostante guardino lo schermo di un computer tutto il giorno? Phillip Yuhas, professore di Optometria dell’Università dell’Ohio dice che non guardiamo solo gli schermi dei nostri computer, ma li fissiamo. Di conseguenza, le lacrime evaporano dagli occhi, provocano infiammazione e non si accumulano più fino a quando non ci allontaniamo dallo schermo. Bisognerebbe seguire la regola "20-20-20" dell’American Optometric Association: fare una pausa di 20 secondi ogni 20 minuti per guardare qualcosa lontano 20 piedi (6 metri). Ciò consentirà agli occhi di battere le palpebre e rilassarsi. Si può usare anche un collirio lubrificante prima dell'uso prolungato del computer. Queste pratiche rafforzeranno le lacrime naturali del corpo e manterranno idratata la superficie dell'occhio. (11.10.2019)
https://theconversation.com/blue-light-isnt-the-main-source-of-eye-fatigue-and-sleep-loss-its-your-computer-124235